DarkSoul

La mia vita dopo la tossicodipendenza

 

ORA SONO LIBERO

Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.

 

PENTIMENTO

         

Io rimpiango

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 16
 

ULTIME VISITE AL BLOG

CherryslMaheocassetta2karen_71g.paolo05mygangstaMiele.Speziato0anastomosidisabbiaQuartoProvvisoriodony686marabertowbryseide2010lucylla_sdigor_2007sparusola
 

ULTIMI COMMENTI

Un saluto dal 2024
Inviato da: cassetta2
il 14/01/2024 alle 03:31
 
grazie mille! spero tutto bene,
Inviato da: mygangsta
il 21/12/2023 alle 22:10
 
Se il tuo compleanno ti ha riportato su questa pagina è...
Inviato da: Cherrysl
il 05/12/2023 alle 16:57
 
sì è sicuramente come essere in vacanza però per quanto...
Inviato da: mygangsta
il 22/07/2023 alle 22:41
 
Però stare dove stai tu è quasi come essere in vacanza...
Inviato da: Cherrysl
il 16/07/2023 alle 19:18
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Prima della dipendenza, ...Le sostanze e i loro incubi »

Era mio padre

Post n°199 pubblicato il 02 Marzo 2015 da mygangsta

Ammirevoli sono i genitori che riescono a perdonare i figli. A riaccoglierli e riabilitarli anche dopo errori madornali.

Colui che era mio padre, invece, non ce l'ha fatta. E penso proprio a lui ora, nella sera del suo compleanno. Nel giorno in cui ha festeggiato con gli amici e la famiglia, ma non con il figlio. E penso che quest'ombra gli abbia oscurato anche la cena della festa.

Ma, in fondo, posso capirlo. Quando i medici del 118, riferendosi a me, gli dissero "overdose" lui cadde a terra sotto il peso di una notizia che mai e poi mai avrebbe sospettato.

Troppo duro il colpo, un vero shock. Il caro figlio, che lui amava così tanto, in realtà si faceva da anni.

Insopportabile, imperdonabile.

Mi salvò la vita ma, qualche giorno dopo, venne a dirmi che era finita. Che portava in sè il ricordo di un figlio cui aveva voluto davvero bene ma che non esisteva più.

Non lo vidi più per tutti i due anni e mezzo di comunità. Lo rividi poi, di sfuggita, quando la mia seconda vita era già iniziata. Non mi disse nulla e se ne andò per la sua strada ma mi bastarono pochi istanti per capire quanto male io gli avessi fatto.

Cercai il suo perdono, certo. Volevo almeno un incontro e, per varie intercessioni, infine si presentò all'appuntamento e ascoltò le mie parole in silenzio. Poi, disse: "Non ti serve il pentimento adesso. Avresti dovuto pentirti subito, alla prima canna. Se tu fossi venuto da me allora, avremmo chiarito la situazione e niente sarebbe stato. Invece hai proseguito con sostanze sempre peggiori fino a rischiare la vita. Questo non è perdonabile. Ormai non puoi più porre rimedio a quanto hai fatto. Pensaci, avrai il rimorso per sempre. Non sarà facile vivere così. Non tornerai mai indietro qualunque cosa tu faccia. Abbiamo perso tutti e ormai non c'è più soluzione".

Poi se ne andò e, da allora, a tutto ciò che organizza personalmente in famiglia non ammette la mia presenza. Se mi trovo a passare da quella casa o si ritira in camera o si trincera dietro un quotidiano o la tv.

Ha avuto ragione, non è semplice vivere con la consapevolezza di non poter tornare indietro e porre rimedio all'errore commesso. Le sue parole sono state profetiche.

Per me è durissima ma per lui non è certo meglio. Io ho costretto i miei genitori a vivere un'esperienza da incubo, qualcosa che nessun genitore si augurerebbe mai di vivere, li ho messi di fronte a una delusione enorme, difficilmente metabolizzabile.

Ma ora, con la mia nuova vita, vorrei essere per loro il figlio migliore. E con mia madre che mi ha perdonato, ciò è già accaduto.

Certo è che a fare uso di sostanze è più quello che si perde che quello che si guadagna.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/dark666/trackback.php?msg=13135434

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Cherrysl
Cherrysl il 03/03/15 alle 10:20 via WEB
E' commovente questo tuo post. Tuo padre ha voluto chiudere il suo cuore, ma è stata solo una sua scelta. Tua madre, invece, ha capito e ti ha riaccolto a braccia aperte, perchè in lei ha prevalso l'amore...
 
 
mygangsta
mygangsta il 04/03/15 alle 00:50 via WEB
purtroppo non è mai riuscito a perdonare il mio folle gesto. peccato. almeno con mia madre posso essere il figlio migliore, è tornato il sereno da tempo...
 
manuelazen
manuelazen il 03/03/15 alle 22:46 via WEB
Mi sembra di aver capito da alcuni dei commenti che ti chiami Massimo e mi permetto di chiamarti così anche se non ci siamo presentati. A proposito io mi chiamo Manuela; ma puoi chiamarmi "logorroica". :). Anche se leggo da qualche tempo il tuo blog resto fondamentalmente un'estranea, non coinvolta emotivamente in ciò che scrivi, per questo motivo, mentre mi permetto delle considerazioni, posso sbagliare completamente. Dunque, Massimo, siediti comodo mentre leggi. "Ammirevoli sono i genitori che riescono a perdonare i figli che abbiano commesso degli errori madornali." Quali sono gli errori madornali? Quando un errore da errore rimediabile diventa irrimediabile? Nel caso dell'uso di stupefacenti commette un peccato veniale chi non si fa scoprire, chi ne fa uso saltuariamente, chi per fatalità non fa grossi danni? Mi sembra che con il tuo percorso di disassuefazione e il tuo agire attuale tu abbia ripagato e scontato il tuo errore e riabilitato te stesso molto più di chi errori crede di non averne fatti e può vantare solo la fortuna di non essersi trovato nello stesso luogo in cui eri tu il giorno che hai cominciato. Per caso tu hai vissuto un'altra vita prima di questa? avevi delle esperienze di individuo adulto per poter fare dei confronti e sapere come si potesse vivere in modo diverso? O hai scelto momento per momento sulla base dei pochi elementi concreti che avevi? Le belle teorie che ti erano state fornite erano solo teorie e niente di più: per vivere servono i fatti, le esperienze, ed ognuno di noi se li procura con ciò che ha a portata di mano; quello che non abbiamo a portata di mano non esiste. Non esiste il figlio "buono" che non sei stato, non poteva esistere, non sarebbe mai esistito, esisti tu e solo te possono amare i tuoi familiari, per come sei nella tua interezza. Fanculo il Massimo pulitino e bravo figliolo, quello non è mai stato partorito. Dici che tuo padre non aveva mai sospettato che tu ti drogassi; ma cavolo (!) non ti guardava mai, non ti vedeva, come poteva non accorgersi che avevi qualcosa che non andava? Se le sostanze stupefacenti ti facevano stare male, ancor prima della fatidica overdose, come cazzo è possibile che chi ti stava intorno e ti voleva bene non se ne accorgesse? Erano ciechi... o non volevano vedere? A volte è più comodo ignorare e fingere di non vedere, rimuovere per dover cercare il coraggio di affrontare la realtà in prima persona. Perchè se ti amava tanto tuo padre ti ha lasciato solo a combattere la battaglia più difficile, quella della rinascita e della riconquista dei valori più importanti della vita? L'ha fatto per punirti invece che aiutarti? Porca miseria, perchè invece di sentirti in colpa non glielo chiedi, perchè non gli chiedi perchè ti ha lasciato solo a combattere contro i mostri peggiori? Forse si sentiva inadeguato e incapace di combattere al tuo fianco? Cos'è ad essere veramente insopportabile ed imperdonabile per lui: quello che hai fatto tu o quello che non è riuscito a fare lui? Non è riuscito a salvarti, ad impedirti di farti del male. Tu arrancando da solo per uscire dalla tossicodipendenza e riuscendo a ricostruirti una vita, sei una specie di monito come se tu avessi rivendicato la tua indipendenza e poi dimostrato la tua "autosufficienza", la capacità di rialzarti dalla palude più profonda, rialzarti fino a sollevare la testa ed affermare: "Io sono! Io sono un uomo! Posso non essere più riconosciuto come figlio; ma sono cresciuto, sono uscito dal bozzolo di figlio ed ora sono un uomo! Mi sono conquistato il diritto di essere uomo, senza sconti nè scorciatoie!" Perchè dovresti tornare indietro e cancellare ciò che è stato? Per soffrire meno, forse; ma, se sei la persona di valore che sei oggi, non lo devi solo a ciò che ti è stato insegnato, lo devi essenzialmente a ciò che hai vissuto e al significato che riesci a dargli senza fingere che non sia stato. Hai presente le mamme che dopo la gravidanza soffrono di depressione perchè non riescono ad accettare l'idea che il figlio che hanno partorito sia un individuo a sè, staccato da loro? Forse i padri provano la stessa sensazione di distacco incomprensibile e imperdonabile quando si identificano in un figlio maschio e quello sceglie di tagliare il cordone ombelicale per diventare un individuo separato e non una loro propaggine. Tu l'hai fatto in una maniera particolarmente drastica. Tu hai perso la tua "ingenuità"; ma temo che lui abbia perso molto di più: ha perso l'immagine di se stesso come padre efficace, di cui tu saresti stato la testimonianza perenne. Voleva bene a te come individuo libero e distinto o a se stesso e te come sua creazione perfetta? Tutti noi tradiamo in qualche modo i nostri genitori, tradiamo i progetti che essi fanno a proposito del nostro futuro, ci ribelliamo in maniera più o meno cruenta per affermare la nostra identità ed autonomia. Non c'è altra possibilità, dobbiamo uccidere l'immagine di noi stessi come figli obbedienti e ritornare a casa solo dopo come tanti "figli profighi". Credo che finchè tuo padre non accetterà la sua fallibilità come una sua responsabilità e non tua, e non si perdonerà, sarà difficile per te andare verso di lui. Temo che egli si sia voluto costruire un immagine di se stesso in una realtà parallela; ma questo gli dà una serenità solo fittizia perchè gli manca un tassello importante: te. Solo lui può ritrovarlo.
 
 
mygangsta
mygangsta il 04/03/15 alle 01:29 via WEB
Piacere mio. Allora, provo a rispondere al tuo interessante e approfondito commento. Credo che, per quanto io nascondessi ciò che stavo facendo, nell'ultimo periodo un'occhio attento avrebbe dovuto accorgersi di quanto stesse accadendo. Ma forse sospettare che la droga era entrata in casa sarebbe stato troppo doloroso. Io ho deluso le aspettative di mio padre, gli ho distrutto la sua idea di famiglia, il suo ruolo di padre bravo e attento. Lui aveva scommesso tutto su di me, rivedeva se stesso in me e io, con il mio folle gesto, ho incrinato tutte le sue certezze. Penso non si perdoni e non mi perdoni proprio questo. Il suo essere fallibile perchè con me ha visto fallire il suo ruolo. E, allora, mi ha cancellato e abbandonato, "tanto ormai aveva fallito e non c'era più nulla da fare per tornare indietro" (parole sue). E ora si è costruito una realtà parallela, gli restano cmq ancora due figlie su cui contare, amici e parenti. Ma credo che questa sua serenità sia appunto fittizia e un giorno, a costo di farmi male, parlerò a lui di queste cose.
 
Cherrysl
Cherrysl il 04/03/15 alle 11:07 via WEB
Molto illuminante questa analisi di Manuela e tu l'hai confermata ricordando una frase chiave che tuo padre ti disse a proposito dell'aver fallito con te. Credo che abbiate toccato il punto nevralgico. Tuo padre dovrebbe accettare l'idea che genitori e figli commettono errori, ognuno nel proprio ruolo con inevitabili delusioni per entrambi. La vera prova è la capacità di perdonare se stessi e perdonare l'altro.
 
 
mygangsta
mygangsta il 04/03/15 alle 22:33 via WEB
Sono d'accordo
 
Pensieri_a_Colori
Pensieri_a_Colori il 11/03/15 alle 11:44 via WEB
Manuela sarà anche logorroica come afferma, ma ha detto cose molto vere. Aggiungo solo qualcosa di mio (logorroica anch'io quando mi ci metto). E' difficile per un genitore accettare scelte sbagliate di un figlio, perchè non le mette mai in preventivo, dando per scontato di avere figli di cui si possa andare fieri e orgogliosi. Quando accade il contrario si resta delusi. E' questo che fa male, ancora di più delle conseguenze che possano esserci per il figlio. Ma in pochi sono in grado di ammettere che la delusione viene dall'aver fallito nel ruolo di genitore. L'errore più grande che un genitore possa fare, è voler vedere nel figlio il riflesso di ciò che lui stesso avrebbe voluto essere e non è stato. Se si guardasse invece a un figlio come a un individuo a sé, essere umano con una sua capacità di pensiero, cui portare rispetto ancor più che a un estraneo, dialogo e confronto sarebbero qualitativamente più efficaci e coinvolgenti, perchè nessun genitore è padrone della vita di un figlio. Gli è stato affidato perchè se ne prenda cura e lo ami di amore infinito, al di là di tutto. E quell'amore infinito e incondizionato, avrebbe dovuto consentire a questo padre non soltanto di perdonare suo figlio, ma soprattutto stargli vicino nel suo percorso di recupero, fiero di un figlio che, ammettendo il suo errore e chiedendone perdono, dimostrava di volervi porre rimedio. Che questo padre si chiedesse cos'ha fatto per questo figlio. Che si chiedesse se suo figlio dormirebbe ancora così poco e male se soltanto gli avesse teso la mano quando aveva bisogno di lui e l'avesse accompagnato in questo duro cammino. Non è soltanto il figlio, colui che deve colpevolizzarsi per i propri errori,l'ha già fatto anche troppo. E' suo padre che gli ha voltato le spalle. Essere genitori è facile quando tutto va bene. Ma un vero padre e una vera madre si vedono nei momenti difficili e del bisogno. Tuo padre dov'era allora? Tu tendi a giustificarlo ancora adesso, assumendoti ogni responsabilità di quanto è accaduto. Posso capire la delusione iniziale, ma poi, se padre fosse stato davvero, avrebbe dovuto prendere in mano anche lui la tua vita, senza lasciarti da solo a combattere questa dura battaglia. Ce l'hai fatta, ma grazie a te stesso. Lui di cosa può andare fiero, ora?
 
 
mygangsta
mygangsta il 11/03/15 alle 23:12 via WEB
il nodo centrale è proprio quello. è stato un padre stupendo (e ancora lo è per le altre due figlie) fino a che non ho ferito il suo ruolo di genitore. la sua idea è che ormai con me ha fallito, per cui "tanti saluti". sta commettendo un grave errore, ovvio, xò nn posso fare a meno di dirmi che, se soltanto io non avessi fatto ciò che ho fatto, ora saremmo grandi amici, x questo mi dispiace molto. cmq il fatto che abbia "dimenticato" la mia esistenza è cosa grave e non lo fa certamente stare bene come vuole far credere a tutti
 
 
manuelazen
manuelazen il 11/03/15 alle 23:33 via WEB
Mi spiace e chiedo scusa se fosse sembrato che io volessi stigmatizzare il comportamento di taluni genitori che non riescono ad affrontare la realtà dei propri figli, così da schierarsi al loro fianco. Ho sentito in questi giorni una frase: "Un figlio che non sbaglia non cresce mai; ma un figlio che sbaglia ha la possibilità di imparare cosa sia la misericordia e di esercitarla a sua volta." Non credo che si possa essere troppo aspri, non esiste un genitore perfetto, non credo che nessuno di noi possa pretendere di averne avuto uno o possa pretendere di definire se stesso così. Le idealizzazioni sono sempre affascinanti; ma la realtà è più complessa ed è difficile esprimere i sentimenti con chiarezza. Un'altra frase che mi ha fatto riflettere è quella di un altro blogger che alla mia domanda cosa intendesse con migliore mi ha risposto: "Una scelta è la migliore se, una volta fatta, crea nuovi dubbi verso il futuro (Cosa farò, ora?) piuttosto che verso il passato (Cosa avrei dovuto fare, allora?)". Probabilmente queste ultime parole si potrebbero aplicare anche al giudizio riguardo gli atteggiamenti degli altri per chiedersi non tanto cosa avrebbero dovuto fare, visto che colpevolizzare non serve a molto, quanto per immaginare altre strade. Siamo persone in evoluzione, probabilmente neppure l'atteggiamento di un genitore è immodificabile. Non sappiamo se certi atteggiamenti di chiusura non siano ancora barriere difensive a trattenere il tracimare incontrollabile dei sentimenti.
 
   
mygangsta
mygangsta il 12/03/15 alle 21:56 via WEB
"Un figlio che non sbaglia non cresce mai; ma un figlio che sbaglia ha la possibilità di imparare cosa sia la misericordia e di esercitarla a sua volta." Frase meravigliosa in cui mi rispecchio molto. Bellissima frase davvero.
 
     
manuelazen
manuelazen il 13/03/15 alle 01:23 via WEB
Mi piacerebbe tentare anche una "giustificazione" della posizione assunta da tuo padre, e farlo da un punto di vista leggermente discosto da quello del tuo rapporto con lui. Mi spiego: posso immaginare che la mia età sia più vicina alla sua che non alla tua e quindi alcune delle mie esperienze possono essere una base per comprendere. Se lui ha la mia età o poco più, veniamo entrambi da un tempo precedente il tuo e in un certo senso da un mondo diverso dal tuo. Siamo cresciuti in un mondo in cui le comodità non erano moltissime e non esistevano le rapide innovazioni che in seguito sarebbero state "normali". I nostri genitori usciti da una guerra ci avevano insegnato il risparmio e la prospettiva del miglioramento; ma in un certo senso ci avevano inndotti a credere che il meglio si sarebbe concretizzato con la nostra generazione quando fossimo stati adulti. In un certo senso sembrava che i valori che i nostri genitori ci stavano insegnando con l'avvento del "meglio" sarebbero diventati la normalità, ovvii in se stessi e non ci sarebbe più stato bisogno di insistere su di essi in tempo di pace come invece era stato indispensabile in tempo di guerra. Siamo cresciuti all'ombra di una guerra che non avevamo vissuto, con l'idea che la pace fosse il rimedio di tutti i mali e che i figli della pace sarebbero stati per forza di cose in grado di vivere i valori in cui credevamo. Credo che invece ci siamo dovuti scontrare e ci stiamo ancora scontrando con la percezione che i valori che ci erano stati insegnati non erano valori assoluti; ma valori strumentali, necessari alla costruzione di un mondo a sostituire le macerie di quello precedente. Non immaginavamo che avremmo dovuto affrontare, e le generazioni successive alla nostra in misura ancora più grande, un altro tipo di conflitto e che a questo non eravamo preparati, non abbiamo gli strumenti per combatterlo, non abbiamo saputo consegnare a quelli più giovani di noi le armi sufficienti a farvi fronte. Se noi da bambini facevamo parte di comunità composte da adulti e famiglie che si sostenevano in nome di valori comuni, da adulti, in questa nuova società, siamo solo degli individui e i valori non sembrano più così evidenti ed assoluti: rispettate che si siano le leggi convenzionali, rimane comunque a nostra disposizione una terra di nessuno (in senso figurato) dove la libertà di scegliersi e scegliere i propri comportamenti sembra totale e con essa grandi sono la confusione e il disorientamento. In quella terra di confine non sembrano esserci molti riferimento; tutti, ognuno di noi è costretto a scegliere i propri, a costruirseli e a tenerseli stretti testardamente per non sentirsi perso. Forse a tuo padre la scelta più efficace per non sentirsi smarrito come individuo, è sembrata quella di rimanere ancorato all'idea che aveva della vostra famiglia in passato, questo per non perdere il contatto coi valori che lo sostenevano; ma il prezzo che ha pagato è stato quello di non riconoscerne altri che gli avrebbero permesso di comprendere come fosse possibile tu avessi una vita completamente diversa ed esperienze incongruenti con il suo mondo. Forse per aprire una strada che ti riavvicini per intero alla tua famiglia hai saputo individuare degli strumenti efficaci sebbene ti ci voglia una pazienza infinita, mi sembra che tu stia puntando su valori che non sono molto diversi da quelli che ti sono stati trasmessi; ma li stai scegliendo di nuovo facendo una selezione di quelli che ti sembrano più importanti messi alla prova dalla tua esperienza. Se sono riusciti a sopravvivere assieme a te a quel passato sono Valori che ti rappresentano. Magari ognuno di noi potesse dire di averne.
 
     
mygangsta
mygangsta il 13/03/15 alle 23:29 via WEB
la tua analisi è molto profonda e porta a farsi delle domande. in effetti i valori di mio padre legati alla famiglia erano, e sono, molto profondi e vederli crollare con la mia situazione è stato un duro colpo e ora vi rimane legato per non ammettere il dolore subito. ora vorrei dimostrargli che, in realtà, pur avendo fatto ciò che ho fatto, ho anche io valori simili, che, appunto, ciò che ho fatto non ha intaccato quanto di buono lui mi aveva insegnato. io sono pronto a riconciliarmi senza battere ciglio
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: mygangsta
Data di creazione: 18/05/2008
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Campagna Say No To Drug     

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963