Messaggi di Agosto 2015

Lettera aperta

LETTERA APERTA
MASSIMO FINI E LA SEMINA DI SPIRITO CRITICO

Fu un inverno parecchio freddo quell'anno e l'umidità sapeva farsi sentire a Fucecchio, dove uno scherzoso funzionario del Ministero della Difesa mi aveva spedito, nel 1994, per dodici lunghi mesi di servizio civile alternativo alla naja.

Non c'erano i social network - che per me, a dire il vero, non ci sono neppure oggi - e La Voce di Montanelli (fucecchiese DOC) divenne il mio unico collegamento con il mondo, fuori dalla mia stanzetta concessa dal Comune in Corso Matteotti.
Allorché i processi di "Tangentopoli" facevano sperare in un'Italia diversa e più onesta.

Poi, assassinata La Voce, così quasi di punto in bianco, scoprii l'Indipendente diretto dal povero Vimercati.
Giornale che divenne ben presto il legittimo erede del coraggioso vascello montanelliano.

Quelle giornate sono state per me una sorta di campus dello spirito critico.
Marco Travaglio, allora giovanissimo, e Massimo Fini, già noto ma già bandito dai grandi "giornaloni", divennero i miei più fidati compagni di lettura, nel passaggio formativo da adolescente a giovane adulto.

Fu invece un magnifico pomeriggio di sole quello che nella tarda primavera del 2000, vide arrivare Massimo Fini al Consiglio di Quartiere n. 2 di Firenze, di cui ero diventato inaspettatamente presidente "dipietristra". Volli fortemente che venisse a parlare di democrazia contraffatta e di modernità fasulla, ad argomentare quindi il suo punto di vista esposto nel pamphlet 'Sudditi'.

Ricordo che né i colleghi di giunta né la maggior parte dei dipendenti sapevano esattamente chi fosse (ma pur sempre in numero maggiore di quando invitai, qualche mese dopo, Marco a presentare il 'Manuale del perfetto impunito'!).

Invece la sala consiliare fu piena in ogni ordine di posti, c'era persino gente venuta da Comuni fuori Provincia per non lasciarsi scappare una delle rare occasioni di ascoltare idee stimolanti e controcorrente. Lo accompagnava una bella bionda, che guidava l'auto, e un pacchetto di Gauloises che sporgeva dal taschino di un giubbotto di jeans.

Oggi, l'argento è diventato la tonalità prevalente dei miei capelli, la politica attiva un ricordo abbastanza sbiadito ...purtroppo, il Fatto Quotidiano mi accompagna in treno recandomi a lavoro, due bimbi e una famiglia serena che crescono giorno dopo giorno e un Paese che si abbrutisce governo dopo governo.

Per questo c'è assoluto bisogno, davvero ancor più di ieri, del pensiero di Massimo Fini in qualunque forma sia espresso, con la penna o con la parola poco importa.


Andrea

 
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Pillola Rossa o Pillola Blu

Il Maestro - Terzo atto – Settima conversazione
Pillola Rossa o Pillola Blu

Di I. Nappini

Vincenzo Pisani: Scusate ma parliamoci chiaro.
Questa è o non è una piramide sociale.
Immagino che fra noi ci sia concordanza nel ritenere che questo modello capitalista e corporativo sia una piramide sociale.
Un tempo l’antico Egitto aveva conosciuto una piramide sociale con il faraone e la sua famiglia sulla punta, poi a scendere in livelli sempre più larghi: sacerdoti, generali, scribi, soldati, artisti lavoratori, artigiani, mercanti, contadini, schiavi.
Ora come si abbatte una piramide.
Se si toglie il vertice resta una piramide tronca e prima o poi qualcuno rifà la punta e magari invece di chiamarla Faraone la chiama Satrapo o Governatore.
Un modo esiste ed è quello di togliere gran parte delle basi su cui si regge la piramide.
Pensate a una cosa del genere fatta con dei libri, se si toglie i libri in basso o si alzano i livelli in basso la struttura perde equilibrio e frana sotto il suoi stesso peso.
Vuoi perché pericolosamente inclinata, vuoi per via della mancanza di sostegno.
ALLORA COSA È LA VISIONE APOCALITTICA SE NON QUESTO: LA FINE DELLA PIRAMIDE SOCIALE E LA SUA TRASFORMAZIONE IN MACERIE SU CUI RICOSTRUIRE UNA DIVERSA FIGURA GEOMETRICA DI STATO.
Sempre che rimanga abbastanza gente viva per farlo in una o due generazioni, il rischio è che rimanga così poco da veder sorgere un periodo di nuova barbarie, un rinnovato mondo di cavernicoli post-tecnologici.
Ma del resto quando popoli interi son fatti oggetto di un capitalismo selvaggio e senza limiti come credere che la nostra piramide con la punta costituita da Banche Centrali e famiglie di ricchissimi e verso il basso gente come noi NON SIA A RISCHIO DI CROLLO.

Gaetano Linneo: Queste parole sono esatte ma un po’ crudeli alle mie orecchie.
Tuttavia è vero.
C’è un limite oltre il quale il sistema umano come quello naturale cessa d’essere e l’ordine nuovo dovrà prendere forma seguendo il corso del tempo.
Un bosco brucia, dieci anni dopo sulla terra offesa dalle fiamme un nuovo bosco è risorto.
La questione è chi ha il diritto e il cuore di mandar arrosto un bosco vecchio con tutto quello che di vivo esso contiene.
Lo stesso s’applica al discorso appena fatto.
CHI HA IL DIRITTO DI DECIDERE DELLA VITA E DELLA MORTE DI UNA PIRAMIDE SOCIALE, DI UN ORDINE DI COSE, DI UNO STATO PERFINO?
Finora la necessità dovuta a pestilenze e carestie e la legge del più forte in guerra si son fatti carico di portar a termine queste catastrofi.
Ma vedere nella violenza organizzata e scientifica o nelle grandi catastrofi naturali o accidentali dei benefattori non è curare i mali dell’umanità, MA AMPUTARE E FAR CHIRURGIA pensando che la durezza del rimedio cancelli una sorta di colpa originaria, di peccato mortale e collettivo.

Paolo Fantuzzi: Quindi stanotte scopro che l’apocalisse non c’è perché non c’è chi se ne fa carico.
Ma se qualcuno se ne fa carico è un sadico sociopatico, quindi uno strano tipo di benefattore a sua insaputa che monda i peccati dell’umanità con il sangue altrui.

Franco: In effetti è anche questa una verità. UNA MEZZA VERITÀ.

Paolo Fantuzzi: Questo è davvero un discorso inquietante.
L’UMANITÀ SEMBRA UNA NAVE DEI FOLLI BISOGNOSA DI CASTIGHI E PUNIZIONI, E IN MANCANZA DEL BUON VECCHIO DIO ELARGITORE DEL DILUVIO E DELLE PIAGHE D’EGITTO ECCO CHE OCCORRE FAR DA NOI O SPERARE NEL CLASSICO ASTEROIDE CHE HA PERSO LA SUA ROTTA COSMICA E CI FINISCE IN TESTA.

Clara Agazzi: Questi son discorsi disgraziatissimi, MA INSOMMA NON È POSSIBILE PENSARE A UNA SOLUZIONE SANA, DI LUNGO PERIODO, PROGRESSIVA.
In fondo esistono anche cause che richiedono tempi lunghi, generazioni.
Non si può purificare il mondo umano in tre mesi o sei senza provocare un massacro di enormi dimensioni.
Inoltre chi pagherebbe più di altri se non i deboli, le donne e i bambini.
Facile far la guerra con i fantasmi o con la vita altrui.
In questo paese sulla carta son tutti generali e tutti eroi.
Poi al momento del dunque chi li vede mai questi condottieri e questi martiri dell’ideale.

Stefano Bocconi: Giusto, ma chi può aspettare due o tre generazioni se non i ricchissimi, i pochi privilegiati, i detentori di enormi patrimoni.
ALLA FINE SIAMO SCISSI FRA IL DISGUSTOSO PRESENTE E UN FUTURO POSSIBILE MA INQUIETANTE E PERICOLOSO.

Vincenzo Pisani: Scusate ma ora vi pongo il problema DELLO STATO FRANTUMATO DAI NUOVI POTERI E IL PERSISTERE DI BARRIERE IDEOLOGICHE DEL SECOLO SCORSO.
Le due cose si tengono assieme, FORZE POLITICHE CHE FINGONO DI VIVERE IN UN TEMPO DIVERSO E ALTERNATIVO IN VIRTÙ DI CREDENZE DI TEMPI PERDUTI SOSTENGONO DI FATTO I NUOVI POTERI BANCARI E FINANZIARI.
Il FANATICO che folleggia di fascismi e comunismi e comunitarismi immaginari è il miglior alleato che esista di poteri concreti e realmente operanti.
Viene pagato poco o nulla da questi nuovi poteri e dalle loro caste, OPERA UNA FRAMMENTAZIONE E UNA DISPERSIONE DEL PENSIERO E DELLE FORZE SOCIALI REALMENTE DISSIDENTI O OSTILI ALLA CONCENTRAZIONE DELLA RICCHEZZA E DEI CAPITALI IN POCHE MANI e inoltre sul piano operativo e concreto è impotente, inutile.
Si tratta dell’UTILE IDIOTA che porta soccorso involontario ai grandi ricchi e ai loro enormi privilegi.
DIVERSO È IL RUOLO DI UNA FORZA IDEOLOGICA OPERANTE REALMENTE CHE CUMULA FORZE E RISORSE IN VISTA DI UN ROVESCIAMENTO DELL’ORDINE COSTITUITO O DI UNA RIFORMA DEL SISTEMA; ESSA O VIENE COMBATTUTA SE PERICOLOSA PER L’ORDINE DELLE COSE O APPOGGIATA SE LO DIFENDE.
Il vecchio Stato nazionale con i suoi limiti e i suoi difetti era tuttavia un potere coercitivo e autoritario che almeno in parte tassava i ricchi e operava una redistribuzione della ricchezza prodotta, poneva vincoli, pretendeva il primato della politica sull’economia.
Oggi i nuovi poteri finanziari di questa parte sedicente occidentale del pianeta non vogliono uno Stato di questo tipo, vogliono le mani libere.
DA QUESTO NASCE LO STRAPOTERE DELLE BANCHE, DELLE MULTINAZIONALI, DEI SUPER-RICCHI, ESSI APPOSTA INDEBOLISCONO LO STATO DI VECCHIO TIPO PER FAR EMERGERE UN LORO POTERE PRIVATO.
PER FARLO PAGANO OGNI SORTA DI MOVIMENTO O GRUPPO POLITICO DISPOSTO A RIDURRE LA CONSISTENZA STRUTTURALE DELLE ISTITUZIONI E OGNI SORTA DI MERCENARIO DEL GIORNALISMO E DELLA TELEVISIONE PER PORTARE NELLE CASE DELLA GENTE COMUNE E PIÙ SPROVVEDUTA IL LINGUAGGIO DEL PENSIERO NEOLIBERALE PIÙ AGGRESSIVO E SPREGIUDICATO.

Fuori da questo recinto che si è denominato occidente sorgono però oggi a sud e a est nuovi poteri e nuovi imperi e c’è da pensare che là il potere politico non si sottometta a poche oligarchie di ricchissimi.
Io credo che sia un bene che l’immigrazione intellettuale del nostro paese s’indirizzi verso quelle genti forestiere, a mio avviso se questo Stato debolissimo non può più esser potenza e dominio che favorisce i suoi cittadini allora i suoi componenti sono liberi di scegliere un diverso luogo dove vivere dove queste parole non sono chimere ma realtà viva e concreta.

Gaetano Linneo: Queste considerazioni sono interessanti, ma dimmi Vincenzo dal momento che le pillole sono due LA ROSSA DELL’APOCALISSE E LA BLU DELLE SORTI MAGNIFICHE E PROGRESSIVE di un processo di riforma globale che sarà forse ventennale se non di più tu che voi per te.

Vincenzo Pisani: Né una e meno che mai l’altra.
La soluzione è andarsene da questo paese.
Imparare un mestiere, fare un po’ di soldi, fare biglietto di sola andata e via verso un nuovo mondo aldilà dell’oceano.
LASCIO AI MISERABILI DELLE PLEBAGLIE ELETTORALI, AI FURBETTI CON IL SUSSIDIO, AI POLITICANTI DA STRAPAZZO E AI LORO PARASSITI IL DISAGIO DI VIVERE NELLE ROVINE CHE HANNO PROVOCATO.
E poi fra noi lo voglio dire: la riforma lenta e progressista serve solo ai ricchi e ai possessori di rendite di qualsiasi tipo per aver il tempo di ricollocarsi e cambiar uniforme.
L’APOCALISSE È DI DUE TIPI: UNO NATURALE E L’ALTRO UMANO.
Quello naturale va dalla catastrofe ecologica, al meteorite, al sole che ci brucia con qualche fenomeno celeste singolare.
Quello umano è una nuova guerra mondiale o qualcosa del genere.
In un caso non si può far molto per causare il disastro perché non è cosa che attiene agli esseri umani, nell’altro chi inizia si prende una responsabilità enorme.
Se vogliamo si sporca l’anima per sempre.
Quindi in un caso non posso accelerare il processo che sarà lento generazioni, nell’altro non ho i mezzi e la volontà di affogare il mondo nel sangue.
QUINDI COSA RIMANE SE NON IL PENSARE LA FUGA, IL RIFARSI UNA VITA ALTROVE.
Credimi, se questo paese si svuota della gente di merito e di talento sarà sempre più difficile viverci e alla fine la feccia che credeva di far da pidocchio e da sanguisuga derubando e truffando chi la mattina va a lavorare dovrà cambiar posto o ammazzarsi.
NON È BENE RESTAR QUI E AIUTARE CON IL MIO LAVORO E LE TASSE CHI MI TASSA SENZA MOTIVO, MI TRUFFA, MI MULTA IN MODO INSENSATO, MI FA TORTO, MI CENSURA.
Se va via l’uomo va via il lavoro e la ricchezza che produce.
Chi va via punisce a modo suo un sistema sociale iniquo e amorale con l’unica cosa che conta: i meno soldi e la meno ricchezza prodotta.
Dopo dovranno tassare i nullatenenti, nullafacenti e i furbi. Li voglio vedere.

Gaetano Linneo: Questi son propositi di vendetta. Certo non ci avevo ancora pensato.
EMIGRARE E ANDAR VIA PER SEMPRE PER PUNIRE IL PROPRIO POPOLO E IL PROPRIO GOVERNO.

Franco: Una mezza verità.
L’EMIGRAZIONE DI CATEGORIE CON MESTIERI DI CONCETTO O COMPETENZE SPECIFICHE DA PAESI DISGRAZIATI A PAESI RICCHI PER VIA DELLE LEGGI CHE REGOLANO IL MERCATO DELLA FORZA LAVORO QUALIFICATA È PARTE DEL SISTEMA.
Mi dispiace. Ne rimani dentro e non fuori.
Forse puoi prenderti una rivincita sull’ordine della nostra gerarchia sociale se farai molti soldi o se trovi una sistemazione degna.
Nulla di più.
No andiamo oltre lo squallore quotidiano; qui c’è la scelta della pillola la rossa o la blu.
Il bivio di oggi è riforma o catastrofe.
Questo vale per le questioni private, per il territorio, per la politica locale e nazionale e per il mondo intero.
Scegliere stavolta è qualcosa di totalizzante, è la mia vita e nello stesso tempo è il destino del mondo e dell’umanità.
Perché stavolta se si vuole la pace e il benessere esso non può esser solo di questo o quell’impero o nazione o multinazionale o colosso finanziario.
L’unica strada per una vera riforma è cambiare il senso di questa civiltà industriale farne una questione di umanità, una cosa seria finalmente.

 
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Lettere al Presidente: Return to Sender

Post n°909 pubblicato il 26 Agosto 2015 da amici.futuroieri
 
Foto di amici.futuroieri

Nell’interesse pubblico
Lettere al Presidente: Return to Sender
Ralph Nader
8 aprile 2015

Al presidente Barack Obama
Casa Bianca
1600 Pennsylvania Avenue, NW
Washington, DC 20500

Caro Presidente Obama,

Allego una copia di Return to Sender: Lettere senza risposta al Presidente 2001 - 2015 (Seven Stories Press), che contiene oltre 100 lettere che ho inviato a voi e al presidente George W. Bush (dal 2001 al 2015).
Quasi tutte non ebbero risposta e non furono lette.

Una di queste lettere riguardava le scelte della Casa Bianca riguardo alle lettere che riceve.
Sollevai la questione all’inizio del vostro primo mandato con il Direttore dell'Ufficio di Corrispondenza, Mike Kelleher, mi disse che non c’era alcuna politica specifica per quanto riguarda le risposte, ma che mi avrebbe ricontattato dopo che l’Ufficio di corrispondenza presidenziale avesse considerato la questione. Lui non lo fece.

La corrispondenza con i cittadini è importante sia per voi come presidente che per loro.
Per i cittadini, è l’occasione per aggirare gli ostacoli presentati dai media e dalle istituzioni governative per accedere direttamente alla Casa Bianca.
Per i presidenti, le lettere aiutano, come voi avete detto: ad evitare “la bolla” (ad esempio, le dieci lettere di cittadini che leggete ogni sera).
Le lettere da cittadini trasmettono anche idee e osservazioni che vi avvisano di condizioni, problemi e urgenze immediate e, talvolta, vi offrono l’opportunità di discutere pubblicamente la questione sollevata da un comune cittadino che vi ha scritto una lettera.

Proprio l’altro giorno, quando eravate in visita in Ohio, una persona del pubblico ebbe l’occasione per chiedervi se il voto obbligatorio poteva divenire “trasformativo” come c’e in tante altre democrazie, vedi l’Australia.
Quelle poche parole da sole stimoleranno un dibattito pubblico in un’epoca di bassa affluenza alle urne, compresi i pro e i contro di avere un “Nessuna delle Opzioni di sopra”.

Le lettere possono essere molto preziose se fanno domande che vi offrono la possibilità di rispondere su questioni o problemi che normalmente la stampa o i funzionari o i membri del Congresso non affrontano.
(Per inciso, la prima assemblea annuale della stampa accreditata alla Casa Bianca e la sua interazione con il presidente appare nel numero corrente (marzo/aprile 2015) della Columbia Journalism Review finanziata dal Helen Thomas Fund. Lei lo vorrebbe!)

Ci sono molti altri benefici potenziali nell’invio di lettere ai presidenti.
Ad esempio, durante l’intero mandato di 4 anni del Ministro dell’Energia Steven Chu, molti dei principali gruppi di potere anti-nucleare non ottennero un incontro con lui.
Anche se si era incontrato più volte con i rappresentanti dell’industria nucleare, non rispose alle nostre numerose lettere e telefonate in modo che lui ascoltò e rispose alle posizioni empirici e alle raccomandazioni dei gruppi di esperti le cui opinioni complessive non condivideva.
Vi scrissi chiedendovi se voi potevate intervenire e lo esortai a incontrarsi con noi.
Inoltre, voi dovevate sapere del rifiuto dal Segretario dell’Energia.
Non ci fu risposta.

Capisco che voi e il vostro personale inviate risposte di cortesia ad inviti ad eventi nel paese e che rispondete alle lettere su questioni di grande visibilità, come ad esempio il piano di salvataggio dell’industria automobilistica, con lettere tipo.
Naturalmente, rispondete anche agli alleati politici e ai sostenitori in qualche modo.
Ma questo lascia fuori molte lettere che riflettono la conoscenza e la posizione di molti americani impegnati che non dovrebbero essere contrastate e neanche trascurate.

Ecco quello che vi consiglio:

Fate una politica di risposta alle lettere con qualunque classificazione voi sceglierete di fare in modo che la gente possa sapere cosa aspettarsi.

Come minimo, questi cittadini attivi devono ricevere un avviso di ricevimento delle loro lettere ed e-mail.
Questo è ciò che il Primo Ministro del Canada fa, indipendentemente dal fatto che le lettere siano favorevoli o critiche.
Inoltre, il primo ministro gira le lettere al Ministero competente per un ulteriore esame.
Senza nemmeno un riconoscimento, i cittadini potrebbero diventare cinici e/o smettere di scrivere.
Il vostro staff seleziona le lettere con idee, proposte o suggerimenti che ritengono buone per una relazione annuale pubblica al popolo americano.
Include lettere critiche che sottolineano le carenze.
Questo ha un effetto salutare sulla “bolla” e va oltre le poche lettere che tutti i presidenti usano come oggetti politici di scena.

Concluderò con un invito che potreste desiderare di rivedere e che appare nel mio libro Restituire al mittente: Lettere senza risposta al Presidente 2001-2015.

Il 4 maggio 2012, vi ho inviato una lettera che vi sollecitava a riunire un migliaio di dirigenti della comunità civica senza scopo di lucro in un hotel con sala da ballo vicino alla Casa Bianca, con un programma di vostro piacimento.
Questi leader dirigono diversi gruppi che sostengono giustizia per i consumatori, i lavoratori, i piccoli contribuenti, l’ambiente, la  sanità, gli alloggi, i trasporti e l’energia.
Queste organizzazioni rappresentano molti milioni di americani in tutto il paese che li sostengono con donazioni e volontariato.
Non ci fu risposta.
Poi, inviai la lettera alla East Wing della first Lady Michelle Obama.
Il suo personale almeno rispose, scrivendo che voi non avevate tempo.
Beh, che dite di una qualsiasi ora quest’anno?

Jimmy Carter affrontò proprio questo con un gruppo di leader civici dopo la sua elezione nel 1976.
L'evento fu un grande successo e contribuì a dare maggiore visibilità a questo importante settore civile nella nostra società.
Considerai la risposta della vostra Casa Bianca in malafede, in quanto voi avete viaggiato in tutto il paese e nel mondo per promuovere direttamente e a scopo di lucro le società statunitensi ed i posti di lavoro che queste aziende creano.
(In India, promoveste i motocicli Harley-Davidson e la Boeing.)
Ebbene, il settore non profit conta milioni di americani e la sua crescita ed i servizi sono buoni per la società, non è vero?

Spero che tu e la famiglia godrete indagando questo libro e, eventualmente, guadagnando alcune intuizioni in modo che tali idee migliorino il vostro servizio al nostro paese, alla sua gente e la sua interazione con il resto del mondo.

Questo volume avrebbe potuto essere chiamato “bubble buster”, salvo che noi si possa chiederci se tali lettere abbiano mai avuto accesso attraverso quel processo auto-descritto.
Cordiali saluti,

Tradotto da F. Allegri il 26/08/2015.

 
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Verso le primarie presidenziali

Nell’Interesse Pubblico
Stare con l'asino fino a quando gli elefanti sono peggio!

Ralph Nader
19 Marzo 2015

Quando la Conservative Political Action Conference (CPAC) ha la sua annuale convention roboante nella zona di Washington, DC, i mass media tradizionali espandono la loro copertura in modo crescente partendo dalle settimane precedenti fino al raduno per l’analisi delle conseguenze. Perché?
Perché un CPAC impegnativo convoca tutti i contendenti repubblicani per la nomination presidenziale e guai ad essere dei potenziali candidati che si difendono.

Qual è la contromossa dei democratici?

La convention più vicina è quella piccola di Robert Borosage (quest’anno si chiama Populism2015) che è ignorata facilmente dagli editorialisti storici democratici alla Casa Bianca e dal candidato favorito attuale Hillary Clinton.
Borosage ha anche rinunciato ad invitare il presidente Obama a scendere in Connecticut Avenue e parlare ai fedeli al Washington Hilton o in altre sedi.

Accendete C-SPAN e la “Strada verso la Casa Bianca” è piena di discorsi fatti ad eventi e incontri nei quali i contendenti repubblicani alla presidenza esprimono le loro ambizioni.
Dove è la copertura di C-SPAN delle controparti democratiche?
Beh, Hillary non ha ancora annunciato e solo Martin O’Malley (ex governatore del Maryland), Jim Webb (ex senatore della Virginia) e il senatore Bernie Sanders (VT) agitano le acque, ma nessuno di questi “candidati in attesa” ha fatto l’annuncio.
Nessuna sfida per ora.
I repubblicani dominano la “Strada verso la Casa Bianca” di C-SPAN e lo faranno fino alla fine delle primarie del prossimo anno con le loro invettive distorcenti e ripetitive.

Legati ai militaristi e ai corporativi del partito, i democratici come i Clinton, Robert Rubin e Lawrence Summers, i liberali e quelli della sinistra raramente sfuggono a questi legami i quali significano che spesso le loro richieste di cambiamento progressivo sono mediocri.
I Candidati democratici sanno che i progressisti pensano di non avere altra scelta oltre al sostenere il candidato democratico.
Allo stesso tempo, la destra radicale del CPAC convoca i candidati repubblicani e rilascia loro un ultimatum: date attenzione al programma di destra e basta.
Il senatore John McCain escluse questa opzione nella campagna presidenziale del 2008.

Guardate la sfida all’interno del Partito Repubblicano, includete il senatore della Florida Marco Rubio che non ha problemi a criticare il dinastico Jeb Bush.
Confrontate ciò con l’assenza di uno sfidante democratico per la dinastica Hillary Clinton. La sua marcia verso l’incoronazione lascia alla stampa poco da commentare: la sua inevitabilità, la ricchezza della Fondazione Clinton e la sua abilità nella raccolta di fondi.
(La recente mail scottante auto-inflitta è un’eccezione.)
Infatti, un editoriale ha detto che l’unico avversario di Hillary potrebbero essere i media stessi come surrogati per il partito moribondo.

Bill Curry, un democratico per tutta la vita, l’ha osservato negli editoriali che scrive come ideologicamente attivo e sfidando i repubblicani confrontandoli ai democratici.
Non è come se i democratici non potessero avere la loro primaria robusta con programmi concorrenti per ricevere il sostegno americano maggioritario.
Tali esercizi non sono attualmente sul tavolo.
L’idea stessa di una primaria presidenziale così competitiva è vista come pericolosa per le prospettive di una Hillary predestinata.

Proprio come nel 2004, il movimento contro la guerra in Iraq sospese le sue manifestazioni dure contro quel “sociocidio” militare perché John Kerry disse che avrebbe gestito le nostre avventure militari meglio e con più soldati.
La Sinistra Democratica di certo non volle mettere in imbarazzo Kerry (“Io non sono un democratico redistribuzionista”) perché era la speranza dei democratici per sconfiggere Bush.
Il fatto che la guerra in Iraq fosse impopolare, anche senza che il Partito Democratico sottolineasse ogni opposizione ad essa, sfuggì ai dirigenti timidi, terrorizzati e opportunisti.
Il prudente Kerry perse.

I sindacati organizzati sono alle corde, con contrazione degli iscritti, leadership banali (con poche eccezioni come RoseAnn DeMoro del National Nurses United che è in rapida crescita) e incapaci di fermare le cosiddette spinte al diritto al lavoro fatte da politici anti sindacali come il governatore Scott Walker del Wisconsin.

Quindi l’AFL-CIO e i suoi sindacati membri dovrebbero seguire l’esempio del Partito Democratico moribondo?
Certo che no, se si guarda alla rabbia del loro sito web e alle email.
Certo che sì, se si guardano i bilanci organizzativi anemici, le strade strette e la mancanza di volontà di sfidare la Casa Bianca o il Partito Democratico a testa alta.

Raramente i sindacati tengono manifestazioni di massa e dimostrazioni mirate (sempre con l’eccezione degli infermieri che combattono le catene ospedaliere o premono per una tassa sulla vendita di azioni e derivati a Wall Street).
Le burocrazie sindacali non comunicano con la propria truppa perché offrono poco per connettersi a loro e spesso evitano di rispondere a chi gli fa delle richieste.

I giornali del sindacato (una volta vivaci) e le riviste o il programma radio del sindacato a livello nazionale “Voice of Labor” o sono scomparsi o gusci di ciò che potrebbero essere.


I sindacati si sono spostati nella realtà virtuale; spesso, la loro idea di mobilitarsi a favore o contro una legge è quella di inviare email!!

C'è un segno più indicativo dell’auto compiacimento dell’AFL-CIO del fatto che ha così poche persone a premere sull’OSHA per farlo lavorare sulla perdita evitabile di circa sessantamila lavoratori all’anno dovuta a infortuni e malattie sul posto di lavoro?

Per gli intellettuali liberali e per i loro esperti e finanziatori, la “mentalità del meno peggio” non si limita ad andare in giro per il periodo elettorale a causa di un loro atteggiamento scelto per servire la tirannia dei due partiti; è nel loro DNA fin dall’inizio.
Finché saranno genericamente supini, l’approccio del meno peggio distrugge il potere contrattuale e rende peggiore il partito democratico ad ogni ciclo per monetizzare l’influenza delle corporazioni a 24/7.

Così, arriveremo noiosamente al 2016 a meno che i progressisti non si fermino da soli demoralizzati dalla rassegnazione politica e comincino ad applicare il detto del grande abolizionista Frederick Douglass: “Il potere non concede nulla senza una domanda; esso non l’ha mai fatto e non lo farà mai”.

Iniziamo quindi con una controparte progressiva al CPAC da unire questo autunno per convocare i candidati presidenziali, senatoriali e del Congresso sul palco.
I Democratici possono fare almeno questo per risvegliare se stessi e il loro partito dal torpore?

L’ex ministro del Lavoro Robert Reich scrisse un editoriale per il Washington Post (nel 2001) dal titolo “Il Partito Democratico è morto”.
Cos'è ora?
E 'solo una massa in cancrena che può essere resuscitato solo dalla paura di quanto peggio sia il partito repubblicano per il popolo, per il paese e per il mondo?

Tradotto da F. Allegri il 13 agosto 2015.

 
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Artico, superficie ghiacciata al minimo storico

Post n°907 pubblicato il 11 Agosto 2015 da amici.futuroieri
 

Artico, superficie ghiacciata al minimo storico
19 marzo 2015
Di F. Allegri

I ghiacci marini dell’Artico si sono ridotti di oltre 10 volte la superficie della Svizzera, raggiungendo un nuovo record negativo.
Questa evoluzione si autoalimenta e riguarda anche il nostro Paese.
Il riscaldamento globale è sempre più evidente: i ghiacci marini artici hanno raggiunto quest’anno la minima estensione invernale mai misurata finora, come annuncia il Centro nazionale dati su nevi e ghiacci americano (NSIDC).
Facendo un confronto con l’estensione massima media della calotta glaciale, ciò significa una perdita di 450 mila chilometri quadrati ossia oltre dieci volte la superficie della Svizzera.
La maggiore estensione stagionale viene misurata ogni anno a fine inverno nel mese di marzo.
A settembre, dopo lo scioglimento estivo, l’estensione della superficie di ghiaccio risulta poi la più bassa a livello annuale.
 
Si prevede che questo record negativo accelererà lo scioglimento estivo: il ghiaccio bianco riflette la luce del sole, mentre le superfici d’acqua scure l’assorbono.
Essendoci meno ghiaccio chiaro viene assorbita ancora più energia solare e questo porta ad un ulteriore riscaldamento dell’acqua e dell’aria.
Inoltre il ghiaccio più sottile si scioglie più velocemente. Così il riscaldamento climatico si autoalimenta.
Uno studio pubblicato di recente ha dimostrato che i ghiacci marini artici si sono già assottigliati del 65%.
Il 70-90% di questo scioglimento è da attribuire al cambiamento climatico provocato dall’uomo.
L’Artico si riscalda – come anche le Alpi – in modo particolarmente rapido.
“Questo valore misurato di recente è un chiaro avvertimento: il riscaldamento del clima non si ferma al circolo polare”, spiega Elmar Grosse Ruse, Esperto Clima WWF Svizzera.
“Con la drammatica perdita di ghiaccio polare, il clima cambia nell’intero emisfero settentrionale: le estati diventano più piovose, gli inverni più rigidi e si moltiplicano i fenomeni meteorologici estremi”.

Questi fenomeni ci riguardano.
Non solo: siamo anche corresponsabili dei cambiamenti nell'Artico che mettono l’uomo e la natura di fronte a una serie di gravi problemi.
Con le emissioni di gas serra contribuiamo al riscaldamento e con i nostri consumi di petrolio e gas naturale aumentiamo la spinta per effettuare anche nell’Artico trivellazioni alla ricerca di energie fossili.
Ma non deve essere così.

NOTA Il wwf dimentica il falso rialzo delle acque. Lo scioglimento dei ghiacci artici abbasserà i livelli dei mari. Sono le acque della Groenlandia liberate dai suoi ghiacciai che li alzeranno. Le due realtà vanno sottratte e non sommate.

 
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Quale catastrofe possibile

Il Maestro - terzo atto – Sesta conversazione
Quale catastrofe possibile?

Di I. Nappini

Paolo Fantuzzi: Quindi stanotte ho scoperto che chi ragiona di fine del mondo, in vario modo, ha una sorta di complesso dell’amante tradito, è un risentito contro il destino cinico e baro.
Tuttavia ancora non si è detto che esistono dei rapporti di forza che impediscono la vittoria del buonsenso, dello spirito di sopravvivenza della razza umana.
Qui in questa terra la gente che pensa e ragiona è poca e dispersa; non ci sono le forze per contrastare speculatori, politici corrotti, faccendieri, delinquenti di varia natura.
Ne fermano uno e novantanove prendono il posto del fesso che è stato beccato.
Dietro questa degenerazione crescente del clima, dell’ambiente, delle risorse planetarie e delle società umane storicamente fondate ci sono le grandi concentrazioni finanziarie, ossia quel piccolo numero di ricchissimi che non solo controllano i capitali ma addirittura creano il denaro attraverso le banche centrali.
Chi può fermarli fra coloro che sono gente normale, gente che la mattina va a lavorare e ha famiglia e anche problemi quotidiani.

Franco: In effetti è difficile.
Supereroi non se ne vedono, se è questo quel che vuoi dire.
Tuttavia io considero questo: l’essere umano è al vertice della catena alimentare su questo pianeta, non ha rivali reali in altre specie e la sua evoluzione è un caso del tutto singolare.
Praticamente si tratta di qualcosa di unico sul pianeta azzurro.
Questo fatto di essere una specie che è stato spinto in cima al vertice delle specie viventi da circostanze ad oggi non chiare lo ha posto anche nella condizione di sviluppare tecnologia e scienza e di trasformare l’ambiente che ha attorno a sé.
Se non modifica qualcosa, se non si procura riparo, utensili, vestiario, beni di vario tipo e molte altre cose l’essere umano a differenza di altri animali muore in natura, o tende a morire.
QUINDI LA CAPACITÀ TRASFORMATIVA DEL REALE È UNA SPECIFICA DELL’ESSERE UMANO.
Questa caratteristica unica è anche la possibilità di risolvere la questione della crisi delle risorse planetarie e di questo sistema di produzione, sviluppo, redistribuzione delle ricchezze.
OSSIA LA CARATTERISTICA DI PRODURRE TECNOLOGIE, SAPERI E SCIENZA POTREBBE DETERMINARE LA SOLUZIONE.

Vincenzo Pisani: Scusa ma al contrario può determinare esattamente l’opposto.
Questa CAPACITÀ TRASFORMATIVA come la chiami tu può creare le condizioni per un disastro.
Un numero enorme di specie viventi si sono estinte su questo pianeta nel corso delle diverse ere geologiche, siamo come specie a rischio.
Una nuova guerra mondiale o un collasso delle risorse e del sistema potrebbero determinare un tracollo nel numero degli esseri umani presenti sul pianeta.
Non c’è bisogno d’aspettare il classico meteorite che cade sulla testa dei popoli e fa effetto tipo grande sterminio dei dinosauri.
BASTA L’IDIOZIA UMANA A SPAZZAR VIA TUTTO E TUTTI.
INOLTRE COME NON VEDER CHE QUEST’ATTESA DELL’APOCALISSE È UNA SORTA DI MILLENARISMO, DI FUGA DELLA MENTE IN UN BEN STRANO MISTICISMO CHE VUOLE IL BENE POSTO IN UN FUTURO LONTANO E IL PRESENTE DESTINATO ALLA DANNAZIONE E ALLA PIÙ ASPRA DELLE DISTRUZIONI.

Questa è anche una comoda messa fra parentesi della realtà, una facile via per ignorare il quotidiano.
Poi lo voglio dire e so che il mio amico il professore è d’accordo con me: l’attesa della fine del mondo è una consolante possibilità perché quando le cose vanno male nella vita essa diventa l’idea che dall’esterno qualcosa riporta il contatore a zero.
Tutti i pezzi del Risiko o del Monopoli tornano nella scatola, e a quel punto non ci sono più giocatori che hanno vinto o perso.
Il gioco riparte, il punteggio è zero, le carte e i pezzi tornano sul tavolo e i dadi sono pronti per la prossima partita.

Gaetano Linneo: Queste parole sono veritiere e mi pare ovvio che l’ispiratore sia il nostro comune amico. Tuttavia occorre distinguere.
Alcune specie animali sono, per dirla alla buona, specializzate e non possono vivere fuori da determinate condizioni ambientali, altre no.
Quando nel mondo umano arrivano le grandi tragedie, i grandi cataclismi, o i grandi conflitti avvengono le trasformazioni del modo di vivere e di stare al mondo è ovvio che alcuni siano travolti e distrutti e altri no.
L’UOMO PERÒ NON MI PARE POI COSÌ FLESSIBILE, COSÌ PRONTO A USARE LA TECNOLOGIA E LA SCIENZA PER SALVARSI.
Forse è quest’umano di oggi il problema in quanto appare dove ignorante e povero risulta inadatto ai tempi nuovi e dove ricco, formato e istruito egli risulta spesso settario, carrierista e avido.
Un essere umano maschio o femmina che sia di tipo ideale mi pare lontano da questi anni e da questo presente.
Forse chissà arriverà, ma ad oggi non si vede nemmeno l’ombra di quest’uomo nuovo.
QUINDI OCCORRE FARE CON QUEL CHE C’È A DISPOSIZIONE.

Vincenzo Pisani: Ritorno ora su quanto ho detto.
Mi scuso, ma adesso mi è venuta in mente una cosa. Perché chi esercita il potere vero sulla finanza e sulla banca dovrebbe preoccuparsi se la maggior parte degli esseri umani è destinata a crepare.
Se questi potentissimi sono in relazione con interessi auto-referenziali ed egoistici perchè il sistema che li vede ai vertici dovrebbe porsi il problema di masse di disgraziati e di poveracci che magari vivono ai margini delle grandi città o nelle periferie del sistema economico-industriale.
Non ne hanno motivo.
A CASCATA SULLA PIRAMIDE SOCIALE, NESSUNO DEI LIVELLI DIRIGENTI SI PREOCCUPA DI COME STANNO QUELLI SOTTO.
O sono utili sul piano commerciale e produttivo oppure sono un problema.
Il sistema non è umano, il sistema è meccanico; è come il funzionamento di un meccanismo complesso fatto da miliardi di pezzi grandi e piccoli, non ha buonsenso e non ha morale o ragione.
PRODUCE, CREA DENARO, DILATA LA CIVILTÀ INDUSTRIALE; NON CHIEDIAMO AD ESSO UN SENSO ULTIMO O UN DISEGNO ETICO.

Gaetano Linneo: Questi nostri discorsi sono complicati, richiedono un luogo che non è questo ponte e questa strada.
Tuttavia voglio dire questo in natura esiste una cosa che si chiama resilienza, nel caso delle comunità umane è la capacità di sopravvivere come organismo sociale davanti a guerre, catastrofi, conflitti civili.
OGGI A MIO AVVISO QUESTA CAPACITÀ DI REGGERE L’URTO DI CONDIZIONI AVVERSE È DRAMMATICAMENTE DIMINUITO.
La complicazione della vita sociale, i legami di dipendenza con tecnologie che dipendono da fonti energetiche, l’evoluzione continua della civiltà industriale, le masse di emarginati, sottopagati e di devianti aiutano gli elementi che possono disgregare il sistema sociale.
Quando l’evento traumatico supera le barriere che il potere tecnologico e sociale può costruire attorno ad esse c’è da credere imminente il collasso e la morte del sistema sociale stesso.
Questo evento in natura talvolta è chiamato estinzione.

Clara Agazzi: Questi discorsi astratti son inquietanti  ma veri.
Vi ricordo che tutti noi siamo dentro questo mondo decadente e ci siamo da vivi.
Siamo qui e ora con lavoro, affetti, relazioni; QUANTO DETTO CI RIGUARDA.

 
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Quale paese modello alternativo?

Il Maestro - terzo atto – Quinta conversazione
Quale paese modello alternativo?

Di I. Nappini

Clara Agazzi: Questa idea che della gente normale, perbene debba aspettare la catastrofe per costruire qualcosa di diverso è sinistra e un po’ folle.
Insomma è mai possibile che dal bianco si debba passare al nero e dal blu al rosso senza sfumature di sorta, senza un ragionevole percorso di riforma!
Non ci sono forse più uomini, donne, giovani in questa penisola?

Paolo Fantuzzi: Questo pensiero è meschino, ma è vero.
NEL CORSO DI UNA VITA TROPPO SPESSO SI COMPRENDE CHE ALCUNE SITUAZIONI DEVONO ESSER FATTE ESPLODERE, CHE CERTE CONTRADDIZIONI E INIQUITÀ DEVONO ARRIVARE AL PUNTO DI ROTTURA E ROMPERSI.
Quante volte nella vita umana la mediazione risulta impossibile perché davanti alla persona perbene c’è un delinquente, una persona in malafede, un calunniatore dichiarato e patentato.
TROPPO SPESSO QUI NELLA NOSTRA PATRIA LA GENTE ONESTA SUBISCE VIOLENZE PICCOLE E GRANDI INDECENTI PERCHÈ PRIVA DEI MEZZI PER DIFENDERSI, SPESSO LEGGI E REGOLAMENTI DIVENTANO TRAPPOLE PER LE VITTIME E SALVACONDOTTI PER LA FECCIA.
Allora anche la persona perbene si rifugia in una stanza, in un angolo per le preghiere, in un silenzio rotto solo da qualche gesto, o dal votare il meno peggio quando capita.

Stefano Bocconi: INFATTI OGGI CHE IL DENARO È TUTTO E LO STATO È UMILIATO PERCHÉ SOTTO LA PRESSIONE DEL DIO - DENARO NON SI SENTE ARRIVARE ALCUN MODELLO DI VITA ALTERNATIVO.
La decadenza e l’indecenza del modello di vita e sviluppo è sotto gli occhi di tutti ma non ci sono forze o grandi personalità in grado d’offrire alternative.
Si sentono solo voci di riforma, pensieri belli, grida nel deserto. Ma nulla si muove davvero.
Pensare la fine e l’apocalisse diventa non solo una ragionevole istanza esistenziale ma anche un calcolo, se si vuole una previsione.

Vincenzo Pisani: Ritorno ora da voi, ma sento che ragionate di decadenza, di fine.
Cari. Carissimi, ma alzate gli occhi.
QUI È IL CASO DI MIGRARE, DI ANDARSENE.
Chi può si rifaccia una vita altrove.
Ragionate su questo: se è impossibile a causa della decadenza e del malcostume riformare una popolazione e uno Stato allora la persona perbene, il lavoratore, l’uomo di buon talento deve andarsene.
Deve privare i suoi rivali, i suoi diffamatori, i suoi nemici consapevoli o meno del frutto del suo lavoro, delle sue tasse, della sua ostinazione, della presenza fisica.
Quando la decadenza arriva ai livelli nostrani il male di vivere inquina l’anima, rovina e deforma anche i migliori aspetti del carattere di una persona.
Non sto parlando di un popolo metafisico o spirituale che risente tanto della decadenza, sto parlando delle difformi genti della penisola che tutto sono tranne che spirituali, anzi piuttosto l’opposto.
Eppure qui avviene questa corruzione nel modo che vi ho detto.
Credetemi amici. LA FUGA È L’ULTIMO DEI TRENTASEI STRATAGEMMI, LA FUGA È LECITA QUANDO SONO ESAURITI GLI ALTRI TRENTACINQUE.

Franco: E allora con questa perla di saggezza cinese possiamo dire che a oggi noi tutti siamo a un bivio o la strada della fuga o al contrario dalla muta attesa della fine.
Una scelta che potrei definire una roba da braccio della morte, o il condannato scappa o verrà giustiziato. Non vi pare di esagerare un poco.

Stefano Bocconi: No. Purtroppo il Pisani ha detto il vero.
La questione di cui si dibatte è altro.
Si è fra noi discusso molto di cultura, consapevolezza, coscienza.
Ma insomma.
Ci rendiamo conto che per i quattro quinti degli abitanti della penisola questo modo di parlare è insensato.
COME POSSONO POCHI, RELATIVAMENTE POCHI INTENDO, IMPORRE A MASSE DI PLEBI ELETTORALI E SFACCENDATI UN PROGETTO DI VITA E DI COMUNITÀ UMANA ALTERNATIVO.
Non in qualche film di fantascienza ma qui e ora.

Paolo Fantuzzi: Una Massa simile di feccia impedisce qualsiasi progresso.
Attendere la fine è un fatto ragionevole.
Intanto ognuno tira a campare secondo la regola generale: ognun per sé, Dio contro tutti e tutti contro Dio.

Franco: In effetti questa posizione è persuasiva, ma non è del tutto vera.
ESSA È EGOISTICA, PERCHÉ PRESUME CHE LA FINE UCCIDA GLI ALTRI MA RISPARMI COLUI CHE ASPETTA.
In un certo qual senso chi si lascia sedurre da questa posizione esprime un desiderio inconsapevole di veder rovinati e possibilmente distrutti in futuro i suoi simili.
LA FUGA È ALTRESÌ NEL CASO NOSTRO ESPRESSIONE DI VALORE INDIVIDUALE,PERFINO DI LIBERTÀ; MA ANCHE DI DISPREZZO PER CHI RESTA E PER CHI PROVA A FAR QUALCOSA.
In fondo perché queste masse di scellerati e di umani ripugnanti dovrebbe muove un dito per venir incontro a chi li vorrebbe fatti a pezzi o lasciati lontano.
Se si vuole liberare dall’ignoranza e dalle tenebre della ragione milioni d’inconsapevoli rincretiniti occorre porsi in ascolto, capire.
Farsi umili in un certo senso.
Non si può pensare di domare masse informi urlando nel deserto o minacciandole con una spada di gomma.
Occorre conoscersi bene e capire chi sono i nostri simili, e anche accettare che di solito è la dimensione locale, il piccolo e il quotidiano il mondo politico a cui guardano queste masse malconsigliate.

Vincenzo Pisani: Scusate tanto. Ma questi che hanno fatto per noi.
Sono forse portatori di miracoli, di atti di generosità, di arte, di cultura, di civiltà.
CHI SONO I NOSTRI SIMILI. ESISTONO?
Io non voglio vivere con addosso l’evidenza di esser concittadino di amorali faccendieri, delinquenti prestati alla politica, falsi accademici, finti politici e di milioni di umani senza cultura e formazione che vivono come capita.
Io non sono questi qui e non voglio aver nulla in comune con essi, qui per forza di cose fosse anche solo per il fatto di condividere le stesse strade e le stesse piazze si finisce col diventare complici.
Se il Belpaese non riesce a ritrovare se stesso io non posso inventare dal nulla un paese alternativo e parallelo a questo.
Cosa dovrei fare?
Costruirmi una stanzetta e mettere lì tutte le cose belle e buone mentre il Belpaese si avvolge nella corruzione e nella follia.
No! Amici questa non è la mia strada e voi lo sapete bene.
Meglio andarsene, e non vedere, non sapere, fare altro.

Gaetano Linneo: Queste parole sono belle. Ma denunciano un sentimento da amante tradito, da melodramma.
Certe cose si fanno a freddo e con metodo.
Andare via esige metodo, sapere, capacità.
Restare ancora di più.
Costruire un mondo diverso è costruire prima di tutto se stessi, nella mente, nelle aspettative, nella formazione, coscienza, cultura e perfino nel corpo fisico.
QUESTA COSA È FATICA.

 
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Il governo Renzi e la buona scuola clientelare

IL GOVERNO RENZI E LA BUONA SCUOLA CLIENTELARE
3 agosto 2015
Di F. Allegri

Penso che sia il caso di fare un punto sul governo Renzi che dura da più di anno.
Il paese è fermo, dopo 7 anni di caduta più o meno accentuata.
Abbiamo lo stesso PIL dell’anno scorso, la stessa disoccupazione, è tornato a crescere il pessimismo.
Non scriverò che Renzi dice e non fa!
Per me, le riforme le ha fatte, ma aggiungo che quelle riforme potevano portare solo questi risultati perché quasi tutte erano minime ed è buona solo l’introduzione del divorzio breve.
Il job act non merita questo nome: meglio farm act.
Esso introduce un precariato di medio termine che sostituisce quello a breve che ha imperversato in questi anni.
In pratica è un provvedimento di legislatura, di governabilità minima che blocca momentaneamente la fuga delle medie imprese verso l’estero.
Non si sa cosa accadrà tra tre anni, non si sa nemmeno chi se ne occuperà: per i nostri politici, parlare di problemi che avremo tra tre anni è come parlare di futuro lontanissimo.
Il punto più basso del governo Renzi è la buona scuola.
Si fa sempre fatica a capire cosa viene approvato in parlamento: i giornali e le lobby creano sempre nebbia e gas soporiferi.
Il punto centrale della riforma è la promozione del concorsaccio a spese della GAE (graduatoria ad esaurimento).
Il concorsaccio è quella selezione fatta dal precedente ministero sulla base di domande senza senso e finalizzato ad infilare nella scuola pubblica superiore tutta una serie di ricercatori universitari molto vicini ai partiti e a tutti i poteri forti immaginabili e soprattutto privi di esperienza di insegnamento.
Questo è clientelismo di massa nei numeri e di élites nella professionalità.
Le GAE sono la vittima.
Queste avevano il difetto di base di esistere, di aver condannato molti professori al decennio di precariato contro tutte le norme europee, ma avevano il pregio di misurare il tempo lavorato da nostri professori non di ruolo.
La buona scuola spinge avanti i concorsisti, manda a giro per l’Italia gli altri.
Dopo questo privilegio da denunciare ci sono altre due critiche da fare alla buona scuola.
Il preside sceriffo è divenuto il preside dominante perché sarà affiancato dal consiglio d’istituto, ma questo ci dice meglio quale era lo scopo di questo pezzo di riforma: conformare il livello d’insegnamento a speso di eventuali professori legati alle minoranze culturali di ogni tipo.
Andremo verso insegnamenti standard, conservatori e consensuali rispetto ai poteri forti del momento.
Segnalo infine l’ultimo problema che è il più doloroso.
Parlo dei precari di seconda fascia, quelli che ogni mattina si sono svegliati per attendere una telefonata per andare a lavorare un giorno o due, un mese se va bene.
Questi dovranno fare un concorso per essere precari e qui c’è una beffa immensa!
Inoltre arriveranno le liste dei supplenti di istituto, una barbarie che fa girare nella tomba un secolo di sindacalismo organizzato.
Queste liste possono solo portare ad un clientelismo secondario e in molti luogo ad un nepotismo evidente.
Mi restano da dire due cose:
a) si muove qualcosa verso un referendum abrogativo totale della legge che non sostengo e vedo perdente. Io spererei in un quesito centrato su questi punti e soprattutto esso andrebbe preceduto da una lunga battaglia culturale e di piazza.
b) in queste condizioni, presto non avrà più senso distinguere scuola pubblica e scuola privata. Avremo tempo per approfondire questo punto e altri, da oggi la scuola italiana è in bilico.

 
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