Creato da giulianodog il 15/12/2010

La poesia maledetta

Poesie e farneticazione per poche persone.

 

Ultimi Commenti

cassetta2
cassetta2 il 17/08/20 alle 15:33 via WEB
Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico a tenere in piedi la baracca.
 
fabpat72
fabpat72 il 22/01/12 alle 09:20 via WEB
Hola Giuliano , buona domenica , ciaoo ^__^
 
giulianodog
giulianodog il 20/02/11 alle 17:21 via WEB
Vorrei appurare il cambiamento dell'anima mia, come scorgo il mutamento del mio corpo. La mia metamorfosi corporea così silente, l'altra mia parte nel dolore. Un cammino costante, e le molte chiusure mie interiori. La solitudine, che determina la crescita esistenziale in un uomo. La mia trasformazione interiore, e di questa mia estesa aridità d'emozione, che fronteggia un mondo decadente. La mia vita, che racconto a me stesso come fosse una fiaba in versi ... di poesia. Osservo i passanti frettolosi, ignari d'esser parte della propria storia. Ciascuno a calpestar le proprie angosce esistenziali, e per tutti noi, il morso gelido di questa misera follia d'intendimenti. Reminiscenze sciocche, che mi raccontano della mia sopravvivenza. L'occidente è un vecchio decadente e indifferente, che farnetica dell'assolutezza di un Dio, pur mantenendo un proprio principio ... economico e di potere. L'oriente è un vecchio collerico e arrivista, che nel proprio misticismo sbandiera la propria assolutezza religiosa attraverso l'arroganza e il fanatismo. Entrambi gli schieramenti son perduti, sconfitti dentro il loro bieco feticismo, e la loro squallida ... Preistoria. La Democrazia tanto declamata in occidente, un bell'intento soltanto imbellettato, una puttana travestita e usata per soddisfare le voglie del più ipocrita ... opportunismo. Il mio pensiero che non stupisce più in se stesso, tanto che indosso sovente, un abito sgualcito per nessuna circostanza. La falsa quotidianità, che rifuggo, chiudendomi in me stesso. Il dolore che non percepiamo più in noi stessi, ne determina la morte dei nostri sentimenti. Sono un vecchio bambino ribelle, intento nel gioco che legittima a se stesso, la propria esistenza. Sono un povero illuso, dentro un auditorium sordo, alla poesia della vita ... e del cuore. Siamo nati uomini, e moriremo .. come poveri animali.
 
patchina
patchina il 13/01/11 alle 09:06 via WEB
buongiorno:-)..è uno dei miei video preferiti ..in assoluto..buona giornata:-)..patchina*
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 11/01/11 alle 21:46 via WEB
.....una buona serata ......una carezza x te Lucy
 
noivibriamo
noivibriamo il 08/01/11 alle 00:32 via WEB
Molto particolare codesto connubio tra parole e musica racchiusi in un video. La nostra Ricerca è in piena fase e si sente in giro il fremere delle Anime in attesa del Salto nella nostra verace dimensione di Amore e Pace. Felice weekend! CLIKKA
 
noivibriamo
noivibriamo il 01/01/11 alle 00:35 via WEB
 
giulianodog
giulianodog il 30/12/10 alle 07:23 via WEB
Io guardo dentro l'interiorità del vostro trasparente. In ciascuno di voi, e nella lettura dei vostri occhi leggo gioie, insofferenze, paure e slanci di coraggio. Ognuno dissimile dall'altro ma, di ciascuno l'identica ricerca. Istantanee esistenziali, volti espressivi lasciati a decantare tra le pieghe del ricordo, della storia. Fuggono gli attimi, disciogliendosi tra reminiscenze, volti catturati, emaciati, rappresi di costernazione, come fossero note di aiuto, urli lanciati da un violino. Un clochard che suona di memoria in un angolo di parco abbandonato, le vostre e le mie medesime malinconie. Non posso eludermi della storia, così triste è vera, che muove lacrime d'auspicio. L'animo mio, nell'armonia del cadente. Rifletto dentro la vastità del vostro amore. Uno sguardo di ricerca... gli occhi perdutesi, un ampio spettro d'aspettativa, fragilità e infinita solitudine. Mi sono smarrito anch'io di promesse e, non ricerco più ... un ampio divenire. La molteplicità nei compimenti dissemina parole. Osservo meticoloso, il mutare dell'evolversi, dall'insignificante particolare dell'attimo che mi infonde d'animo estasiato . Dentro un istante la magnificenza del passato ancestrale, la distrazione cosmica, e il vostro sguardo, nella non capacità del voi. Dentro un battito di ciglia, la mia meraviglia. La metamorfosi che misura dell'esistenza ogni sua forma di cambiamento come fossi io stesso, un prolungamento, una nota stonata scagliata da un violino di altri tempi. La vostra distratta attenzione all'esistente, un viale percorso a tastoni... da orbi. Un povero clochard scuote dondolando il capo, canta... condividendo la propria solitudine alla notte. Esserci di coscienza in questa vita che conduce sempre nell'inevitabile declino, esserci... l'uno...per gli altri di sentimento, per mitigare...il nonnulla che risiede in noi.
 
fabpat72
fabpat72 il 27/12/10 alle 20:23 via WEB
ben fatto veramente...
 
giulianodog
giulianodog il 23/12/10 alle 08:02 via WEB
La pioggia scende obliqua sopra il grigio asfalto, non si assorbe più nella terra ma rimbalza in zampilli impazziti. L’acqua prende discesa vorticando dentro una propria dirittura di accumulo orientativo. Rivoli scuri spumeggiano intrepidi proprio come i tuoi pensieri che mi inondano. Mi sono sentito ridicolo sai…dentro la mia esuberanza nel tentare di fermarti a me. La tua strada non era la mia. Rincorro ancora quella parte fanciulla di me che corre dietro alla conoscenza del mondo. Mi innamoro di tutto sai… e seguo attonito il dolce suono di un latrare e percepisco nello spiegarsi improvviso di una vela d’essere parte del vento che la soffia nel chiedermi sovente dell’ordine cosmico che ci regola come fossimo noi polline disperso da un soffio casuale di vento. Non te l’ho mai detto ma la tua pelle spesso arrossisce per pudore. Seppure ora ti liberi in volo e lontano da me, ti guarderò volteggiare libera al cielo, come quando da bimbo seguivo il planare dell’aquilone che tentavo di governare con un filo immaginario. Scendono tra infiniti rivoli i tuoi pensieri inondandomi di assensi e silenzi tanto che ne comprendo la ricerca interpretativa della tua essenza. Ma non temere se nell’alto del tuo volteggiare non mi vedi, sono io che tengo questo nostro filo immaginario nella congiunzione, di un amore tra il cielo e la terra.
 
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