attenzione:il libro della giungla è un libro di racconti!

Post n°548 pubblicato il 01 Luglio 2014 da nottealta78

Giro la chiave, apro la porta e salgo le scale,riinfilo la chave, riapro la porta e mi incammino per il corridoio assolato.Piastrelle bianche, piante in fiore,  libreria. lo sguardo accareza le copertine dei tanti libri fino alla preda, in quel momento, più succulenta al mio palato cerebrale: kipling-il libro della giungla-. Lo agguanto e fuggo via (da sdraiato leggo meglio anche se capisco meno;seduto,a gambe incrociate,sul divano leggo peggio ma capisco di più.cambio posizione e stanza in base alle vicende che mi accolgono tra le pagine.) Le prime 100 pagine sono uno spettacolo poi Mowgli sparisce e compare una foca bianca! ma cosa c'entra una foca bianca con Mowgli? niente! è semplicemente un altro racconto:non me lo aspettavo, non ci volevo credere,mi sono trovato sballottato dalla giungla in antartide nel giro dello sfoglio di una sola pagina:ci son rimasto malissimo!
Ho continuato ma non mi son pentito, poi un nuovo racconto:quello di una mangusta contro  un paio di lunghi cobra,ora scrivo,scrivo per non perdere il filo un filo lungo come due cobra sibilanti.

Comunque,è chiaro,la colpa è tutta di Walt Disney!

 
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sarà l'età

Post n°547 pubblicato il 21 Giugno 2014 da nottealta78

Forse perché con l'età uno cerca il lineare come fosse una stampella per resistere,forse perché di tutto il resto uno alla fine si stufa, mah, comunque,oggi, ho voglia di leggere di qualcuno che faccia qualcosa,che si capisca però cosa faccia e che lo faccia senza arrovellarsi troppo la testa, che lo faccia e basta e che faccia tante cose ma non tutte insieme,solo una per volta con descrizione minima del paesaggio;vorrei una lettura sgrassata da ogni tipo di riflessione psicoanalitica.In questo mondo la complessità nasconde gusci vuoti.Ho voglia di leggere un racconto per ragazzi;è così che chiamo mio figlio:ehi ragazzo..com'è andata oggi?lui mi guarda e, restituendomi la pacca sulla spalla, mi risponde:ehi ragazzo!
Ragazzo:ecco quel che non sono mai stato.

 
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00.47

Post n°546 pubblicato il 24 Maggio 2014 da nottealta78

Accendo le luci per poi spegnerle un istante dopo,il tempo degli ultimi dettagli.è tutto un silenzio stanco ed i cuscini arancioni sbadigliano sul divano.l'auto è sistemata,lo zainetto è sistemato,i piatti lavati,la cucina in ordine.scovo,con sguardo torvo, una piega del copridivano e le sorrido augurandole una buona notte.mi accosto nei pressi della prima stanza di quel corridoio che già si dichiara zona notte ,apro lentamente la porta ed il suo è un viso tondo e sereno e le sue gambe hanno già scalciato le copertine riducendole in sartie aggrovigliate:un'altra carezza.nei pochi passi che mi separano da mia moglie ho tutto il tempo di pensare che non ho altro da desiderare. la luce della camera matrimoniale è accesa,mia moglie dorme.la piccola duna morbida,sotto le coperte,nasconde un paio di cuori che mi gonfiano il petto.mi siedo sul letto, roteo la testa per stiracchiare i muscoli del collo e penso che la vita è fatta di tante cose belle.

 
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primavera

Post n°545 pubblicato il 31 Marzo 2014 da nottealta78

Mia moglie aveva un pancione enorme e sorrideva come si sorride quando tutto è in ordine. Mentre passeggiavamo, mi parlava di alcune sue sensazioni,erano sensazioni magnifiche che io non avrei mai potuto provare; non importa:quando una moglie prova delle bellissime sensazioni si avverte comunque una bellissima sensazione. Ne parlavamo lungo il sentiero che portava alla capannina:il sentiero era coperto da lastre enormi di pietra lavica. La pancia era davvero grande e mia moglie aveva un sorriso che già partoriva entusiasmo. Avrà i tuoi colori, mi diceva Avrà la tua energia,rispondevo. dobbiamo rallentare,ti vedo stanca. Sediamoci lì, c’è il guscio abbandonato di una tartaruga. C’è un bel sole questa mattina. Ci sei tu questa mattina. Mi raccogli un po’ di fiori?, la nostra bimba ne avrà bisogno. Corsi a raccogliere dei fiori. Rimettiamoci in cammino: le musiche del mio addome sono musiche sempre più allegre. Dopo qualche tempo arrivammo alla capannina ed il dottore ci accolse abbracciandoci:aveva due occhiali spessi ed una lampadina accesa al centro della fronte. Si commosse appena ci vide,scoppiando in lacrime per l’immensa gioia:aveva fatto partorire tutte le donne del paese,conservando comunque una profonda sensibilità. Signora, si sdrai al centro della stanza. Disse a stento,asciugandosi le lacrime. Nel centro della stanza c’era un covone di paglia bianca,come fosse cotone,come fosse ovatta;mia moglie si stese sul covone e vide, pendenti dal soffitto, una miriade di piccole lune appese,una serie di giostrine con api e fiori freschi e treccine di fasci d’edera colorati. Sorrise ed aprì le braccia mentre il dottore gliele teneva divaricate afferandole le mani. La luce posizionata sulla fronte del dottore le illuminava il sorriso. Ho bisogno di lei, mi urlò Cosa devo fare? chiesi giuntogli,con un balzo, affianco. Solletichi sua moglie, presto e non si faccia scrupoli! No, per favore sbottò lei scoppiando a ridere,non facevo in tempo ad accostarmi alle sue ascelle che già sgorgava in fragorose risate. Dopo tante risate e qualche tentativo di solletico, dal ventre di mia moglie, sbucò la punta di un’ala e poi un’ala intera e poi le antennine clavate ed infine,dopo l’ennesima grassa risata, la seconda ala. La farfalla prese il volo sgrondandosi di dosso un liquido trasparente brillante di porporina rosa.era una bellissima farfalla gialla,fece due giri intorno la stanza e si poggiò sul mazzo di fiori selvatici che avevo da poco raccolto dal campo. Ci guardò,chiuse le ali a libro e si addormentò. Il dottore tonfò esausto al suolo mentre mia moglie mi abbracciava felice. Lo sapevo che era una bellissima farfalla gialla,lo sapevo. Quando ti guardavo ,tutto mi tremava e tutto mi trema ancora e questa è solo la prima delle tante farfalle ché ancora, mentre ti guardo, sento moltitudini svolazzarmi dentro. Appena il dottore si riprese,facemmo ritorno al villaggio:lungo il sentiero,l’odore di primavera giungeva festante dai prati.

 
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quando

Post n°544 pubblicato il 26 Marzo 2014 da nottealta78

Quando penso all'artificiale o al soprannaturale non possono non venirmi in mente i colori fluorescenti del gelato alla frutta!

(la tavola ouija era un tempo una tavolozza di colori)

La riva del fiume è una terra battuta dalle innumerevoli passeggiate domenicali ed il fiume che poi è solo un ruscello in fin di vita, a tratti ristagna:tenera dimora di anatre starnazzanti.

Le parole scorrono come scorre il fiume mentre gli sguardi sono una piena di intenzioni mal celate. Ci guardiamo e non possiamo resistere, lo sappiamo bene quello a cui andremo incontro. Ci guardiamo e riguardiamo,sorridiamo ,annuiamo,esitiamo, resistiamo consapevoli che non resisteremo a lungo, lo sappiamo e camminiamo.

Mentre si pensa all'artificiale o al soprannaturale, la stradina battuta si riempie di mamme e bambini: le mamme afferrano i bambini per i polsi viola e se li trascinano appresso come appendici indesiderate, lasciandosi dietro una scia profonda, quasi un solco.
I bambini hanno delle crestine immobili, le mamme una ricrescita tutta moderna ché così oggi si usa.

(Immagino i tempi di Twain quando qualcuno sapeva giocare ai pirati)

Non resistiamo, ci fermiamo e ci guardiamo, li guardiamo: sono in fila come un plotone d'esecuzione.
Un carnevale ordinato di colori freddi,gelati.
Ordiniamo due coni ad un gelataio triste che li riempie di fragola e pesca.
Noi lo guardiamo come si guarda una scena erotica da reinterpretare appena rientrati a casa  dal cinema.
Sono piccoli e costosi e sono soprattutto colorati, tanto colorati, troppo colorati.

 
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io me ne sto qui

Post n°543 pubblicato il 01 Marzo 2014 da nottealta78
Foto di nottealta78

Io me ne sto qui a sbadigliare ad uno schermo ronzante;mi guardo intorno e scorgo l’indolenza:icona,ovale, bizantina, inchiodata serafica alla parete bianca .Annuso l’odore del brodo e contemplo la curva di un cucchiaino opacizzato dall’ultimo caffè,leggo di una certa Irena che ha salvato 2500 bambini ebrei dai lager nazisti fingendosi idraulica;scoperta,le hanno spezzato braccia e gambe.Finita la guerra dichiara: « Avrei potuto fare di più. Questo rimpianto non mi lascia mai. »Penso che se ci fosse la guerra,io sarei un uomo davvero diverso:mi immagino in una grotta a scrutare il vuoto mentre l’odore di muschio e muffa sublima in gocce d’acqua sulle pareti di pietra (lontano i boati dei bombardamenti). Rimmarrei immobile a contemplare le curve di un lombrico prima di divorarlo cominciando dalle zampette.Tra una zampetta e l’altra avrei certo pietà di me pensando che,se fosse tempo di pace,allora sì che sarei un uomo certamente diverso.

 
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m.a.e.

Post n°542 pubblicato il 21 Febbraio 2014 da nottealta78
Foto di nottealta78

La mia ambizione è tutta in una vita ed in una morte normale.

 
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Jim,a proposito di schiavitù, in le avventure di huck finn '93

Post n°541 pubblicato il 17 Febbraio 2014 da nottealta78
Foto di nottealta78

“Il punto è che anche se ti insegnano che una cosa è giusta e tutti quanti credono che sia giusta,non è detto che lo sia”

 
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che le banche vincano

Post n°540 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da nottealta78

che le banche vincano,che il mondo sprofondi,che il minimalismo e l’arte  tutta esplodi in cenere..quel che a  me importa è che a mio figlio passi sta tosse stizzosa che davvero mi fa delirare.a mia nonna davano intingoli di oppio,oggi mi sento in colpa se gli do il seki gocce.il tempo passa,il delirio aumenta.coff coff..un sottofondo da ulcera.

 
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o quasi fratelli

Post n°539 pubblicato il 10 Febbraio 2014 da nottealta78

quando penso a certa gente che poi sono parenti cugini o -quasi fratelli- che decidono di morire e li scorgo morire,mi viene la tristezza.va bene trainspotting ed altre stupidaggini del genere o bukowski ed altre trovate... ma la vita,la vita è vita e va vissuta sobriamente e pienamente...secondo me,secondo me che non sono nessuno e che non mi va d'essere altro.quando penso a tanta gente,la mia banalità(la mia ipocondria) acquista uno spessore salvifico.ho scelto la vita,ho scelto un lavoro:un lavoro che m'ha detto che mi farà sapere.

 
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