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Brevissima storia del pensiero politico

Post n°13 pubblicato il 01 Novembre 2010 da genserich

Nel XVIII secolo in Gran Bretagna si vedono contrapposti due scuole di pensiero politico: i Liberali che promuovevano la piena libertà del cittadino e di impresa. Padri del pensiero Liberale sono Locke, Hobbes, Voltaire, Rosseau, Kant. Sono l'espressione della classe borghese. I Conservatori sono hanno una concezione dello stato che deve essere + presente, che da regole proprio in nome del bene comune, contraria a stravolgimenti sociali, per un progresso graduale. Nel 1848 viene pubblicato il manifesto del Partito Comunista, ad opera di Marx ed Engel; la teoria si basa sulla considerazione che gli uomini sono tutti uguali e che non si doveva avere + la distinzione tra servo e padrone. Tutti dovevano partecipare in egual modo alla ricchezza; lo stato, che è null'altro che la volontà di tutta la massa, doveva essere omnipresente. Nel 1891 con l'enciclica Rerum Novarum ha inizio la "Dottrina Sociale della Chiesa", la politica di Centro, proprio perchè si interpone tra i Liberali a destra e i Comunisti/Socialisti a destra. [Il pensiero Conservatore è tipico del nord Europa, protestante, mentre a sud, nei paesi cattolici, viene a mancare]. I Cattolici vogliono uno stato presente, per aiutare le classi + disagiate, ma non omnipresente, nè stravolgimenti sociali come i Comunisti. I Cattolici sono propotori di una politica morale rigorosa (contro aborto, divorzio...). Nel 1909 si costituisce il partito Laburista in Inghilterra, mentre in Germania prendeva piede il Socialismo Riformista Socialdemocrazia): vista l'impossibilità di una rivoluzione sociale, il progresso sociale doveva avvenire legalmente: non viene + messo in dubbio lo stato Liberale, con la libera iniziativa e i commerci. Ma lo stato doveva "nazionalizzare" tutte le imprese che avevano importanza per il funzionamento dello stato. C'erano anche diversi punti di vista del pensiero Liberale: quella espressione della borghesia imprenditoriale, favorevoli alla libera iniziativa, alla minor presenza dello stato (- tasse); poi c'era quella + favorevole alla libertà dell'individuo, che farà proprie alcune istanze del socialismo (la libertà delle classi povere passa attraverso il suo benessere) comunemente nota come "Progressismo". Con la Repubblica di Weimar  nasce il concetto di Partito Interclassista, cioè non più partiti espressione di una particolare classe sociale, ma partiti che abbiano una visione dello stato + globale, cioè fautore di una politica che interessi tutta la popolazione. Negli anni '20 nascono movimenti cosidetti Nazionalpopolari [+ comunemente conosciuti come Fascisti], un miscuglio di ideologia ipernazionalista e socialriformista, che vuole uno stato forte, possibilmente una dittatura. Nella teoria il dittatore doveva fare il garante del benessere di tutti i cittadini, cercando di creare equilibrio tra tutti gli elementi che formano uno stato. I Conservatori oggi sono diventati Liberalconservatori, che può sembrare una contraddizione (all'inizio erano avversari); in verità i Conservatori non hanno mai messo in dubbio la concezione di stato Liberale, volevano uno stato presente ma quasi ogni iniziativa doveva essere in mano a privati. Figli del pensiero Conservatore sono i cosidetti partiti Conservatori (o  + propriamente socialconservatori, per distinguerli dai liberal conservatori): i liberali di Haider in Austria, la CSU bavarese, i popolari di Blocher in Svizzera, la Lega di Bossi in nord Italia. Difensori della libera iniziativa, contro gli eccessi dello stato sociale, rigorosi in materia di immigrazione.  Negli anni '80 nascono i "Verdi", i partiti ecologisti. Semplici Pacifisti ed Ecologisti in Italia, realtà + complessa in Germania, per esempio. I Grune tedeschi sono favorevoli al libero mercati, difensori dello Sato Sociale, ma nemici dello statalismo e dell'assenteismo. Pacifisti sì, ma hanno votato a favore dell'invio di truppe nelle missioni di "pace" all'estero.

 
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