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Post N° 123

Post n°123 pubblicato il 13 Settembre 2007 da jinny1978
 


        Dominazioni straniere nel sud d'Italia

Gli arabi in Italia  

La conquista araba della Sicilia avviene nell' 827 anche se l'isola aveva subito in tempi precedenti molte incursioni musulmane delle quali si ha notizia fin dalla metą del VII secolo. Gli Arabi del resto, erano molto vicini, in quanto installati sulla sponda africana del Mediterraneo. Ifriqiya (cioč l'Africa del Nord) ha ormai il volto musulmano, ed č governata da emiri locali in pratica autonomi come in Spagna. La Sicilia č inoltre bersaglio molto interessante, in quanto, sottraendo ai Bizantini le basi navali dislocate sulla costa meridionale dell'isola, gli Arabi avrebbero il pieno controllo sul traffico navale nel Mediterraneo centro-occidentale.

Lo sbarco avviene a Mazara del Vallo, al comando della spedizione vi č Assad Ibn al-Firat che punta su Siracusa, la capitale, che perņ resiste. Cade Gergenti (Agrigento) e dopo un anno di lotta si arrende Palermo, che diventerą capitale. Siamo nell' 831. Successive sono la resa di Messina, Modica, Ragusa, passano dieci anni prima che si arrenda Castrogiovanni e venti prima che si arrenda Siracusa.

A questo punto gli Arabi vorrebbero invadere l'Italia Continentale, ma sono divisi da essa dallo Stretto di Messina. Per questo nuovo capitolo della storia ci vengono incontro le cronache latine del IX e dell' XI secolo. Si parla di Saraceni a Brindisi, a Taranto. Soggette a scorrerie saracene furono la Sardegna e la Corsica, ma maggiormente la Calabria, la Campagna e il Molise dove gli Arabi si insediarono per qualche tempo. Si ricordano il sacco del Monastero di Montecassino e quelli delle Basiliche di San Pietro e San Paolo a Roma e ancora, nel 935, erano in Liguria a Genova. Gli Arabi risalivano anche l'Adriatico verso Ancona, spingendosi fino a Cherso. Vanno considerati durevoli i due emirati di Taranto e Bari (dall' 847 all' 871).

Il primo emiro barese, Al-Khal Fun rilasciņ un diploma destinato a diventare un riferimento in tutti i secoli della conquista musulmana:
" Nel nome di Dio, clemente e misericordioso. Questa č sicurtą concessa dal servo di Dio, Omar, Principe dei Credenti, agli abitanti di Aclia. A tutti senza distinzioni, o malati o sani, egli garantisce la sicurtą per loro stessi, per i loro beni, per le loro chiese, per i loro crocefissi e per tutto ciņ che riguarda il loro culto . . . Non saranno maltrattati per causa della loro fede, né alcuno fra essi sarą danneggiato . ".

La Sicilia, dopo la conquista, gode di un periodo lungo di pace e prosperitą, viene inserita in un'area ricca, il mondo islamico, culturalmente ed economicamente. Il tutto viene favorito dalla facilitą delle comunicazione, la disponibilitą delle risorse produttivi, tecnologiche e ideologiche e dall'uso dell'arabo come lingua franca.
Religiosamente la Sicilia occidentale fu intensamente islamizzata , quasi al 50%. I Cristiani rimasti nell'Isola erano tollerati e protetti generalmente, ma nella condizione di dhimmī (comportava il pagamento di una tassa dagli aderenti ad una religione rivelata,  viventi sotto la protezione dell'autoritą musulmana).
I Musulmani di Sicilia hanno contributo intensamente allo sviluppo delle scienze teologiche:
Muhammad ben Khurāsān e Ismā'īl ben Khalaf nella raccolta e nell'approfondimento degli ahādīth. Assad ben al-Fūrat e Yahyā ben Umar nello studio di diritto o figh.
Abd Allāh, di origine siciliana, ha tradotto all'arabo un trattato greco di botanica di Dioscuride. Nelle scienze linguistiche ricordiamo Mūsā ben Asbagh, Abū abd-Allāh Muhammad al-Kattāni (1035-1118) e Sa'īd ben Fat'hūn. Come poeti siculo-arabi ricordiamo Abd al-Rahmān ben Hassan, Ja'far ben yūssuf e Ibn al-Khayyāt. A quel epoca era d'uso che i dotti si spostassero frequentemente nell'Umma (mondo islamico) sia per frequentare altri dotti, sia per apprendere o per insegnare. Questo rendeva abbastanza vivace la circolazione delle idee.

Sono i Fatimiti di Ifriqiya che delegarono i fedeli Kalbiti a rappresentare la sovranitą in Sicilia. Lo scenario č di discordie, rivolte di palazzo e delitti di Stato, incominciano a sorgere delle signorie locali e va anche fronteggiata la costante minaccia bizantina.

Nonostante l'arrivo di rinforzi dal Maghreb e l'eroica resistenza capeggiata da Ibn Abbāb (Benavet) Palermo cade nel 1072. La conquista normanna guidata da Ruggero il Guiscardo fu completata dopo 30 anni di guerra e fini nel 1091 con la caduta di Noto.
Finita la conquista Ruggero fece seguire una grande tolleranza per i Musulmani. Molti di loro furono arruolati come soldati in reparti speciali nel suo esercito. Nel 1111 viene incoronato Ruggero II, si faceva chiamare al-Mu'tazz bi-llāh e firmava spesso come al qiddīs (il re grande e venerabile), mantenne la Sicilia nella grande circolazione culturale e commerciale del mondo islamico. Per volere dello stesso re, il geografo Al-Sharif al-Idrissī, figura rappresentativa della comunitą islamica sicula, scrisse la famosa opera Al-Kitāb al-Rujāri (il libro di Ruggero), grande opera di geografia completata nel 1154. La sua corte era affidata anche ai funzionari di lingua e competenza araba; c'erano dei fityān (paggi), hājib (ciambellani), Janīb (aiutanti di campo), Jāmadār (addetti agli abiti) ecc . . .

La Sicilia ritorna cristiana con i Normanni, ma se furono lunghi i tempi della conquista, furono ancora pił lunghi quelli della scomparsa della cultura musulmana dall'isola. Il periodo di maggior fioritura artistica e culturale della Sicilia musulmana ha coinciso con i tempi della terza dinastia Kalbita, Palermo fu capitale di arti, lettere e soprattutto poesia, questa cittą divenne il faro di questa civiltą che si propagņ per tutta la Sicilia e giunse perfino a lambire il Mezzogiorno d'Italia. Non si contano gli influssi islamici nell'architettura, nella pittura, nella ceramica, nella decorazione per non parlare dei numerosi arabismi presenti nella nostra lingua ( libeccio, scirocco, darsena, tariffa, fondaco, gabello, elisir, sofą, zenit, ecc . . .) e nei numerosi toponimi: Alcamo, Marsala, Caltagirone, Sciacca, ecc . . .

La Cuba, un padiglione di caccia posto all'interno del parco. E' uno dei grandiosi edifici della Palermo normanna che riprendono in modo massiccio il gusto islamico per le forme architettoniche regolari.



 



 

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