Creato da ElisaCordovani il 13/03/2012

poesie dall'ombra

poesie e racconti di ELISA CORDOVANI

 

 

una favola

Post n°9 pubblicato il 15 Marzo 2012 da ElisaCordovani
 
Foto di ElisaCordovani

Il fiore, l’albero e la luna.
C’era una volta un piccolo fiore nato sotto le fresche fronde di un ciliegio, che lo ...riparava dalla grandine e dalla pioggia. I due si volevano molto bene e passavano intere giornate a raccontarsi storie e a descrivere ciò che vedevano. Il ciliegio raccontava fantastiche storie di stelle cadenti che lasciavano una scia dorata nel cielo, di arcobaleni colorati che illuminavano l’orizzonte e della luna che, come una mamma affettuosa, contemplava dall’alto tutte le creature della terra; il fiore invece descriveva la stupenda vita del suolo, ricca d’incontri con animali interessanti, parlava del bruco che progettava di diventare farfalla, del grillo che rallegrava le giornate col suo canto. Sembrava andare tutto bene ma non molto tardi il piccolo fiore s’intristì, anche lui desiderava ammirare la luna, le stelle e l’arcobaleno dopo una giornata di pioggia.
Un giorno una bimba che abitava lì vicino si andò a fermare proprio sotto l’albero di ciliegio e vide ai suoi piedi il bel fiorellino e le sembrò peccato che un cosi bel fiore dovesse rimanere nascosto dalla folta chioma dell’albero e decise di coglierlo e di portarlo a casa sua. Arrivati a casa, il fiore fu messo in un vaso e poggiato sul davanzale della finestra. All’inizio era impaurito ma, arrivata la sera, non poté credere ai suoi occhi: di fronte a lui la luna splendeva di una luce chiarissima e allegra che avvolgeva l’intero paesaggio.
Passò la prima notte, la seconda, la terza e il fiore era felicissimo della sua nuova vita, poteva conoscere tutto quello che fino ad allora aveva solo potuto immaginare, fin quando scorse lontano il suo amico albero, dall’aria triste. La notte successiva il fiorellino chiese alla luna: "Oh luna, tu che sei così in alto e che osservi tutti, sai dirmi perché il mio amico albero è cosi triste?" e lei rispose: "Caro fiorellino, il tuo amico è cosi triste perché adesso si sente solo, non c’è nessuno che gli racconti la straordinaria vita del suolo che a lui piace tanto ma che purtroppo non potrà mai vedere". Il fiore si senti cosi male per il suo amico che la notte seguente chiese di nuovo aiuto alla luna: "Oh luna, tu che sei cosi buona, ti prego, aiuta il mio amico albero a non sentirsi più solo", così la luna diresse i suoi raggi ai piedi dell’albero e in un batter d’occhio spuntò dal terreno un piccolo fiore.
Finalmente adesso anche il ciliegio è felice perché c’è di nuovo qualcuno che possa raccontargli e descrivergli ciò che lui non può vedere e ancora oggi il fiorellino, dall’alto del davanzale, parla con la luna che racconta fantastiche storie di pianeti e costellazioni lontane…

 
 
 

frammento di qualcosa........

Post n°8 pubblicato il 15 Marzo 2012 da ElisaCordovani
 
Foto di ElisaCordovani

potesse finire
questo desiderio d'ombre
e il rannuvolarsi
della sera su se stessa
come bimba che cerca una carezza
o il mio pensarti tra lame di luce
col pulviscolo dei dimenticati
sulla parete vuota

 
 
 

ATTIMI APPESI AL TUO ANDARE VIA

Post n°7 pubblicato il 15 Marzo 2012 da ElisaCordovani
 
Foto di ElisaCordovani

 



Anche stasera sei andato via
non ti ho detto
come si spezza l'attimo
... al tuo partire
non pioveva stasera
-forse lacrime mie
Anche stasera sei andato via
resto immobile a sfiorare
questi istanti rubati
e ombra sullo sfondo del buio
parlo dell'inconsistenza
-tutte parole sospese
Anche stasera sei andato via
col segreto di noi due
nello sguardo,
resta un profumo, un brivido
della pelle
-svanisce troppo presto
resto immobile a pensare,
il cuore mi urla dentro
delle troppe assenze
-e di baci non dati
Anche stasera sei andato via
curvo e volutamente ignaro
delle mie lacrime nascoste male
un nodo nell'anima
per quando guardo lontano
e non sento la tua voce
per tutti gli attimi in cui
cerco il tuo nome
-ma tu non ci sei
 
 
 

TACI IL SILENZIO

Post n°6 pubblicato il 14 Marzo 2012 da ElisaCordovani
 
Foto di ElisaCordovani



Il silenzio morirà del suo tacere
-vagare indifferenti tra notti tutte uguali-
taci quel buio che porta il mio nome,
... scorda lo scavare le parole
a renderle vere,
scorda i miei occhi che
si vestivano di cielo e d'autunno,
di un mare tempestoso.
Il silenzio morirà del suo tacere
un giorno bacia la vita,
taci quel buio che porta il mio nome,
non guardare le mie mani
a graffiare il vuoto e
a serrare petali secchi,
lacrime non né versano piu'
-vagare indifferenti tra notti tutte uguali-
L'urlo della sera
a imbandire nuovi tormenti
e spettri a festeggiare
tutte le mie inquietudini.
Taci quel buio che porta il mio nome
scorda i miei occhi,
varco d'incubi alla luce

 
 
 

l'amore

Post n°5 pubblicato il 14 Marzo 2012 da ElisaCordovani
 

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UN MALE OSCURO E IL MIO NIENTE

Post n°4 pubblicato il 14 Marzo 2012 da ElisaCordovani
 
Foto di ElisaCordovani



Vorrei essere onda di mare
che eterna si rigenera
... rinasce con forza antica
-certi dolori lasciano
bruciare l'anima
sulla terra
Vorrei essere il vento
che soffia sul mondo
sul silenzio e sulle grida
-urlo anch'io
non so per cosa o per chi
lacera di piu' il mio silenzio
e' un'angoscia che come
bacio di piombo
sigilla le labbra
Vorrei essere eterea farfalla
fragile il volo
ma istante infinito di bellezza
-io non volo piu'
straziata la liberta'
e la fierezza delle ali
Vorrei essere un baratro
che accoglie la follia di questa vita
-di chi uccide il tuo cuore
ma il suo continua a battere
Buio che pietoso nasconde
il sangue dei massacri
-e il sangue invisibile
di chi non ha visto la vita
Sono stanca del bianco e nero della vita,
esiste un grigiore che uccide
lentamente la bellezza dell'uomo
un male oscuro
mi mangia tutto
l'urlo resta silenzioso
-e io solo niente


"per chi ha attraversato l'oscurita'"

 
 
 

PENSIERI DI UN' ANORESSICA

Post n°3 pubblicato il 13 Marzo 2012 da ElisaCordovani
 

Oggi voglio ricordare il mio inferno...e' il momento giusto,l'ora ideale per farlo.
Sono stata ammalata per 10 lunghi,infiniti anni, di una malattia terribile e senza senso,che ti uccide,ma prima di far morire il tuo corpo fa morire dentro.
La malattia e' stata una belva annidiata dentro di me, e
adesso ne voglio parlare,perche' si puo' stanare e mandare via.
Ho pensato tanto a come ho potuto arrivare ad un delirio tale da distruggere me stessa e tutti coloro che hanno tentato di avvicinarsi a me.
L'unica motivazione,l'unica importante per me e' la mia fame insaziabile d'amore.....non mi bastava mai,mi sembrava sempre di non essere amata,di svanire e diventare trasparente e io volevo urlare e dire che volevo soltanto che le persone mi amassero e invece stavo zitta.
Anni di terapia hanno portato in superficie ricordi che neppure pensavo fossero miei.....il mio sbalordimento quando mio padre faceva una carezza a mia madre e il dolore sordo perche' non era destinata a me, l'arrivo di un fratellino,amatissimo,ma la notte pregavo gesu' bambino che lo facesse diventare un angelo.....e infiniti attimi congelati dentro di me,fermi come chiodi infilati nel cuore,nell'incoscio,nello spirito.
Man mano che crescevo sentivo di perdere l'amore di chi mi circondava e di non riuscire a trovarlo nel mondo che mi circondava, odiavo il mio corpo che perdeva le fattezze di bambina per sbocciare come donna...ad un certo punto la mia mente s'e' inceppata,girava a vuoto...guardavo il cibo e ne avevo repulsione,era sporco,era fatica....era vita.
L'insegnante di ginnastica di terza media nonostante al tempo nessuno conosceva l'anoressia,si rese conto che quella ragazzina taciturna era ossessionata dal suo corpo in modo malsano...e mando a chiamare i miei genitori,dicendo loro-la ragazza ha una visione distorta di se e del suo corpo-e poi chiamo il mio delirio,la bestia per nome:anoressia.
Ricordo lo sguardo perplesso e spaventato che si rivolgero allora i miei genitori...solo quella volta,dopo erano semplicemente disperati.
Man mano che la mia follia prendeva il sopravvento,iniziammo la girandola di visite tra ospedali,cliniche,dottori...ma nessuno sembrava in grado di aiutarci, in moltissimi non avevano una preparazione adeguata...e intanto io morivo piano piano e uccidevo e distruggevo tutto,la mia famiglia,mio fratello,gli amici,tutto e tutti vittime insieme a me di un orrore che se non lo vivi,non riesci neanche a immaginare.
Dieci anni di quell'orrore...il mio nascondere il cibo e sentirmi potente,perche' avevo il controllo del mio corpo e mi sentivo invincibile......l'esasperazione dei miei,le botte qualche volta,le lacrime di dipserazione di mio padre,che mi vedeva svanire senza riuscire a fermarmi.
E dentro di me sempre un dolore sordo,senza parole,senza espressione....ero una ragazzina che la notte si accarezzava lentamente,non per regalarsi piacere,non per sognare l'amore,ma per sentire e contare le costole,per sentire le ossa del bacino bucare la pelle,per sentire ogni singolo osso del corpo ricorperto solo di pelle.
Il ciclo e' sparito per mesi e mesi e io chiusa nel mio delirio gioivo; avevo vinto sulla natura,sul mio corpo,ma non riuscivo a spegnere quel grido silenzioso,quelle lacrime brucianti che di notte mi solcavano il viso.
Nonostante tutto ancora nessuno,mi amava,mi colmava di quell'amore che io volevo e mi sentivo svanire.
Sono poi arrivati gli uomini...uomini molto piu' grandi di me,perche' i ragazzi della mia eta' mi trovavano ripugnante per lo stato in cui ero,bestie forse piu' affamate di me, affamate di sogni, giochi,di semplice carne. Ogni volta prendevano e laceravano lo spirito,mentre la mente si frantumava di pensieri assurdi e invece di essere colma d'amore,mi sentivo sempre piu' vuota,e sempre piu' svanire.Il mio corpo era l'involucro dell'anima,quella non si lasciava sporcare e restava un'innocenza che ancora di piu' attirava quegli uomini.
Uno tra i tanti,a cui forse rimordeva la coscienza di andare con una minorenne,cercava dopo aver avuto la sua mezz'ora d'illusione,di farmi fare merenda. Lo ricordo, ed e' allucinante come s'alzava dopo dal letto e cominciava a farmi pane e nutella...........
Anni di torture,di ricoveri, di quel dolore che restava silenzioso,quel grido dentro che non trovava parole,il mio corpo martoriato dalla bestia....quando c'e' stata la svolta? sembra assurdo ma e' stato un attimo fugace,eppure eterno,durato all'infinito...io e mio padre seduti per terra dopo la guerra per farmi mangiare,dopo le suppliche,dopo le minacce....ricordo i suoi occhi,la luce s'e' spenta dentro, s'e' afflosciato tutto e guardandomi mi ha sussurrato-se deve essere cosi' spero che tu muoia,perche' noi non ce la facciamo piu'-.
Li sono tornata me stessa per un breve momento e ho provato orrore di me stessa e della follia in cui ero precipitata.....e ho lasciato che mi aiutassero,ho iniziato io ad aiutarmi, a trovare le parole per quell'urlo silenzioso che frantumava la mia anima.
La strada e' stata dura,difficile,piena di errori e ricadute,ma finalmente il muro che c'era intorno a me s'e' incrinato,l'amore vero,quello che colma l'anima ha iniziato ad entrare dentro di me...la fragilita'seme per la vita e non per la morte...i miei genitori son tornati a tenersi per mano, la vita a dipanarsi intorno a me...
perche' ho voluto raccontare tutto questo? perche' ogni tanto ancora una mano mi stringe la gola quando devo inghiottire cibo...ma c'e' una piccola vita adesso dentro di me,l'amore che davvero colma ogni vuoto e un giorno voglio guardare il mio bambino e raccontare queste stesse parole...le parole dell'urlo silenzioso.

"DEDICATA A CHI SI E' SALVATA,PERCHE' L'AMORE PUO' SALVARE"

 
 
 

ELISA TRA CIELO E MARE

Post n°2 pubblicato il 13 Marzo 2012 da ElisaCordovani

 

ELISA TRA CIELO E MARE

Di me parla il Cielo
mentre veglio il mio sogno e le parole sono
fuggiasche nella notte.
... Memorie scolorite aspettano riposo
io,ancora mi innamoro di un tramonto.
Di me il Cielo
conosce l'angoscia soffocata e l'assurda nostalgia
dell'infinito,che non conosco,
sa che al mio cuore
alcuni giorni sembrarono senza fine,
ma si son consumati.
Di me parla il Mare
mentre ricamo i miei pensieri alle parole,
le onde cantano desideri ed emozioni,
non pongo domande,
lascio che il dolore si disperda al vento.
Di me il Mare
ama l'indugiare malinconico sul vuoto lasciato da chi e' lontano
e la liberta' del cuore di amare anche l'illusione,
sorride del mio pensiero di esser sola.
Tra cielo e mare,aspetto si spenga la luna,
incerta chiedo indulgenza del mio pianto e
Cielo e Mare mi guardano di tenerezza e amore
mentre tremo per un sogno che mi ha lasciato.
 
 
 

HANNO CANTATO LE FOGLIE

Post n°1 pubblicato il 13 Marzo 2012 da ElisaCordovani
 


hanno cantato le foglie
con l'alba nella voce
e musica del vento
che riporta dall'orizzonte
i colori dei tuoi capelli
... che carezzano ogni
zolla di terra
dove scalza disegnavi
giochi d'aria.
Hanno cantato le foglie
a vivere l'ultimo silenzio di sole
le nostre mani infreddolite
facevano collane
da indossare sui cigli d'inverno.
Hanno cantato le foglie
sulle trame dei nostri sogni,
piccole gemme fuggiasche
per vie di cielo,
noi sperse tra gioia e dolore,
corolle smosse dai nostri sogni,
lacrime d'inchiostro lucido,
poi un sorriso a respirare
le ultime stelle del buio
-lì cullavo il mio cuore
Hanno cantato le foglie
sulle nostalgie d'autunno,
i viali ormai stanchi
di baci e addii
e intanto te ne vai anche tu
nei fumi di una stazione triste
dove non ci sono ritorni
Si sono sgualcite le mie parole
in un abbraccio poco convinto.
Hanno cantato le foglie
e nessuno le ascolta più
tutte ombre scolpite
da un addio

-per chi se n'e' andata senza voltarsi-

 
 
 
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