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la musica, suonare il pianoforte, suonare il mio violino, la luce del tramonto, ascoltare il mare in una spiaggia deserta, guardare il cielo stellato, l’arte, i frattali, viaggiare, conoscere e scoprire cose nuove, perdermi nei musei, andare al cinema, camminare, correre, nuotare, le immagini riflesse sull’acqua, fare fotografie, il profumo della pioggia, l’inverno, le persone semplici, il pane fresco ancora caldo, i fuochi d’artificio, la pizza il gelato e la cioccolata


Non mi piace


l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Sonata op.13 “Patetica” (n.8)
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Sonata op.53 “Waldstein” (n.21)

Chopin

Notturni

Debussy

Suite Bergamasque
Deux Arabesques

Liszt

Valse Oublièe
Valse Impromptu

Schubert

Impromptu n.3 op.90
Impromptu n.2 op.142




 

Messaggi di Maggio 2014

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Post n°475 pubblicato il 22 Maggio 2014 da enodas

 

Ho il passaporto sul tavolo...
...una valigia da chiudere
ed il cuore sospeso...

...via, per qualche settimana...

 
 
 

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Post n°474 pubblicato il 19 Maggio 2014 da enodas


Dopo dieci anni di beffe ed infortuni... ho vinto il fantacalcio!!

 

 

La pagina sportiva - Notizie dall'estero: la Lega si tinge d'arancione

 

Mister, congratulazioni, l'anno scorso obbiettivo sfumato in extremis, quest'anno é andata bene...
Sì, grazie, devo ammettere che le ultime giornate sono state condite da una buona dose di paura, sarebbe stata una beffa.


In effetti, una stagione strana, fatta di alti e bassi. Cosa ne pensa?
Devo ammettere che l'avvio é stato disastroso, alla prima tornata eravamo ultimi, staccati dalla penultima già in doppia cifra. C'era chi gufava che non avremmo visto il panettone. Poi la squadra ha iniziato a girare come volevo, macinando risultati esaltanti...

Certo, il girone perfetto...
In realtà, le partite vinte di seguito erano otto...e per poco non ci siamo ripetuti. E poi c'é il muro dei 60 punti abbattuto. 61 per la precisione.

In Europa il nuovo record é 102...
Certo, ma é un altro campionato...

E poi, invece, improvvisi black-out...
E' vero, purtroppo a volte si teme di vincere. E gli infortuni sono sempre in agguato. Non per niente siamo giunti alla fine stremati.

Parliamo della rosa. Un attacco stratosferico, lo dicono i numeri.
Fortunatamente abbiamo trovato gli uomini giusti in ogni reparto. Lichtsteiner-Vidal-Tevez, per esempio: l'ossatura portante. Ed un attacco valido (Tevez-Higuain-Toni), puntellato attraverso una strategia oculata, punto fermo del nostro modulo improntato allo spettacolo.

L'uomo in più?
Sicuramente Luca Toni. Nessuno puntava su di lui, siamo orgogliosi di avergli accordato la fiducia che un campione come lui meritava.

Anche se questo ha significato l'addio a DiNatale...
Totò é un grande campione, ed un grande professionista, come ha dimostrato ahinoi proprio quest'ultima giornata. Ma ha compreso che il suo sacrificio era necessario per ragioni di bilancio. Questa vittoria é anche sua.

Progetti per il futuro?
Certo, l'anno prossimo punteremo anche all'Europa ed alla Champions.

Nel frattempo, gli Oranje fanno festa (foto a fondo pagina) per questo risultato. Questo influenzerà i suoi sentimenti per il mondiale?
Assolutamente no!! Il cuore rimane sempre e solo azzurro...

 

 

Abbiati, Mirante, Amelia
Cesar, DelGrosso, Lichtsteiner, Lucarelli, Mexes, Moretti, Sardo, Yepes
Izco, B.Jankovic, Kone, Krsticic, C.Ledesma, Lulic, Matuzalem, Vidal
Calaio, Higuain, MaxiLopez, NicoLopez, Tevez, Toni

 
 
 

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Post n°473 pubblicato il 12 Maggio 2014 da enodas

 

 

Ho scattato questa foto qualche settimana fa in un museo d'arte moderna. Quello che ho pensato nel momento stesso era il titolo di questo blog ed un po', credo, la mia voglia di scrivere qui, per quanto resti possibile. Il mio mondo. Ecco, non so bene perché, ma in realtà non é qualcosa a cui saprei dare effettivamente immagine. Potrei sprofondare in mondi infiniti di note, senza più farmarmi.
Ho un dipinto, a colpi di spatola, ricevuto molti anni fa. Il confronto con quello, di simili intenzioni, per mia sorella, é impressionante.
Ecco, questa foto in qualche modo é una rappresentazione affine a questa espressione. Il mio mondo. Il riflesso, al forma, le linee, tutto attorno, tutta la storia che mia ha condotto fin lì, in una convergenza momentanea di pensieri e di passi, la polvere bianca sulle scarpe e le cartoline in tasca, in una domenica di inizio aprile.

 

 

 
 
 

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Post n°472 pubblicato il 08 Maggio 2014 da enodas

 

 

 

Non avevo mai visto la rievocazione storica di una battaglia. Anche se mi sarebbe piaciuto e, visto dove mi trovo, da un po' tengo d'occhio una data importante dell'anno prossimo. Ma i bicentenari delle battaglie napoleoniche, le ultime, si rincorrono. E' così che mi sono trovato a Hoogstraten, un paesino belga piccolino al confine con l'Olanda. Qui, e nei villaggi dei dintorni, nel 1814, si affrontarono le truppe francesi e quelle della coalizione europea che cercava di disinnescare la carica napoleonica. Non c'é molto che sappia, così come non c'é molto da dire su una di queste battaglie che sono cadute nel silenzio sotto la polvere dei libri di storia. So solo, perché l'ho sentito di sfuggita, che si fronteggiarono 5000 francesi contro 6000 avversari. Nascosti tra l'erba, alta e verdeggiante di una domenica di inizio maggio, queste figure riemergono e si materializzano. Sparano i cannoni, colpi sordi in sequenza, e l'aria si riempie di fumo, la vista si accorcia di fronte ad un muro grigio impenetrabile. Poi, le truppe iniziano a muoversi, lentamente, avanzano in blocco. E' qualcosa difficile da comprendere, come facessero, come avanzassero, se davvero era così, per battaglioni schierati, caricare-mirare-sparare, e poi attendere che il turno passasse all'avversario. Difficile comprendere l'evolversi della battaglia, tra ritirate ed avanzamenti, per quanto in miniatura rispetto alla tragedia originale.

 

 

Quello che vedo sono le immagini di un film, le divise colorate, ogni battaglione il proprio colore, e le esplosioni di baionetta che presto le avvolgono dentro una nube di nebbia. Così, rimangono solo le estremità appuntite, brillanti tra un riflesso e l'altro che penetra l'aria densa, le lame scintillanti dei cavalieri che si muovono al galoppo, sferragliano nell'aria, impattando una contro l'altra. Dietro, invece, segue un tamburino, avvolto nel fumo, anche lui, confuso tra i fili d'erba. Mi viene in mente la figura descritta da De Amicis, come me la narrava la mamma, molto tempo fa. Perché così, alla fine, saranno apparse pure le Guerre di Indipendenza, quelle che aprivano una pagina dopo l'altra del sussidiario e che mi passano davanti alla mente come il ricordo improvviso, un lampo, degli studi di storia.
Certo, queste immagini sono di un pomeriggio di divertimento, con le divise belle ed affascinanti, che marcano pedine di un gioco che si muovono e creano un effetto il più coreografico possibile. Cerco angolature e prospettive, senza potermi muovere, in realtà, se non con l'obbiettivo della macchina fotografica. La nebbia che si alza presto, tra cannonate e colpi di moschetto é un effetto scenografico eccezionale, a mio parere, ma rende immediatamente, a mio parere, la difficoltà del campo di battaglia, ed un tragico terrore che lo circonda, quello vero, anche allora, tra sequenze di battaglia diverse ed inconcepibili.
Un uomo, oltre le fila delle truppe inglesi, avvolto nella nebbia, suona la cornamusa.

 

 

 
 
 

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Post n°471 pubblicato il 04 Maggio 2014 da enodas

 

 

 

Sono solo pochi passi e l'aria riempie i polmoni. Fresca ed umida, densa d'acqua. Mentre sopra, la via si chiude, il cielo sparisce, ben oltre la coltre di nuvole che da tutto il giorno appare e scompare. Mentre le foglie scricchiolano. Ad ogni passo, anche se in realtà é primavera. Ed io cammino, qualche altro passo, scendo un viale tracciato, una strada tra il verde dei pioppi, qualche sequoia, e l'azzurro. Delle fate, degli elfi, degli ultimi giorni d'aprile. Di un alito di vento che sembra quasi un sussurro. Whispering. Da dove venga, mi piace immaginare sia davvero un lieve respiro portato dai giacinti selvatici che ancora ondeggiano quando mi rigiro a guardarli. E piano piano si apre il sottobosco, come un mare incontaminato che non é consentito sfiorare. Tanto che mi sembra di riconoscere un luogo, un angolo, un ramo scarnito e scheletrico che passa ad arco sul terreno per poi fondersi nuovamente nell'onda azzurra che l'ha lasciato respirare, anche solo un attimo, che tuttavia sembra fissato nel tempo, se tornando l'ho trovato così come era.

 

 

Lo chiamano davvero bosco delle fate. Eppure sembra non sia poi così conosciuto. Lascio sia lo sguardo a correre, su ogni segno d'azzurro che copre il suolo, fin dove una punta di bianco spunta, quasi per scherzo. Quasi una nota di colore, uno direbbe. Emerge. Oltre un palcoscenico che scintilla sullo sfondo indefinito. A livello del terreno. Profumo di pioggia, e la terra  che rimane umida. Ed umida affonda la mano nei ricordi, nella suggestione di un colore che non é colore, nella penna che scriveva, oggi come allora, sussurrando al silenzio, come una voce nascosta, nel bosco delle fate.

 

 

 
 
 
 
 

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