a foggy day

tutto finisce

tutto prima o poi finisce. Vedo le persone piangere, e viene da piangere anche a me, ma è una tristezza momentanea. E' una tristezza "riflessa". Non si può sperare che le persone vivano in eterno; certo speriamo sempre che la vita duri il più possibile, ma arrivare a 93 anni senza aver mai fatto un giorno di ospedale, senza malattie incurabili, con la famiglia sempre intorno ed andarsene in un attimo, senza soffrire... ormai è cosa da pochi fortunati. 

Morire di vecchiaia ormai è una cosa rara, e non me la sento di dire "era presto" o "non è giusto". Quel che non è giusto è veder morire persone di 50 o 60 anni con una famiglia ancora da portare avanti, o comunque con una vita ancora lunga davanti... quel che non è giusto è veder morire persone care di tumore, di infarto... persone a cui la vita aveva ancora molto da dare.

Nonna se ne è andata. A quasi 94 anni; si è spenta piano piano in pochi giorni, senza patire le pene dell'inferno. I giochi sono chiusi. Ora servirà solo del tempo per smaltire tutto. 

Quel che mi fa strano è sentire che ora c'è molto poco che mi lega a questa città, alla vita fatta fino ad adesso. Quel che potrà uscire da questo evento sarà il totale disgregamento della famiglia o una nuova e più forte unione. Io sono pessimista e penso al disgregamento. Sono la prima che si sta tirando fuori da questa morsa, e non per vigliaccheria. E' l'ultima stretta prima di mollare definitivamente tutto. 

Mi ripeto: niente è eterno. Purtroppo nemmeno la famiglia lo è. Ne avrò la sicura riprova nei prossimi mesi.

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