Creato da MarioStaffaroni il 25/06/2011

italia solidale

un'assemblea virtuale di italiani ed italiane per scegliere assieme come rilanciare una nazione coesa

 

 

Articolo 18 e d'intorni

Post n°21 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da MarioStaffaroni

L'art.18 non mi pare del tutto innocuo, anche se con la creazione di posti di lavoro penso che c'entri poco. Per non dire niente. Del resto fa il paio con l'altra bugia sfrontata che allungare l'età lavorativa crei anche esso posti di lavoro.

 

Ma come mai, già il precedente governo Berlusconi, ed ora Monti che ne ha ereditato il tutto salvo aggiungerci appunto le pensioni, si vanno ad infilare di corsa in una "buca" piena di guai alla vigilia di Natale e sorpassando anche i Re Magi?

Credo che il motivo sia sviluppo nel solo modo di come lo intendevano i precedenti governi, la Ue, e con loro Monti.

 

Su che si è retta quel po' di economia italiana senza crescita dall'entrata in euro ad oggi? se vogliamo essere sinceri, solo sulla svalutazione selvaggia interna dei salari attuata con l'ingresso in euro. Accanto ad un valore nominale di cambio inesistente, i salari sono stati più che dimezzati dal vero valore dell'Euro interno. 

E che c'entra l'art.18?

Ad essere maliziosi, e stando ai fatti, questo governo non mostra alcun timore di evocare inflazione. Viaggia infatti già oltre il 3% e con la recente manovra farà molto di meglio.

 

Allora, ad inflazione lanciata, le pensioni sono "sistemate"; perché, private della indicizzazione - la vera controriforma delle pensioni - non ci vuole molto a prevedere che in tre o quattro anni perderebbero più di un trenta per cento dell'attuale valore reale. 

Del resto l'indice dell'inflazione già è stato mostrato di saperlo maneggiare come meglio pare. Non possiamo infatti dimenticare che con inflazione ufficiale dichiarata per decenni del 1, 2% annuo, siamo però in realtà passati ad un giornale quotidiano che costava 500 lire e in Euro oggi 2400 vecchie lire equivalenti!

 

L'art.18 potenzialmente sistema i salari, ora

 

Se posiamo licenziare tutti, chi oserà organizzare resistenza a salari che vengano ancora più falciati con lo stesso sistema della inflazione? chi ardirà fermare il: fuori il tuo costo, e dentro quello che accetta di meno, magari meglio se straniero che con la sua valuta fa un affare anche a 500 euro al mese?

 

Malizia eccessiva? dalla piega che ha preso il governo non mi pare. L'unico sviluppo che può sperare di evocare è infatti quello di salari sempre più faciati. Come l'altra volta appunto.

 

Se invece di "trastullarsi" con l'art. 18:

si riducesse di un 20% all'anno - per due anni - la incidenza fiscale sui salari, si elinasse l'ìirap per intero, e si riducessero oneri aziendali del 6% in un biennio?

 

E se si accordasse un beneficio fiscale a tutte quelle aziende che destinassero una parte degli utili aziendali a salario inegrativo ulteriore?

 

COSA FAREBBE PIU' SVILUPPO  e PRODUTTIVITA'

Questo, o Art. 18?

 

Ma non ci sono fondi!

Facciano il piacere. Per simili obiettivi si taglia di tutto di sprechi, privilegi, e regalie ad "amici" vari. Poi, al vero pareggio, ci consoliderebbe, e stabilmente, lo SVILUPPO.

Quello che manca in realtà è una rappresentanza politica ad un simile programma di sviluppo. Altro che Commissari.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Articolo 18 e d'intorni

Post n°20 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da MarioStaffaroni

L'art.18 non mi pare del tutto innocuo, anche se con la creazione di posti di lavoro penso che c'entri poco. Per non dire niente. Del resto fa il paio con l'altra bugia sfrontata che allungare l'età lavorativa crei anche esso posti di lavoro.

 

Ma come mai, già il precedente governo Berlusconi, ed ora Monti che ne ha ereditato il tutto salvo aggiungerci appunto le pensioni, si vanno ad infilare di corsa in una "buca" piena di guai alla vigilia di Natale e sorpassando anche i Re Magi?

Credo che il motivo sia sviluppo nel solo modo di come lo intendevano i precedenti governi, la Ue, e con loro Monti.

 

Su che si è retta quel po' di economia italiana senza crescita dall'entrata in euro ad oggi? se vogliamo essere sinceri, solo sulla svalutazione selvaggia interna dei salari attuata con l'ingresso in euro. Accanto ad un valore nominale di cambio inesistente, i salari sono stati più che dimezzati dal vero valore dell'Euro interno. 

E che c'entra l'art.18?

Ad essere maliziosi, e stando ai fatti, questo governo non mostra alcun timore di evocare inflazione. Viaggia infatti già oltre il 3% e con la recente manovra farà molto di meglio.

 

Allora, ad inflazione lanciata, le pensioni sono "sistemate"; perché, private della indicizzazione - la vera controriforma delle pensioni - non ci vuole molto a prevedere che in tre o quattro anni perderebbero più di un trenta per cento dell'attuale valore reale. 

Del resto l'indice dell'inflazione già è stato mostrato di saperlo maneggiare come meglio pare. Non possiamo infatti dimenticare che con inflazione ufficiale dichiarata per decenni del 1, 2% annuo, siamo però in realtà passati ad un giornale quotidiano che costava 500 lire e in Euro oggi 2400 vecchie lire equivalenti!

 

L'art.18 potenzialmente sistema i salari, ora

 

Se posiamo licenziare tutti, chi oserà organizzare resistenza a salari che vengano ancora più falciati con lo stesso sistema della inflazione? chi ardirà fermare il: fuori il tuo costo, e dentro quello che accetta di meno, magari meglio se straniero che con la sua valuta fa un affare anche a 500 euro al mese?

 

Malizia eccessiva? dalla piega che ha preso il governo non mi pare. L'unico sviluppo che può sperare di evocare è infatti quello di salari sempre più faciati. Come l'altra volta appunto.

 

Se invece di "trastullarsi" con l'art. 18:

si riducesse di un 20% all'anno - per due anni - la incidenza fiscale sui salari, si elinasse l'ìirap per intero, e si riducessero oneri aziendali del 6% in un biennio?

 

E se si accordasse un beneficio fiscale a tutte quelle aziende che destinassero una parte degli utili aziendali a salario inegrativo ulteriore?

 

COSA FAREBBE PIU' SVILUPPO  e PRODUTTIVITA'

Questo, o Art. 18?

 

Ma non ci sono fondi!

Facciano il piacere. Per simili obiettivi si taglia di tutto di sprechi, privilegi, e regalie ad "amici" vari. Poi, al vero pareggio, ci consoliderebbe, e stabilmente, lo SVILUPPO.

Quello che manca in realtà è una rappresentanza politica ad un simile programma di sviluppo. Altro che Commissari.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

IL TERZO STATO

Post n°19 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da MarioStaffaroni

Questa definizione di un'epoca storica socio economica europea, che andava più o meno dal 1500 a 1700, fu usata per la prima volta dai rivoluzionari francesi. Per indicare quegli assetti socio economici che essi volevano cambiare.

 

L'<antico Regime> che governava i più grandi Stati nazionali Europei di allora, aveva un sovrano. Detto Assoluto, perchè faceva il bello ed il cattivo tempo a propria discrezione ai sudditi senza alcun loro controllo. Gli abitanti di quegli Stati non erano cittadini come noi li intendiamo, ma appunto sudditi. Perché potevano solo ubbidire.

La Società europea, allora, sotto di lui, era divisa in Ordini, o Stati. Molto, ma molto simili alle Caste Indù; vi si entrava per nascita e vi si fuoriusciva molto ma molto di rado.

 

Gli Ordini di allora erano:

 

Nobili: vi si entrava per nascita, e vivevano di rendita; erano esenti da legge e da fisco, e consideravano il lavoro una vergogna; perchè vivevano del loro saccheggio interno di altri.

 

Alto Clero: come sopra, allora.

 

Terzo Stato: il più numeroso, eppure senza diritti e che manteneva col suo lavoro, e la ricchezza prodotta, tutti gli altri tramite le tante tasse e balzelli che subiva. Il Terzo Stato era composto dalla Borghesia (chiamata così perchè abitava i Borghi, dove si trovavano i suoi laboratori artigiani e magazzini), cioè tutti coloro che producevano tramite attività, botteghe, commerci, professioni; Contadini, e la nascente Manodopera dipendente. Tutto questo insieme era quasi il 90% della popolazione in quegli allora Stati europei come Francia ed Inghilterra. Ma ogni potere e diritto era di quel 10% che se li era messi tutti sotto i piedi.

CI DICE NIENTE?

 

Poi, in Inghilterr per prima, e poi in Francia, il loro rispettivo Terzo Stato, quello dei senza diritti e che però manteneva tutti, si allearono tra loro; e sbancarono, non senza qualche dissenso dei deposti, e dure lotte, il loro rispettivo MONARCA. Instaurando su quei Paesi, Inghilterra per prima, e poi Francia, la supremazia, anche su re e la Nobiltà, del Parlamento democraticamente eletto.

E siamo all'oggi.

Perché la Democrazia Parlamentare, esercitata tramite le scelte del libero voto personale, se lo sono dati, e offerti poi a tutti nel tempo, il Terzo Stato produttivo di ogni nazione europea. Sottraendo agli Oligarchi di allora l'esclusiva del potere, del fisco, e diritto sull'altrui stessa esistenza.

 

CI RISIAMO?

 

Il sospetto almeno quì in Europa, è grande.

Visto l'assalto in corso alla democrazia reale, visto il saccheggio di ogni bene di chi produce effettuato dal fisco dei nuovi potenti esenti. Visto l'enorme spostamento di ricchezza che queste scelte producono. In italia, oggi, il 10% della popolazione detiene il 47% circa della intera ricchezza nazionale.

Ciascuno tragga le proprie conclusioni.

 

P.S.

Giova credo tenere a mente che la Democrazia, inteso come Sistema di Scelte Collettive affidato alla maggioranza della popolazione che le esprime tramite il suo voto, ricompare in Europa a governare gli Stati, dopo oltre 2000 anni in cui non fu più possibile esercitarlo dal popolo.

Perché scomparve per così tanto tempo la democrazia del voto come forma di governo, e perché oggi è ricomparso?

 

La scelta del modo di governo di una nazione non risulta affatto casuale. Ma discende in via diretta dalle scelte economiche e sociali che vi dominano al suo interno.

Vale a dire che un Sistema democratico a sceta elettorale universale funziona soltanto se la distribuzione della ricchezza entro quella nazione è sufficientemente diffusa. E se la speranza di benessere è altrettanto diffusa. In questo caso, le scelte alternative effettuate con il voto, finiscono comunque per rappresentare e tutelare l'interesse largamente prevalente.

 

Ma se scelgo di concentrare l'intera ricchezza della nazione in un numero sempre più ridotto di mani, lasciando nella indigenza e persino nella miseria fasce sempre più larghe e numerose di nazione, va da se che non posso affidarmi alle decisioni collettive elettorali

Perché quelle altrui decisioni finirebbero per premiare la redistribuzione di ricchezza. Ostacolandone, o impedendone persino l'accentramento in favore di pochi.

Dunque, un Sistema di ricchezza sempre più concentrata, prima o poi si troverà a dover fare i conti con la sua sconfitta elettorale. O con la archiviazione della deemocrazia a favore di Sistemi più ristretti ed autoritari di governo.

 

La società <borghese> sorta dalle rivoluzioni inglesi e francesi aveva naturale la scelta di governo elettorale e la democrazia: perché viveva di una ragionevole aspettativa di distribuzione di ricchezza. E di una crescente aspettativa di miglioramento collettivo.

La Socità degli Oligarchi, beneficiari unici delle Rendite, non può coabitare a lungo con la Democrazia senza mettersi in pericolo nei suoi stessi privilegi.

 

ECCO PERCHE' L'EUROPA ATTUALE UE OPERA CON STRUTTURE SENZA DEMOCRAZIA. Ecco perché l'Italia ha fatto enormi regressi in questi ultimi venti anni nell'esercizio effettivo della democrazia. 

Perché risultano entrambi Sistemi che hanno favorito e agevolato la concentrazione della ricchezza in poche mani.

 

Il processo prevede di incontrare un suo punto critico e di non ritorno sia Comunitario che italiano. 

 

O il processo di indebolimento della Democrazia si inverte e le scelte elettorali collettive invertono il ciclo attuale delle scelte economiche e sociali. O le scelte economiche e sociali attuali valicheranno, a breve, il confine <oltre la Democrazia> per potersi consolidare definitivamente in Nuovo Ordine Sociale dei nuovi Oligarchi.

Credo che, in questo tempo, ci siamo proprio dentro: l'una possibilità o l'altra del <non ritorno>.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Le nuove favole

Post n°18 pubblicato il 04 Dicembre 2011 da MarioStaffaroni

 

Cambia la Favola dei tre Porcellini:

Gimmi della sudata sua casetta di mattoni era un povero cretino; e avevano già capito invece tutto i suoi fratelli Timmi e Tommi.

Ezechiele Lupo pare si sia stancato dell'eterna inutile lotta con Gimmi per entrargli in casa e papparselo. Adesso risulta che per poter entrare forse userà Equitalia.

 

Cappuccetto Rosso anche si adegua:

Cappuccetto Rosso arrivò col cestino delle provviste alla casa della vecchia nonna pensionata per portarle la cena. Ma con grande suo stupore vi trovò il cacciatore che giocava allegramente a carte con il Lupo.

La sua sorpresa divenne però ancora maggiore quando il cacciatore, dopo averla vista, provò a prenderla a fucilate a lei - che intanto se la dava prudentemente a gambe - affermando che erano misure per i giovani.

 

E Pollicino?

Pollicino avanzava come di solito nel bosco seminando dietro a sè una traccia di molliche di pane. Ma quando si girò, per ritrovare la strada, non ne vide più nemmeno una: i nuovi poveri gliele avevano mangiate infatti tutte.

 

E Ali Babà:

Ali Babà si avvicinò piano piano alla grotta dei 40 ladroni e li sentì parlare tra di loro mentre contavano i soldi: <15 giugno, 20 luglio, 55 agosto, 25 dicembre; quest'anno ci è andata proprio bene con le manovre.>

 

Aladino?

Aladino sfregò la lampada e subito comparve il Genio. <Fammi una manovra> gli chiese allora Aladino che era a corto di soldi. <Impossibile, da quest'anno le manovre le possono fare solo i Laureati alla Bocconi>.

 

 

p.s. proseguirà l'aggiornamento delle favole ai nuovi orientamenti Ue. Si consiglia comunque per le nuove versioni di non raccontarle nella <Fascia protetta> perchè potrebbero causare incubi ai più piccini.

BUONA GIORNATA.

 
 
 

Manovra assistita

Post n°17 pubblicato il 04 Dicembre 2011 da MarioStaffaroni

 

Più avanti Dotto, più indietro,...un po più a destra, più avanti...così.. ecco quasi ci siamo...a sinistra a sinistra...accidenti Dotto ha tamponato... 

 

L'importante credo sia non dimenticarci mai che la Manovra si legge Monti, ma si chiama Pdl&Pd%Fli ed altre varie schegge. I quali, come tutti i bravi attori professionisti, usano sempre controfigure per le riprese più pericolose in esterno.

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