« Oddo BiasiniTaci, l'amico ti ascolta »

Zamagni "non ha citato la fonte", 1997?

Post n°728 pubblicato il 08 Luglio 2009 da monari

Zamagni2 Il 14 luglio 1997, sul "Corriere della Sera", si parlò animatamente di Stefano Zamagni (alla ribalta in questi giorni come suggeritore di temi economici per la recente enciclica papale). Ce lo rivela un articolo che ci è stato inviato e che riproduciamo integralmente. L'autore del pezzo è Francesco Merlo.

***
Un caso di plagio e forse di omerta'
Il padre emiliano dell'economia rap

Benche' possa apparire strano, l'illustre e mai abbastanza adulata Societa' Italiana degli Economisti, che e' una delle piu' potenti e prestigiose corporazioni, cosi' esperta in accademia come in banche, tanto in cattedre quanto in consigli di amministrazione, si e' occupata di rap e di cannibalismo e nel marzo scorso ha persino emesso una sua storica sentenza in proposito. Dal punto di vista scientifico la questione, rubricata come "lo strano caso del professor Zamagni piu' sedici", puo' essere riassunta cosi': anche nella scienza economica, come nella musica, esiste il rap, che e' costruito - come molti sanno - con musica rubata.

Domanda: a Stefano Zamagni, famoso economista della squadra di Prodi e suo amico di famiglia, deve essere imputato un furto di idee e di parole, come chiedono ben sedici illustri e malefici professori e come vuole la sulfurea rivista fiorentina Belfagor?

Oppure Zamagni, 54 anni, riminese, ideatore di quel provvedimento sul volontariato che il Parlamento sta approvando in questi giorni, sara' ricordato come il padre dell'economia rap, l'Afrika Bambaataa del non profit? Una delle tecniche originarie del rap e' quella del back - spin: si prende un disco famoso e lo si fa ruotare, suonare (stridere) al contrario, "parlandoci sopra" possibilmente di rivoluzione. Un'altra e' quella del quick mix: far incantare contemporaneamente due dischi che ripetono sempre la stessa sequenza...

E sembrano, piu' che parole, il back - spin e il quick mix, stilemi fonetici pronti a passare anch'essi all'english for economics, con i suoi acrostici mono o bisillabici e il suo slang del tipo policy mix o trade off o crowding out. Comunque si proceda, il rap prevede l'incorporazione di brani altrui - lunghi o brevi secondo il bisogno - nella canzone "nuova". Mai al rapper, che e' negro e rivoluzionario, passera' per la mente di citare la fonte e di pagare prezzi alla proprieta', perche' "la musica e' di tutti" e "la proprieta' e' un furto". Anche il professor Zamagni, che a Bologna e' preside di Economia, nonche' consulente del Mulino e del Vaticano, docente alla Bocconi, membro di tantissimi eccetera eccetera, e persino relatore, il 10 luglio 1996, alla laurea di Giorgio Prodi, primogenito venticinquenne di Romano, anche lui, quoque Zamagni non ha citato la fonte, neppure nella bibliografia, ne' messo virgolette, come ha denunciato sulla rivista Belfagor Federico Varese, il quale alla propria firma ha aggiunto, come genius loci: Nuffield College, Oxford.

Senza peli sulla penna Varese, che lo ha chiamato "pirata" e lo ha accusato esplicitamente di furto, ha messo a confronto un articolo - saggio di 29 pagine del professor Zamagni sui Fondamenti Metodologici della scuola austriaca pubblicato nel 1982, con un articolo di 39 pagine di un famoso filosofo americano, Robert Nozick, pubblicato nel 1977 sulla rivista internazionale Synthese con il titolo On Austrian Methodology. Per farla breve Zamagni ha incorporato sette pagine di Nozick, e dunque lo ha plagiato. "La fortuna di Zamagni ha assunto forme quasi surreali nel caso del professor Raimondo Cubeddu. Costui cita lo stesso brano due volte: una volta attribuendolo a Nozick e una volta a Zamagni, senza accorgersi dell'identita' dei due brani".

Non solo. Cubeddu stronca nella stessa nota il Nozick originale in inglese come "un esempio, forse il piu' significativo, del fraintendimento..." ma ne promuove la "traduzione" in italiano di Zamagni: "E' un saggio che ha avuto grande e positiva influenza". La polemica che, come si vede, parte dotta e spiritosa si fa via via requisitoria con questa insinuazione - chiave sui plagi di Zamagni che - dice Varese - "ci sono capitati sotto gli occhi per caso": "Non possiamo affermare che essi siano rappresentativi della sua produzione ne' possiamo escluderlo". Il 31 marzo del 1996 il professor Zamagni indirizza a Belfagor la propria autodifesa: "Diversi pezzi di quel saggio, per un totale di sei pagine, mi apparvero subito rilevanti ai miei fini. Decisi di incorporarli..., dopo aver chiarito il senso dell'operazione in una nota iniziale. Disgraziatamente, questa nota non venne pubblicata. Dunque nessuna intenzionalita', ma solo un errore di distrazione". Notate l'avverbio: "Disgraziatamente".

L'implacabile Varese non ci crede. Tanto piu' perche' sarebbe una disgrazia tipografica che Zamagni subisce e risubisce: "Vi e' un'ulteriore sede nella quale il professor Zamagni avrebbe potuto rettificare le sviste del 1982. Nel 1983 egli pubblica infatti una versione pressoche' identica dello stesso saggio...". La disputa si fa profonda e generale e mortale. Varese mostra che anche in altri due saggi (minori) Zamagni riproduce alla lettera alcuni brani pubblicati sul Sole 24 Ore dal giornalista Alberto Vannucci.

E aggredisce il cuore del problema, vale a dire tutta l'accademia italiana, arrivando a scrivere la parola "omerta": quella stessa che i magistrati romani pronunzieranno qualche mese dopo, arrestando Scattone e Ferraro per l'omicidio di Marta Russo alla Sapienza. Zamagni infatti, piu' che a quel disgraziato disgraziatamente, affida la propria autodifesa alla giustificazione storico - morale del plagio inteso come metodo, e con una sorta di elegante ma oscuro "cosi' fan tutti" chiama in soccorso pure "i grandi", da Blaise Pascal ad Adam Smith a tanti altri: "Nel lavoro scientifico e' sempre presente una componente, piu' o meno grossa a seconda dei soggetti, di produzione intrinsecamente congiunta.

Si tratta della componente che coglie il momento della trasmissibilita' della conoscenza; momento in cui non e' possibile, ne' e' rilevante, stabilire chi ha pensato per primo cosa". E questo e' appunto il rap. Il perfido Varese del resto presenta Zamagni proprio come un rapper, un disc - jockey del pensiero economico: "Ha costruito la sua reputazione accademica producendo antologie e manuali, che, per definizione, sono lavori non originali, ma riassuntivi". Sono tutti rap gli economisti italiani? Ecco che si indignano (contro Zamagni) ben sedici professori, tutti illustri e di sinistra (come Zamagni). E scrivono al presidente della Societa' Italiana degli Economisti: "Poiche' questo scambio si riferisce a fatti che se provati apparirebbero di notevole gravita' chiediamo che, cosi' come accade in analoghe istituzioni straniere, venga nominato una commissione che, a tutela della reputazione della Societa' Italiana degli Economisti, dei suoi membri e dello stesso Zamagni, accerti i fondamenti delle accuse rivolte al collega e fornisca un chiaro orientamento per tutti coloro che svolgono attivita' di ricerca, in particolare per coloro che stanno per intraprenderla". Firmato: Lorenzo Bianchi, Carluccio Bianchi, Sebastiano Brusca, Fabio Canova, Alberto Chilosi, Nicolo' De Vecchi (che materialmente scrive la lettera), Giovanni Dosi, Giorgio Gilibert, Carlo Giannini, Andrea Ginzburg, Marco Lippi, Paolo Mariti, Enzo Pesciarelli, Pietro Reichlin, Giuseppe Tattara, Ferdinando Vianello.

Comincia a questo punto un lavoro di diplomazie sotterranee, carteggi privati e confronti all'americana. Il consiglio di presidenza dell'Associazione si riunisce due volte e sempre perde tempo per prendere tempo. Finche' i professori Alberto Quadrio Curzio, Mario Arcelli, Carlo D'Adda, Piero Alessandrini, Terenzio Cozzi, Marcello De Cecco, Luigi Frey e Piero Tani emettono la meno (o forse la piu') coraggiosa sentenza del secolo: "Il consiglio di presidenza non puo' esprimere nel presente regime statutario il proprio parere sul caso in questione ne' puo' investire commissioni a questo proposito". La sentenza mette fine all'istruttoria, e - udite udite - taglia le lingue degli economisti che si chiudono a riccio nella corporazione. Persino i sedici denuncianti non ricordano piu', non hanno nulla da dire, non vogliono esporsi neppure per raccontare l'accaduto.

Parte invece una campagna di bisbigli, risolini e lettere anonime (dai giornali alla Banca d'Italia). E il caso del professor Zamagni sembra dunque finire in maldicenze e in omerta'. Ma la vicenda, che purtroppo non e' la prima del suo genere, pone troppi interrogativi sull'accademia italiana. Al punto che un'autorevole casa editrice inglese (di cui non siamo autorizzati a rivelare il nome) sta valutando la possibilita' di finanziare un ambizioso progetto, una specie di investigazione scientifica a tappeto "sull'indiretto contributo degli studiosi di lingua inglese alle piu' illustri carriere accademiche italiane".

E diciamo la verita': sarebbe giusto sapere cosa ne pensano, al di la' dello Statuto e dei carteggi privati, tutti questi grandi scienziati della Societa' degli Economisti. Se anche loro, ad esempio, credono che nel nostro universo cannibale persino "la teoria del condizionamento obbligante" puo' passare, con penna lesta, da un libro all'altro, e fare la fine di un'autotoradio o di un parafango. Insomma la fine di una di quelle parti di ricambio che vengono rubate su ordinazione e installate nella nuova auto senza neppure le virgolette, senza una nota ne' un breve inciso, magari sotto lo sportello, che ricordi la macchina di provenienza e il nome del primo proprietario.

Francesco Merlo

*****

Per completezza dell'informazione pubblichiamo anche altri due articoli che ci sono stati inviati dallo stesso lettore.

******

24 febbraio 1997
PERSONAGGI / IL RITORNO DI STEFANO ZAMAGNI
L' economista del Papa per il welfare di Prodi


Da alcuni giorni lo si puo' trovare piu' facilmente a Roma che a Bologna, la sua citta'. E' infatti impegnato a tempo pieno nei lavori della commissione voluta dalla Presidenza del Consiglio per tracciare il futuro del welfare state italiano (e affrontare il nodo del taglio delle pensioni) e in cui siedono alcuni bei nomi del mondo accademico bolognese piu' vicini a Romano Prodi, da Paolo Onofri (che la presiede) a Nicola Rossi, da Paolo Bosi a Maurizio Ferrera. La commissione, voluta fortemente dallo stesso Prodi, si e' impegnata a consegnare il rapporto finale il prossimo venerdi' 28 febbraio e di tempo non ne avanza piu' molto. Ma per Stefano Zamagni lo Stato sociale e' una fede per cui vale la pena spendersi fino in fondo. Anche perche', per lui, la presenza in quella commissione segna il ritorno a un incarico di grande peso e visibilita' dopo le polemiche di un anno fa, quando fu accusato di plagio. Sulle tematiche del welfare state Zamagni e' uno dei massimi esperti italiani, tanto da essere diventato fra i consiglieri piu' ascoltati di Papa Giovanni Paolo II, fornendo suggerimenti che sono stati recepiti nelle piu' recenti encicliche del Pontefice. Il suo rapporto stretto con il Vaticano e' pero', anche se la piu' prestigiosa, solo una delle molte frequentazioni che il cinquantenne professore bolognese puo' vantare. Laureato alla Cattolica di Milano (anche lui fa parte della squadra fornita alla cultura e alla politica dal famoso collegio Agustinianum, frequentato qualche anno prima dall'amico Prodi), Zamagni mantiene rapporti molto stretti con l'Universita' di Oxford, in cui e' stato fra gli allievi prediletti dell'economista John Hicks. Curiosamente pero', a Bologna, Zamagni non partecipa a nessuno dei due salotti maggiormente frequentati dagli economisti: Nomisma e Prometeia. Preside della facolta' di Economia fino all'anno scorso, la sua giornata si divide fra la cattedra di Economia politica presso l'ateneo felsineo e un corso analogo che tiene alla Bocconi di Milano. Per anni, inoltre, ha insegnato alla Johns Hopkins, succursale italiana della nota universita' americana. Ma e' nel mondo del volontariato cattolico che si contano i suoi legami piu' stretti. Da sempre attento alla formazione dei giovani, Zamagni frequenta spesso il circolo degli scout bolognesi noto con il soprannome di "Club del banano" (da una pianta di banane presente nel suo giardino). Grandi simpatie riscuote inoltre fra gli studenti che frequentano i suoi corsi: e' ritenuto infatti uno dei pochi docenti di fama che si spenda attivamente sul fronte della didattica. Fra tanti apprezzamenti, un solo neo: l'accusa di plagio lanciata circa un anno fa da un ricercatore italiano impegnato sul lavoro del filosofo Robert Nozick. Zamagni, come in seguito risulto' da un'ampia documentazione pubblicata sulle pagine della rivista Belfagor, aveva copiato senza virgolettare ampi stralci di una ricerca di Nozick, utilizzandola nel corso di un proprio saggio. Una piccola bomba esplosa nel mondo accademico destinata a pesare pero' sull'autorevolezza del professore bolognese. Alcuni maliziosi sono pronti a scommettere che l'accusa di plagio ha fatto il vuoto intorno a lui nei salotti culturali e accademici della citta'. Ma soprattutto ha finito per compromettere la sua carriera politica accanto all'amico Prodi, al fianco del quale si era speso come consulente per le politiche sociali nello staff del nascente governo dell'Ulivo. La corsa a un ministero sarebbe stata cosi' irrimediabilmente bruciata.

R. I.

*****

 

6 marzo 1997
IL CASO
Zamagni "consiglia" Prodi e il Vaticano. E gli economisti accusano: conflitto d'interessi


Un palese conflitto di interessi tra il governo italiano e il Vaticano. Lo ha adombrato ieri sulle colonne dell'organo di Rifondazione comunista, Liberazione, uno degli economisti piu' stimati dalla sinistra, il napoletano Augusto Graziani. "Della commissione per la riforma dello Stato sociale hanno fatto parte distinti studiosi di matrice cattolica e in particolare alcuni che vengono accreditati come consulenti ascoltati addirittura dal Pontefice. Il governo italiano, nell'affidare il disegno del proprio intervento a illustri consulenti vaticani, non avra' posto le basi per un grave e palese conflitto di interessi?". A chi si riferiva Graziani? L'identikit contenuto nelle suo articolo ("Dai diritti alla carita") porta inevitabilmente a Stefano Zamagni, bolognese, fino all'anno scorso preside della facolta' di Economia dell'ateneo petroniano. Un economista considerato molto vicino al presidente del Consiglio, Romano Prodi, e al contempo assai ascoltato in Vaticano. Zamagni e' presente sia nella commissione Onofri che ha varato l'impegnativo documento di riforma dello Stato sociale sia in un altro organismo, che, sotto l'egida del ministro della Finanze Vincenzo Visco, sta studiando le normative per la liberalizzazione del non profit, il cosiddetto terzo settore. Ebbene, secondo quanto riferisce il tam tam ministeriale, sarebbe stato proprio Zamagni a sostenere a spada tratta larghe esenzioni fiscali per le organizzazioni non profit, dove primeggiano per presenza e attivismo "le organizzazioni di matrice ecclesiastica", come ha sottolineato lo stesso Graziani su Liberazione. "Non si puo' essere consulente del Vaticano e di Visco - aggiungono i critici dell'operato dell'economista bolognese -. Di chi dovrebbe pagare le tasse e chi deve riscuoterle". Insomma, quella che sembrava essere una questione eminentemente tecnica e tributaria puo' diventare addirittura un caso politico, perche' - secondo Liberazione - "ogni volta che si lascia maggiore spazio alle organizzazioni di carita', si restringe la sfera dei diritti del cittadino e si allarga quella della dipendenza". E questo rischia di avvenire con sovvenzioni di denaro pubblico. Ma a conferma che le disgrazie non vengono mai da sole, l'accusa di conflitto di interessi non e' l'unica che rischia di abbattersi prossimamente su Zamagni. Un gruppo di colleghi ha preso, infatti, di recente un'iniziativa clamorosa: ha scritto alla Societa' italiana degli economisti (Sie), che raggruppa tutti i 700 docenti di economia degli atenei italiani (compreso quindi Zamagni), perche' prenda posizione sulle accuse di plagio lanciate nei confronti del professore bolognese da un ricercatore italiano. Secondo questa ricostruzione il consulente di Prodi e del Papa avrebbe copiato, senza virgolettare, ampi stralci di una ricerca del filosofo americano e teorico dello "Stato minimo" Robert Nozick e l'avrebbe utilizzata, appropriandosene, nella stesura di un suo saggio. L'accusa di plagio e' stata poi ampiamente documentata e argomentata sulle pagine della rivista culturale Belfagor. Ora la lettera inviata al presidente della Societa' italiana degli economisti, Alberto Quadrio Curzio, riapre la vicenda. A firmare il singolare j'accuse sono stati diversi colleghi tra cui Nicolo' De Vecchi, docente all'universita' di Pavia, ed e' opinione degli addetti ai lavori che il background della clamorosa iniziativa stia in un certo fastidio che circola tra i colleghi di Zamagni per il suo (presunto) protagonismo e per la sua (reale) presenza in piu' commissioni governative. Anche le frequenti interviste rilasciate a giornali e televisioni avrebbero in qualche misura contribuito a rinfocolare risentimenti e gelosie. Non esistono pero' in Italia precedenti in materia, mentre l'equivalente statunitense della Sie, di fronte a casi analoghi, ha proceduto alla nomina di un giuri' incaricato di dirimere la questione. E proprio una procedura simile e' quella che De Vecchi & C. chiedono venga inaugurata nei confronti di Zamagni per accertare se e in che misura si sia macchiato del peccato di plagio. Da parte sua Quadrio Curzio, insieme ai colleghi che compongono il consiglio di presidenza della Sie, ha preso seriamente in esame la lettera - denuncia e il caso Nozick. Una prima decisione dovrebbe essere presa a breve dal consiglio della Sie, forse gia' nella riunione in programma per domani 7 marzo.

Dario Di Vico

****

TUTTO il materiale qui riprodotto è pubblicamente fornito a titolo gratuito dall'archivio storico del "Corriere della Sera" di Milano.

La foto (ufficiale) è presa dal sito http://www2.economia.unibo.it.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

 

Contatta l'autore

Nickname: monari
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Etą: 81
Prov: RN
 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Ultime visite al Blog

M4ggioilriminomontanariantoniomonariantoniomontanarimonari1emanuele.valenzacervia64cerviaPeter0panluloski1vivaiopesaresiriminig.marchisellachiacristofagraKoblet
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963