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Shrek - E vissero felici e contenti

Post n°23 pubblicato il 02 Settembre 2010 da cj_movie
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Sono cresciuti, hanno messo su famiglia e si preparano a chiudere la loro storia con la frase di rito: “E vissero felici e contenti”
Parliamo degli orchi di Mike Mitchell che, giunti al quarto capitolo della loro saga, si congedano dal pubblico che fin dal 2001 ha seguito le loro storie.

Peccato che, il nostro caro Shrek al momento non sembra molto felice e allo stress della famiglia e dei doveri coniugali preferisca i bei vecchi tempi quando la gente gridava spaventata in sua presenza o, al più, lo inseguiva con fiaccole e forconi.
Sembra così insoddisfatto di ciò che è diventato da desiderare un giorno da “orco pauroso” ed ecco che compare l’infido Tremolino, pronto a siglare un mefistofelico contratto alla Faust per esaudire il suo desiderio. Un patto che, però, nasconde molte insidie. 

Questo il plot attorno a cui ruotano le vicende dell’ultimo film DreamWorks, un omaggio a Frank Capra e alla sua "La vita è meravigliosa". Vecchi e personaggi e qualche nuova new entry che però, diciamolo, non brilla per spessore.

In effetti questo Shrek 4 non convince
La trama ha qualche trovata divertente ma siamo ben lontani dall’irriverenza e l’ironia che hanno caratterizzato il primo Shrek e che lo hanno reso famoso.
Sembra che il nostro amico orco abbia perso un po’ del suo smalto a favore di una psicologia più dolce e affettuosa e meno sguaiata, un cambio che fa storcere il naso. 

Non bastano gli occhioni languidi e la simpatia del gatto con gli stivali in versione XXL e una Fiona che sembra uscita da una sequenza di Braveheart… la pellicola non decolla.
Non è colpa degli effetti visivi sempre più dettagliati e di una grafica iper realistica, non è colpa della sceneggiatura che fa quel che può: è la drammatica sorte dei sequel che, salvo casi eccezionali (vedi la X-Man saga), sono destinati al lento abbandono del pubblico troppo facile preda del tedio.
Il resto è storia… purtroppo già passata.

c.j.

 
 
 

Pan - Francesco Dimitri

Post n°22 pubblicato il 18 Agosto 2010 da cj_movie
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Un libro stupendo.
Leggerlo è stato un piacere, scoprire Francesco Dimitri una bella sorpresa.
Geniale. Visionario, onirico. Un po' caotico, questo sì, molte tematiche affrontate tutte assieme, sì, molte leggende chiamate in causa, ancora sì.
E sì, in un altro testo queste cose mi avrebbero infastidito, ma qui sembrano essere integrate alla perfezione. Non si parla forse del delirio puro? Allora ben venga. Alcuni personaggi sono molto belli, alcune metafore stupende. 

E' un libro molto ben riuscito, poi, ovviamente, i gusti non si discutono, altri potrebbero trovarlo intollerabile e disastroso.
Non io. L'ho adorato. Sarà che uscivo da una serie di letture un po' deludenti...
L'ho divorato in breve tempo tanto era appassionante. Lo consiglierei a chiunque.
Il ritorno del dio Pan nelle strade della Città Eterna, lo scontro di Peter Pan con il nemico di sempre.

Maschere per nascondere altre maschere, leggende per nasconderne leggende.Come dice l'autore, a volte è solo questione di punti di vista...
Non me la sento neanche di contraddirlo...

c.j.

 
 
 

Una settimana di vacanza...

Post n°21 pubblicato il 17 Agosto 2010 da cj_movie

Una settimana per recuperare un po' di energie, per mettere ordine dentro e fuori casa. Una settimana per oziare e leggere (visto che sto scrivendo davvero poco in questo momento).
Ed ecco che ho investito tempo in alcuni titoli.

Devo dire che nell'ultimo periodo mi sono trovata con dei testi un po' deludenti, tanto che mi sono anche rifiutata, per principio, di dare una valutazione anche sommaria su anobii, almeno per la maggior parte dei testi, altri non mi sono espressa per altri motivi... comunque... devo dire che la prima cantonata è stata “L'ipnotista” che prometteva bene senza mantenere le aspettative.
Seguito a ruota da “Chie-Chan ed io”, Banana Yoshimoto ha saputo emozionarmi in maniera migliore con altre sua opere.

Non contenta ho detto, “ma sì, proviamo ancora Richard Bach” anche in questo caso un paio di titoli mi erano particolarmente cari... zappata su i piedi: “Un ponte sull'eternità” è stato lento, pesantino e privo di quella magia di cui erano pervasi i suoi precedenti libri.
Ende? Ok, proviamoci...
Lo specchio nello specchio – Un labirinto.
Titolo che da solo è bastato ad attirare la mia attenzione scatenando immagini e visioni oniriche. E poi l'autore ha sempre avuto tutta la mia stima.
Il risultato è che non saprei bene che cosa dire su questo testo. Visionario (sicuramente), un po' caotico e, almeno per quanto mi riguarda, un pochino ostico. Ha un suo fascino, senza dubbio, e dire che sia un brutto libro, questo no, non si può. Diciamo un filo sopra le righe, un libro per adulti dove la narrazione, con un movimento circolare, sfiora sempre il mondo del sogno e dell'immaginario, ma con tinte più cupe del solito Ende. In definitiva, questo libro è stata per me un'esperienza singolare

 

Ero sul punto di disperare...
poi ecco un mio carissimo amico che mi regala “Il bar sotto il mare”. Mi ci sono avvicinata con un po' di diffidenza ma devo dire che alla fine mi ha conquistato. L'ho trovato davvero carino.
Sulla scia dell'entusiasmo pesco un libro dalla pila dei miei “da leggere” e punto tutto sul 13 rosso, oppure è nero nella roulette? Chi lo sa... qualunque sia la cromia, ho vinto.
"13" è coinvolgente dalla prima all'ultima pagina. Possiede un ritmo con la dote di catturare l'attenzione del lettore, che diviene incapace di allontanarsi dalla narrazione. Scorrevole, dinamico... un buon libro, uno stile notevole. Che dire? Sicuramente da leggere. E anche se non sempre si condivide il punto di vista dei protagonisti narranti, il libro merita.

Ed ora?
Ed ora sono alle prese con “Pan” di Dimitri, che già mi sta entusiasmando. Speriamo che tenga duro fino alla fine.
Saprò dirlo a breve...

c.j.

 

 
 
 

Gli incubi di Hazel - Deeny Leander

Post n°20 pubblicato il 25 Giugno 2010 da cj_movie
Foto di cj_movie

Un libro dove non ci sono buoni, un libro dove non ci sono cattivi. O forse sì?
Difficile a volte distinguere nella linea di demarcazione fra una realtà e l'altra. Quest'opera prima ha il sapore amaro di una storia gotica dove i personaggi si muovono su sfondi mesti e cupi. A volte con comportamenti irritanti all'inverosimile.

Molti lo hanno paragonato ad “Alice nel paese delle meraviglie”, in effetti difficile non notare alcune somiglianze nella struttura narrativa che, di quando in quando, corre dietro a nonsense.
Ma soprattutto, almeno personalmente, il richiamo a Carroll è più evidente nei tratti caratteriali della piccola protagonista che troppo spesso risulta assai fastidiosa.

L'idea alla base del racconto è buona.
Lo è nell'ambiguità che fino alla fine lascia sospesi, indecisi nel “giudicare” i protagonisti e le loro azioni.
Da questo punto di vista il libro mi è piaciuto, ma il resto non mi ha convinta fino in fondo.
Originali li animali, l'ambientazioni e alcuni protagonisti potevano essere meglio definiti.
Un voto che supera appena la sufficienza, insomma. Speravo un qualcosa di più
c.j.

 
 
 

Cherudek - Valerio Evangelisti. Il fascino dei sogni d'ombra.

Post n°19 pubblicato il 03 Giugno 2010 da cj_movie

Ho finito uno dei libri di Valerio Evangelisti.
Non ricordo se il sesto o il settimo dei suoi, mi piace molto come scrittore, trovo che il suo modo di comporre una trama intrecciando diversi piani temporali e diverse storie che apparentemente non hanno niente in comune l'una con l'altra sia fantastico.
Questa volta è toccato a Cherudek.

Tortuoso, macchinoso e a tratti oscuro. Anche questo nuovo capitolo della saga dell'inquisitore Eymerich non differisce da quelli che lo hanno preceduto in quanto a costruzione narrativa.
Concepito come un quadro a più livelli che tornano a combaciare nel finale, il libro si dipana fra un passato oscuro e un tempo senza tempo dalle caratteristiche inquietanti.

Tetra ma affascinante l'ambientazione nella città avvolta dalla nebbia.
Possiede quella sostanza a metà strada fra sogno e incubo capace di far molta presa sul lettore, su di me di sicuro.
Dall'altra parte un nuovo caso di eresia nel nord della Francia, già teatro di uno dei processi più violenti orditi dall'inquisitore.

Su tutti domina, più che in altri, la figura Eymerich, la sua lucida, impassibile e geniale come sempre inventiva.
Come pochi “San Malvagio” risulta irritante ma, indubbiamente, non si può fare a meno di ammirare il suo acume.

Fra i libri dedicati all'inquisitore d'Aragona forse è fra quelli che più mi è piaciuto, fatta eccezione per “Il castello di Eymerich” che rimane, almeno per il momento, in cima alla mia personale "classifica Evangelisti".

c.j.

 
 
 
 
 

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Un blog di: cj_movie
Data di creazione: 19/06/2008
 

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