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Ale da Celle
Post n°255 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da decarlofili
Circa nove mesi fa leggevo per la prima volta un romanzo di Andrea De Carlo. Quel romanzo era "Due di due". Assolutamente allucinato da quella lettura mi mossi sulla rete alla ricerca di informazioni su quello scrittore di cui da sempre sentivo parlare, ma che solo allora scoprivo. Fu così che inciampai nel suo sito e nel suo forum. Allora io non sapevo nemmeno cosa fosse un forum e impiegai qualche minuto a capire, ed accettare, che quelle famose righe rosse arrivassero veramente dai polpastrelli dell'autore di "Di noi tre", che nel frattempo avevo iniziato. Molte cose sono successe da allora. Il forum non esiste più e fra qualche ora non esisterà più neanche questo blog. Con loro se ne andrà una parte della mia vita. Una piccola parte, non voglio esagerare, ma pur sempre qualcosa che è stato importante. Fra queste e quelle altre righe sono nati rapporti umani che hanno riempito la mia esistenza, prima facendo da contraltare a quella reale, poi sovrapponendocisi: insieme abbiamo passato momenti bellissimi, in gruppo e, con alcuni, da soli. Non lo dimenticherò di certo. Ma c'è un ma. Con questo post finisce il mio viaggio come "Ale da Celle". Non so se troverò un domani altri alter ego, o se semplicemente riuscirò ad essere pienamente e realmente Alessandro Parodi. Questa esperienza (perchè negarlo?) mi ha lasciato molte gioe, ma anche alcuni dispiaceri. Le convivenze sono difficili, lo so, ma c'è dell'altro. Soprattutto il fatto che per molti la virtualità è un mezzo per camuffarsi e dire anche cose molto spiacevoli che di persona non avrebbe il coraggio di dire. Nascondersi dietro l'anonimato è una viltà se si vuole attaccare qualcuno. E purtroppo ho scoperto che la rete è piena di persone frustrate che si comportano in questo modo. Germano l'ha sempre saputo, ci ha scritto anche su un saggio, Andrea, e anche Chiara, l'hanno scoperto sulla loro pelle, dovendo subire il triste destino di chi finisce per essere insultato quando vuole soltanto avvicinarsi al prossimo. Infine: credo non sia questa la sede per commentare le scelte di Andrea, siano esse, umane artistiche o editoriali. Ma io una cosa la devo dire: Ale da Celle, il nick, intendo, nasce decarlofilo e decarlofilo morirà. Perciò se ci sarà qualche nuova iniziativa, e prego Germano di comunicarmela via mail, continuerò a scrivere con il mio vero nome. Lo sentirei come un tradimento, traghettare Aledacelle verso lidi ostili o dimentichi di quel che è stato. O semplicemente non chiudere definivamente ciò che va chiuso. Ringrazio tutti coloro che hanno reso questa esperienza appassionante. Per l'ultima volta vostro Ale da Celle |
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