EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Post n°516 pubblicato il 28 Dicembre 2014 da enodas
"Dio, tu che ti celi nelle nuvole,
Credo di esere in un sogno. Non ho altra spiegazione che questa. Accanto a me fluttuano immagini, volti blu in un tentero bacio, capre, mucche, violinisti, figure danzanti, fiori e vagabondi. Un uomo si libra nell'aria, tenuto per mano dalla sua donna. La stessa che, volando, si volta a baciare. Ho ancora in mente quel titolo, pochi anni fa. Un mondo sottosopra. Ecco, oltre ad essere sottosopra, credo che questo sia un mondo onirico, un mondo dell'anima, dei sentimenti. L'amore dovrebbe essere come lo descrive Marc Chagall, ho letto da qualche parte.
"E' soltanto mio
"I fiori possono fare dimenticare un momento drammatico,
Non si tratta soltanto del titolo. La mostra di Palazzo Reale mantiene davvero le promesse di offrire una visuale ampia e completa della parabola artistica di Marc Chagall. Più, ancora, di una vita intera. Una vita lunga, attraverso un secolo che rappresenta il passaggio alla modernità con tutti i suoi drammi. Gli stessi che Chagall visse di persona, spettatore della storia a cavallo di due guerre, esule sempre, e su se stesso, sconvolto da quei drammi che lacerano il cuore. Tutto questi, questi passaggi stretti, quasi obbligati, dell'uomo Chagall, vengono scomposti di sezione in sezione, mettendo in luce tutti quegli aspetti che vanno oltre le immagini più immediate degli amanti abbracciati in un volo pindarico. No, Chagall seppe guardare in faccia le grandi tragedie dell'uomo, ritrasse e denunciò il male assoluto, il torbido dell'uomo, le sofferenze del suo popolo, raccontò la perdita inaspettata della sua Bella, il suo vuoto interiore, ed infine i colori, i fiori, come gioia, che seppe ritrovare, una volta rientrato nel sud della Francia. Lo ha sempre fatto con un linguaggio particolare, immediatamente riconoscibile ed immediatamente immediato, guardando il mondo con quella stessa meraviglia, quella stessa voglia di vivere e quello stesso ottimismo che respirano dalle sue opere. Un linguaggio che ha attinto alle avanguardie, alle correnti artistiche, senza mai aderirvi completamente, ma attingendo, come attinse, a piene mani nella tradizione del suo popolo, la cultura ebraica, le reminescenze della sua Russia, e della cultura cristiana, tutte filtrate attraverso i colori e le figure che come reminescenze popolano i suoi quadri narrando sempre una storia differente. Il violino, le capre, l'ebreo errante, i paesi innevati, il crocifisso, i fiori, tutti protagonisti che tornano, mai a caso. Perché Chagall, raccontava l'uomo, anche a rischio di mettere a nudo la propria fragilità, e lo faceva con grazie e poesia, trasfigurando in un mondo onirico, la sua propria riflessione sulla vita.
"Devo dipingere la terra, il cielo,
"[...] La mostra è la più grande retrospettiva degli ultimi 50 anni mai dedicata in Italia a Marc Chagall, con oltre 220 opere che guideranno i visitatori lungo tutto il percorso artistico di Marc Chagall, accostando, spesso per la prima volta, opere ancora nelle collezioni degli eredi, e talvolta inedite, a capolavori provenienti dai maggiori musei del mondo, quali il MoMa, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di San Pietroburgo, il Centre Pompidou, oltre a 50 collezioni pubbliche e private che hanno generosamente collaborato. (dall'Introduzione alla mostra "Chagall. Una retrospettiva")
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