CONSIGLIO

Post n°267 pubblicato il 26 Agosto 2010 da manser11
 

Pesco dal profilo Facebook di un noto maitre à cazzeggier il video sottostante (tratto dal film The Big Kahuna) e faccio partecipi anche voi dottormanserini di questa lezioncina di vita. Alla prossima.

 

 
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LIBRI A UNA STELLA

Post n°266 pubblicato il 25 Agosto 2010 da manser11

Dopo aver elencato, un paio di post fa, qualche libro che mi è piaciuto molto per un motivo o per un altro, elenco ora una serie di opere che non sono riuscito ad apprezzare nel momento storico-culturale-psicologico-eccetera in cui le ho lette. Nella speranza di non urtare la sensibilità del GSL, Grande Snob Letterario, vi saluto citando di seguito:

1) SETA (A. Baricco)

2) LA PROFEZIA DI CELESTINO (J. Redfield)

3) IL VECCHIO E IL MARE (E. Hemingway)

4) CREATURA DI SABBIA (T. Ben Jelloun)

5) FUGA (T. Leary)

6) BELLA BIONDA E ALTRE STORIE (J. Kerouac)

7) MEMORIE DAL SOTTOSUOLO (F. Dostoevskij)

8) IL RAPPRESENTANTE (J. O'Connor)

9) GENTE DI DUBLINO (J. Joyce)

10) IL PROFETA (K. Gibran)

11) CORTESIE PER GLI OSPITI (I. Mc Ewan)

12) FEBBRE A 90 (N. Hornby)

13) SENSUALITA' (S. Zecchi)

14) SOLA COME UN GAMBO DI SEDANO (L. Littizzetto)

15) LA PESTE (A. Camus)

16) ILLUSIONI (R. Bach)

17) IL RE DELLA PIOGGIA (S. Bellow)

18) RACCONTI (G. de Maupassant)

19) MILLENNIUM PEOPLE (J. G. Ballard)

20) L'ALLENATORE (J. Grisham)

21) I LIBRI DI LUCA (M. Birkegaard)

22) NON SO CHE VISO AVESSE (F. Guccini)

23) L'AMORE NEI GIORNI DELLA RABBIA (L. Ferlinghetti)

24) RITRATTO DI UN ASSASSINO (P. Cornwell)

25) L'ARTE DI VIVERE (E. Fromm)

26) L'ORMA DEL GIGANTE (E. Wallace)

27) QUESTA NOTTE MI HA APERTO GLI OCCHI (J. Coe)

28) AL CREPUSCOLO (S. King)

29) IL PASTO NUDO (W. Burroughs)

30) SULLA SPONDA DEL FIUME PIEDRA MI SONO SEDUTA E HO PIANTO (P. Coelho)

 
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IO NON LAVORO

Post n°265 pubblicato il 18 Agosto 2010 da manser11
 

"Mone, è il TUO libro!" dice il mio amico Albert mentre eravamo in libreria. "Cos'è?" faccio io. "Io non lavoro. Storie di italiani improduttivi e felici." "Fa' un po' vedere... Azzo!" esclamo dopo aver letto la quarta di copertina, "hai ragione, questa potrebbe diventare la mia bibbia." Nonostante avessi già investito il budget giornaliero per acquistare Leggere Lolita a Teheran lo compro lo stesso e in due giorni divoro le sue 231 pagine. Libro discreto. Otto storie di altrettanti personaggi che hanno scelto la strada che ho scelto io; percorsi e metodi di "sopravvivenza" differenti e alternativi agli schemi sociali più o meno imposti, ma mi aspettavo personaggi più interessanti. Sicuramente lo consiglio a chi si vuole o vorrebbe liberare di certe catene e non crede sia possibile, però devo dire una cosa dall'alto della mia presunzione: rispetto a me che sono maestro, anzi guru dell'ozio produttivo ed evolutivo, questi personaggi sono dei dilettanti. Come dice uno di loro: "La carriera altro non è che una limitazione della vita." Io ho fatto della mia vita la mia carriera.

 

Il libro: Nessuno dei personaggi di questo libro ha mai voluto lavorare, e prima o poi ce l'ha fatta.
L'ereditiera di una famiglia ricca e rispettabile, il grande manager che ha dato scacco ai suoi capi, il fiero sfaccendato che guarda dall'alto le miserie altrui, la sognatrice che si accontenta di poco, l'indolente maestro dell'evasione dalle responsabilità, lo stacanovista che con un colpo di scena è riuscito a vivere di rendita. Tutti accomunati dal miraggio della libertà assoluta.
Il lavoro è una condizione indispensabile per la realizzazione della personalità e la solidità delle strutture sociali, la famiglia, la società, lo Stato. Eppure un'altra vita è possibile, una vita in cui il tempo è a propria disposizione, in cui i giorni scorrono liberi e senza fattori condizionanti. Una vita senza lavoro.
Ma un'esistenza del genere presenta molte difficoltà e altrettanti ostacoli. La gestione economica, la sussistenza quotidiana, ma anche l'angoscia di come trascorrere un tempo libero smisurato. E poi la guerra contro il giudizio degli altri, quelli che hanno da fare tutto il giorno, quelli che lavorano. Qualcuno, però, questi problemi li ha saputi affrontare e risolvere con grinta e tenacia.
In una serie di storie vere, appassionanti come un romanzo, scopriamo come vive, cosa pensa, cosa fa tutto il giorno chi ha deciso di rifiutare il lavoro. Da che famiglie vengono, quale Italia li ha allevati, quali demoni della coscienza hanno affrontato compiendo una scelta così fuori dagli schemi. Ma saranno davvero felici? Sono ribelli romantici o vigliacchi da disprezzare? E tutti noi, dobbiamo sognare di diventare come loro?
Il ritratto di una realtà vera e al tempo stessoinverosimile, nel bene e nel male tipicamente italiana. Un nuovo status sociale spesso ignorato, persone che suscitano invidia e fastidio, tenerezza e sorrisi, ammirazione e rabbia a un tempo. Il romanzo collettivo di un gruppo di persone speciali, che è molto più numeroso di quanto si creda.

ISBN 978-88-545-0412-7
Pagine 240
Euro 16,00

«Mi spezzo ma non m'impiego».
Ennio Flaiano

Ci sono italiani che hanno scelto di non lavorare neppure per un minuto della propria vita. Altri, dopo aver capito di cosa si tratta, hanno deciso di smettere. E di non provare mai piú il fastidio della sveglia mattutina, la noia di una riunione inutile, il tormento di un capo incompetente. Liberi e indipendenti. Sempre. Come hanno fatto? Che prezzo hanno pagato? Sono mostri o eroi del nostro tempo?


«Io non lavoro»: per la prima volta le storie vere di chi ha smesso di faticare. E ha raggiunto la felicità.

«Non lavorare mai richiede un grande talento».
Guy Debord

 
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LIBRI A 3 STELLE

Post n°264 pubblicato il 10 Agosto 2010 da manser11

Consigliare un libro implica che il fruitore del consiglio abbia gusti, tendenze, predisposizioni generali e momentanee, caratteristiche culturali, storiche, geografiche, ambientali e intellettive simili ai nostri. Per questi motivi io potrei ritenere illeggibile quello che da altri è considerato un capolavoro (ricordo l'indignazione di uno snob letterario - niente altera di più gli snob letterari che parlare male dei "loro" capolavori! - quando scrissi che non mi era piaciuto per niente Il vecchio e il mare.) Va da sè che consiglio ciò che PIACE A ME e se non conosco bene chi mi chiede un "bel libro da leggere", posso solo andare a naso.

Da anni, oltre a tenere un quaderno dove trascrivo le frasi dei testi che mi colpiscono di più, tengo un catalogo dove giudico i libri a seconda di quanto (semplicemente) mi piacciono: do 3 stelle ai più belli, 2 ai medi e 1 a quelli che mi deludono (un libro può avere 3 stelle fino all'ultima pagina ma avere un finale così deludente che il giudizio diventa di una stella).

Quanti libri avrò letto sin qui? Cinquecento? Forse di più. Ora elencherò una ipotetica Top 30, in ordine casuale e lasciando fuori molti titoli, di quelli a 3 stelle secondo il mio giudizio (prossimamente farò la Top 10 dei "brutti" per la gioia degli snob letterari):

1) Il ritratto di Dorian Gray (Wilde)

2) Il Contesto (Sciascia)

3) Il postino di Neruda (Skàrmeta)

4) Il gioco di Gerald (King)

5) La metamorfosi (Kafka)

6) D'amore e ombra (Allende)

7) Il paradiso degli orchi (Pennac)

8) Il bar sotto il mare (Benni)

9) Il signore delle mosche (Golding)

10) Ecstasy (Welsh)

11) Il fu Mattia Pascal (Pirandello)

12) Il diavolo in corpo (Radiguet)

13) Sogni di Bunker Hill (Fante)

14) Madame Bovary (Flaubert)

15) 1984 (Orwell)

16) Io e Lui (Moravia)

17) Le avventure di Gordon Pym (Poe)

18) Post office (Bukowski)

19) Arancia meccanica (Burgess)

20) Se la luna mi porta fortuna (Campanile)

21) La boutique del mistero (Buzzati)

22) La versione di Barney (Richler)

23) Sostiene Pereira (Tabucchi)

24) Gabriella garofano e cannella (Amado)

25) Il valzer degli addii (Kundera)

26) L'enigma del solitario (Gaarder)

27) La strada (Mc Carthy)

28) Colazione da Tiffany (Capote)

29) Lolita (Nabokov)

30) Jim entra nel campo di basket (Carroll)

 
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LOLITA

Post n°262 pubblicato il 06 Agosto 2010 da manser11
 

Un altro libro meraviglioso che consiglio. Il solo tentativo però di raccontarne brevemente la trama e ciò che racchiude (per tutto quello che c'è da dire) me lo farebbe sminuire, così se volete saperne di più, vi rimando ad un'intervista del noto Stefano Bartezzaghi (da non confondere con lo scrittore-serial killer protagonista de Lo strano caso di gastrite del Sig. Bartezzaghi, Saul Bartezzaghi) che trovate nel link www.railibro.rai.it/interviste.asp?id=239  oppure leggete i commenti dei lettori su www.ibs.it/code/9788845912542/.../lolita.html

 
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ERZEN BEER

Post n°261 pubblicato il 19 Luglio 2010 da manser11

Erzen Beer è la festa della birra di Castello d'Argile (Bologna), giunta quest'anno alla decima edizione. Per festeggiare l'importante traguardo sono previsti "fuochi d'artificio". Se siete della zona o se vi va di fare un tour alternativo, venite dal 22 al 25 luglio in via Europa Unita nel campo presso il percorso vita: troverete ottima birra, cibo a volontà, musica di qualità (vedi sotto il programma), stand di libri, fumetti, esposizioni di artisti locali, bancarelle di vestiti e oggettistica varia. E poi c'è il vostro Dottor Manser con i suoi libri e racconti che vi aspetta a gambe... ehm... a braccia aperte. Cosa c'è di meglio di una serata alcolico-culturale nel fresco (!) della campagna bolognese per un giorno (due, tre, quattro) di sano divertimento?! Vi aspettiamo numerosi!!!

Giovedì 22: Fahreneheit 511 + Public Pub

Venerdì 23: Born in the 60's + Texas Rider

Sabato 24: Braveheart (Beatles Tribute)

Domenica 25: Nobraino

 
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GIOVANI AUTORI, ATTENZIONE!!!

Post n°260 pubblicato il 14 Luglio 2010 da manser11

Questo post è rivolto a tutti i (più o meno) giovani autori che vogliono pubblicare la propria opera letteraria, il loro SOGNO. Credo di averne già parlato, ma in questo caso ripetersi non fa male, anzi… DI-VUL-GA-TE !!!

   Trovare un editore non è affatto difficile, amici miei: basta pagare! Spesso le case editrici a pagamento prendono su “rusco e brusco” fregandosene altamente della qualità, dello stile, del genere, ecc. Ancor più spesso chiedono cifre spropositate. La lettera-tipo per accalappiarvi è un clichè: elogiano l’opera, vi “infarloccano” sulle vostre qualità di scrittore, fanno un altro po’ di blablabla e “sul più bello”  vi sparano che per ridurre i rischi economici derivanti dalla pubblicazione di autori sconosciuti è necessario un contributo. Può anche essere vero (ci sono tanti editori seri che sul contributo dell’autore fanno affidamento per tirare avanti) ma ATTENTI! State MOOOLTO ATTENTI.

   Se proprio non trovate un editore NON a pagamento, prima di accettare una proposta e firmare un contratto, seguite alcune semplicissime regole: 1) Fate una ricerca su internet per trovare notizie e commenti su quell’editore; 2) Fatevi mandare una copia di un libro edito dalla casa editrice per controllare la qualità di stampa e cartacea; 3) Diffidate immediatamente se vi promettono mari e monti (pubblicità su importanti tv e giornali, possibilità di altre pubblicazioni gratuite superato un tot numero di copie vendute, trasformazione del libro in film o opera teatrale se ritenuto valido da un’apposita commissione); 4) soprattutto, fate in modo di acquistare con i soldi investiti solo le vostre copie, magari scontate (per esempio per 50 copie a 10 euro l’una spendete 500 euro, magari 450).

   Ho avuto la fortuna di pubblicare recentemente il mio ultimo libro con un editore che non chiede contributi (sul libro e sull’editore saprete tutto a tempo debito, quando l’opera uscirà a fine anno, inizio anno nuovo) e sia perché ho già richieste, sia perché so di avere un mio giro di lettori potenzialmente interessati, sia perché non posso far altro che essere grato a chi ha creduto in me, inizialmente almeno 70/100 copie le acquisterò, che tra l’altro me le scontano del 30%. Cosa si deduce? Che gli editori a pagamento che dicono di “scommettere” su di voi, in realtà dicono una balla colossale. L’editore con cui pubblico io ha scommesso su di me, il resto sono solo chiacchiere.

   Mi è appena giunta via lettera una proposta di pubblicazione da parte di un editore che fa una gran pubblicità su giornali e reti mediaset. Tipico esempio di editore da evitare. Lusinga (e solleticare l’ego di un artista è un po’ come ubriacarlo), promette grandi cose e infine spara quasi 3000 euro da pagare per 200 copie.

   Ah cari autori miei, questa è una giungla quindi dovete stare attenti a non farvi sbranare, non mi stancherò mai di ripeterlo. Non fate come me, che nel 1997 spesi la bellezza di 9 (nove!) milioni delle vecchie lire per pubblicare il mio primo libro (un romanzetto che oggi mi vergogno quasi a proporlo ad un semianalfabeta) con un truffatore milanese che tra l’altro è ancora in auge. Con quei soldi potevo pubblicarne dieci di libri, oppure investirli in birre: sarebbe stato molto meglio. Tra l’altro se li avessi stampati in tipografia per mio conto me la sarei cavata con poche migliaia di lire e avrei venduto persino più copie.

   Ricordate dunque: a un’altissima percentuale di editori a pagamento, non frega un emerito cazzeruolo di quello che avete scritto. Per costoro sarete geniali e originali anche se avrete scritto la più sconvolgente banalità del mondo. Vogliono i vostri soldi e di sicuro tantissimi pesci abboccheranno al loro amo, perché siete ingenui ma soprattutto sognatori; e per realizzare un sogno bisogna spesso perdere il contatto con la realtà. Il Gatto e la Volpe vi sussurrano all’orecchio il loro mantra ipnotico: “Hai talento, sei bravo, hai talento, sei bravo…” Sveglia! Magari lo siete davvero, bravi e talentuosi, ma almeno non fatevi inculare!!!

 
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Il bell'Antonio

Post n°259 pubblicato il 12 Luglio 2010 da manser11

Bel libro Il bell'Antonio di Vitaliano Brancati. Un altro "buon" consiglio del Dottor Manser...

Giovane di rara bellezza, nella Catania fascista e conformista degli anni Trenta, Antonio Magnano gode fama di impareggiabile seduttore, concupito dalle donne e invidiato dagli uomini. Ma dopo tre anni di nozze con la bellissima e candida figlia di un facoltoso notaio, Antonio vede la sua reputazione offuscarsi lasciando il posto ad un'infamante verità. Il presunto e focoso amante di tante donne, il 'bell'Antonio', si macchia di un'onta impossibile da lavare, in una società in cui un uomo, se non è capace di "farsi onore con una donna, diventa "meno utile di uno straccio da piedi". E alla stregua di uno straccio da piedi egli verrà trattato quando confesserà la sua impotenza, un difetto fisiologico e psicologico che nella parabola di Vitaliano Brancati diventa una disperata reazione di dissenso nei confronti di una mentalità che erige la virilità a valore assoluto. Amaro e sarcastico, comico e drammatico insieme, Il bell'Antonio può essere letto come l'allegoria dell'infelicità di vivere in una società che nasconde sotto l'ossessione per il sesso un vuoto profondo.

 
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VIDEOCRACY - Basta apparire

Post n°258 pubblicato il 01 Luglio 2010 da manser11

Documentario da vedere questo Videocracy - Basta apparire (regia di Erik Gandini, 2009). Per svegliarci. Perché non tutti siamo immuni dal sonno della ragione imposto dal Regime, e anche se lo siamo, trent'anni di Grande Nulla contaminano un po' tutto. Una società dove "basta apparire" è sull'orlo del baratro...

 
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DIARIO

Post n°257 pubblicato il 18 Giugno 2010 da manser11

13/6/2010 ore 24 e 45

Sento un impellente bisogno di scrivere. Cerco di dormire ma non ce la faccio; i pensieri mi scoppiano in testa come fuochi d'artificio. Domattina controllerò, ma sono ormai anni che non scrivo il "mio diario". E' venuto il momento di riprenderlo, forse perché sento che sto attraversando una fase fondamentale della vita. Difficile da spiegare: certi concetti e le verità fondamentali di questa esistenza sono come fulmini nel cielo: li vedi per un attimo, li "senti", ma non li puoi catturare. Mamma mia! Mi sento un vulcano in eruzione, un cervello pronto ad andare in orbita intorno al sole, ad andare NEL sole... No, no, meglio che lasci che il sonno funga da arbitro e rimetta tutto nei ranghi. Domani ne riparliamo.

Ore 13 e 31

Ho controllato i vecchi diari. L'ultima pagina è datata 1 giugno 2006, sono quindi quattro anni e qualche giorno che non scrivo della mia vita. Per il resto ho scritto eccome: nel frattempo ho pubblicato "La Grande inculata" (che usciva in questo periodo del 2006), "Lo strano caso di gastrite del Sig. Bartezzaghi" (2007), "L'isola delle farfalle d'oro" (2009) e "IL quaderno rosso" (2009 ma scritto se non erro nel 2004). E poi ho scritto raccontini, articoli, post per i miei vari blog, ecc.

In quell'ultima pagina datata 1 giugno 2006 avevo scritto poche parole: "Stanotte parto alla ricerca di Utopia". Non so se fossero solo un modo di dire o se quella notte partii realmente per qualche viaggio, non ricordo. Forse significavano entrambe le cose. L'ho poi trovata in questi quattro anni Utopia? Di certo da allora ne sono cambiate di cose IN ME. A parte molti difetti che ancora mi caratterizzano mi sono evoluto tanto e posso tranquillamente affermare che non sono mai stato bene come in quest'ultimo periodo, che va approssimativamente dai 30 - 31 anni a questa parte. Sta per uscire il mio ultimo libro, "Il fardello", dove forse inconsciamente ho tentato di spiegare questa metamorfosi, questa collocazione nel Mondo che mi sono trovato non senza fatica, perché tutti cercano di collocarti a modo loro, stravolgendo la tua natura per trasformarti in un automa agli ordini della società. Questo diario, ora che ci penso, potrebbe diventare un libro. Se così sarà, non voglio scrivervi banalità: quando lo aggiornerò sarà solo per "vergare" pensieri profondi o profondamente sentiti. E in questo, molto immodestamente, sono un maestro. Anzi, un Dottore!

 

 
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Viaggi & Miraggi.

Post n°256 pubblicato il 15 Giugno 2010 da manser11

Spulciando su Facebook, ho trovato delle parole molto belle sul profilo di un amico molto amico quasi fratello, parole che racchiudono un "sentire" anche mio:

"Partiamo? Dai baby, diamocela su... in fuga dal NIENTE e dal PEGGIO, a medio alzato. Se non ci soffoca nemmeno la puzza di merda che c'è qui, figurati lontano!, io e te (ma ora dove sei? Ci sei?), anarchici, gitani, folli e incoscienti, ultimi spiriti liberi. Sesso, vino e poesia. Coraggio baby, andiamo via!"

Grazie Saimon!   

 
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VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE

Post n°255 pubblicato il 13 Giugno 2010 da manser11
 

Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit, 1932), è un’esplorazione cupa e nichilista della natura umana e delle sue miserie quotidiane, dove la misantropia dello scrittore è costantemente ravvivata da un acuto cinismo. Lo stile del romanzo - con il continuo mischiarsi di linguaggio popolare ed erudito e il frequente uso di iperboli ed ellissi - impose Céline come un innovatore nel panorama letterario francese. (da Wikipedia)

E con questo tentativo fanno cinque! Cinque volte ho cominciato "Viaggio al termine della notte" e cinque volte l'ho accantonato. Questa volta ho resistito 110 pagine determinato a finirlo poi non ce l'ho più fatta. Mi dispiace perché 'sto Louis-Ferdinand Destouches detto Cèline mi affascina, ma non posso rompermi le palle quando leggo, è una mia regola di vita. Vedremo se con un'altra predisposizione spirituale e intellettuale riuscirò finalmente a leggerlo in futuro. Nel frattempo penso al MIO viaggio al termine della notte, dove il viaggio è appena cominciato e la notte da tempo finita. A presto, con grosse news!

Sottolineature: "E' degli uomini e di loro soltanto che bisogna avere paura, sempre."

"L'amore è l'infinito abbassato al livello dei barboncini, e ci ho la mia dignità, io!"

"Quando non si ha immaginazione, morire è poca cosa, quando se ne ha, morire è troppo. Ecco il mio parere. Non avevo mai capito tante cose in un colpo solo."

"La maggior parte della gente non muore che all'ultimo momento; altri cominciano e si prendono vent'anni d'anticipo e qualche volta anche di più. Sono gli infelici della terra."

"Ingrassare le zolle dell'anonimo contadino è il vero avvenre del vero soldato."

"L'amore è come l'alcol, più sei impotente e sbronzo e più ti credi forte e scaltro, e sicuro dei tuoi diritti."

 
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La nausea

Post n°254 pubblicato il 31 Maggio 2010 da manser11
 

Ci sono libri che vengono a cercarci con insistenza; noi crediamo di sceglierli e invece sono loro che scelgono noi per esser letti. Così mi ha scritto un'amica giorni fa a proposito di un libro che stava leggendo, ma io lo sapevo già, probabilmente da ancor prima che nascessi... Questa teoria dell'illusorio scegliere si applica in tutti gli altri campi della vita  e magari un giorno scriverò un paio di tomi per spiegarla (scherzo ovviamente). Parlando però di libri, questa volta "sono stato scelto" da La nausea di Sartre. Avevo iniziato l'opera circa un anno fa, ma poco predisposto in quel momento la accantonai dopo una ventina di pagine. Una decina di giorni fa ho ripreso in mano il romanzo e questa volta mi ci sono addentrato con entusiasmo. Non è un libro per tutti ovviamente, e se mi si chiede di raccontarlo potrei essere fuorviante, banalizzante e confusionario, però ne ho assorbito l'essenza. E dall'essenza ho compreso... l'esistenza.

 
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ASSENTE GIUSTIFICATO

Post n°253 pubblicato il 21 Maggio 2010 da manser11

Da un po' di tempo non aggiornavo questo blog così volevo giustificare la mia assenza. Non che manchi a molti: tra i miei vari blog questo è probabilmente il meno interessente, seppur mi impegni nel divulgare cul...tura. O cult...ura se preferite. Che io scriva qui di libri, film, fumetti o canzonette interesserà sì e no a una decina di persone; ad ogni modo tengo molto anche a questo spazio. Solo che in quest'ultimo periodo sono perennemente in viaggio. Oddio, non che mi muova molto dal mio paesello balordo ultimamente, però viaggio, eccome se viaggio! La mia mente non si ferma un attimo, vola su, giù, di qua, di là. Mai come adesso risplende di luce propria, autoalimentandosi per planare libera su questo mondo del ca...biiip. Mi sembra quasi di essere costantemente drogato, cocainizzato, sballato di euforia creativa. Chi avrebbe mai pensato che il "bello" sarebbe venuto dopo i trent'anni e che il "meglio" debba ancora venire?! Vabbè gente, non vi ammorbo più e vi lascio al vostro (spero superlativo) peregrinare terrestre. Se volete venirmi a trovare qui sui miei blog, io ci sono. E ci sarò. Perchè il... fardello ormai è metabolizzato, ma questa è un'altra storia, che spero presto leggerete se vi andrà. A presto.

Vignetta tratta dal sito www.dottormanser.it

 
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Così in terra, come in cielo

Post n°252 pubblicato il 19 Aprile 2010 da manser11

Chi l'avrebbe mai detto: un prete che vede il mondo dalla mia prospettiva! Don Gallo non è un prete qualunque, è un prete avanti anni luce rispetto alla stragrande maggioranza dei rappresentanti e dei discepoli della Chiesa. Questo libro, che si legge d'un fiato, mi ha fortunatamente fatto conoscere meglio un grande uomo e un rivoluzionario unico.

Sottolineature: "Laddove non c'è la cultura, basta avere cuore."

"Nessuno è libero finché non lo è anche chi gli sta accanto."

"Quando non esisteva la legge sull'obiezione di coscienza mi è capitato spesso di ospitare disertori  e ne vado fiero perchè l'unica guerra da farsi è quella alla guerra. Come scriveva Boris Vian non si può obbedire per andare a morire nè per ammazzare."

"Dio non ha religione. Chiunque ami conosce Dio, e, viceversa, c'è molta gente che va in chiesa e non sa amare."

"La follia è una condizione umana, è presente in noi come lo è la ragione. Chi è pazzo e chi non lo è? Il pazzo è un malato fisico o afflitto nello spirito? Spesso il pensiero e la sensibilità hanno in cima la follia. Spesso il matto è un saggio e un sognatore, uno che vive i suoi assoluti. E' un fuorilegge che agisce in contrasto con la classe sociale a cui appartiene, che soffre della discordanza fra la vita logica e la vita affettiva, fra l'interno e l'esterno. Ancora più spesso è una persona delusa e sola. Cos'è la ragione? Spesso è una pazzia condivisa, come nel caso della guerra."

 
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Le particelle elementari

Post n°251 pubblicato il 16 Aprile 2010 da manser11
Foto di manser11

Michel Djerzinski e Bruno Clement sono fratellastri e sembrano essere accomunati unicamente dall'abbandono della madre. Michel è uno scienziato dedito alla biologia molecolare e vicino al Nobel. Un uomo che ha dedicato la sua esistenza agli studi scientifici che lo hanno portato all'isolamento e all'impermeabilità a qualunque emozione. Il suo sogno è riuscire a clonare gli esseri umani così da poter garantire a essi una vita perfetta. Bruno è un uomo di lettere, fa l'insegnante, è attirato dal sesso in modo morboso, ed è costretto dalla malattia a entrare e uscire dalle cliniche psichiatriche. Sia la morbosità patologica di Bruno sia l'asettica razionalità di Michel sono il risultato dell'ambiente che li circonda: un mondo fatto di solitudini e dominato dal caso in cui i desideri sembrano scaturire dagli spot pubblicitari. Nella descrizione di questo quadro apocalittico, nell'aridità di questa umanità scarnificata si intravedono scenari futuri dai risvolti inquietanti. Uno sguardo disincantato sul corpo agonizzante della civiltà occidentale che ricorda scrittori d'oltreoceano come DeLillo, Carver, D.F. Wallace e T.C. Boyle. Un libro spietato, intenso, bello ed estremo.

 
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Inaugurazione libreria Mangiaparole

Post n°250 pubblicato il 05 Aprile 2010 da manser11

Domenica 18 aprile 2010

Edizioni Progetto Cultura (casa editrice con la quale ho pubblicato il "traumatizzante" thriller Lo strano di gastrite caso del Sig. Bartezzaghi), con amici, conoscenti, giornalisti e personaggi di romanzi festeggia l'apertura della libreria caffèletterario Mangiaparole.

Via Manlio Capitolino 7/9 - oo181 Roma (metro Furio Camillo)

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Segue buffet e vini letterari

SE SIETE DELLA ZONA, FATE UN SALTO...

www.progettocultura.it

 
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Influenze robotiche

Post n°249 pubblicato il 30 Marzo 2010 da manser11

 

Ogni generazione subisce le sue influenze in età infantile e adolescenziale; nel Settecento e nell'Ottocento i giovani trovavano i loro miti nei protagonisti dei romanzi, come anche nei primi del Novecento. Il cinema prima e la tv poi hanno cambiato costumi e miti. La mia generazione è cresciuta in compagnia dei cartoni animati degli Anni Settanta e Ottanta, per la grande maggioranza cartoni giapponesi. Mi piacevano più o meno tutti e li ricordo sempre con nostalgia, ma i miei preferiti erano le serie robotiche: dall'arcinoto Goldrake a Mazinga, da Daitarn 3 a Astroganga, da Jeeg robot d'acciaio a Gundam. Mi fa sorridere ricordare quanto ci rimasi male quando realizzai che erano semplici cartoni animati e non esistevano nella realtà (trauma da Babbo Natale lo definirei). I "miei amici" robot erano invincibili e... "con gli occhi potevano incendiare un'astronave che vaaaaaa" distruggendo sempre il Male. I tempi oggi si sono ulteriormente evoluti (o involuti) e non so se i ragazzini guardano ancora i cartoni animati (i bambini certamente sì). Non so nemmeno cosa trasmettano per loro (a parte quelli che guardo e guarda mia nipote di cinque anni). Magari, mi auguro, hanno contenuti più educativi dei nostri cartoons nipponici. Di sicuro il tempo accrescerà il loro valore, perchè per quanto stupidi, mal fatti o persino diseducativi, la nostalgia ne permeerà il ricordo facendo un dì commentare: "Ti ricordi quel cartone..."

 
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QUALCUNO CON CUI CORRERE

Post n°248 pubblicato il 23 Marzo 2010 da manser11
 

Per me Qualcuno con cui correre di David Grossman è uno di quei libri che quando li finisci ti fanno esclamare: "Che fortuna averlo incontrato sulla mia strada!"; un romanzo intenso, di forza dickensiana, una storia d'amore come poche ne ho lette. Molto bello.

Trama: Assaf è un sedicenne timido e impacciato; inseguendo un cane per le strade di Gerusalemme viene condotto in luoghi impensati, di fronte ad inquietanti personaggi, fino ad incontrare Tamar, una ragazza solitaria e ribelle, fuggita di casa per salvare il fratello tossicodipendente. Il mistero ed il fascino di Tamar catturano Assaf, che decide di andare fino in fondo, di "correre" con lei.

Sottolineature: "Non esiste una cosa del genere, una storia stupida. Sappi che ogni storia, in qualche punto profondo, si rifà a una grande verità, anche se questa non sempre ci è chiara!"

"... c'è chi non si sente soffocare in una stanza dopo cinquant'anni e c'è a chi non basta un'intera nazione."

"Gli artisti sono fatti così, non puoi metterti a discutere con loro perchè loro stessi non sanno mettersi in discussione. Non hanno un Dio. Fanno solo quello che gli va."

"Quando Tamar aveva sei anni la sua famiglia viveva vicino alla ferrovia e lei era solita dividere la gente in due categorie: quelli che rispondevano al saluto della bambina accanto ai binari e quelli che la ignoravano."

"Talvolta è più offensivo essere apprezzati per i motivi sbagliati che essere disprezzati per quelli giusti."

"Se una persona, non importa chi, decide di chiudersi in se stessa, di isolarsi spiritualmente per portare a termine una missione difficile, non importa quale, potrà mai tornare a essere quella di prima? Esattamente come prima?"

"Il tempo non era composto da attimi ma da azioni. In ogni istante c'era qualcosa da fare."

 
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IL MIO AMICO ERIC

Post n°247 pubblicato il 17 Marzo 2010 da manser11

Consiglio questo film: primo tempo da 0 a 0 non particolarmente emozionante, ma nella ripresa arriva un risultato scoppiettante, un 4 a 3 a tutta birra (viene anche voglia di farti qualche birra vedendolo).

Un Ken Loach in perfetto equilibrio tra commedia e dramma

Giancarlo Zappoli     * * * 1/2 -

Un impiegato delle Poste britanniche vede la sua vita andare sempre peggio. Ha lasciato da trent'anni Lily, suo unico e vero amore. Ora vive con i due figliastri lasciatigli da una donna che non c'è e con uno dei quali ha un pessimo rapporto. Eric, che cerca di non ricordare il passato, ha un solo rifugio in cui cercare un po' di consolazione: il tifo per il Manchester e la venerazione per quello che nel passato è stato il suo più grande campione, Eric Cantona. Ora però Eric ha un nuovo e per lui non secondario problema: la figlia che aveva abbandonato ancora in fasce, ma che non ha mai avuto un cattivo rapporto con lui, gli chiede il favore di occuparsi per un'ora al giorno della bambina che ha avuto, in modo da poter completare in pochi mesi gli studi. Sarà però necessario che Eric si faccia consegnare la neonata da Lily che non ha voluto piu' incontrare dal lontano passato. Qualcuno giunge in suo soccorso in modo inatteso e concretamente irreale: il suo idolo: Eric Cantona. Il problema da affrontare non sarà però purtroppo solo questo.
Ken Loach ha realizzato il film della sua assoluta maturità. Sinora ci aveva regalato delle opere che restano nella storia del cinema tout court e in quella dell'impegno a favore dei meno favoriti nelle nostre società. Lo stile era rigoroso, partecipe, con qualche inserto comico ma con una dominante drammatica. In questa occasione riesce a realizzare una perfetta osmosi tra la commedia e il dramma. Arriva anche a fare di più gestendo l'apparizione onirica della star Cantona in un equilibrio perfetto tra ironia, astrazione e (perchè no?) commozione.
Eric Cantona è una leggenda per il calcio internazionale e per i tifosi del Manchester in particolare. Loach è un appassionato di calcio (straordinaria la replica alla domanda 'impegnata' di una collega in conferenza stampa: "Non vado alle partite per fare dei trattati antropologici ma per vedere la mia squadra vincere") e riesce a rileggere, grazie ancora una volta a una sceneggiatura più che mai calibrata di Paul Laverty, il mito calcistico facendolo interagire con le problematiche del piccolo Eric impiegato alle Poste.
Ne nasce una storia d'amore, un film sulla possibile positività dei miti nonchè (ed era l'impresa più difficile di questi tempi) su una solidarietà ancora possibile. Solo lui e pochissimi altri possono riuscire a regalarci una commedia/dramma con happy end in cui realtà e immaginazione si alleano escludendo la retorica. (tratto da www.mymovies.it)

 
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