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Messaggi del 05/10/2012

Conto alla rovescia per i FRONTALIERI sulle indennità di DISOCCUPAZIONE

Post n°1358 pubblicato il 05 Ottobre 2012 da accorsiferro
 
Foto di accorsiferro

Da domani tremila lavoratori rimasti senza posto oltreconfine potrebbero non ricevere più un soldo

di Andrea Accorsi

Sos per i frontalieri rimasti senza lavoro. Da domani rischiano di non percepire più alcuna indennità di disoccupazione né dall’Inps né dalla Svizzera. A lanciare l’allarme è il senatore varesino Fabio Rizzi, che si definisce un «cattivo profeta» perché già nel giugno 2010 presentò un disegno di legge per prevenire questa eventualità. Ma «a distanza di oltre due anni - sottolinea Rizzi - il ddl giace come lettera morta, in virtù del fatto che a nessuno interessa il destino di poche migliaia di frontalieri, residenti in Insubria».
A farne le spese saranno in tremila, soprattutto comaschi e varesini, che non percepiranno più l’indennità di disoccupazione pur avendo versato regolarmente, come i loro datori di lavoro oltreconfine, le quote previste. Il buffo è che i soldi ci sono. Negli anni si è accumulato un “tesoretto” di ben 386 milioni di euro: molti di più di quelli che servirebbero, stimati da Rizzi in «30 milioni all’anno». Ma una circolare dell’Inps dello scorso 6 agosto ha bloccato il versamento delle indennità previste.
In realtà, si difende l’istituto di previdenza in un comunicato a firma del direttore regionale Giuliano Quattrone, è tutto «un equivoco». Per Quattrone «gli importi attualmente posti in pagamento sono inferiori a quelli pagati negli anni precedenti». Peccato che a molti (ex) frontalieri l’indennità di disoccupazione non sia stata ridotta, ma azzerata. E da domani, a due mesi dalla circolare, potrebbe essere così per tutti.
Per le autorità elvetiche è lo Stato di residenza, dunque in questo caso l’Italia, che deve farsi carico del pagamento dell’indennità di disoccupazione. Ma se l’Inps smetterà di versarla, i tremila frontalieri disoccupati resteranno senza un centesimo. Di franchi come di euro.
«L’avevamo previsto - lamenta Rizzi - e così nella totale indifferenza di Governo, sindacati e partiti nazionali, i lavoratori frontalieri disoccupati non percepiranno più la relativa indennità di disoccupazione né dall’Inps né dalla Svizzera. Fossimo stati a Taranto sarebbe stato diverso, dove questo schizofrenico Governo ha gettato dalla finestra gli ennesimi 336 milioni di euro, approvati in via definitiva dal Senato, con l’ovvio voto contrario della sola Lega Nord».
Rizzi si riferisce al “decreto Taranto” per risanare e rilanciare la città pugliese, che prevede la disponibilità, appunto, di 336 milioni di euro. Caso curioso, quasi la stessa cifra che risulta accantonata dai frontalieri nel loro fondo disoccupazione.
«Il fondo - spiega Rizzi -, istituito nel 1997 con una legge promossa all’epoca da Giancarlo Giorgetti, si incrementava al ritmo di 140 milioni all’anno, mentre ne venivano usati 10-12 milioni. Per questo, come Lega abbiamo sempre chiesto di utilizzarlo per altre iniziative a favore dei frontalieri, come il rifacimento di strade e dogane, ma ci hanno sempre risposto picche. Ora siamo rimasti senza capra né cavoli: i soldi ci sono, ma nessuno dà le indennità ai frontalieri». Rizzi ha presentato una interrogazione urgente ai ministri dell’Economia, Vittorio Grilli, e del Welfare, Elsa Fornero , per sapere cosa intendono fare e per sollecitare «una calendarizzazione urgente e una conseguente rapida approvazione» del suo ddl di due anni fa, presentato anche alla Camera dall’on. Nicola Molteni. In sostanza, il ddl ripristina i princìpi di utilizzo del fondo previsti dalla legge del 1997, scaduta «per un meccanismo tecnico parlamentare - sbotta Rizzi - che non sono mai riuscito a capire. Un vero mistero di Palazzo».
Il timore è che i soldi del fondo siano già stati spesi per qualcos’altro. «In definitiva - taglia corto Rizzi - se i soldi ci sono, usiamoli. Se no, troviamoli. Oppure stabiliamo che i frontalieri sono cittadini di serie B e che non hanno diritto allo stesso trattamento di tutti gli altri. In questo momento, sono figli di nessuno».

dalla Padania del 5.10.12

 
 
 
 
 

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