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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Post n°505 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da enodas

 


In una casa per studenti di Delft c'é una festa. Una come tante, di quelle che si organizzano nel fine settimana, ed in cui si vede, letteralmente, di tutto e di più. Ho perso un amico e lo trovo, con altri, in una stanza più in là, aperta a parlare e strimpellare una chitarra. In un attimo, ho capito chi ci vive, una ragazza bionda e timida che ho già visto e che rappresenta l'immagine stessa dell'Olandesina, in un attimo ho capito che sa suonare il pianoforte e che le note aperte sulla tastiera le conosco, appartengono ad un notturno di Chopin. Ho deciso di suonare, quelle note che conoscono le mie dita, che conosco io. Per dire, come fosse un linguaggio segreto, che anch'io sapevo suonare, perché altro non sapevo dirle. Ma comunque non sono stato capace di raccontare molto oltre, bloccato da me stesso, da quante scuse troviamo, finanche dalla convinzione che ci sarebbero state altre feste.
A volte le coincidenze lasciano di stucco. Ho trovato, all'imbarco dell'aereo quella stessa ragazza. In mezzo, tanto tempo e tante cose. Circa sette anni, tanto - o pure di più - alla fine sono venuto su. Riassunte un po', in fondo, anche nei motivi di un viaggio. Ne ricordavo il nome e quelle due cose in croce che fugacecmente potevo sapere di lei. Lei, invece, mi ha riconosciuto ed é venuta a parlarmi. Ho pensato ad uno specchio, virtuale, immaginario e costruito, a volte situazioni così semplicemente lasciano pensare un momento un se e chissà, forse qualcosa sarebbe andato diverso. Nel bene e nel male. In questo temo di essere terribilmente bravo. A volte si perde l'attimo giusto e quella che prendiamo, anche senza saperlo, é come se fosse una decisione che cancella una strada potenziale tra tante.
Credo semplicemente che questi specchi spingano a guardarsi indietro per un attimo. E' strano che questo mi capiti oggi, su questo volo che in qualche modo mi porta ad una decisione. Una decisione che probabilmente ho già abbozzato, che mi ha assorbito un sacco di energie, e che, comunque la guardi, mi lascia la sensazione che in ogni caso dacida di fare una scelta sbagliata.
Nelle mie indecisioni, nelle mie difficoltà, nei solchi che mi porto dietro. A volte, uno specchio così.


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Il problema è che mentre cerco me stesso trovo un sacco di bar aperti. Shot: Villafranca  

 
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