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La vita

Post n°1567 pubblicato il 02 Agosto 2015 da attilio_vg

La vita è come il buon vino, va gustata a sorsi.

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Ieri sera sono andato ad ascoltare i Killer Queen all'Antica Sagra e Fiera di Sant'Anna. Ho trova...

 
Commenti al Post:
IOSONOLAVITA1
IOSONOLAVITA1 il 20/09/15 alle 18:30 via WEB
Un saluto con l'augurio di una buona serata, Gloria a Dio. Vita. Voglio presentarvi queste bellissime considerazioni (di Maria Valtorta Volume 5 Capitolo 355 pagina 405)… Continua nel mio blog. Gesù è tutto solo sulla terrazza della casa di Tommaso di Cafarnao. Il paese ozia nel sabato, già molto ridotto nei suoi abitanti, perché i più zelanti nelle pratiche di fede sono già partiti per Gerusalemme, e così pure quelli che vi si recano con le famiglie ed hanno bambini che non possono fare marce lun¬ghe ed obbligano gli adulti a soste e a brevi tragitti. Così man¬ca, nella giornata già di suo un po’ nuvolosa, la nota d’oro dell’infanzia giuliva. Gesù è molto pensieroso. Seduto su una panchetta bassa, in un angolo, presso il parapetto, le spalle alla scala, quasi nasco¬sto da questo parapetto, tiene un gomito sul ginocchio e appog¬gia la fronte sulla mano con mossa stanca, quasi di sofferenza. È interrotto nel suo meditare dalla venuta di un fanciullino che vuole salutarlo prima di partire per Gerusalemme. «Gesù! Gesù!» chiama ad ogni scalino, non vedendo Gesù perché il muretto lo nasconde alla vista di chi è in basso. E Gesù è così con¬centrato che non sente la vocetta leggera e il passo da colombi¬no... di modo che, quando il piccolo arriva sulla terrazza, Egli è ancora in quella posizione di sofferenza. E il bambino ne resta intimorito. Si ferma sul limitare della terrazza, si mette un di¬tino fra le labbra e pensa... poi decide e lentamente viene avan¬ti... ormai è quasi alle spalle di Gesù... si china per vedere ciò che fa... e dice: «No, bello! Non piangere! Perché? Per quei brut¬ti omacci di ieri? Lo diceva il padre mio con Giairo che sono in¬degni di Te. Ma Tu non devi piangere. Io ti voglio bene. E te ne vuole la mia sorellina e Giacomo e Tobiolo, e Giovanna e Maria e Michea e tutti, tutti i bambini di Cafarnao. Non piangere più...», e gli si stringe al collo, carezzoso, finendo: «Altrimenti piangerò anche io, e piangerò sempre... per tutto il viaggio...».
 
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