Alla seraE' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare un sorriso a cui raccontare le proprie giornate |
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Nickname: mestesso69
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Messaggi del 25/05/2007
Post n°248 pubblicato il 25 Maggio 2007 da mestesso69
Gira di stanza in stanza alla ricerca di silenzio e serenita’.La sua inconsistenza gli permette di passare attraverso i muri senza ostacoli…senza meta.Si muove leggiadro come il vento.Nessuno lo vede…nessuno lo sente. C’e’ chi riesce pero’ a percepire la sua presenza…anime piu’ sensibili che sentono le sue carezze e pensano sia un angelo custode.Parlano con lui, gli confidano i loro problemi, le loro sofferenze, i loro sogni…gli riversano addosso tutto quello che non possono o non vogliono dire a chi sta loro accanto.E lui ascolta…non ha molto da fare, ha molto tempo…l’eternita’.Alcune invece confondono i suoi abbracci con brividi lungo la schiena e lo ritengono un demone.Lo temono e al tempo stesso lo cercano.A volte, sentendosi sole lo invitano a riposarsi con loro per poi mandarlo via alle prime luci dell’alba.Hanno paura che qualcuno possa vederlo, hanno il timore di essere prese per pazze.Lui capisce, in fondo quando era in vita nemmeno lui credeva ai fantasmi, e’ solo stufo di girare senza sosta ogni notte con un lenzuolo sempre diverso addosso... |
Capitolo 8 Non appena il silenzio e la calma si rimpossessarono di quel luogo si ritrovo’ faccia a faccia con lui. Il suo volto, fosse di una strana creatura o di uomo, era il volto di un buono, con gli occhi profondi e sinceri, il sorriso franco che lei non pote’ non ricambiare. Non ci mise molto a capire di trovarsi di fronte ad un drago, un bellissimo drago azzurro dallo sguardo fiero.Era meraviglioso, proprio come la sua fantasia lo aveva immaginato per anni e anni materializzando i racconti del nonno ma faceva cosi’ paura. "Non ti farò del male, piccola. Sono tanti anni che ti aspetto, che ti immagino.Non aver paura di me” le disse annusando la sua paura Sapeva di incutere timore.Si sentiva brutto, sporco…un lontano parente del fiero drago che era stato..Per la prima volta in vita sua si stava vergognando di essere quello che era diventato. Aveva guardato piu’ volte la sua immagine riflessa nel cristallo della cupola e sapeva il mostro che era diventato. “Grazie, mi hai salvato la vita.Adesso la mia vita appartiene a te e puoi decidere di farne cio’ che vuoi.E’ la legge.” ”Tornero’ a trovarti e ti portero’ del cibo” gli promise “Ti aspettero’ fino all’ultimo dei miei giorni come una speranza. Ti prego non rivelare a nessuno la mia esistenza…ho il dovere di difendere questo luogo da chiunque per cui sarei costretto ad uccidere chi oltre a te varchera’ in futuro questa soglia.Io non esisto, sono solo la proiezione della tua mente.” La vide andare via, tornare al suo mondo cosi’ come era apparsa.Si domando’ se quell’umana avesse mantenuto la sua parola e un giorno sarebbe ritornata.Quel dubbio gli sarebbe bastato per sentire meno vuoto nella sua esistenza .Il pensiero di lei immersa nella sua quotidianita’ gli avrebbe riempito quelle interminabili giornate tutte simili alle precedenti e alle successive.Non conosceva il suo nome, non conosceva il suo passato e il suo presente eppure dentro di se era come se l’avesse sempre conosciuta, come se l’avesse incontrata in un’altra esistenza.Forse, piu’ semplicemente si erano parlati con le rispettive anime durante quel breve incontro ed era bastato incrociare i loro sguardi per raccontarsi.Era felice seppur triste.Non aveva piu’ bisogno di gettarsi a capofitto tra le pagine degli antichi testi elfici per distogliere la mente dai ricordi che come spade gli trafiggevano il cuore di continuo.Adesso poteva pensare a lei, alla sua bellezza e alla sua dolcezza per far si che le lacrime smettessero di scendere dal suo viso. continua...
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Post n°246 pubblicato il 25 Maggio 2007 da mestesso69
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Capitolo 7 Era sollevata che il rumore di poco prima non fosse da attribuirsi ai suoi inseguitori, così si accomodò meglio sul terreno, e chiuse per un attimo gli occhi per riprendersi dallo shock di poco prima. Scoprì che addirittura l’aveva presa un po’ di sonnolenza, ma mantenne gli occhi socchiusi per non abbandonarsi al sonno in quel luogo non proprio sicuro. Oltre le palpebre socchiuse sondava la vegetazione attorno e le vie di accesso all’ingresso al fine di identificare un possibile pericolo. Il suo sguardo saltava dal lato nord, a quello sud, alla schiera di arbusti e alberi a fusto che sfilavano nel buio davanti a lei. Improvvisamente, nel raggio del suo sguardo, proprio al centro del sentiero a sud si stagliò la figura animalesca di un orco. Eretta, chiaramente visibile stagliata com’era contro l’alone di una torcia, immobile e minacciosa. La caverna….devo addentrarmi nella caverna, lì sarò al sicuro….non mi troverà. Percorse alcuni corridoi via via meno angusti e si ritrovo’ all’interno di un’enorme stanza interamente scavata nella roccia.Una cupola di cristallo lasciava filtrare al suo interno la flebile luce della notte. Le pareti mostravano ancora le tracce di alcuni affreschi di epoche antiche e persino la scala che dava alla cupola sembrava funzionale. Sull’atrio si affacciavano tre porte, tutte di un legno color verde. Lei si rifugiò accanto a quelle porte, badando bene di fare aderire le spalle al muro e di osservare con attenzione l’ingresso della stanza. Afferrò una delle sbarre di metallo penzolanti dal muro, forse un antico ornamento e si preparò ad affrontare qualsiasi essere che avesse avuto idea di entrare e farle del male. Avanti, vieni dentro bastardo. Ho imparato a difendermi molto tempo fa, sai? Non mi farai niente, io non sono succube della violenza altrui, io non starò qui a guardare, io non mi farò dominare. Lotterò, e lotterò ancora, non sono un osso tanto facile da masticare sai??? Per molte ore rimase concentrata sul minimo suono, sul più piccolo fruscio, ma tutto sembrava tacere e finalmente lei potè rilassarsi un attimo. Così si accoccolò di nuovo nel suo rifugio contro la parete e sempre impugnando la sbarra di ferro provò a rilassarsi. Quando l’alito caldo le provocò di nuovo il solito brivido chiuse gli occhi in attesa che passasse. L’orco era lì davanti a lei quando le palpebre si sollevarono di nuovo.Altri due un poco piu’ indietro. Dallo spavento e dalla sorpresa mollò la presa sulla sua unica arma e si trovò in piedi contro il muro alla mercè dello sconosciuto. Oddio...no...Aiuto… Ma non poteva gridare. Aveva il fiato incastrato in gola e le mani così strette da piantarsi le unghie nel palmo. Lasciala stare Lei si guardò intorno. Nel silenzio della stanza nessuno aveva parlato, ma nella sua testa le parole avevano preso corpo, e il tono di voce si era materializzato anche senza che ne uscissero suoni.Il brivido riprese questa volta più forte quando le si avvicinò alle spalle un qualcosa che posò la testa sul suo collo. Lei non avvertì il tocco delicato e vellutato della pelle sulla pelle, soltanto carezze fatte di vento e un calore che sembrava provenire dall’aria stessa. Questo pensiero la colpì in tutta la sua pazzia. Se non fosse stata tanto confusa e spaventata forse ne avrebbe persino riso. Allungò la mano per colpire il suo assalitore, ma scoprì che non era necessario difendersi. Sussulto’ nell’udire un ruggito minaccioso.Tremo’ impaurita nel vedere una lingua di fuoco illuminare la caverna a giorno e colpire i tre orchi che da cacciatori si erano trasformati in vittime di un orribile mostro delle caverne.Senti’ le loro urla di dolore mentre provavano a fuggire da un destino ormai scolpito nella pietra. continua...
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Post n°244 pubblicato il 25 Maggio 2007 da mestesso69
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Post n°243 pubblicato il 25 Maggio 2007 da mestesso69
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Post n°242 pubblicato il 25 Maggio 2007 da mestesso69
Si rade assonnato il volto.L’abitudine guida la mano e il rasoio sulle curve del suo viso.Di fronte a se un’ombra, un lontano parente di quello che era.Non e’ nessuno…questo lo sa, lo ha accettato anche se in fondo non ha mai desiderato essere il presidente degli Stati Uniti d’America ma ha sempre sognato piccole cose,normalita’. Si sente nessuno. Tempo fa’ una sua ex gli ha detto con rabbia “tu sei uno…nessuno e centomila”….come allora gli basterebbe essere “uno…e qualcuno”. Tra poco indossera’ giacca e cravatta e si rechera’ al lavoro come sempre. Ha lavorato bene con loro, hanno ottenuto notevoli successi insieme ed ora e’ tempo di cambiare, capita sempre cosi’.Non e’ triste.Lui e’ un vagabondo…continua a viaggiare perche’ non ha una casa in cui restare…e ha imparato a non affezionarsi mai a niente o nessuno. Riceve strette di mano vigorose, abbracci calorosi, sorrisi e qualche lacrima.Il regalo piu’ bello e’ un “grazie ingegne’” detto con un filo di voce. Si accorge solo adesso di essersi sbagliato…non era timore di lui…era semplice rispetto. Un capo…..un uomo…pericoloso essere un qualcuno almeno sul lavoro, aumenta i rimpianti una volta usciti dall’ufficio. Gli piacerebbe rimanere…vorrebbe poterlo fare…meglio restare un “uno e nessuno”…fa soffrire meno. |
INFO
SEI NELL'ANIMA
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
Inviato da: emilytorn82
il 21/12/2016 alle 12:02
Inviato da: mestesso69
il 21/07/2016 alle 16:36
Inviato da: donadam68
il 21/07/2016 alle 12:05
Inviato da: Passion gastronomie
il 02/08/2013 alle 10:11
Inviato da: ursy66
il 23/10/2010 alle 15:02