Messaggi di Dicembre 2005

1903, tre scritti sui Malatesti

Post n°66 pubblicato il 17 Dicembre 2005 da monari

Tre saggi di Francesco Malaguzzi Valeri sul Castello di Sigismondo, il Tempio malatestiano e la Rinascenza artistica a Rimini, apparsi nel 1903 ne «Il secolo XX» di  Milano sono ripubblicati da Bruno Ghigi editore di Rimini, con una presentazione di Antonio Montanari.

 
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Aria nuova

Post n°65 pubblicato il 15 Dicembre 2005 da monari

Nella lettera dell'assessore Lanfranco Maggioli pubblicata dal Corriere di Rimini del 13 dicembre 2005, s'invocano "nuove forme di partecipazione" sulla scia del felice risultato delle primarie.

Questo discorso, fuori dell'obbligatorio politichese, significa che occorre frenare le manovre che vogliono portare a Roma vecchie facce di persone mai divenute star. Che occorre aria nuova.

 
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Pantani è stato ucciso?

Post n°64 pubblicato il 12 Dicembre 2005 da monari

12 12 2005
Marco Pantani assassinato, ignote le ragioni, tanti i sospetti. Scoop o manovra pubblicitaria? Philippe Brunel, giornalista de "L'Equipe", importante e autorevole quotidiano sportivo francese, sta per pubblicare un libro, dal titolo "L'affare Pantani, autopsia di un campione", in cui sostiene che il popolare Pirata fu assassinato nella sua stanza del residence "Le Rose" di Rimini il 14 febbraio 2004.


A dire il vero Brunel non è un tipo che cerca pubblicità dato che da almeno vent'anni lavora nel mondo del ciclismo e, soprattutto, è mamma Tonina, la madre del Pirata, la prima a sostenere i modi e le circostanze sospette della fine del ciclista, dichiarato deceduto a causa di un edema cerebrale in seguito a overdose di cocaina.


Brunel si lamenta che l'inchiesta non è stata approfondita e tutt'oggi ci sono dieci ore di vuoto sui movimenti del ciclista: dall'ultima telefonata di Pantani (ore 10.30) al portiere dell'albergo Le Rose di Rimini, fino alle 20.30, ora in cui il portiere Pietro Buccellato rinviene il corpo privo di vita del corridore romagnolo.


"La stanza viene trovata in condizioni incredibili - sostiene Philippe Brunel a il Giornale -. Il problema è stato subito sollevato da mamma Tonina, ma nessuno le ha dato retta. Io sì, mi sono recato dal giudice Paolo Gengarelli, ho incontrato il medico legale Giovanni Fortuni, ho parlato con il medico legale del 118, Francesco Toni, quello che ha dichiarato morto Pantani e che è stato il primo ad arrivare al residence le Rose... ".


"Marco - dice lo scrittore - viene rinvenuto in una stanza praticamente distrutta. Ho visto e rivisto più volte le fotografie della scientifica: non c'è un angolo non devastato". "Il corpo di Pantani - prosegue - non presenta un solo graffio, le unghie nemmeno sbeccate. La cosa ha lasciato inorridita la mamma ma non i tecnici della polizia scientifica e il giudice che ha condotto, a mio personalissimo parere, un'indagine troppo superficiale e frettolosa".


Il giornalista, poi, spiega l'indizio del pasto cinese rinvenuto in camera. " Mai ordinato da Pantani, sul tabulato delle telefonate del residence non risulta una chiamata del genere, nemmeno sul tabulato del cellulare di Marco. Il cibo è praticamente finito, ma anche dall'autopsia Marco non risulta abbia mangiato cinese".

Da <http://sports.virgilio.it/it/cmc/altri_sport/200550/cmc_90221.html>

 
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Rimini, o cara

Post n°63 pubblicato il 12 Dicembre 2005 da monari

Calano i consumi del 6-7 % ma i prezzi non sono competitivi. Parola del sen. Bettamio, sottosegretario agli Esteri ed eletto a Rimini.
Il costo del mattone cresce del 9% in sei mesi (dati Tecnocasa).
Bettamio polemizza con l'amministrazione comunale. L'assessore all'urbanistica e vice-sindaco risponde rilanciando la palla avvelenata alla Regione («programmazione di fine anni Ottanta»). Idem il sindaco, con una bella ironia: la città va male? Dica il Paese, quello governato da Berlusconi.
L'Osservatorio comunale conferma i dati sugli aumenti dei costi (non diciamo il costo della vita, di competenza Istat...): 3,3% all'anno.
Calano soltanto le polveri sottili. Tira tanto vento in queste fredde giornate dicembrine. Gli iper appena inaugurati possono continuare ad inquinare il commercio, ma non l'ambiente.

 
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Val di Susa e fachiri

Post n°62 pubblicato il 11 Dicembre 2005 da monari

Francesco Totti ha rassicurato l'Italia commentando il sorteggio delle squadre per i mondiali di calcio: «Non faremo sconti a nessuno». La sorte non sembra averci favorito, ma noi sapremo resistere alle avversità: tireremo diritto, li fermeremo sul bagnasciuga, spezzeremo le reni a qualcuno a scelta tra Ghana, Usa oppure i Cechi pur di arrivare alla mèta.

Tanta fermezza di propositi ci consola in un panorama di notizie poco allegre. «Il servizio che doveva stanare i grandi evasori è ormai inattivo. Che combinazione» (Corriere Economia, 5 dicembre). Abbiamo visto manganellare in Val di Susa persone che di notte dormivano dentro le tende per presidiare il territorio. Non hanno toccato giovanotti dal volto coperto che alla luce del sole sono andati a spaccare impianti e veicoli non difesi, tanto per far gioire Emilio Fede sulla pericolosità degli anarchici. Abbiamo letto che di trafori in quella valle ne sanno già parecchio alcune ditte che vi hanno fatto esperienza: una società scandinava avrebbe piantato baracca e burattini dopo aver visto «una frana seppellire una costosissima talpa americana», come sul Corriere della Sera dell'8 dicembre ha rivelato Gian Antonio Stella. Il quale ha aggiunto: allora quella montagna fu definita «una gran brutta montagna» segnata da fenomeni carsici, fiumi sotterranei, temperature qua e là molto alte e presenza di amianto. Torna in mente la storia del Vajont, una faccenda di perizie geologiche inascoltate, una vicenda in cui la politica prese il sopravvento sulla scienza. Con il risultato che sappiamo.

Per ora il governo garantisce «le garanzie» e seguendo la linea Totti non farà sconti a nessuno: niente trattative bensì il «dialogo» suggerito da Fini, al «Tavolo di Palazzo Chigi» che non è una pizzeria, ma il compito eccezionale affidato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Il quale subentra al ministro competente, i cui figli gestiscono la sua vecchia ditta specializzata in trafori e già coinvolta dal 2002 nella progettazione del tunnel della Val di Susa, secondo un'interrogazione dei senatori dei Verdi Anna Donati e Giampaolo Zancan, citati da Stella.

Quest'Italia che non fa sconti a nessuno ma apre il tavolo a palazzo Chigi è magnificamente rappresentata da quel fachiro di sessanta anni fa, di cui racconta Enzo Biagi. Non era indiano, chiuso in un cassa di vetro fingeva di digiunare, in privato mangiava zucchero e carne. Finì arrestato, lui.

 
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Inventario dell’Istituto storico della Resistenza

Post n°61 pubblicato il 11 Dicembre 2005 da monari

L’Istituto storico della Resistenza e dell’Italia contemporanea della provincia di Rimini ha pubblicato, a cura di Gianluca Calbucci e Gabriele Rodriguez, l’«Inventario degli archivi dei partiti politici riminesi» che si pone come primo passo per una storia dei partiti stessi nonché della vita pubblica della città, alla luce degli inediti documenti raccolti. Come si legge nella presentazione, è un passo in avanti nella realizzazione del «progetto di costituire un vero e proprio archivio di Storia contemporanea relativo a Rimini ed alla sua provincia», anche se la raccolta non è completa dal punto di vista quantitativo sia per lo spettro dei partiti (mancano ancora Pri e Pli) sia per la consistenza sotto il profilo cronologico (ci sono ampie lacune).
L’inventario elenca anche i fondi di Mario Macina (1983) e Walter Bollini (Acli, 1979). All’interno di quello del Pci segnaliamo la serie «Questioni locali» con fascicoli sul caso Valloni (1982-91), sui «chiacchierati» (1981-87), sui problemi urbanistici (1965-91), e la serie «Carte personali di Paolo Zaghini», presidente dell’Istituto, con importante materiale già utilizzato per saggi ed articoli su Rimini e San Marino.
Altri fondi archivistici sono segnalati ad apertura di volume: sono quelli del «Casellario politico centrale» (1891-1975), dei «Confinati politici» (1926-43), delle «Associazioni sovversive» (1911-34), dell’«Inchiesta Agraria Iacini» (1879-80), dell’«Inchiesta sanitaria» (1895-99), e quello di Amilcare Cipriani donato nel 1985 dallo scrittore e giornalista concittadino Guido Nozzoli che fu autore di una biografia dello stesso Cipriani.

 
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Cultura a Rimini, Marziani

Post n°60 pubblicato il 09 Dicembre 2005 da monari

Già trovarsi una domenica pomeriggio a parlare di cultura a Rimini sarebbe un evento quasi epocale. Anche se lo si fa in pochi.

Questo, caro Antonio, penso della politica culturale a Rimini. Ovviamente, per quel poco tempo che ancora passo in questa città, vengo volentieri.

Se pensi che un commento così serva, pubblicalo pure.

Un abbraccio

Michele Marziani

Vedi il ralativo messaggio:
http://blog.libero.it/ilrimino/view.php?msg=553107

 
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Mattoni, politica e antimafia

Post n°59 pubblicato il 08 Dicembre 2005 da monari


Autorevole conferma al mio post di ieri, circa le infiltrazioni mafiose a Rimini, è venuta (come si legge nei quotidiani odierni) dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso: anche per Rimini, ha detto, vale il principio che il denaro si accumula al Sud e si investe al Nord.

Niente di specifico, ma l'evidente accenno al problema non è una divagazione, bensì un richiamo che la sede di una lezione universitaria non permetteva di impostare diversamente.

 
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Mattoni e politica

Post n°58 pubblicato il 07 Dicembre 2005 da monari

Il mattone non è più selvaggio

Il Collegio dei costruttori ha smentito il vice-sindaco: la casa è un bisogno, non un lusso od un investimento. Non c'è speculazione, insomma.

Il vice-sindaco dopo la inversione elettorale impostagli dal partito, proclama: è terminato lo sviluppo quantitativo del territorio.

Ha compreso che la cementificazione selvaggia gli sarebbe costata la poltrona.

L'assessore provinciale ai trasporti dice: prima le strade e poi gli iper.

Lo sosteneva anche un assessore ai lavori pubblici di Rimini. Ma ha perso la poltrona.

I Costruttori oltre alle strade chiedono i parcheggi.
Il Comune li promette da 40 (quaranta) anni.

Ed in margine: non c'è speculazione sull'edilizia, va bene.
Ma riciclaggio di denaro sporco? Mai sentita l'antimafia parlare di queste cose?

Si legge anche qui.

 
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Giustizia cieca

Post n°57 pubblicato il 04 Dicembre 2005 da monari

La signora romana Maria Grazia, 34 anni, «aspetta giustizia». Commessa in una catena di profumerie, quando rimase incinta del secondo figlio fu trasferita dal negozio sotto casa dove lavorava, in una sede «molto lontana» dopo aver ricevuto la richiesta di dimettersi. Nato il bambino, esibì un certificato medico sul quale il sanitario aveva sbagliato la data che corresse il giorno dopo. La signora Maria Grazia fu licenziata per frode e falso, come ha detto a «Repubblica» del primo dicembre: «Mi sono rivolta ad un avvocato: sono passati tre anni e ancora non sono stati ascoltati i testimoni».

Lo stesso quotidiano (30 novembre), sotto il titolo «A 85 anni in carcere con il Parkinson», ha riferito il caso di Otello Sandrelli detenuto a Regina Coeli «per scontare una pena di otto mesi dopo aver fornito false generalità». Il Garante regionale dei diritti dei detenuti, Angiolo Marroni, ha segnalato il caso sottolineando come il signor Sandrelli sia affetto anche da problemi cardiaci e si trovi ora al Centro clinico del carcere dopo un ricovero per colica renale all’ospedale di Santo Spirito. Tralasciamo il resto della notizia (arresto a Firenze, trasferimento a Roma, solidarietà a Regina Coeli di detenuti, personale, agenti, infermieri).

Limitiamoci all’idea di questa Giustizia troppo «bendata» anzi cieca, disumana e bifronte, veloce ed attenta per i ricchi e potenti, lenta e crudele per Maria Grazia ed ancor più con Otello. Più il tempo passa e più vediamo disattese le regole fondamentali del vivere civile. I politici spiegano che i problemi sono all’esame delle loro nobili attenzioni. I burocrati offrono mille paraventi: scarsità di organici, mancanza di fondi, intoppi legislativi, colpe remote attribuibili a Galileo Galilei, Cristoforo Colombo, Giuseppe Garibaldi. La mitica gente comune ha altre preoccupazioni, tipo: perché un giocatore africano del nostro campionato non lo si può democraticamente definire «negro di merda»?

Esistono per fortuna anche preti caritatevoli, qualche intellettuale depresso che non s’affanna alle corti dei potenti ma sulle piaghe nascoste dei dolori altri, oltre a qualche intelligente garante come Angiolo Marroni. Facciamo adunate e manifestazioni per i Diritti dell’Uomo e del Cittadino, manca però il buon senso, quello che non si vende a prezzi scontati o con offerte speciali, in questo orgoglioso Paese che vuol esportare la Democrazia dimenticandosi di realizzarla in casa propria.

 
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