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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 09/10/2015

 

Buona scuola

Post n°4042 pubblicato il 09 Ottobre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “Left”


Buona scuola, è ribellione al Sud: «Alternanza scuola-lavoro? Ma dove?»


Tre consigli comunali del Mezzogiorno hanno votato una mozione contro la legge 107, indirizzandola al presidente del Consiglio e ai presidenti delle Camere

di Donatella Coccoli

Sarà una goccia in mezzo al mare, ma comunque è simbolica, segno di un malessere profondo. Il Sud si ribella alla Buona scuola. Tre consigli comunali del Mezzogiorno hanno votato una mozione contro la legge 107, indirizzandola al presidente del Consiglio e ai presidenti delle Camere. Sono Gravina di Puglia (che aveva bocciato la riforma renziana quando ancora era un ddl), Lamezia Terme (Catanzaro) e Cinquefrondi (Reggio Calabria). «È un sostegno alla lotta degli insegnanti, contro la controriforma della scuola», afferma Michele Conìa, giovane sindaco di Cinquefrondi, a capo di una giunta che fa capo alla lista civica di sinistra Progetto Rinascita. Il consiglio comunale ieri ha approvato l’ordine del giorno anti Legge 107.

«Al Sud la situazione è particolarmente drammatica soprattutto perché le diseguaglianze sono sotto gli occhi di tutti», aggiunge Rosanna Giovinazzo, docente che fa parte del collettivo insegnanti calabresi Partigiani della scuola, uno dei comitati più combattivi nell’ultimo anno nella lotta contro la Buona scuola. Quali sono le principali storture che in un territorio come quello della piana di Gioia Tauro, circa 200mila abitanti, un tasso di disoccupazione altissimo e il problema della dispersione scolastica? Prendiamo uno dei capisaldi della Buona scuola, l’alternanza scuola-lavoro. «Dove potranno andare gli studenti, per esempio degli istituti tecnici occupati per 400 ore nel triennio? In un supermercato, in un oleificio?», sottolinea la docente. Il rischio che con l’alternanza scuola-lavoro si vada incontro ad uno sfruttamento del lavoro giovanile è evidente. Un altro aspetto è quello legato alle erogazioni liberali, lo School Bonus che permette ai privati che effettuano donazioni di detrarne il 65 % dalle tasse. «Chi vuole che venga a finanziare l’ultima scuola della Calabria?», si chiede l’insegnante. Chiara la sperequazione tra territori come quello calabrese e quello di altre regioni, soprattutto del Nord, dove privati, fondazioni e imprese da tempo “aiutano” le scuole.

Come si legge anche nella mozione votata dal consiglio comunale di Cinquefrondi è anche il sistema di valutazione a essere fortemente criticato. Cioè la formazione dei comitati di cui fanno parte anche studenti e genitori e che dovranno scegliere i docenti a cui andrà il bonus in denaro. «I criteri di valutazione del merito dei docenti vanno stabiliti per legge, e non attribuiti a scelte discrezionali di dirigenti scolastici o comitati di cui fanno parte membri esterni, genitori e studenti, che non sono né ben informati sul rendimento, né imparziali. Infatti, l’art 97 della Costituzione stabilisce che “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione»», si legge nell’ordine del giorno.

La mozione del piccolo comune calabrese dopo aver valutato tutti i punti critici della Legge 107 considerato che «il mondo della scuola è un settore di primaria importanza, al quale tutti dobbiamo volgere il nostro interesse e le nostre fondate preoccupazioni», delibera infine, «di esprimere solidarietà e soprattutto pieno appoggio alle iniziative, pienamente condivisibili, anche in riferimento alla tutela dei fondamentali diritti costituzionali, degli insegnanti calabresi e di tutt’Italia». Una presa di posizione che non avrà certo ripercussioni sull’effettiva attuazione della legge, ma che ben rappresenta un disagio diffuso in tutta Italia. Intanto, il 9 ottobre si terrà la manifestazione degli studenti “Vogliamo potere” in oltre 90 città italiane e entro novembre è prevista una mobilitazione del mondo docente. Mentre, va detto, il percorso della legge segna qualche ritardo, visto che la presentazione del Pof (il piano dell’offerta formativa) da presentarsi entro la fine di ottobre slitta a gennaio 2016.

 

 
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PRECARI STORICI

Post n°4041 pubblicato il 09 Ottobre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


Precari storici assunti d’ufficio? La Consulta si esprimerà il 17 maggio


Alessandro Giuliani

 

La Corte Costituzionale ha fissato l’attesa udienza, rinviato a giugno, sulla legittimità della normativa italiana sui contratti di lavoro a termine: si svolgerà il 17 maggio 2016.

Arriverà quindi con quasi un anno di ritardo quel parere che i giudici della Consulta avrebbero rendere noti, su spinta della Corte di Giustizia europea, come indicato nella sentenza dello scorso 26 novembre. Quella sulla reiterazione dei contratti a termine di docenti e Ata, oltre i 36 mesi, è del resto un partita delicata. Con se lo Stato italiano dovesse perdere, comporterebbe un danno considerevole per l’erario. Perché assieme alla stabilizzazione, un precario con titoli, con almeno 36 mesi di servizio, dovrebbe mediamente percepire attorno ai 25mila euro di risarcimento.

Che per i legali dell’Anief andrebbero assegnati a tutti i 200mila abilitati rimasti fuori dal piano di assunzioni della Buona Scuola: "sono interessati 55mila diplomati magistrali, circa 20mila abilitati con Tfa e 60mila Pas, più diverse migliaia di abilitati con i corsi di Scienze della formazione primaria dopo il 2011. A cui si aggiungono 70mila docenti precari rimasti nelle GaE. In molti casi anche per l’ostinazione del Miur a non realizzare una seria ricognizione dei posti in organico di diritto”.

Ora, se tutti dovessero avanzare richieste di risarcimento, il danno potenziale per l’erario pari a qualcosa come 5 miliardi di euro. Una cifra enorme. Che, probabilmente, sta mettendo in crisi i giudici della Corte Costituzionale.  

Ma non i sindacati, che già gongolano al pensiero di veder vinta una battaglia di principio e di sostanza. “Come noto – scrive la Flc-Cgil - su questa materia la Corte di Giustizia europea ha già da tempo espresso il proprio giudizio negativo. Risale infatti al 26 novembre 2014 la pronuncia con cui la Corte di Lussemburgo ha pesantemente censurato lo Stato italiano per l’abuso dei contratti a termine nel comparto scuola. Ora da mesi i precari della scuola, che in gran numero hanno avviato una vertenza per avere riconosciuto il proprio diritto alla stabilizzazione dopo tanti anni di supplenza, aspettano che anche la Corte Costituzionale si esprima finalmente e coerentemente su tale materia”.

“Questa vertenza assume ancor più rilevanza a fronte di un piano di assunzioni varato dal Governo che esclude ancora tanti lavoratori precari (docenti e ATA) che avrebbero titoli e requisiti per poter essere immessi in ruolo. La Flc-Cgil con i propri legali, dopo essere già intervenuta nella causa svoltasi presso la Corte di Lussemburgo, parteciperà anche alla discussione del giudizio in Corte Costituzionale e proseguirà con tutte le ulteriori iniziative che si renderanno necessarie - tanto sul piano legale che sindacale - per soddisfare i diritti legittimi dei lavoratori precari”.

Per l’Anief, la platea di docenti coinvolti nella sentenza della Consulta è enorme: “all’udienza del prossimo 17 maggio sono pure interessati i 55mila precari che verranno immessi in ruolo con la Fase C del potenziamento delle scuola, i quali tra l’altro non sanno ancora cosa andranno a fare e ad insegnare: perché essendo un’individuazione solo di tipo giuridico, la loro nomina verrà posticipata di un anno, a settembre 2016, mentre doveva e poteva essere attuata molto prima. Inoltre, ci sono tutti gli assunti della fase B e C della riforma, almeno 10mila docenti, costretti sotto ricatto a sottoscrivere l’immissione in ruolo a centinaia di chilometri da casa: per costoro, il sindacato ha già predisposto un ricorso specifico, che verrà presentato a fine mese nel corso della Conferenza organizzativa dei legali organizzata dall’Anief. L’intenzione è dare loro una seria opportunità di essere collocati dal Miur nella medesima provincia dove per anni hanno operato come docenti precari”.

“L’espressione della Corte Costituzione – incalza il presidente Anief, Marcello Pacifico – diventa quindi l’ultimo anello per completare quel processo di avvicinamento alla normativa europea sul diritto al lavoro e sulla lotta al precariato reiterato negli anni. E avrà effetti diretti pure sulla concessione, anche questa già sufficientemente consolidata, degli scatti di anzianità comprensivi del periodo di precariato, del pagamento dei mesi estivi e di tutte quelle indennità che vengono negate ai supplenti in mancanza di ragioni sostitutive”. 

 
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Studenti

Post n°4040 pubblicato il 09 Ottobre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “OrizzonteScuola”


Studenti scendono in piazza contro riforma scuola. Per gli organizzatori 60mila manifestanti


di redazione

 


Manifestazioni in tutta Italia, qualche disordine, a Napoli vernice rossa e uova a Milano imbrattano la Unicredit.

Sono, secondo gli organizzatori, in 60mila a scendere in piazza contro la Buona scuola. Gli studenti si sono fatti sentire nelle principali piazze, una novantina in tutto.

Nelle principali anche qualche disordine. Uova e vernice rossa sono stati lanciati durante il corteo degli studenti a Napoli. Nel mirino dei manifestanti la sede dell'agenzia di lavoro Manpower segnata così di rosso.

A Milano i manifestanti sono oltre un migliaio tra studenti e militanti dei centri sociali.

I manifestanti si sono riuniti attorno in largo Cairoli e circa mezz'ora dopo alcuni contestatori si sono arrampicati sul monumento equestre della piazza e hanno lanciato alcuni fumogeni per attirare l'attenzione. Durante il percorso, un gruppo di manifestanti ha imbrattato le scale e la facciata della sede di Unicredit in piazza Cordusio.

Circa 60.000 studenti si sono mobilitati oggi in oltre 90 città per l'istruzione gratuita, il diritto allo studio, il reddito, il diritto all'accoglienza, la libertà di movimento. Dichiara Alberto Irone, portavoce Nazionale Rete Studenti Medi: "Migliaia e migliaia gli studenti e le studentesse oggi nelle piazze italiane. Piazze pacifiche, propositive, che non sono altro che il culmine di un processo di mobilitazione iniziato l'anno scorso, fatto di informazione e formazione, assemblee, dibattiti ed elaborazione di idee e proposte complete da parte degli studenti, a partire dalle scuole. Vogliamo una scuola buona per davvero, che sia sufficientemente finanziata con soldi pubblici e non soggetta alle necessità dei privati, una scuola in cui è possibile studiare a costo zero e in cui il diritto allo studio è attuato, una scuola in cui grazie all'integrazione, all'inclusione e alla cooperazione non si lascia indietro nessuno. Vogliamo una scuola buona per davvero."

Dichiara Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale Unione degli Universitari: "Studenti medi ed universitari uniti in piazza per lanciare un messaggio chiaro: scuola ed università devono essere necessariamente unite nel processo di riforma, processo che va portato avanti con il pieno coinvolgimento dei principali protagonisti: noi studenti. Nel momento in cui anche il diritto allo studio universitario viene messo ancora più in dubbio a causa di tagli ai finanziamenti noi rispondiamo che l'accesso all'università deve essere garantito a tutti e tutte senza impedimenti di tipo economico o sbarramenti in entrata come il numero chiuso ed il numero programmato."

Concludono Irone e Dionisio: "Il mondo dell'istruzione è stato messo sotto attacco dal governo. Si è cercato di far passare logiche sbagliate e dannose nascondendosi dietro il loro malfunzionamento. Noi sappiamo che se oggi scuola ed università non sono luoghi del sapere accessibili ed efficienti è anche, e soprattutto, a causa di scelte sbagliate portate avanti negli anni precedenti, senza il coinvolgimento degli studenti. E' il momento di rivoluzionare il sistema di istruzione pubblico in Italia, ma per farlo è imprescindibile il contributo di noi studenti."

 

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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