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« SE FAMO DU'SPAGHI??? PA...LE TETTE PIU' GRANDI DEL MONDO »

LA FAVOLA DEL BAMBINO GRASSO

Post n°20 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da Chespu

Viene un giorno nella vita in cui ogni bambino passa all’età
adulta. Quel giorno corrisponde con la scelta della squadra di calcio per cui
tiferà ed è fissato attorno ai sei anni, momento in cui i tuoi compagni di
scuola ti chiedono: “Che squadra tieni?” Da lì non si torna indietro. Pena
essere bollati come omini, ominicchi o peggio quaqquaraquà. E’ in gioco l’onore.
Nello stesso periodo si comincia a fare l’album delle figurine, quell’hobby al
quale di solito ti avvia uno zio o un fratello maggiore, che ti segna tutta la
vita. Negli anni delle elementari i tuoi neuroni non possono tenere le
classiche nozioni dello scrivere e far di conto, perché occupati dal ricordare
la carriera di Roberto Mancini (nato a Jesi) o di Hugo Eduardo Rubio (ex
Bologna con un passato al Colo-Colo). Negli anni a venire ti consentirà di
sapere chi sono Manuel Gerolin (il biondo della Roma), Giulio Nuciari (secondo
di Terraneo al Milan) e Silvano Martina (cuore granata). Poi verso la terza
elementare si passa alle partite al campetto dell’oratorio. Sono i tempi di “portiere
volante”, “chi si trova in porta para” e le urla “Pallaaaaaaaaaa” ai passanti
quando il pallone esce in strada. Da
tutto ciò le bambine rimarranno escluse, tolti rarissimi casi di femminucce-calciatrici,
per la disperazione delle loro mamme, con buona pace di Elena Gianini Belotti.



Ma fuori dal meraviglioso mondo del calcio non ci sono solo
le bambine. C’è anche il bambino grasso. Quello relegato a bordo campo
appoggiato al pallo. Quello che “te stai in porta” anche se “non ti tuffi”, l’ultimo
a essere scelto quando si fan le squadre a “pari e dispari”. Sembra di vederlo
ancora con il sacchetto delle Coca Cola comprate al bar dell’oratorio, mentre
le succhia avido e guarda noi giocare a calcio con l’espressione che ha la
mucca quando passa il treno.



Poi un giorno le bambine, seguendo l’istinto naturale, si
avvicinano ai maschietti. Siamo verso i 14, il campo dell’oratorio è un
passatempo del sabato pomeriggio. E’ tutto un proliferare di magliette
sgargianti. Chi ha quella di Juvemilaninter, ma negli anni spuntavano anche
quelle delle squadre internazionali. Molto gettonata a metà anni ’90 quella del
Borussia. Le bambine, ci cercano, e buttano un occhio nel campo, ma infuria una
partita, non c’è tempo. Così tocca al bambino grasso unirsi al gruppo delle
femmine. Chiacchierare fitto fitto al bar dell’oratorio, mentre tutti noi
pensiamo “Sfigato”. Intanto il bambino grasso dimagrisce a poco a poco, si fa
un taglio di capelli “sparato” che finalmente lo distingue da Ringo Star e
comincia ad uscire alla sera. Sa tutto della musica che va di moda ( e noi
sentiamo gli Zep e i Deep), sente Radio Deejay e magicamente diventa Pierre
della disco alla domenica pomeriggio. Insomma il bambino grasso scopa. E noi?



Beh l’ormone si è fatto sentire, le ginocchia si sono un po’
ripulite e la partita è finita. Le ragazze non ci sono più. Faremo la doccia e
ci troviamo per le sette e mezza a casa del Griso. Aglio e oglio porno e vino
di mio nonno. A proposito: “Avete visto che gol ho fatto oggi pomeriggio?”.

 
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