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Post n°6753 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da lucarossi82
La stagista, la rivista d'arte, e il segreto italiano dello "sfruttamento"
di Michael Day- 19 ottobre 2011Pubblicato in: Gran Bretagna Giornalisti pagati dai due ai cinque euro a pezzo, stagisti che hanno rinunciato per sempre alla loro dignità, con la speranza di ricevere la giusta pacca sulla spalla? Il quotidiano inglese The Independent riprende la vicenda della stagista insultata per aver semplicemente preteso il dovuto. Sempre i soliti inglesi, direte voi, ben felici di sparare a zero sul nostro paese, dimenticandosi magari dei propri scheletri nell'armadio. Nessuna "società della frusta" all'ombra di Buckingham Palace? Non proprio, ma quasi. Anche allo stesso Independent si effettuano stage gratuiti. La durata massima per quella che si chiama work experience è però di due settimane. La work experience è cosa ben diversa da stage o internship, ed è di norma effettuata da studenti iscritti a una università o un master. Se il periodo di lavoro gratuito supera il mese, il sindacato - che qui rappresenta anche gli aspiranti giornalisti, gli studenti - invita il giovane a rivendicare il salario che gli spetta di diritto denunciando il proprio datore di lavoro. Il salario, in questo caso, è pari a £232 sterline a settimana per uno stage full-time. La campagna, chiamata Cashback for Interns, si basa su una sentenza che ha riconosciuto il diritto dello schiavo a percepire il minimo sindacale, abbia egli accettato o meno di lavorare a titolo gratuito. Se lo stagista riesce a fare arrivare 'il pezzo in pagina', ha diritto a un compenso: pubblicare e non essere pagati è motivo di profonda riprovazione, nel Regno Unito. Ciononostante, gli scandali esistono anche in Inghilterra, eccome. Letture consigliate da Italiadallestero prima di andare a letto: Intern Nation di Ross Perlin, lo stagista più famoso al mondo per aver condotto un'inchiesta sulla pratica che sta distruggendo 'ciò che è rimasto del praticantato, del duro lavoro e del diritto a una onesta retribuzione.' di Lillo Montalto Monella e Gianluca Mezzofiore - TRADUZIONE Il direttore della rivista ha reagito con rabbia alla polemica riguardo l'assenza di retribuzione e di prospettive lavorative Un battibecco insolito, tra il direttore della più prestigiosa rivista italiana e una giovane in cerca di lavoro, ha fatto luce su uno dei segreti italiani più oscuri: il sistema "Dickensiano" degli stage, in cui molti giovani lavorano senza sosta e senza paga, per essere poi cacciati fuori prima di poter aspirare all'assunzione. Quando la giovane e altamente qualificata Caterina, ha osato chiedere le ragioni per le quali dovesse effettuare uno stage o un'esperienza lavorativa senza percepire alcuna retribuzione dalla famosa rivista di arte contemporanea Flash Art, la risposta del direttore della rivista, Giancarlo Politi, è arrivata nella forma di una serie di vivaci insulti. Lo scambio di email è apparso su siti internet e blogs, creando indignazione e evidenziando la disperata situazione di centinaia di migliaia di giovani italiani alla ricerca di lavoro, che si prestano ad innumerevoli stage senza essere mai assunti. Caterina ha chiesto al Sig. Politi perché "i miei genitori dovrebbero pagare affinché io lavori per lei" e la risposta di Politi è stata che un buon lavoro "è un lusso" e che la ragazza dovrebbe chiedere sussidi allo stato. Quando Caterina ha fatto notare le sue capacità linguistiche, il Sig. Politi ha replicato che "ora anche le mignotte sanno parlare quattro lingue..." e le ha suggerito di cercare lavoro da McDonald's. Politi ha rifiutato di rispondere alle domande del quotidiano The Independent, ma in una replica successiva su internet ha specificato che la sua interlocutrice aveva avuto un atteggiamento "particolarmente aggressivo e subdolo", e ha porto le sue scuse per i commenti sulle capacità linguistiche delle prostitute. Inoltre ha aggiunto che le possibilità di assunzione dopo uno stage presso FlashArt, da lui stesso definito come "una splendida realtà; un universo d'arte", sono "quasi certe". Sembra, però, che anche le persone assunte dalla rivista non possano contare su una retribuzione. Il giornale The Independent ha parlato con una persona che è stata assunta questa estate presso la rivista Flash Art, senza percepire alcuna retribuzione durante il periodo di prova di due mesi. Dopo aver superato brillantemente questa fase, il ragazzo ha continuato a lavorare, anche se gli è stato precisato che per il mese successivo non c'erano sufficienti fondi per retribuirlo. "Certamente è immorale", ha detto il ragazzo. "Se non hanno le risorse per retribuire lo staff di cui hanno bisogno, non dovrebbero essere in affari. Ma non è l'unica azienda a comportarsi cosi". La polemica di Flash Art è nata dalla richiesta della rivista di assumere nuovi tirocinanti per un periodo tra gli 8 e i 10 mesi, nonostante la legge italiana definisca illegale un tirocinio la cui durata superi i 6 mesi. Stefano Fassina, portavoce del settore economia e lavoro del Partito Democratico, ha affermato: "Questo sfruttamento è presente ovunque". Il suo partito è alla ricerca di tirocinanti, con una paga di €400 al mese, oltre alle spese. http://italiadallestero.info/archives/12657 |
I mangiaspaghetti riprendono la via dell'esilio
di Philippe Ridet- 3 ottobre 2011Pubblicato in: Francia Qui a Italiadallestero.info ci premuriamo di tenervi aggiornati su cosa dicono di noi all'estero. Per la serie, anche la reputazione conta. Una volta terminata la lettura di questo articolo di Le Monde, grazie alla stampa estera - in questo caso, francese - avremo (re)imparato le seguenti cose su di noi, infallibile popolo italico: - Nonostante tutto, siamo storicamente un popolo di spostati. Ricordiamocelo, la prossima volta che guardiamo con distacco un immigrato. - A Roma, il 19 settembre, è stato presentato un documentario su di... noi, popolo di spostati e mangiaspaghetti. Storie e cifre interessanti, per farci ricordare chi siamo. Leggere la stampa estera ci porta quindi a (ri)pensare a chi siamo davvero. La stampa nostrana, invece, il documentario l'ha pressochè ignorato. Googlare per credere. - Esistono delle statistiche sull'emigrazione. L'Aire, Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, si occupa di fornirci i dati su fenomeni come quello della cosiddetta 'fuga di cervelli'. Tutti coloro che scappano sono tenuti 'a dichiarare spontaneamente, ai sensi dell'articolo 6 della legge 470/1988, di voler risiedere all'estero per un periodo superiore ai dodici mesi.' La realtà? Quasi nessun giuovincello italico si (re)iscrive ad alcuna anagrafe estera, né si premura di aggiornare i propri documenti. L'Italiano medio non è neanche a conoscenza di un simile dovere civico; e se lo è, spesso non se ne cura. Quando leggerete l'ennesimo report sul brain-drain italiano, ripensate a questo articolo: il buco nella nostra società è sempre più profondo di quanto sembri. di Lillo Montalto Monella. - TRADUZIONE La storia si ripete, ed è un brutto segno. Di fronte alla crisi economica ed alla povertà, gli italiani del sud riprendono la via dell'emigrazione. Cinquecentottatamila persone hanno lasciato il Mezzogiorno negli ultimi dieci anni. Napoli ha perso 108 000 abitanti, Palermo 29 000, Bari 15 000. Nel 2010, 134 000 terroni(come li chiamano i simpatizzanti della Lega Nord) si sono trasferiti al Nord e 13 000 sono emigrati per stabilirsi all'estero.Queste le cifre allarmanti pubblicate martedì 27 settembre dallo SVIMEZ, l'ente che monitora l'economia del mezzogiorno italiano dal 1946. "Se non si farà qualcosa, assisteremo ad un vero e proprio tsunami demografico", questa la conclusione del rapporto.I giovani tra i 15 e i 34 anni rappresentano la fetta più grande di questo nuovo esodo. Se ci sarà un'inversione di tendenza, all'alba del 2050 nel sud Italia rimarranno solamente 5 milioni di questi giovani, contro i 7 di oggi. Gli ultra 75enni rappresenteranno allora il 18.4% della popolazione totale, contro l'odierno 8.3%. Le motivazioni sono evidenti. Al Sud, dove il tasso di disoccupazione giovanile tocca il 31.7%, le proiezioni di crescita nel 2011 non superano lo 0.1%, mentre per l'Italia dovrebbero essere dello 0.7%. Solo l'agricoltura offre ancora qualche attività. L'industria, molto semplicemente, corre il rischio di estinguersi. Secondo lo SVIMEZ occorrerebbe investire 60 miliardi di euro per permettere al Sud di recuperare il ritardo. Se lo Stato, il cui debito pubblico è pari al 120% del PIL, ha pochi mezzi e ancor meno volontà politica, l'Unione Europea ne possiede di più. Per il periodo 2007-2013 sono stati stanziati 35 miliardi di euro per l'Italia, in favore di aiuti alle regioni svantaggiate. Ma solo il 33% di tali fondi è stato utilizzato. Non avevamo in mente tutte queste cifre quando, lunedì 19 settembre, a Roma abbiamo assistito alla prima di Ritals [Mangiaspaghetti. Termine dispregiativo col quale i francesi soprannominano gli italiani, N.d.T.], il documentario di Sophie e Anna-Lisa Chiarello, la cui diffusione sarà contesa dalle emittenti televisive dei due paesi transalpini. Le due sorelle Chiarello non sono andate lontano per parlarci di emigrazione. Tra i 30 milioni di italiani che hanno abbandonato il proprio paese negli ultimi 150 anni, hanno scelto di occuparsi anzitutto della propria famiglia: padre, madre, zii e zie che, tra la fine degli anni '50 e '60, hanno lasciato Corsano per trasferirsi a Enghien (Val-d'Oise). Ma al di là di una semplice cronaca privata, piena di pezzi di filmini in super 8, Ritals racconta anche lo strazio dell'esilio. Vincenzo e Maria, i due protagonisti di questo tenero ed ispirato documentario, di fronte alla telecamera delle loro figlie, ricordano i loro anni di vacche magre (muratore lui, sarta lei) in un paese, la Francia, non del tutto ostile, ma nemmeno assolutamente accogliente nei confronti dei "ritals". Qui, più che le statistiche dello SVIMEZ, sono i dettagli che illustrano meglio il dolore mai cancellato dello sradicamento: il senso d'inquietudine di fronte agli alberi fitti fitti dell'Ile de France per Maria, che conosceva solo i radi pini e gli olivi del Salento; la difficoltà, quasi insormontabile per un italiano, nel leggere la parola beaucoup, quando in Italia basterebbero quattro lettere per scriverla [bocù, N.d.T.]. Venticinque anni dopo, i Chiarello rifaranno il viaggio al contrario per ritornare a Corsano, dopo aver fatto fortuna (ma non del tutto). Dei 30 milioni di italiani emigrati, 10 milioni ritorneranno a casa. Dopo centinaia di domeniche trascorse a tavola a ricordare il paese natale, sono ritornati in Puglia. Troppo italiani per sentirsi francesi, si ritrovano ad essere troppo francesi per vivere di nuovo come degli italiani. Biculturali per sempre, fuori luogo, in ogni senso, i Chiarello ormai vivono "in due mondi", mescolando le due lingue e intensificando i viaggi di andata e ritorno. Al contempo personale ed universale, politico e sentimentale, Ritals ci svela ciò che i numeri non dicono. Partire è una sofferenza, ritornare anche. [Articolo originale "Les ritals reprennent la route de l'exil" di Philippe Ridet] http://italiadallestero.info/archives/12604 |
martedì 25 ottobre 2011 A noi chiedono sacrifici e loro pretendono gli stessi soldi! Nessun taglio previsto a Montecitorio per il 2014! Tante le belle parole e promesse dalla classe politica Italiana in questi ultimi tempi ... dalla riduzione dei costi, ad una iniziale proposta di eliminare le province, alla tanto sospirata riduzione dei parlamentari (appoggiata anche dalla sinistra) ... ma purtroppo non è tutto oro quel che luccica (come hanno dimostrato ampiamente eliminando il taglio sugli stipendi dei parlamentari, appena qualche giorno fa), leggete un po' cosa svela il Corriere della Sera:
Perchè ai nostri politici non fotte assolutamente nulla che nel 2014:
E vi riporto l'ultimo dato vergognoso, giusto per far capire in mano a che gente stiamo (altro che criminali), perchè come dice il Corriere della Sera, è semplicemente avvilente il raffronto con:
Cose inimmaginabili per quei pagliacci del nostro parlamento! Bisogna dire basta a questo schifo, dove gente che prende (nel peggiore dei casi) 15 mila euro al mese, chiede sacrifici alla povera gente costretta a vivere con 800-1000 euro mensili! http://www.stopcensura.com/2011/10/noi-chiedono-sacrifici-e-loro.html |
lunedì 24 ottobre 2011 Nonciclopedia ride della morte di Simoncelli ... L'altra volta avevo difeso Nonciclopedia per quello che avevano scritto su Vasco Rossi, perchè scherzare sulla qualità, la bravura o la bellezza di un cantante e altre fesserie simili è un conto, ma scherzare (vedi la foto in basso, riquadro giallo) invece sulla morte di un ragazzo 24enne che ha perso la vita il giorno prima, Marco Simoncelli, è veramente uno schifo! Come infelice è la battuta nella riga successiva dove vengono evocati i migliaia di morti del terremoto di ieri ad Ankara, sempre poi menzionando Simoncelli ... Sta volta se la potevano veramente risparmiare, questa non mi sembra proprio satira!
PS. Giusto per puntualizzare visti i 50 commenti sulla mia pagina facebook ... non mi sembra di aver chiesto nessuna censura contro Nonciclopedia, ci mancherebbe altro, ma semplicemente, come è mio diritto, ho criticato dicendo che è stato umorismo nero di basso libello (almeno a mio giudizio) ...
Ancora una volta le mie condoglianze alla famiglia, i parenti e agli amici ... CIAO "SUPER SIC"!
(grazie a Pietro Leoni per la segnalazione sulla mia pagina facebook)
Clicca qui per andare alla pagina di Simoncelli su Nonciclopedia. http://www.stopcensura.com/2011/10/nonciclopedia-ride-della-morte-di.html |
L'olio d'oliva californiano sfida quelli europei
di Julia Moskin- 23 ottobre 2011Pubblicato in: USA Per molto tempo, gli americani amanti della buona cucina hanno dato per scontato che vale la pena acquistare solo gli oli di oliva del Mediterraneo - preferibilmente se sulla bottiglia compaiono un albero d'olivo, una bandiera italiana e delle scritte come «autentica spremitura a freddo». Ma nell'ultima decade, i produttori californiani hanno intensificato gli sforzi per ripristinare la produzione locale di olio d'oliva, piantando ulivi per migliaia di acri, fabbricando nuovi mulini e producendo oli che possono essere quasi più freschi, più puri e più economici dei migliori oli importati. In California l'industria dell'olio d'oliva, avviata dai missionari spagnoli nel XVI secolo, era quasi morta 10 anni fa, a eccezione dei piccoli produttori lungo la costa del Pacifico e del Wine Country. «Molte persone erano attratte dal fascino dell'olio d'oliva» dichiara Deborah Rogers, proprietaria di Olive Press, di un mulino e di un frutteto a Sonoma, California. «Ma nessuno poteva escogitare il sistema per trarne profitto.» Meno del 2% dell'olio d'oliva consumato negli Stati Uniti viene prodotto qui. Ma questa stima tende a crescere ora che ditte come California Olive Ranch, Corto Olive e Apollo hanno prodotto oli dal prezzo competitivo non solo nei negozi specializzati, ma anche nei supermercati. Si stanno avvalendo di due strumenti efficaci: sistemi di coltivazione intensivi - già ampiamente utilizzati nel Mediterraneo - e una burocrazia autoimposta che ha cercato di fissare un nuovo standard interno per la purezza, mentre l'olio d'oliva d'importazione viene controllato sempre più attentamente. Al California Olive Ranch, a nord di Sacramento, dove la settimana scorsa ha avuto inizio il raccolto annuale, la maggioranza delle piante hanno meno di dieci anni. Ma con 13.000 acri coltivati, la ditta è già la maggiore produttrice di olio extra-vergine di oliva nel paese. «Queste piante hanno una crescita precoce e un alto contenuto di olio» afferma il gestore del terreno Adam Englehardt, proviente da una famiglia che aveva coltivazioni nella vicina Artois (che è AR-toyce, non ar-TWA) per cinque generazioni. Fintanto che l'olio d'oliva ha un prezzo e un gusto ragionevoli, dovrebbero preoccuparsi i cuochi americani della sua provenienza? Ci sono i soliti motivi per acquistare cibo del posto: sostenere l'agricoltura locale e i posti di lavoro che crea, ridurre il consumo di combustibile limitando i trasporti, un prodotto più fresco. «L'olio d'oliva è un prodotto fresco, vivo ed è migliore nei luoghi d'origine e al tempo del raccolto» dichiara la signora Rogers. Oli extra-vergine d'oliva certificati provenienti dall'Unione Europea devono avere la data di scadenza sull'etichetta. Ma non si può avere sempre fiducia nelle etichette. Quando si acquista olio d'oliva, bisogna aggiungere un goccio ulteriore di prudenza. Tom Mueller, l'autore del libro in uscita «Extra Verginità: il sublime e scandaloso mondo dell'olio d'oliva», scrive che fin dai tempi dei Fenici i coltivatori del Mediterraneo hanno avuto a che fare - e hanno trattato - olio d'oliva contraffatto. E in tempi moderni, gli oli più economici vengono spesso camuffati come oli extra-vergine d'oliva. «Non è legale da nessuna parte, ma accade ovunque» afferma il signor Mueller in un'intervista. Quattro anni fa, il signor Mueller, che vive in Liguria, Italia, ha pubblicato sul New Yorker un articolo sconvolgente a proposito del mercato nero dell'olio d'oliva, condizionando l'atteggiamento mentale di ogni cuoco che lo ha letto. Ha descritto una rete di disonesti capitani di autocisterne e di imbottigliatori senza scrupoli che va dal Mediterraneo a Mumbai, Rotterdam e Galveston, Texas, impegnata ad adulterare oli vecchi, inferiori e falsi. Vengono deodorati in modo chimico, corretti con clorofilla e betacarotene per farli risultare verdi-dorati, poi etichettati con termini senza significato come «spremuto a freddo» o «100% puro» e venduti come il migliore olio extra-vergine. Un olio siffatto non è pericoloso da mangiare. Ma non ha l'aroma e le proprietà salutari del vero extra-vergine e di certo non vale i prezzi elevati che richiede sul mercato. «Potrei comprare quell'olio al porto di Oakland un qualsiasi giorno della settimana per 10 dollari al gallone [N.d.T., 1 gallone americano corrisponde a 3,8 litri]» ha aggiunto il signor Englehardt. I prezzi all'ingrosso per veri oli extra-vergine si aggirano sui 20 dollari al gallone. Scappatoie nelle regole dell'Unione Europea generano un altro tipo di truffa, secondo il signor Mueller. Per esempio, molto dell'olio prodotto in Spagna viene convogliato su camion in Italia, dove viene riconfezionato legalmente come olio «italiano». False etichette sull'olio importato sono frequenti a ogni livello del mercato tranne a monte, convengono gli esperti. L'industria americana, molto più piccola e meno prestigiosa, non ha offerto le stesse occasioni di frode, ed è rimasta relativamente pulita. Secondo l'opinione del signor Mueller e di altri, ciò ha offerto ai produttori del Nuovo Mondo l'opportunità di rivendicare la possibilità di offrire olio più puro. L'International Olive Council, organo governativo globale con sede a Madrid, verifica gli oli controllando i livelli di acido oleico (un salutare acido grasso che si trova nell'olio d'oliva) e di polifenoli (che indicano la freschezza), e attraverso la valutazione di esperti degustatori. Lo scorso ottobre, il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti ha adottato standard simili, ma sono facoltativi e finora non è apparsa nessuna bottiglia sul mercato che abbia seguito l'intero processo di certificazione presso l'ufficio del nuovo centro di verifica a Blakely, Georgia. In assenza di olio extra-vergine certificato a livello federale, il California Olive Oil Council, un'associazione di settore, ha creato un simile processo di certificazione per gli oli dello Stato, con etichette speciali per quelli che superano il test. Il Consiglio è stato aiutato dall'Olive Center, un ente di ricerca inaugurato nel 2008 all'Università della California, a Davis. L'anno scorso, l'Olive Center ha diffuso uno studio sorprendente, basato su test di laboratorio e sensoriali, secondo il quale il 69% degli oli d'oliva importati - incluse marche famose come Bertolli, Filippo Berio e Carapelli - acquistati presso gli scaffali dei supermercati della California non riuscivano a rispondere agli standard internazionali. Molto probabilmente, ha concluso lo studio, molti di questi semplicemente non erano oli d'oliva extra-vergine. L' analisi è stata finanziata in parte dai principali produttori d'olio d'oliva della California. (Nove su 10 degli oli californiani sottoposti a test lo hanno superato). I sostenitori degli oli del Vecchio Mondo dicono che sottoporre a test prodotti del supermercato non dimostra nulla circa la qualità relativa degli oli importati e locali. «Non si può dire che tutti gli oli importati siano sospetti e rinnegare migliaia di anni di produzione artigianale» dice Nancy Harmon Jenkins, esperta americana che coltiva olivi in Toscana (e che ha scritto per il New York Times). Criticano anche i metodi di coltivazione e di produzione utilizzati in California. Un acro di olivi a coltivazione intensiva può ospitare fino a 900 alberi; gli oliveti tradizionali ne contengono meno di 100. Martina Rossi Kenworthy, un'importatrice che acquista oli di altissima qualità direttamente dai produttori in Italia, ha dichiarato che la coltivazione intensiva impoverisce il terreno di nutrienti e modifica le piante in modo tale da influenzare l'aroma dell'olio. Ma Paul Vossen, agronomo affiliato all'Olive Center che ha dato consigli ai coltivatori di olivo nello Stato per 30 anni, ha definito quest'idea «un mucchio di sciocchezze.» Ha detto che le coltivazioni intensive attualmente hanno successo solo con certe varietà, l'arbequina e l'arbosana spagnole e la koroneiki dalla Grecia - ma per queste, la pratica non è molto diversa da quella di altri tipi di coltivazione. In un oliveto coltivato in modo intensivo, le piante vengono potate in modo rigoroso in modo che possano essere raccolte meccanicamente da un mietitore che rimuove le olive dal ramo al momento preciso della maturazione. Negli oliveti tradizionali, le olive vengono setacciate o scosse dagli alberi e raccolte successivamente, secondo un procedimento lungo e costoso. Quanti credono nella coltivazione intensiva dicono che il suo rapido raccolto di fatto garantisce oli di qualità superiore, liberi da frutti troppo maturi e danneggiati che sono inevitabilmente presenti nel raccolto tradizionale. In una degustazione alla cieca da parte della sezione pranzo (si veda l'articolo), l'olio del California Olive Ranch si è difeso bene da oli italiani eccellenti, mostrando un promettente equilibrio di dorata, rotonda amabilità e di forte acidità. «Possono produrre buoni oli con la coltivazione intensiva» afferma la signora Rogers, i cui oliveti sono piantati in modo tradizionale. «Ma resta da vedere se possono realizzare oli eccellenti.» La degustazione di oli d'olivaAssieme alle analisi di laboratorio, la verifica dell'olio d'oliva mette in gioco anche il gusto degli uomini. Per imparare, la sezione Pranzo ha chiesto a Martina Rossi Kenworthy, un'importatrice, e al suo collega Stefano Noceti, maestro degustatore certificato in Italia, di fare da guida per una degustazione bendata di oli extra-vergine, inclusi alcuni del loro deposito, marche da supermercato e prodotti della California. Tutti gli oli erano di colore dorato scuro, in grado di offrire un tesoro di utili informazioni: è verde solo l'olio appena spremuto e diventa dorato nella bottiglia, rendendo il colore un pallido indicatore della qualità. Quando li abbiamo assaggiati - mangiando pezzi di crostata di mele verdi tra un olio e l'altro per smorzare la ricchezza del loro gusto - Martina e Stefano hanno notato (con piacere) aromi di carciofo, mandorla, pomodoro verde e erba appena tagliata, e (con tristezza) note di banana, funghi e gomma da masticare. Anche alla cieca, sono stati in grado di scegliere gli oli più costosi (Pianogrillo dalla Sicilia, 34.75 $, e Vicopisano dalla Toscana, 43 $; tutti i prezzi si riferiscono a bottiglie da mezzo litro). Questi avevano una «vitalità» incontestabile - un'acidità che pizzica, che compensa la ricchezza dell'olio - che li rende sofisticati e gustosi. A loro è piaciuto anche un olio arbequina prodotto dal California Olive Ranch, molto meno costoso (13.99 $). Tutti questi oli avevano quella caratteristica di pizzicare il palato che rivela la presenza di polifenoli, antiossidanti che rendono salutare l'olio d'oliva. La Mozza, un olio di Mario Batali (25.80 $), è risultato così salutare da provocare una tosse di gruppo. La mia collega Florence Fabricant è stata la prima ad affermare che altri oli erano sorprendentemente insipidi, anche se gradevoli. Filippo Berio (8.49 $) ricadeva in questa categoria; come pure Olivista della California (10.99 $) e San Giuliano Alghero, un economico olio extra-vergine italiano (11.80 $). Il signor Noceti ha detto che alcuni oli prodotti per il mercato americano sono addolciti di proposito: per quanto riguarda gli oli d'oliva si ha la percezione che noi siamo di gusti poco decisi. E anche oli che all'inizio sono robusti e forti subito si stemperano, in particolare se conservati in contenitori chiari e al di sopra di 18 gradi di temperatura. Nel complesso, il gusto personale e poi la freschezza sono le guide migliori tra gli scaffali dell'olio, scivolosi e affollati. Gli oli extra-vergine prodotti nella Comunità Europea devono dichiarare l'anno di raccolto o la data di scadenza sull'etichetta: due anni è considerata la scadenza più lunga sui ripiani dei supermercati. L'olio d'oliva è al massimo del suo aroma quando viene spremuto e - esagerato, ma vero - inizia a deteriorarsi non appena viene imbottigliato. [Articolo originale "California's Olive Oils Challenge Europe's" di Julia Moskin] http://italiadallestero.info/archives/12618 |
"Cerchi grane, vero?"
di R. Valsecchi, A. Waibel- 21 ottobre 2011Pubblicato in: Germania Il politico di sinistra Nichi Vendola (SEL) parla di una nuova sinistra, di campi scout, dei verdi, di un'umanità legata all'ecosistema e della sua identità di omosessuale. Taz: Signor Nichi Vendola il suo partito si chiama „Sinistra Ecologia Libertà" (SEL), in concreto cosa vuol dire? Quando ho creato SEL, mi affascinava più l'idea della partita anziché quella del partito. Anche perché la parola partita è femminile, mentre partito è maschile, e noi in Italia abbiamo a che fare con una destra particolarmente volgare e machista. Vogliamo giocare una partita, un gioco tra squadre, in cui la libertà individuale va a braccetto con il bene pubblico, con i diritti sociali. Inoltre la politica deve riappropriarsi del primato, deve porre dei limiti ai mercati. La Merkel questo non lo fa, non lo fanno neanche Berlusconi e Sarkozy. E la sinistra è migliore? Blair, Zapatero, Schröder, in Italia D'Alema, questa era la sinistra neoliberale. Inizialmente ho sempre combattuto questa sinistra, queste persone che affermavano che "le elezioni si vincono al centro", prima di rivolgere le mie mire alla destra vera e propria e poterli sconfiggere. Anche i verdi in Germania sperimentano la spinta verso il centro. Ho discusso molto con i verdi nel parlamento europeo. Ci sono degli aspetti che trovo interessanti, altri che sono insostenibili. Non si può sostenere contemporaneamente l'ecologia e il mercato liberale, semplicemente non rientra nella mia cultura politica. E' necessario difendere radicalmente tutti gli ecosistemi, quindi anche l'ecosistema-uomo. La politica che posizione occupa? In Italia la classe politica è chiamata „casta", ma è sbagliato. La politica è solo la sentinella degli affari finanziari internazionali. La vecchia sinistra radicale è sopravvissuta così come la sinistra riformistica. È questo che voglio, una nuova sinistra popolare, postideologica, pluralista, che si afffidi soprattutto alla novità, ai giovani e al loro linguaggio. Lei è anche presidente della regione Puglia. Come riesce a gestire il suo impegno in politica? Le faccio un esempio: io sono contrario a progetto TAV tra Piemonte e Francia. Però da noi serve la linea ferroviaria ad alta velocità, per andare dalla costa adriatica a Napoli - oggi ci vogliono quattro ore per fare 200 chilometri. La mia alta velocità la creo assieme a tutte le persone che vivono nella regione, paese per paese discutiamo del progetto. La cosa non deve cadere dall'alto sulle persone. Sono stati aperti da poco i cantieri e non ci sono state proteste, poiché a tutti è chiaro che è un progetto ecologico, che ridurrà anche i disagi del traffico stradale. Come sono i rapporti di SEL con i movimenti sociali? Glielo chiediamo nella veste di ex-funzionario comunista. Soprattutto non pedagogici. Ma vuole un aneddoto di quand'ero funzionario? Volentieri! Nel 1970 andai per la prima volta a Berlino, in un campo scout nella Germania dell'Est. Tutta l'atmosfera era molto militare, marce, attività sportiva, ecc. ma dappertutto c'era la scritta "Mir", pace in russo. Durante una lezione ho alzato la mano ed ho chiesto "Ma se questa parola è così importante, perché qui c'è un'atmosfera tanto da caserma?". Una ragazza vietnamita si è girata e ha detto in inglese: "Cerchi grane, vero?" Molto carino. Io vengo da una tradizione, in cui il partito era l'ingegnere supremo, colui che, per così dire, progettava il letto del fiume, in cui venivano incanalate le correnti. Il partito osservava dall'alto e diceva, guarda un po' lì c'è della spazzatura che galleggia, là c'è acqua pulita, ecc. Un partito di sinistra oggi deve nuotare con le correnti, anche nella melma. Altrimenti abbiamo un partito, che diffonde il cambiamento, ma che non vi si adegua lui stesso. Il partito deve essere uno strumento nelle mani delle correnti che esistevano già prima di lui. Il movimento per l'omosessualità è l'altra sua patria. Che ruolo svolge questa esperienza? La mia identità di omosessuale è fondamentale per me, sia dal punto di vista culturale che politico. Ho imparato moltissimo del femminismo. La mia omosessualità è stato l'antidoto ai dogmi totalitari della sinistra. Io di fatto non sopporto nessun tipo di dittatura, non posso crederci. Neanche a quella cubana? Non si può tacere sulle violazioni dei diritti dell'uomo a Cuba. Non possiamo tirarci fuori dalla storia, a nostro piacimento, Rosa Luxemburg è stata incredibile, Che Guevara fantastico, Stalin no. Il comunismo di stato è stato il regime della menzogna. Come è scritto nella Bibbia: "La verità vi renderà liberi". [Articolo originale ""Du willst Ärger bekommen, oder?"" di R. Valsecchi, A. Waibel] http://italiadallestero.info/archives/12610 |
domenica 23 ottobre 2011 Grasse risate e ordiniMerkel e Sarkozy (ed i giornalisti presenti) prima hanno riso dell'Italia. Poi hanno dato ordini.
Sguardo di intesa, pizzico di imbarazzo e grasse risate, come tra parenti che rispondono ad una domanda sul nuovo ambizioso progetto sviluppato dal cugino scemo. Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere
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giovedì 20 ottobre 2011 Cos'e' l'eurogendfor in azione ad Atene? E la fine di gheddafi (o chi per esso)
http://informazionescorretta.blogspot.com/2011/10/cose-leurogendfor-in-azione-ad-atene-e.html |
giovedì 20 ottobre 2011 L'ultima beffa per gli Italiani: annullati i tagli agli stipendi dei ministri!
Mi chiedo cos'altro servirà per far incazzare veramente gli Italiani? http://www.stopcensura.com/2011/10/lultima-beffa-per-gli-italiani.html |
Post n°6744 pubblicato il 20 Ottobre 2011 da lucarossi82
La società italiana ENEL alla gogna
di Miguel Ángel Sandoval- 18 ottobre 2011Pubblicato in: Guatemala Dopo vari mesi di trattative fra le Autorità ancestrali dei popoli Ixil e la società italiana Enel, la situazione è giunta a un punto di rottura.Ciò è dovuto alla totale mancanza di volontà, da parte dell'impresa italiana, di trovare punti di contatto reali, avendo scelto di rifugiarsi in un contratto garantito dal Governo (guatmalteco N.d.R.), che però estromette i legittimi proprietari delle terre. Su queste terre si progetta di costruire una diga, e gli abitanti reclamano il 20% degli utili futuri per poter sviluppare la regione.La storia comincia con le Basi per avviare il dialogo fra le comunità indigene di San Juan Cotzal e l'impresa Enel [si tratta di un accordo firmato il 7 maggio 2011 che stabilisce le basi del dialogo tra le 28 comunità e la società italiana ENEL, N.d.T.]. Oggi le comunità accusano l'impresa italiana di violare i patti e di aver dato il via a tutte le operazioni non incluse nel suddetto documento.Data l'importanza di questo documento, è opportuno farlo conoscere, così come come viene chiesto dalle Autorità ancestrali dei popoli Ixil.
"Durante il processo di dialogo non si useranno misure che implicano l'uso della forza da parte di nessuna delle parti coinvolte. Non si useranno mezzi di pressione o minacce come denunce penali o di qualsiasi altra natura, ordini di cattura, irruzioni, disinformazione o tentativi di qualunque tipo per dividere le comunità". "Il processo di dialogo sarà condotto in buona fede, in modo che la comunicazione fra le parti avvenga con rispetto, cortesia e franchezza, e realizzando le consultazioni necessarie da ambe le parti in modo che il dialogo sia partecipativo e che le risoluzioni adottate siano sicure e durevoli, finalizzate al bene comune delle comunitá". "L'Enel riconosce e rispetta le Autorità ancestrali quali rappresentanti legittime delle comunità indigene coinvolte e interlocutrici dell'impresa nel processo di dialogo. Le comunità riconoscono Enel Guatemala quale società legalmente impiantata nel paese". "Si riconoscono i diritti asssociati alla proprietà pubblica, privata e delle comunità garantiti dalla Costituzione Politica della Repubblica del Guatemala, così come i diritti che lo Stato del Guatemala e il trattato 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro conferiscono alle comunità indigene, in particolare sui territori che occupano da generazioni e che le comunità indigene utilizzano per vivere. "Le proposte dell'accordo saranno sottomesse alla valutazione e all'approvazione da parte delle comunità coinvolte nel dialogo e delle più alte autorità dell'Enel." "Gli accordi finali si renderanno pubblici e legali tramite un documento di fronte all'organo competente. San Felipe Chenla, Cotzal, Quiché, 7 maggio, 2011". Questa settimana le Autorità Ixil hanno presentato alla stampa nazionale e internazionale questo ed altri documenti che mostrano la profondità e serietà dei temi trattati affinché la costruzione di una diga nei loro territori ancestrali apporti benefici alla popolazione della regione. Sembra che questo sia il minimo che si possa fare affinché 'sviluppo' non sia una parola senza senso. [Articolo originale "Empresa italiana ENEL en la picota" di Miguel Ángel Sandoval] http://italiadallestero.info/archives/12573 |
Silvio, è ora di andare via
- 19 ottobre 2011Pubblicato in: Gran Bretagna Per Silvio Berlusconi non è mai stato un problema vantarsi dei suoi numerosi risultati. Eppure, il fatto che il suo governo sia il primo a non essere riuscito ad ottenere l'approvazione dei consolidati conti pubblici italiani è un risultato di cui persino il grande uomo di spettacolo non può vantarsi. Dopo i contrattempi di questa settimana, oggi dovrà affrontare il voto di fiducia. Questa è la seconda volta, dopo una resa dei conti simile avvenuta lo scorso dicembre. Fin dal voto dello scorso inverno, il Cavaliere ha tentato la propria sorte, in un tipico esercizio di politica del rischio calcolato che ha deliziato i suoi sostenitori. Tuttavia, proprio questo risultato ha portato l'Italia ad una situazione di stallo politico, che ha impedito la realizzazione delle riforme strutturali di cui il Paese ha disperatamente bisogno. Ciò ha contribuito alla crisi di fiducia che sta minando sia la condizione del bilancio italiano sia la sopravvivenza della zona euro. Questo impasse adesso deve finire. I parlamentari italiani - e in particolare quelli che hanno contributo al recente incidente sulla legge finanziara poichè assenti dalla Camera dei Deputati - devono risolvere questa farsa, calando il sipario su un politico-plutocrate i cui risultati sono molto inferiori rispetto alle proprie esagerate valutazioni e alle aspettative di un elettorato disilluso da tempo. Le motivazioni che Berlusconi adduce per giustificare il motivo per cui dovrebbe rimanere sono più che deboli. Il settantacinquenne Presidente del Consiglio sostiene che solo lui può apportare stabilità politica all'Italia e che effettuerà le riforme economiche. Ma il suo operato è in contraddizione con le sue parole. La sua promessa di fornire stabilità politica è smentita dal numero di battute d'arresto e dalle defezioni sofferte dalla sua coalizione dopo l'ultimo voto di fiducia. Ad esempio, la sua promessa di scuotere l'economia italiana dell'offerta sembra stantìa proprio come i suoi risultati al governo, dove i suoi affari privati e gli interessi politici sono diventati quasi inseparabili. Se il governo cade, il Paese dovrà accelerare il processo di riforma dell'economia. In teoria, la riforma potrebbe essere realizzata da un governo di centro-destra guidato da un altro leader, ma la lealtà dei parlamentari al Presidente del Consiglio sembra escludere questa possibilità. L'opzione meno peggiore è quella di andare frettolosamente alle elezioni anticipate, magari dopo che un governo di transizione abbia preso dei provvedimenti per mantenere la disciplina fiscale del Paese e abbia cambiato la legge elettorale - profondamente impopolare - per permettere agli elettori di scegliere direttamente i loro rappresentanti. L'Italia deve salvare se stessa per salvare l'Europa. Il Parlamento dovrebbe tenerne conto nel voto di oggi. [Articolo originale "Silvio, time to go"] http://italiadallestero.info/archives/12596 |
Post n°6742 pubblicato il 20 Ottobre 2011 da lucarossi82
Cacciate Berlusconi dal governo
di Yascha Mounk- 19 ottobre 2011Pubblicato in: Austria Silvio Berlusconi non è solo una catastrofe per l'Italia, ma sta diventando anche un serio pericolo per l'euro. A questo punto la Germania e la Francia dovrebbero costringerlo a dimissioni immediate. Dobbiamo cacciare via Silvio Berlusconi dal potere, e subito. Berlusconi è stato un danno per l'Italia sin dall'inizio. È entrato in politica soprattutto per tutelare se stesso e i suoi fedelissimi dai processi legali. Si è ritagliato leggi su misura per proteggere gli interessi delle sue imprese. Si è lasciato sfuggire l'occasione di modernizzare economicamente il paese. E continua a danneggiare la reputazione dell'Italia con le sue scappatelle sessuali e le sue imbarazzanti barzellette. Più lento ed imprevedibile Questi due decenni, in cui il panorama politico italiano è stato dominato da Berlusconi, sono stati quindi anni persi per il paese. L'economia italiana è molto meno dinamica oggi che nel 1992. Il sistema giuridico è ancora più lento e imprevedibile. La disoccupazione giovanile è aumentata nuovamente. Il nord e il sud sono ancora più distanti. La Mafia, la Camorra e la 'Ndrangheta sono sempre più potenti. Nemmeno le tasse sono diminuite in maniera apprezzabile per l'italiano medio. Berlusconi è stato quindi sin dall'inizio una catastrofe per il suo paese. La situazione durante questi ultimi anni è talmente peggiorata, che la sua ulteriore permanenza ora causerebbe danni immediati ed irreparabili. Poiché negli ultimi mesi l'Italia è caduta in una profonda crisi economica. Senza un governo determinato, che con mano saggia eviti una bancarotta, Roma tra poco diventerà la nuova Atene - e trasformerà l'euro in carta straccia, dato che nemmeno il fondo di stabilità europeo con tutti gli ulteriori finanziamenti concessi fino a ieri, sarebbe in grado di sostenere una bancarotta italiana. Proprio durante questi mesi critici, Berlusconi si è permesso di nuovo il lusso di trovarsi al centro di clamorosi scandali sessuali, invischiato in difficoltà con la giustizia e in fondamentale contrasto con la sua coalizione al governo. A titolo di esempio: nelle stesse settimane, in cui Standard & Poor's declassava la solvibilità dell'Italia, è stato reso noto che, Berlusconi si vantava, di dedicarsi al suo mandato politico solo nel tempo libero - cioé in quelle poche ore, in cui non era impegnato con le sue "pupe". Nessuna meraviglia se poi i mercati finanziari si fidano poco di lui. Se gli astuti artisti della finanza oggi scommettono che l'Italia finirà presto indebitata fino al collo, questo dipende solo dal fatto che al potere continua ad esserci Berlusconi. La Merkel e Sarkozy dovrebbero costringere Berlusconi a rassegnare le dimissioni L'unica speranza per l'Italia e per l'euro perciò è una rapida sostituzione di Berlusconi con un Presidente del Consiglio al di sopra delle parti. Qualcuno come Mario Draghi, il governatore della Banca d'Italia, che sia capace e propenso a rischiare i passi necessari per l'abbattimento del debito pubblico e per la ripresa economica. Ma Berlusconi, del cui operato frattanto neanche un quarto degli italiani si dichiara soddisfatto, non si dimetterà di sua iniziativa. E siccome il suo partito è diventato un'associazione elettorale capeggiata da un dittatore da quattro soldi - e molti deputati eletti percepiscono un doppio stipendio in quanto assunti proprio nei quotidiani e nelle imprese di Berlusconi - l'impulso per un suo abbandono dell'incarico dovrà venire per forza dall'esterno. Per fortuna si prevede uno scenario semplice. Per il momento l'Italia può farsi prestare denaro solo in caso di necessità, poiché la BCE acquista titoli di stato italiani per miliardi di euro. Per cacciare Berlusconi dal potere, tutti i capi di governo degli altri paesi dell'eurozona dovrebbero solo chiedere pubblicamente le sue dimissioni. In alternativa, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy dovrebbero costringere gli altri partner europei a rifiutarsi di acquistare altri titoli di stato italiani. Berlusconi è una bomba ad orologeria Ma questa intromissione, ammettiamolo, drastica non solo è giustificata in quanto un bene per l'Italia, ma non sarebbe che la logica conseguenza di ciò che adesso è nell'interesse immediato dei singoli paesi della zona euro, ossia tagliar fuori dalla scena politica Berlusconi nel più breve tempo possibile. Finora sono stati gli elettori italiani a doversi vergognare per aver tollerato così a lungo Berlusconi. Ma se non ci diamo da fare in fretta, a breve avremo anche noi seri motivi per vergognarci, ma soprattutto dovremo pagarne le conseguenze, poiché Berlusconi è una bomba ad orologeria per l'euro e uno sgretolamento dell'euro sarebbe fatale anche per l'economia tedesca. [Articolo originale "Jagt Berlusconi aus dem Amt" di Yascha Mounk] http://italiadallestero.info/archives/12587 |
Applicazione Iphone in mini denunce
di Bruno Icher- 24 settembre 2011Pubblicato in: Francia « Phone Story » è un « serious game » [gioco creato per scopi che vanno al di là del puro divertimento, N.d.T.] che chiama in causa l'implacabile gruppo industriale dell'Iphone. Grazie ad una serie di mini giochi piuttosto riusciti, descrive le condizioni di lavoro disumane di quelli che prendono parte ad ogni tappa della fabbricazione del gadget più popolare del mondo. A cominciare dai bambini che muoiono di fame in Congo. Questi, sotto la minaccia delle mitragliatrici dei miliziani, estraggono il minerale indispensabile alla fabbricazione dei componenti elettronici dell'apparecchio. Continua poi con l'epidemia dei suicidi per defenestrazione in una fabbrica di Taiwan - in cui nel 2010 si sono ammazzate quattordici persone e tre nel 2011 - prima di concludersi con la dimostrazione dell'obsolescenza pianificata [deliberata progettazione di un prodotto con una vita utile limitata, N.d.T.] dell'apparecchio in occidente. Questo gioco, craeto da Molleindustria, studio italiano che aveva prodotto un altro gioco dal titolo sarcastico, Operation Pedopriest [Operazione pretofilia, N.d.T.], è riuscito nel miracolo di far apparire la sua « Phone Story » nella lista rigidamente controllata delle applicazioni di Itunes. Il 14 settembre, ossia 5 giorni dopo il suo lancio, Apple comunicava che Phone Story era definitivamente bandito dal suo catalogo. A sorpresa di tutti, Android ha ancora l'applicazione all'interno del proprio catalogo. [Articolo originale "Jeu l'Iphone en mini-dénonciations" di Bruno Icher] http://italiadallestero.info/archives/12446 |
La richiesta di deportazione o espulsione è pura fantasia. Non si può estradare con espedienti
di Wálter Fanganiello Maierovitch- 17 ottobre 2011Pubblicato in: Brasile Da dieci a venti, non supera lo zero la possibilità giuridica che il sanguinario e simulatore Cesare Battisti venga deportato dal Brasile a causa dell´annullamento del visto di permanenza proposto dal Ministero Pubblico di Brasilia [la Procura Federale, N.d.T.], come pubblicato sui giornali di questo venerdì 14 ottobre. Per il procuratore Hélio Heringer c'è stata illegalità nella concessione del visto di permanenza e di lavoro a Cesare Battisti in terre brasiliane. All´epoca il STF ebbe paura. Aveva correttamente revocato l´atto del ministro della Giustizia Tarso Genro che concedeva lo status di rifugiato all´assassino Battisti, in rottura con le decisioni dei diversi tribunali italiani (compresa la Corte di Cassazione) e della Corte dei Diritti Umani dell´Unione Europea, con sede a Strasburgo. Inoltre Genro aveva fatto a pezzi il trattato di cooperazione giudiziaria tra Brasile e Italia approvato dal Congresso. Come se non bastasse il STF, che aveva considerato che la decisione presidenziale avrebbe trovato un limite nel trattato, non la revocò, nonostante fosse palesemente arbitraria: si parla di sovranità, ma fu dispotica e arbitraria. Si pensi ad una decisione del presidente della Repubblica che concedesse l´estradizione di un brasiliano (la Costituzione lo vieta) e si dica che è sovrana. Appunto. Non si può, adesso, girare le spalle alla decisione presidenziale, anche se assurda e palesemente arbitraria e dispotica: l´ultimo giorno del suo mandato, Lula rifiutò la richiesta di estradizione di Battisti e la motivò con il rischio di attentato all´integrità fisica e alla vita di Battisti a causa dell´"esuberanza della democrazia italiana". Di fronte a questa follia di Lula, alcuni disinformati continuano a definire sovrana la decisione. Quel che è certo è che a Battisti rimane assicurata la permanenza e il lavoro. Non si può, come pretende il pubblico procuratore di Brasilia, revocare la decisione amministrativa concessiva del visto. Un´interpretazione contraria significherebbe revocare con un espediente la decisione di Lula e aprire la strada per alla consegna di Battisti alla Giustizia italiana. Inoltre lo Statuto dello Straniero è abbastanza chiaro. Nega la concessione del visto allo straniero condannato in un altro paese in un caso passibile di estradizione. In questo caso Battisti ha avuto l´estradizione negata. Le sue condanne non sono state - anche se è assurdo - considerate valide per ottenere l'estradizione. Notizia flash. L´azione del procuratore non avrà futuro. Non si può andare contro la logica giuridica. http://italiadallestero.info/archives/12567 |
mercoledì 19 ottobre 2011 Napolitano parla ... Berlusconi dorme!
Cerimonia per la consegna delle onorificenze ai cavalieri del lavoro nominati il 2 giugno scorso … prende parola il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano … e Silvio Berlusconi … dorme! Ma che cazzo fa la notte questo?
Video dal canale youtube, TheGianlucaTV http://www.stopcensura.com/2011/10/napolitano-parla-berlusconi-dorme.html |
POST IN EVIDENZA E NOTIZIE IMPORTANTI DEL GIORNO
GEAB n°59 (previsione economica, I PARTE)
GEAB n° 59 (previsione economica, II PARTE)
Dexia AM apre un ufficio a Dubai (Bluerating)
Promotori, questa volta il radiato è un professionista pavese (Bluerating)
Ubs, Ermotti taglierà 2.000 posti di lavoro nell'Investment Banking (Bluerating)
Lloyds BG chiude i nove mesi in profondo rosso (Bluerating)
Questa volta la Consob sospende un pf napoletano (Bluerating)
Banche, boom di uscite volontarie da Intesa Sanpaolo (Bluerating)
Credit Suisse si prepara ad altri mille tagli (Bluerating)
Consob, si allunga l'elenco delle società che operano senza autorizzazione (Bluerating)
Maxi frode da 8 mld in Grecia, boom di finti pensionati (Bluerating)
Megatruffa a Pescara, coinvolto un consulente (Bluerating)
E se il sistema economico fosse una truffa gigantesca? (Documentazione in Acrobat che dimostrerebbe la tesi del "signoraggio")
L'IMPERO OFF - SHORE DEL SIG. BERLUSCONI
La dittatura dei sorrisi (nuovo documentario su Berlusconi austriaco)
Inviato da: lucaclaudiaa
il 08/04/2016 alle 12:24
Inviato da: s.bernasconi45
il 05/10/2013 alle 10:51
Inviato da: vcorra70
il 17/01/2012 alle 12:56
Inviato da: maresogno67
il 08/11/2011 alle 22:48
Inviato da: pgmma
il 15/10/2011 alle 14:06