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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 02/06/2017

 

Un sistema "cooperativo" da risanare economicamente e giudizialmente

Post n°1588 pubblicato il 02 Giugno 2017 da r.capodimonte2009
 

Momento nerissimo per le cooperative. Di ogni genere e ispirazione, un modello che, tanto per cambiare, nato da noi per esigenze di partecipazione economico-sociale, è diventato il mezzo letale per mistificarne lo scopo, ma soprattutto per truffare la gente.

La settimana scorsa abbiamo assistito ad una serie ininterrotta di arresti e denunce a proposito del CARA di Capo Rizzuto, il secondo d’Italia, dopo quello di Mineo, mentre il terzo, in ordine di grandezza, quello di Foggia, l’abbiamo visto “scoperchiato” proprio ieri sera da uno scoop della Gabbia Open, da restarci basiti. Qui è la Chiesa, con i soliti preti d’assalto, una volta di più, a farci toccare con mane il grado di corruzione a cui è giunta (e di cui il Santo Padre fa finta di non accorgersi), proprio in quelle tanto propagandate “spinte all’accoglienza”, che si trasformano in sfruttamento dei poveri  migranti. E non è un caso che questi “catto-predatori”, memori delle parole amene di Francesco I°, tutte rivolte a non distribuire carità a chi non ha nulla, ma piuttosto a inserirlo nei vari comparti del caporalato schiavista, che lui considera “lavoro”, ricevessero, cadauno, dallo stato oltre 50 € al giorno, che, secondo i giudici, non solo non davano diritto al pane, ma venivano investiti in immobili e privilegi degli amministratori, con tonnellate di cibo avariato, o perfino derubato, con alloggi a livello di stalle, e nessuna assistenza, neppure sanitaria, in modo che queste schiere di poveracci, ripieni di scabbia e pulci, se ne vadano in giro a infettare gli italiani. Di notte poi, questi luoghi, il servizio della Gabbia è stato orrendo, si trasformano in lupanare della prostituzione e dello spaccio, e la polizia si guarda bene dall’intervenire, perché i prefetti (complici di questo sfascio) non ne prevedono l’utilizzo.

Poi è toccato alla Lega Coop, dalla quale sta emergendo forse lo scandalo più terrificante della sua storia, secondo solo al fallimento del sistema bancario italiano: un buco di 11 miliardi di liquidità, il denaro depositato dai soci (tutti o quasi tutti legati al carro della Sinistra!), che è sparito dai bilanci falsificati in anni e anni di predazioni, in cui tali cooperative perdevano gradualmente l’aspetto sociale, per diventare grandi imprese, per lo più finanziate da Fincooper (la banca “finta” che il Ministro del Welfare, ex-presidente di Lega Coop, ha utilizzato per ottenere crediti mai  restituiti!); gestite da un branco di truffatori e ladri, che, una volta fallite le aziende, hanno mostrato, solo allora, i libri. Non dimentichiamo che esiste una legge regionale che obbliga gli assessorati a controllare le cooperative: solo il Governatore del Friuli si è “dimenticata” di ispezionarne quattro (fallite per oltre 500 milioni); come il Governatore dell’Emilia (che ha sul groppone 4 miliardi di insolvenze), e così via. Peccato che, interrogato su questo disastro, che coinvolge oltre 300.000 famiglie, il Governatore della Banca d’Italia, Visco, abbia confermato che il controllo ispettivo sulle Coop non spetta alla Vigilanza, ne l’istituto è tenuto a ripagare la falla. In realtà Visco mente, come ha mentito durante tutto il suo discorso di ieri, relativamente alle grandi responsabilità dei disastri bancari, lavandosene le mani (in un Paese normale quest’uomo sarebbe già in galera!): il sistema Coop è già integrato nel sistema bancario italiano, aldilà degli interventi assistenziali di Fincooper. Basta dare un’occhiata ai grandi crediti in sofferenza di Monte Paschi, di Unicredit, di Popolare Vicenza ed Etruria, verso il sistema cooperativo, dove da tempo le cordate politico-finanziarie stanno uccidendo lavoro e investimenti.

La punta dell’iceberg di questo sistema marcio, poi, sta emergendo, sempre a carico di Lega Coop, nei meandri dello scandalo Consip: la mega-cooperativa Manutencoop (famosa per gestire la manutenzione e le forniture di grandi ospedali italiani!) si è aggiudicata l’appalto di 1,6 miliardi che i faccendieri di Consip (messi al loro posto dal sistema corruttivo del PD!), avevano assegnato al trio CNS-MANUTENCOOP-ROMA MULTISERVIZI, un “cartello” già indagato dalla Procura romana, e multato dall’Antitrust con una “piccola multa” da 110 milioni! L’appalto aveva per oggetto la pulizia delle scuole “renziane”, suddiviso in 13 lotti geografici, di cui il “cartello” ne ha messi a segno 8, suscitando una procedura d’infrazione per cui gli accordi a monte, tagliavano le gambe a qualsiasi altra concorrenza.

Qualsiasi stazione appaltante onesta avrebbe bloccato la gara, ma non quella diretta dagli scagnozzi del PD, tutti impegnati, assieme ai generali dei carabinieri, a segnalare loro che i giudici avevano inserito delle microspie per intercettare i loro imbrogli.

Adesso il gigante della Lega Coop balbetta: accusata di “turbativa d’asta”, fuori da questo appalto i suoi conti traballano: si parla di oltre 3,5 miliardi di crediti ormai in sofferenza, che ne fanno un “mostro” dai piedi d’argilla, come la consorella delle costruzioni CMC, morente per la crisi del mercato immobiliare.

E’ fin troppo facile fare impresa turlupinando la concorrenza, con il trucco di fare “sociale”, quando i soci di Manutencoop sono altre aziende mega-galattiche i cui soci “umani” iniziali si sono perduti nelle migliaia di lavoratori precari utilizzati senza vergogna. IL METODO POLETTI!

Il Ministero dell’Economia, che ha la massima responsabilità di queste situazioni, ripete che l’Italia è in ripresa: certo, ma dimentica le decine di miliardi di debiti che il regime criminale, che lui gestisce, ha accumulato, e che convergeranno tutti nel povero debito pubblico, portando il rapporto debito/pil a superare il 135%. Ma questo Padoan, sempre che se ne resterà al suo dicastero a fare danni anche in un futuro Governo PD, non lo dice.

Ma se Lega Coop piange, Confcooperative non ride. Si tratta dell’altra grande branca cooperativa, quella bianca e cattolica, per lo più immersa fino al collo negli scandali dei CARA, ve lo abbiamo rivelato più sopra (e in buona parte protagonista di “mafia capitale”). Ma non vogliamo insistere su questo, ma piuttosto sull’altra terrificante ondata di disastri bancari che attende il nostro Paese, dopo la catastrofe di MPS, delle banche venete, di Carigenova e delle 4 banche fallite. Si tratta del tracollo, paventato, ma ormai in fase di realizzazione delle “banche di credito cooperativo”, il 90% delle quali tutte originarie delle varie curie, in sostituzione degli antichi monti di pietà, e che un tempo furono chiamate “casse rurali”. Ed è proprio su questo termine, che le BCC sono crollate: essendo istituti profondamente legati al territorio, con scarse specializzazioni e tecnologie, ma esperte nel credito agrario, pagano duramente la crisi trentennale dei nostri campi, distrutti dalle regole letali dell’UE e dalle criminalità dei nostri ministri, che li hanno svenduti all’incuria e all’abbandono, per favorire le agricolture spagnole, greche e nord-africane. Adesso, con una strategia nefasta, come quella utilizzata per le banche popolari (bocciata immediatamente dal Consiglio di Stato), il Governo tenta di accorpare le BCC ancora in vita con quelle morte, senza rendersi conto, che la mela marcia intacca tutto il cesto delle mele sane. E soprattutto senza iniziare a fare “pulizia giudiziaria” dei responsabili, che, come al solito, si ritrovano bilanci falsi e crediti in sofferenza a man bassa.

Che qualcuno, perciò, ci venga ancora a parlare, se ne ha il coraggio, del modello cooperativo che la politica ha realizzato nel nostro Paese, come modello sociale!

(ITALIADOC)



 

 

 

 

 

 

 

 
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