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Un blog creato da ciemmetre il 10/01/2007

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Calore

Post n°710 pubblicato il 10 Novembre 2015 da ciemmetre

E venne il tempo in cui giocai col fuoco e col calore; un semplice colpo di cursore e il combustibile aumentava e diminuiva. Incremento o decremento imponevano maggiore o minore lucentezza alla fiamma. La macchina fremeva e sudava come la mia fronte con gradi che saltavano su un monitor e tratteggiavano arabeschi in forma di grafici e di emissioni.

Gli esaustori mediani e di coda vomitavano gas, solfuri e co2, comandavo le macchine e loro servili, stavano ai miei desideri imposti dalla produzione. Erano forni rotanti da cinquanta metri; piccoli giocattoli rognosi e difficili. Dotati di un "carattere" difforme in cui un buon fornaciaio doveva e sapeva anticipare le mosse in base alle depressioni in linea e alle temperature in griglia e in testata. Erano tempi diversi, tempi in cui mi ponevo il problema del badge, della paga, della riuscita operativa, e delle consegne.

Ci fu un tempo in cui tutto questo cambiò. Mutarono gli equilibri e mutarono le sicurezze. Il posto di lavoro divenne una zattera in un mare in tempesta, arrivò il momento in cui dovetti fare delle scelte definitive che mi allontanarono da quelle macchine e da quell'ambiente: la fabbrica.

Venne il momento in cui dovetti fuggire fortunosamente ed entrare in un ufficio, rielaborare tutta la mia vita lavorativa, reinterpretarla e riadattarla a mutate esigenze. Tutt'ora sono in fase di adattamento e ancora adesso, da che la fiamma di quei forni è stata spenta da due anni, devo costringermi a pensare secondo canoni difformi.

La notte qualche volta mi sovviene di pensare alle giornate in tuta sporca di polvere e carbone, un rumore cupo; il canto del fuoco sparato nella bocca dei due forni in marcia. La luce accecante delle stelle e del materiale fuso che colava nella "Fuller", il ronzio dei ventilatori di raffreddo e la luce cupa del reparto di cottura.

Ho un'anima operaia, sono nato nella fabbrica nel 79 ed ho finito nel 2013, sono ancora un privilegiato perchè lavoro in un posto ambito da tantissimi con un contratto a tempo indeterminato.

Sono impiegato e le mie mani puzzano ancora di carbone.

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Commenti al Post:
aldo.giornoa64
aldo.giornoa64 il 10/11/15 alle 22:45 via WEB
CIAO CIEMMETRE, COMPLIMENTI PER IL POST. UNA SERENA NOTTE ED UN CARO SALUTO ALDO.
 
ciemmetre
ciemmetre il 10/11/15 alle 22:49 via WEB
Serena notte Aldo, serenissima anzi (per restare in tema veneziano suvvia)
 
fugadaipiombi
fugadaipiombi il 12/11/15 alle 19:01 via WEB
Splendido questo tuo delirio, mi incuriosisce questo continuo e incessante, intimo dialogo con te stesso, confesso che difficilmente vengo colpito da scrittori qui su libero...ogni tuo post, scritto molto bene, tra l'altro, con ritmo quasi serrato, è un pezzo di te che viene fuori, che vuol venire fuori, e rivela un'anima che non si arrende...
 
ciemmetre
ciemmetre il 12/11/15 alle 20:41 via WEB
Grazie, è un racconto a volte complesso che rivolta zolle in un terreno già arato più volte. Sia chiaro nulla di drammatico una semplicissima vita fatta di orari e di strutture ben definite, legata a stilemi produttivi; poi rimessa in discussione fino al raggiungimento di un "posto al sole" che rigenerasse un senso di stabilità ....l'evidente desiderio di raccontare e scrivere sempre in prima persona. Ahime'.
 
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