Lo scorso week end è venuta a mancare mia nonna, la madre di mio padre.
Non ho mai avuto molta simpatia per lei, e non si può certo dire che fossimo unite. Per la verità credo che andare d'accordo con quella donna fosse un'impresa praticamente impossibile.
La persona che le è stata accanto per tutto questo tempo è sempre stato mio padre, quasi unico tra 5 figli a occuparsi di lei.
Quando mia nonna ha cominciato ad accusare la vecchiaia, si è organizzato per vendere il suo appartamento e acquistarne uno sullo stesso pianerottolo di casa dei miei genitori. La accompagnava alle visite, a fare la spesa, mia madre era diventata una sorta di seconda figlia, nonostante fosse molto difficile gestirla.
Negli ultimi 4-5 mesi mia nonna ha cominciato a deperire sempre più, senza che ci fossero apparenti motivi per cui ciò accadesse, se non che si stava spegnendo.
COrse avanti e indietro dagli ospedali, degenze più o meno lunghe seguite da ritorni a casa, dove tutto ricominciava da capo, in un vero e proprio incubo in cui mio padre non si rendeva conto che non era più possibile gestirla "in famiglia", ma si rendeva necessario un aiuto diverso.
Nelle ultime settimane oltre al deperimento è subentrata una sempre maggiore confusione di testa e le ultime volte che l'ho vista mi sono resa conto che semplicemente stava lasciandosi andare, probabilmente era solo stanca di vivere e il suo corpo alla fine si è arreso.
Se ne è andata di notte, mio padre era accanto a lei.
Non c'è stato un funerale, ma solo una commemorazione nella camera mortuaria, 20 minuti di parole banali pronunciate da un prete qualunque in un ambiente triste e squallido, dopodiché è stata portata altrove dove è stata cremata.
C'erano i figli, le nuore e il genero, tutti noi nipoti e alcuni amici di famiglia. Ma tutto sommato non eravamo nemmeno una trentina di persone.
Guardandola nella bara aperta ho provato molta tristezza. Per lei certo, per il fatto che era morta, ma anche per ciò che era rimasto di lei, i miei cugini che si dolevano di averla trascurata e di quanto erano pentiti, lo sguardo debitamente cupo dei figli che l'avevano sbolognata all'unico figlio che si è preso cura di lei per anni.
Ma ciò che mi ha addolorato più di tutto è stata la sofferenza di mio padre. Una sofferenza celata, come sempre, dietro alte barriere, e dura rigidità.
E' un uomo vecchio stampo, che minimizza, simula, deride, e forse prende in giro anche se stesso.
Sapere di non poter fare niente per lui è una sensazione angosciante.
E in un certo senso è stato più difficile anche per me, di quanto mi aspettassi, pur essendo consapevole che era una fine ormai imminente, pur sapendo che quella donna probabilmente non mi sarebbe mancata, perché una persona è morta e io l'ho vista in quella bara e di quella persona non rimane che cenere e una vita di certo non felice, né soddisfacente e una famiglia spesso ipocrita e falsa.
Mi sento in colpa per l'assenza di dolore, c'è solo una vaga sensazione di tristezza e molto dispiacere per mio padre, che ora dovrà immaginare la sua vita senza sua madre.
E' un pensiero doloroso e soffocante.
Continuo a pensare che se fosse stata una donna un po' più amorevole sarebbe stato diverso, ma non ci scegliamo la famiglia e lei era come era, e nonostante ciò immagino che nel profondo fosse amata dai suoi figli, nonostante le sue asperità.
E' un peso enorme con cui convivere, l'assenza della propria madre.
Io non so bene come mi sento, è accaduto e c'è poco da fare, era un inevitabile conseguenza e ci devo fare i conti.
Inviato da: stufissimoassai
il 01/08/2024 alle 18:49
Inviato da: QuartoProvvisorio
il 15/07/2024 alle 06:15
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il 15/07/2024 alle 05:41
Inviato da: Hanahr
il 28/06/2024 alle 15:58
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il 28/06/2024 alle 15:55