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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

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sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 27/03/2015

 

Da “Tuttoscuola”

Post n°3317 pubblicato il 27 Marzo 2015 da fabiana.giallosole

Il Ddl Buona Scuola fermo al Colle

 

Il presidente Mattarella, a quanto sembra, procede con molto rigore nell'esame del ddl

Notizie di agenzia e voci degli ambienti parlamentari danno in stallo il ddl sulla Buona Scuola presso il Quirinale.

Atteso nella mattinata di giovedì 26 in Commissione Cultura alla Camera, è invece tuttora all'esame del Capo dello Stato.

Il presidente Mattarella, a quanto sembra, procede con molto rigore nell'esame del ddl, come ha fatto probabilmente (non ci sono conferme ufficiali), quando, ormai quasi un mese fa, il maxi-decreto legge sulla Buona Scuola venne all'improvviso bloccato per trasformarsi nel disegno di legge.

In questo modo i tempi per approvare la stabilizzazione dei centomila si fanno sempre più stretti, se non impossibili.

 

 
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Da “La Tecnica della Scuola”

Post n°3316 pubblicato il 27 Marzo 2015 da fabiana.giallosole

I prof vanno in vacanza con i sensi di colpa?

Lucio Ficara

I tre mesi di vacanza estiva sono una pura favola. Le brevi vacanze pasquali servono solo per "riprendere fiato" ma anche per correggere compiti e preparare le lezioni.

Stanno arrivando le vacanze di Pasqua e le aule delle scuole italiane si svuoteranno per almeno 5 giorni. Scorrendo i vari calendari scolastici regionali, di norma le vacanze pasquali andranno, in quasi tutte le regioni d'Italia, dal 2 fino al 7 aprile, con eccezione di Umbria e Abruzzo che prolungheranno le vacanze fino al giorno 8 aprile compreso. Si tratta di una breve vacanza di 6 giorni che serve a fare tirare il fiato a studenti e professori, impegnati quotidianamente a svolgere, con ritmi sostenuti, programmi scolastici molto ampi ed articolati.
Sarà vera vacanza per tutti i docenti? Purtroppo ci sono anche quei docenti che si porteranno a casa i compiti scritti fatti alla fine di marzo, per cui parlare di vera e propria vacanza in alcuni casi sembra un azzardo. Questi professori e professoresse impegneranno diverse ore delle giornate di vacanza, per correggere le centinaia di compiti dei propri alunni. Quindi vacanza per modo di dire per questi insegnanti. Eppure c'è chi, come ad esempio alcuni nostri politici, non perde occasione a sostenere che gli insegnanti godono di un eccessivo tempo di vacanza.
C'è chi  sostiene, maldestramente ed inopportunamente, che i docenti fruiscono di tre mesi di vacanza l'anno, quasi fossero dei nullafacenti che vengono stipendiati per stare sempre in vacanza. Si tenta di insinuare nei professori dei veri e propri sensi di colpa. Chi conosce la scuola, e sa bene quante energie intellettuali si sprecano per formare ed istruire intere scolaresche, dalla scuola dell'infanzia al liceo, sa anche che le vacanze servono per ritemprarsi e che sono indispensabili per la salute psicofisica dei docenti.
Il lavoro intellettuale del docente è molto usurante, perché non si limita allo svolgimento dell'attività frontale con la classe, ma continua, intensamente e deontologicamente, per grande parte della giornata, causando picchi di stress e di dispendio di energie notevoli. Quindi nessun senso di colpa nel fruire di qualche giornata di risposo, sempre se ciò è possibile.
Per quanto riguarda i tre mesi estivi di vacanza, tanto pubblicizzati da alcuni politici incompetenti di scuola, siamo alla pura mistificazione della realtà. Gli insegnanti in vacanza per tre mesi? Ma quando mai! Chi lo sostiene è in malafede e magari , facendo tali affermazioni, tenta di costituirsi un paravento giustificativo per i prossimi provvedimenti parlamentari che saranno fatti sulla scuola. Incominciamo a dire che il docente fruisce contrattualmente di 36 giorni di ferie, che può richiedere nei soli mesi di luglio e di agosto. Quindi un docente che decidesse di andare in ferie il primo di luglio 2015, fruendo dei 36 giorni di ferie, dovrà tornare in servizio a scuola il giorno 18 agosto. Bisogna anche tenere conto che di norma fino alla metà del mese di luglio ci sono, almeno nelle scuole secondarie di secondo grado, gli esami di Stato, e che intorno al 25 agosto si riprende con gli esami del debito scolastico. E poi non si tiene conto che per concludere un anno scolastico e per avviare quello successivo, ci sono diversi docenti che lavorano anche l'estate. Ma di cosa parlano i politicanti che non conoscono la realtà delle scuole? Abbiano la compiacenza di tacere e pensare alle cose urgenti di cui il Paese ha bisogno, sapendo che i docenti non hanno sensi di colpa ma piuttosto si sentono troppo accusati ingiustamente.

 

 
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Da “La Repubblica”

Post n°3315 pubblicato il 27 Marzo 2015 da fabiana.giallosole

Scuola, autonomia a metà per i presidi: più poteri ma il fondo cassa resta alla Banca d'Italia

La riforma del governo vara nuovi strumenti finanziari per i dirigenti scolastici. Ma resta in vigore legge del governo Monti del 2012 che assoggetta il sistema scolastico alla Tesoreria unica

Cinzia Gubbini

SI fa presto a dire autonomia, ma senza soldi è più difficile. E la riforma della scuola che presto arriverà in Parlamento nasconde una contraddizione. Da una parte immagina un dirigente scolastico-sindaco, che deve preoccuparsi anche di trovare risorse. A questo scopo vengono forniti anche strumenti finanziari nuovi, come il 5x1000 o lo 'school bonus', che prevede uno sgravio per tutti coloro che faranno donazioni a una istituzione scolastica. Dall'altra però il ddl non restituisce ai dirigenti scolastici il fondo cassa che fino a pochi anni fa potevano gestire direttamente individuando tramite bando una "banca tesoriera". Dal 2012 tutto è tornato in mano allo Stato, e le scuole non hanno più una loro cassa autonoma, ma solo una "banca cassiera" su cui è depositato un conto corrente che fa da interfaccia con la Tesoreria unica.

Il ratto delle risorse scolastiche. La legge che ha centralizzato tutti i soldi delle scuole in Banca d'Italia è la 135 del 7 agosto 2012, ovvero la Spending Review del governo Monti. Tra le tante misure di contenimento della spesa pubblica venne deciso anche "l'assoggettamento del sistema scolastico al sistema di Tesoreria unica". Secondo il ministero dell'Istruzione fu un modo per dare maggiore autonomia alle scuole, assicurando un rapporto meno burocratico nell'assegnazione dei fondi statali. Fatto sta che le scuole da allora sono obbligate a depositare in Banca d'Italia tutto: non solo i finanziamenti statali, ma anche i denari che  -  chi per un verso chi per un altro  -  i dirigenti scolastici erano riusciti a racimolare come il contributo volontario dei genitori, le donazioni di sponsor, lasciti liberali. Ovviamente la maggior parte delle scuole non conservava chissà quale tesoro in banca. Ma c'è chi qualche soldo lo aveva: basti pensare che la circolare inoltrata dal Ministero dell'Economia a tutte le scuole nel novembre 2012 specifica che con il passaggio alla Tesoreria Unica non sarebbe più stato possibile investire in prodotti finanziari, eccezion fatta per gli acquisti dei Buoni del Tesoro. Ovvero: qualche scuola aveva anche messo a frutto i soldi raccolti in proprio, magari legandoli a qualche deposito o comprando bot. Il passaggio alla Banca d'Italia ha obbligato alla smobilitazione di tutti gli investimenti finanziari, eccezion fatta per i titoli di stato italiani, che non sono stati liquidati.

Un affare per lo Stato, una "fregatura" per le scuole. Ma perché venne scelta la via della centralizzazione? Il dragaggio nazionale delle risorse scolastiche portò a un risparmio per la finanza pubblica. Il comunicato stampa di presentazione della Spending Review spiegava senza girarci intorno (http://www. governo. it/Presidenza/Comunicati/testo_int. asp?d=68656) : "In questo modo Banca d'Italia disporrà di una maggiore disponibilità di cassa di circa 1 Miliardo di euro, con conseguente economia data dal miglioramento dei saldi di cassa e una minore spesa di interessi sul debito pubblico quantificabile in circa 8 milioni per il 2012 e 29 milioni a regime. Le scuole a questo punto potranno gestire la propria liquidità come fanno già ora gli enti di ricerca". Insomma, quei soldi "rubati" alle scuole servivano allo Stato per migliorare i conti. Peccato che per i dirigenti scolastici la novità abbia comportato minore autonomia e un aggravio di spese: "Non tanto nella gestione delle risorse: ogni scuola ha la sua contabilità, e quando si chiedono i soldi alla banca cassiera arrivano  -  racconta Gianni Carlini, responsabile dei dirigenti scolastici della Flc Cgil - Certamente, però, avere un rapporto finanziario con una banca portava a qualche benefit, oltre che la possibilità di trattare sugli interessi. Adesso invece  -  dice ancora Carlini  -  alla scuola sono rimaste solo le spese da pagare per il mantenimento di un conto in banca che serve da giroconto alla Tesoreria unica". Carlini ci tiene a precisare che il recupero dell'autonomia finanziaria non è tra le prime priorità su cui controbattere alla riforma della scuola: "Il nostro punto  -  precisa  -  è che con la riforma si sta tentando per l'ennesima volta di tagliare fondi alle scuole, chiedendo ai dirigenti scolastici di trovarsi i soldi con il 5x1000 o lo school bonus". Tuttavia il dirigente scolastico della Cgil ricorda che il sistema della Tesoreria Unica nasconde insidie finanziarie tutte a scapito delle scuole, a partire da quell'1% di interessi corrisposto dalla Banca d'Italia comunque vadano le cose. Probabile che con una trattativa in banca si potrebbe strappare qualcosa di più.

Un'autonomia a metà. Ora che i dirigenti scolastici vengono spronati ad aprirsi al territorio, cercando nuovi modi per attirare finanziamenti verso la scuola, il fatto di non avere un proprio fondo cassa potrebbe essere controproducente. "Siamo favorevoli a ogni innovazione che comporti una maggiore autonomia della scuola, dalle innovazioni didattiche alle innovazioni finanziarie e economiche come il 5x1000  -  dice Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale dirigenti scolastici  -  è certo però che poi queste innovazioni vanno sostanziate con una reale autonomia della scuola".

Il ministero: la Tesoreria Unica è una agevolazione. Per ora non si prevedono cambiamenti sul fronte del fondo cassa. I soldi delle scuole restano custoditi alla Banca d'Italia. Anche perché, secondo il ministero dell'Istruzione: "L'obiettivo della legge del 2012 non era dare minore autonomia alle scuole. E' cambiato certamente il luogo dove vengono appoggiate le risorse. Ma non c'era e non c'è intenzione di limitare l'autonomia delle scuole. Il ddl in arrivo in Parlamento va nella direzione di lasciare la massima autonomia alle scuole". 

 

 
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Da “Tuttoscuola”

Post n°3314 pubblicato il 27 Marzo 2015 da fabiana.giallosole

Reiterazione dei contratti, Puglisi disponibile a revisione dell'art. 12

Si tratta dell'imbarazzante comma 1 dell'art. 12 della bozza del ddl sulla buona scuola, che va ad escludere dalla stipula di contratti a tempo determinato il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, che abbia maturato o andrà a maturare oltre 36 mesi, anche non consecutivi, per la copertura di posti vacanti e disponibili.

Lo avevamo definito "comma 'naif'" e sembra che anche la maggioranza ne stia prendendo coscienza. Si tratta dell'imbarazzante comma 1 dell'art. 12 della bozza del ddl sulla buona scuola, che va ad escludere dalla stipula di contratti a tempo determinato il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, che abbia maturato o andrà a maturare oltre 36 mesi, anche non consecutivi, per la copertura di posti vacanti e disponibili.

La norma infatti sembra andare a colpire le conseguenze dell'abuso da parte dell'amministrazione di contratti a tempo determinato, piuttosto che le cause, e andrebbe a determinare esiti paradossali presso i naturali destinatari di una supplenza, che verrebbero 'saltati' a beneficio di colleghi con un minore punteggio in graduatoria.

La conferma arriva da un resoconto della Flc Cgil circa l'incontro avuto nella giornata di ieri con la senatrice Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale del Pd. La parlamentare democratica, scrive il sindacato di via Leopoldo Serra "sulla questione del precariato e la II fascia (...) è d'accordo con i sindacati: l'articolo 12 va sicuramente rivisto".

Se la maggioranza avrà la forza di rivedere le proprie posizioni anche sulla volontà di non scorrere più la graduatoria di merito dell'ultimo concorso ai fini assunzionali e contestualmente di sopprimerne l'efficacia, sarà un ulteriore atto di grande intelligenza politica.

 

 
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Da “OrizzonteScuola”

Post n°3313 pubblicato il 27 Marzo 2015 da fabiana.giallosole

Buona Scuola. Dal 1° settembre chi sostituirà i vicepresidi?

di redazione

Anief - Nell'ultimo quinquennio la categoria dei vicari è stata mortificata: prima è sparita l'indennità di reggenza (2010-2011), poi negata la qualifica di mansione superiore (2012-2014) e infine cancellati del tutto gli esoneri (con la Legge di Stabilità 2015).

Come se non bastasse, non è stata assegnata nemmeno più una quota di posti riservata all'interno dei concorsi per dirigenti scolastici. E neanche un riconoscimento giuridico nei contratti sindacali.

La mancata adozione dell'organico funzionale porterà gli istituti nel caos, perché con la Legge di Stabilità i vicari dei presidi sono stati cancellati e la nuova organizzazione scolastica, che avrebbe dovuto introdurre delle nuove figure a sostegno dei dirigenti, tarda ad arrivare visto che il decreto legge di riforma per gli atti più urgenti è stato inglobato in un ddl dai tempi molto più lunghi. Con il risultato che dal 1° settembre 2015, per almeno 1.500 scuole autonome e diverse migliaia di plessi distaccati si prevede una gestione davvero ad alto rischio: tutte quelle prive di preside e affidate in reggenza, infatti, dovranno fare a meno degli attuali vicari, i quali per effetto dell'ultima ex Legge Finanziaria dovranno rientrare in classe. Chi li sostituirà rimane un mistero.

Ma anche una volta approvata la riforma sulla cosiddetta 'Buona Scuola', si presume quindi con effetti sull'anno scolastico 2016/17, le cose non andranno molto meglio. Perché si perderà la professionalità maturata da chi si è ritrovato a reggere sempre più plessi in questi ultimi anni, durante i quali il dimensionamento scolastico ha ridotto un terzo delle scuole autonome. Verranno meno, per meri motivi economici, dei seri professionisti che hanno coordinato il servizio scolastico, quasi sempre senza l'apporto diretto del preside, pur essendo stata loro negata quell'indennità di reggenza spettante al 50% quando si sostituisce il dirigente scolastico per più di 15 giorni o si riceve l'incarico di reggere uno o più plessi.

Dal 2010, infatti, i governi che si sono susseguiti hanno man mano svilito la figura del vice-dirigente nella scuola, con il silenzio-assenso del sindacato tradizionale: prima ne hanno mortificato la qualifica sottraendo loro l'indennità di reggenza (2010-2011), poi negandogli la qualifica di mansione superiore (2012-2014, attraverso l'applicazione dell'art. 14, comma 22, del dl n. 95, convertito nella Legge 135/2012) e infine cancellando del tutto gli esoneri e affidandone l'incarico all'organico funzionale (con la Legge di Stabilità 2015). Come se non bastasse non è stata assegnata nemmeno più una quota di posti riservata all'interno dei concorsi per dirigenti scolastici. E neanche un riconoscimento giuridico nei contratti sindacali.

"La mazzata finale alla categoria dei collaboratori del preside- spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione - è arrivata con l'ultima Legge di Stabilità, che ha introdotto tre membri dello staff a sostegno del dirigente scolastico, ma nessuno con la funzione di vicario. Tanto, ha fatto anche sapere la Ragioneria dello Stato, ci saranno precari o i sovrannumerari confluiti in organico funzionale, già pagati dallo Stato, a disposizione del dirigente scolastico per essere utilizzati come collaboratori. E l'esperienza maturata da chi ha retto le nostre scuole in questi anni? Nessun riconoscimento giuridico nell'ultimo CCNL 2006/2009 - dove il compenso previsto non è stato più erogato".

Anief non ci sta: "nel ddl La Buona Scuola serve un emendamento che continui a mantenere in vita il ruolo dei vicari dei presidi. Il sindacato ha inoltre calcolato che un vicario ha diritto al recupero dell'indennità di reggenza negata - per il periodo 2010-2015 - di una cifra che varia, a seconda del numero di alunni iscritti all'istituto, dai 5mila ai 10mila euro l'anno. Per questo abbiamo deciso di fare ricorso in tribunale, ricordando agli interessati che la prescrizione per il risarcimento economico è quinquennale", conclude Pacifico.

Per l'adesione al ricorso relativo alla restituzione dell'indennità di reggenza, Anief ha predisposto una apposita sezione on line.

 

 
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Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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