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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Post n°571 pubblicato il 15 Settembre 2015 da enodas

 

 

E' complicato raccontare come ho lasciato il lavoro oggi. Paradossalmente, speso fino all'ultimo istante, anche oltre, a terminare ogni cosa nel modo che ritenessi migliore. Meglio così, probabilmente, non ho avuto modo di pensare troppo. Di certo, lascio con amarezza, per delle sensazioni che é troppo complicato da spiegare. E con un poco di malinconia, visto che per me ogni addio, ogni cambiamento é sempre un pizzico più difficile, intriso com'é di una sfumatura sentimentale. Anche quando si tratta di una scelta di questo tipo. In ogni modo, non riesco a separare le emozioni, anche quando tutto si restringe in maniera molto soggettiva. Resta il fatto che un ambiente possa essere molto ricco ma molto povero umanamente, anche quando a volte basterebbe davvero poco. Oggi penso questo. Ho preso la bici e sono partito. Ed anche se solo sfiorato da un'immagine, ho pensato anche a cosa significhino questi anni, sorretti dall'orgoglio di lavorare in un posto, alla fine troppo solo in una direzione, e da tutto quello che questi anni siano stati per me. Un passaggio lunghissimo, che si é snodato - e continua ancora - in parallelo. Tutto quello che ho apprezzato e tutto quanto mi ha ferito, nel frattempo. Gli amici nuovi, quelli in arrivo e sempre più in partenza, un'anima nuova da accerezzare ed i pianti sordi, in fondo al cuore. A cominciare da un giorno lontano, attorno ad una stazione, e da poco avevo firmato per iniziare qui. Anche questo é, in fondo, un flebile ultimo filo che ancora tesse un ricordo. E poi, l'inizio dell'anno, i primi giorni, ed il messaggio che mi mandò la mamma, che ho sempre fatto bene e dimostrato di farmi apprezzare, che ogni tanto ripeto a me stesso, le prime persone. Alla fine, apriamo e chiudiamo capitoli in continuazione, pochi se ne accorgono, quando non li riguardano, ed io vivo sempre queste svolte di pagina con molta sensibilità. Questa per me é una clamorosa deviazione. Presa con orgoglio ed una certa amarezza e, a tratti, quasi fosse una strada costretta, allo stato delle cose. Ora, posso solo procedere.

 

 
 
 
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