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I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici invece pur vedendo allo stesso modo i tuoi errori... ti lusingheranno sempre
Messaggi del 26/07/2012
Post n°933 pubblicato il 26 Luglio 2012 da acer.250
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Davanti alla corte distrettuale di San José, California, entrera nel vivo il processo che vede contrapposte Apple e Samsung, che dovranno ora vedersela davanti alla giuria, Apple accusa Samsung di aver copiato dai suoi dispositivi sia dal punto di vista del design esteriore sia da quello della user-experience e per la violazione di una serie di brevetti collegati a questi aspetti h chiesto 2,5 miliardi di dollari di danni; la coreana si difende affermando che ha sviluppato solo delle idee, antecedenti peraltro all'utilizzo che ne ha fatto Cupertino stessa, secondo le 66 pagine di accuse depositate da Apple e che fanno riferimento a documenti interni a Samsung, questa avrebbe riconosciuto la bellezza e la facilità di utilizzo di iPhone prima e di iPad dopo e avrebbe di conseguenza deciso di "competere in qualsiasi modo" con il Melafonino, anche copiando deliberatamente le sue caratteristiche di successo. L'hardware iPhone, sottolineano i documenti citati da Apple, sarebbe stato per Samsung "facilmente copiabile, già a partire dal touchscreen". E così la coreana avrebbe iniziato a sviluppare e distribuire prodotti "quasi identici a quelli di Apple, nonostante gli avvertimenti ripetuti" da parte di Cupertino, ma anche di consulenti e suoi partner stessi, in particolare, un gruppo di esperti di design avrebbe in passato avvertito Samsung della troppa somiglianza di Galaxy S con iPhone, così come Google avrebbe criticato la somiglianza dei tablet Galaxy Tab con iPad. |
Cresce il timore che durante le due settimane in cui a Londra si svolgeranno le Olimpiadi possa diventare pressoché impossibile telefonare o mandare sms, soprattutto per chi si trova in un luogo ad alta densità turistica o nei pressi di un sito olimpico. Saranno infatti quasi cinque milioni i turisti in giro per la città, e le reti locali saranno testate come non mai prima, con il concreto rischio che ci possa essere un collasso totale del sistema. Come spiega Steven Hartley, analista alla Ovum Telecoms Strategy ed esperto di telecomunicazioni: “C’è il concreto rischio che durante il periodo olimpico possa diventare impossibile collegarsi a internet, ma anche telefonare o mandare messaggi. Con conseguenze che potrebbero essere inimmaginabili”. Il motivo, secondo Hartley, è da ricercarsi nel fatto che “oggi tutti rimaniamo sempre connessi sui telefonini. A maggior ragione durante un evento di enorme portata come quello olimpico, ognuno vorrà mandare foto, messaggi, commenti sui social network, ma anche guardare i video delle gare e controllare le informazioni sul traffico o sul meteo. Creando così un aumento del traffico dati mai visto precedentemente”. Tutte le più importanti compagnie telefoniche operanti a Londra, da O2 a Orange/T-Mobile fino a Virgin, hanno assicurato di aver effettuato ingenti investimenti per non farsi trovare impreparate, ma nemmeno loro possono assicurare che tutto filerà liscio. “I problemi potrebbero non verificarsi all’interno del Parco Olimpico, dove mi risulta siano state installate diverse postazioni per potenziare il traffico, ma nei luoghi limitrofi ad alta densità di turismo Come esempio si può scegliere la stazione di London Bridge, sempre trafficata, abbastanza vicino alle zone olimpiche eppure non considerata degna di investimenti. Un problema di sovraffollamento dati lì produrrebbe effetti devastanti a catena”. La prova generale c’è stata l’11 luglio, quando O2 – network privato di telefonia mobile e wi-fi – è collassato per un’intera giornata, causando disagi a catena che hanno finito con il colpire anche il sistema cittadino di traporto con le biciclette. “Nel Regno Unito le compagnie private non hanno aggiornato i loro sistemi al livello del resto dell’Europa per mantenere i prezzi bassi in un mercato altamente competitivo – spiega Hartley a I loro sistemi sono vecchi di oltre cinque anni, che nelle telecomunicazioni è un’era geologica”. Anche perché, prosegue Hartley, la crescita dell’utilizzo di telefonini è stata esponenziale in questi anni. Nel 2008, al tempo delle Olimpiadi di Pechino, Facebook aveva 60 milioni di utenti, oggi sono invece 900 milioni. Al recente Superbowl americano è stato battuto ogni record per un evento sportivo: in un solo giorno c’è stato un traffico dati che ha superato i 500 gigabyte. E non avere adeguato le infrastrutture all’aumento degli utenti è un errore che si potrà pagare a caro prezzo. Anche in termini di emergenza. L’anno scorso durante il festival di Glastonbury, in Inghilterra, è stato praticamente impossibile telefonare e i messaggi inviati arrivavano giorni dopo. “Quindi, nonostante le rassicurazioni ricevute dalle compagnie telefoniche e dati però i loro scarsi investimenti ,conclude Hartley, se mi chiedete se l’aumento del traffico dati in una maniera mai testata in precedenza possa portare ad un collasso di proporzioni catastrofiche, la mia risposta deve per forza essere sì”. |
Post n°930 pubblicato il 26 Luglio 2012 da acer.250
Il neonato morto al San Giovanni di Roma per uno scambio di flebo. Al Careggi di Firenze una trasfusione sbagliata ha ucciso un uomo di 60 anni. Ad Agrigento un feto dato per morto è nato, invece, vivo. Sono diversi giorni che le pagine di cronaca dei quotidiani raccontano storie di malasanità. Eppure, secondo qualcuno, le cose sono destinate a peggiorare. La spending review, infatti, non farà bene alla sanità. Le previsioni sono delle più buie: secondo la Cgil si tratta di “una scure che si abbattera’ sulla sanita’ per 4,7 miliardi di tagli ai finanziamenti che si aggiungeranno agli 8 miliardi previsti dalla precedente manovra”. “Il tutto per un totale di oltre 21,5 i miliardi di tagli cumulati nel prossimo triennio”, prosegue la Cgil. “Invece di operare una seria riorganizzazione della Sanita’, attraverso una vera lotta agli sprechi, taglia ancora finanziamenti fino a compromettere il diritto dei cittadini alla tutela della salute e a ricevere cure di qualità” si legge in una nota del sindacato. Anche dalla Conferenza delle Regioni che si è riunita ieri non sono arrivate notizie rassicuranti: “Con questi tagli le Regioni rischiano di non firmare il Patto per la Salute e neanche di poter gestire la Sanita’ il prossimo anno” ha detto il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ”Non sono tagli alla spesa ma ai servizi per i cittadini – ha proseguito Spacca -. La spending review fatta cosi’ e’ inaccettabile”. Della stessa opinione Vasco Errani, presidente della Conferenza: “Nel combinato disposto tra spending review e manovra 2013-2014 c’è un taglio così pesante alla sanità da non rendere sostenibile e possibile il Patto per la salute”. “Siamo in presenza di un taglio lineare e non agli sprechi – ha detto Errani – che va ad interagire sui servizi, per cui sanità e trasporto pubblico locale sono oggettivamente a rischio. Noi siamo pronti a discutere nel merito sulla riduzione dei costi e l’azzeramento degli sprechi, ma la spending review bisogna comunque farla”. Errani punta su una verifica vera dell’obiettivo che si pone nel provvedimento: “Quello che noi abbiamo proposto e che continuiamo a proporre al Governo è di fare una verifica puntuale in relazione alla riduzione e azzeramento degli sprechi senza ridurre i servizi. Chiediamo una disponibilità al Governo, di qui alla legge di stabilità, di verificare puntualmente questi elementi perché ci rendiamo conto della fase difficilissima in cui si trova il nostro Paese, ma sulla base di questo lavoro, che è ancora da fare, è possibile dare sicurezza ai cittadini sull’erogazione di servizi sul trasporto pubblico locale, di quelli sanitari e dei servizi sociali che sono praticamente azzerati e sulla possibilità di erogarli. È questa la nostra sfida, che proponiamo al Governo”. Anche Federconsumatori non ci sta: “I tagli annunciati mettono in discussione l’equità e la qualità dei servizi sanitari senza incidere, come invece è necessario e possibile (vedi l’esperienza della Asl di Salerno) , su sprechi, privilegi ed inefficienze. Inoltre, mentre si riducono le risorse, non si fa nulla per innovare i modelli di assistenza e di organizzazione del lavoro. E’ ovvio, dunque, che in questo quadro già drammatico la sforbiciata avrà ripercussioni devastanti”. |
Post n°929 pubblicato il 26 Luglio 2012 da acer.250
I negozietti Compro Oro hanno visto, negli ultimi tempi, un vero e proprio boom: la loro crescita è strettamente legata alla crisi economica. Nei momenti difficili, infatti, l’oro torna ad essere il bene rifugio e chi può investe su di esso, mentre dall’altro lato chi ha bisogno di liquidità è disposto a vendere i propri oggetti preziosi. Per aiutare il cittadino che vuole acquistare o vendere oro l’ANOPO, l’Associazione Nazionale Operatori Professionali Oro, elenca una serie di consigli utili: innanzitutto, il potenziale acquirente può richiedere al venditore la provenienza e il nominativo di colui che gli ha venduto l’oggetto. Secondo l’art.247 del regolamento di Polizia, infatti, si impone al titolare del Compro Oro o della gioielleria di prendere atto e di trascrivere sul registro di Pubblica Sicurezza sia i dati del venditore, sia quelli del compratore, oltre che il quantitativo e la tipologia di gioielli acquistati. Altro importante consiglio: verificare che il prezzo offerto per la vendita del proprio oro sia in linea con i prezzi di mercato oppure al limite di “usura”. A differenza delle altre attività commerciali dove il prezzo di vendita tiene conto anche del tempo di giacenza presso il negozio, o dell’eventuale quantità d’invenduto, nei Compro Oro il tempo di giacenza è limitato ai 10 giorni o comunque già fissato al momento dell’acquisto stesso. Trascorso questo periodo, il “prodotto” potrebbe prendere la strada della fusione. Non avendo quindi svalutazione, né tanto meno possibilità di restare invenduto, la logica del prezzo è diversa: il prezzo d’acquisto non può essere troppo basso, ma neanche troppo alto. Se ci si imbatte in un prezzo “anomalo” vuol dire che dietro ci sono comportamenti al limite dell’illecito. I consigli per chi vuole vendere un oggetto d’oro sono di girare tutti i negozi della città per verificare che il peso non venga decurtato da bilance truccate o da negozianti poco seri; farsi fare l’offerta reale, cioè non basta sapere che l’oro viene pagato 40 euro al grammo, ma bisogna accertarsi del denaro che viene effettivamente dato alla fine della trattativa. A volte il peso viene modificato per raggiungere cifre più basse (un escamotage usato soprattutto nei centri commerciali, che si sta diffondendo anche dei centri storici delle città). Bisogna, poi, pretendere una ricevuta dettagliata, con nome e cognome del privato che vende, con la descrizione della merce, con l’importo pattuito e con l’indicazione della modalità di pagamento: il prezioso non deve essere pagato in contanti per un importo superiore ai 1000 euro, come previsto dall’art. 49 del decreto 231/07. Accertarsi che la vendita sia stata conclusa con la trascrizione dei dati del venditore sul registro di Pubblica Sicurezza, per evitare di essere coinvolti in reati come la ricettazione, la possibile evasione e il probabile riciclaggio. In caso di vendita di monete o lingotti in oro è bene affidarsi agli Operatori Professionali in Oro, i quali, essendo autorizzati dalla Banca d’Italia, sono in possesso di tutti i requisiti della Legge 7/2000, ivi compresi quelli di Professionalità e Onorabilità. Infine, è bene fare attenzione e guardare tutte le vetrinette delle occasioni, cioè quelle degli oggetti preziosi usati e rimessi in vendita. Se si identifica il gioiello trafugato, è importante, e soprattutto un diritto, richiederne i dati del venditore al titolare del negozio. |
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