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L'offerta del Vaticano per un istituto italiano

Post n°6776 pubblicato il 08 Novembre 2011 da lucarossi82
 

I debiti e la morte colpiscono il centro di ricerca San Raffaele.

L'offerta del Vaticano per un istituto italiano

di

Alison Abbott

- 6 novembre 2011Pubblicato in: Gran Bretagna
Traduzione di ItaliaDallEstero.info Print FriendlyStampa

Nature

Uno dei centri di ricerca biomedica più prestigiosi d'Italia deve ora affrontare il fallimento, tra voci di corridoio alimentate da intrighi tra i negoziatori, da accuse di frode e corruzione, e da una morte violenta. La prossima settimana un tribunale deciderà se lasciare al proprio destino l'istituto scientifico milanese San Raffaele o lasciare che un consorzio guidato dalla banca vaticana lo salvi.

L'istituto, che conta 1400 letti d'ospedale, un centro di ricerca di base e una piccola università, ha accumulato debiti per quasi 1,5 miliardi di euro. Il debito è stato attribuito a decisioni di investimento sbagliate e a un'espansione eccessiva. Inoltre sono iniziate indagini giudiziarie per presunta corruzione negli accordi finanziari dell'istituto. La maggior parte dei finanziatori ha sospeso i pagamenti agli scienziati e molte aziende non forniscono più i materiali di consumo. "Stiamo ancora lavorando, ma non a pieno ritmo", riferisce l'immunologa Maria Grazia Roncarolo, direttore scientifico dell'istituto.

Gli scienziati in Italia e all'estero sono sconvolti. "Il San Raffaele è uno dei centri di migliore qualità in Italia, forse in Europa", afferma Paul Herrling, presidente della direzione scientifica dell'Istituto e responsabile dello sviluppo dei farmaci dei Paesi in via di sviluppo alla Novartis a Basilea, in Svizzera. E' uno dei posti migliori per la terapia genica al mondo - ha bisogno di essere salvato".

La figura carismatica al centro della storia è il novantunenne Luigi Maria Verzé, il prete cattolico che ha fondato l'ospedale nel 1971 e che rimane formalmente presidente della fondazione San Raffaele del Monte Tabor che gestisce l'istituto. Ha aggiunto un grande edificio nel 1992 per espandere i laboratori per la ricerca di base. Nel 1996 ha fondato un campus universitario con tre facoltà - medicina, psicologia e filosofia - in linea con la sua convinzione che gli esseri umani siano formati da corpo, mente e anima.

Comunque, l'Istituto Scientifico San Raffaele è costituzionalmente laico e Verzé non ha mai imposto restrizioni alle attività di ricerca o didattiche. La sua riconosciuta capacità di assumere scienziati produttivi - spesso selezionati da Verzè in persona - ha permesso al centro di ricerca, sede di 221 scienziati permanenti e di 332 scienziati temporanei, di fiorire.

Lo scorso anno l'istituto ha ricevuto borse di ricerca per 75 milioni di euro e finanziamenti del Ministero della Salute italiano per 18 milioni di euro, e ha pubblicato oltre 800 articoli scientifici. Ha inoltre realizzato circa 250 protocolli clinici, di cui la metà relativi a scoperte fatte proprio nei suoi laboratori in settori come la terapia genica e con cellule staminali. Ha anche stipulato estensivi accordi strategici con l'industrie farmaceutiche.

Verzé ha esportato la sua idea ad altri 15 paesi, ed anche all'ospedale da 500 posti letto São Rafael Hospital di Bahia, in Brazile. Nel 2005 ha iniziato un importante programma di espansione presso il campus di Milano, con la costruzione di tre grandi edifici per il centro di ricerca, l'università e per le aziende start-up, anche se gli scienziati devono ancora entrare nell'ultima di queste strutture.

A febbraio i giornali hanno iniziato a riportare i debiti dell'istituto, allora stimati in circa mezzo milione di euro. "All'inizio non eravamo molto preoccupati perché abbiamo pensato che la situazione si sarebbe risolta da sola", afferma Giulio Cossu, direttore del Stem Cells San Raffaele Research Institute. Ma alla fine di giugno si è saputo che il debito si avvicinava a 1 miliardo di euro. "Abbiamo iniziato a capire che la situazione era grave", spiega Cossu. Il consiglio della fondazione San Raffaele del Monte Tabor è stato rimpiazzato e la maggior parte del potere esecutivo è stato trasferito al suo nuovo vice-presidente Giuseppe Profiti, direttore dell'Ospedale Pediatrico del Vaticano Bimbino Gesù a Roma.

La situazione è peggiorata rapidamente. Il 18 luglio il braccio destro di Verzé, Mario Cal, si è sparato nel proprio ufficio al San Raffaele. E' morto sul tavolo operatorio dell'ospedale. Da quel momento, i giornali italiani hanno riportato che la fondazione aveva investito pesantemente, e forse incautamente, nel settore immobiliare, nell'energia, in diversi alberghi e addirittura in una piantagione di mango.

Il piano di risanamento proposto è guidato dalla Banca del Vaticano e da un uomo d'affari, Vittorio Malacalza, intenzionati ad assorbire 500 milioni di euro di debiti e a investire altri 250 milioni. La ragione dell'interesse del Vaticano non è chiara: Verzé è stato spesso in disaccordo con il Vaticano su questioni fondamentali come l'eutanasia, da lui non considerata peccato.

Il consorzio di risanamento ha raccontato agli scienziati del San Raffaele che prevede di mantenere intatti la ricerca e il complesso ospedaliero e di voler abbandonare gli investimenti non correlati alla salute. Il tribunale di Milano deciderà il 26 ottobre se l'investimento proposto e la ristrutturazione sono sufficienti per evitare il fallimento.

La minaccia di fallimento significa che la maggior parte dei pagamenti per l'istituto è stata bloccata. Tra i fondi congelati ci sono milioni di euro in borse dell'Union's Seventh Framework dell'Unione europea, borse dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro - ente benefico milanese - e borse dell'European Research Council (ERC). La fondazione Telethon, comunque, un ente benefico romano per la ricerca che ha approvato sovvenzioni del valore di 7 milioni di euro, ora paga direttamente i beneficiari, piuttosto che pagarli attraverso l'istituto.

Uno dei setti borsisti sovvenzionati dall'ERC non è stato in grado di iniziare il suo lavoro, un altro ha lasciato e un terzo ha in programma di farlo, a causa dei problemi, dice Roncarolo. Alla fine del mese scorso, rappresentanti del produttore di computer Hewlett Packard sono arrivati ​​al centro di genomica dell'Istituto per riprendere la strumentazione per l'archiviazione di dati, precedentemente concessa in leasing, fino a quando i debiti saranno pagati.

Anche se gli scienziati dell'istituto sono ansiosi di essere soccorsi, Roncarolo dice che sono anche preoccupati e si chiedono se i nuovi proprietari capiranno che è la miscela di scienza di base e scienza clinica sotto lo stesso tetto a rendere l'ospedale così forte.

"Il San Raffaele è a un bivio pericoloso", afferma Aaron Ciechanover, premio Nobel e chimico alla Technion, l'Israel Institute of Technology ad Haifa, uno dei membri della direzione scientifica del San Raffaele. "Spero che il tribunale approvi il piano di risanamento, spero inoltre che i nuovi proprietari si rendano conto di avere tra le mani un gioiello e quindi capiscano che devono far continuare l' attività di ricerca d'eccellenza".

[Articolo originale "Vatican bids for Italian institute" di Alison Abbott]

http://italiadallestero.info/archives/12768

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