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Val di Susa e fachiri

Post n°62 pubblicato il 11 Dicembre 2005 da monari

Francesco Totti ha rassicurato l'Italia commentando il sorteggio delle squadre per i mondiali di calcio: «Non faremo sconti a nessuno». La sorte non sembra averci favorito, ma noi sapremo resistere alle avversità: tireremo diritto, li fermeremo sul bagnasciuga, spezzeremo le reni a qualcuno a scelta tra Ghana, Usa oppure i Cechi pur di arrivare alla mèta.

Tanta fermezza di propositi ci consola in un panorama di notizie poco allegre. «Il servizio che doveva stanare i grandi evasori è ormai inattivo. Che combinazione» (Corriere Economia, 5 dicembre). Abbiamo visto manganellare in Val di Susa persone che di notte dormivano dentro le tende per presidiare il territorio. Non hanno toccato giovanotti dal volto coperto che alla luce del sole sono andati a spaccare impianti e veicoli non difesi, tanto per far gioire Emilio Fede sulla pericolosità degli anarchici. Abbiamo letto che di trafori in quella valle ne sanno già parecchio alcune ditte che vi hanno fatto esperienza: una società scandinava avrebbe piantato baracca e burattini dopo aver visto «una frana seppellire una costosissima talpa americana», come sul Corriere della Sera dell'8 dicembre ha rivelato Gian Antonio Stella. Il quale ha aggiunto: allora quella montagna fu definita «una gran brutta montagna» segnata da fenomeni carsici, fiumi sotterranei, temperature qua e là molto alte e presenza di amianto. Torna in mente la storia del Vajont, una faccenda di perizie geologiche inascoltate, una vicenda in cui la politica prese il sopravvento sulla scienza. Con il risultato che sappiamo.

Per ora il governo garantisce «le garanzie» e seguendo la linea Totti non farà sconti a nessuno: niente trattative bensì il «dialogo» suggerito da Fini, al «Tavolo di Palazzo Chigi» che non è una pizzeria, ma il compito eccezionale affidato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Il quale subentra al ministro competente, i cui figli gestiscono la sua vecchia ditta specializzata in trafori e già coinvolta dal 2002 nella progettazione del tunnel della Val di Susa, secondo un'interrogazione dei senatori dei Verdi Anna Donati e Giampaolo Zancan, citati da Stella.

Quest'Italia che non fa sconti a nessuno ma apre il tavolo a palazzo Chigi è magnificamente rappresentata da quel fachiro di sessanta anni fa, di cui racconta Enzo Biagi. Non era indiano, chiuso in un cassa di vetro fingeva di digiunare, in privato mangiava zucchero e carne. Finì arrestato, lui.

 
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