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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 05/06/2017

 

La Grande Truffa Ambientalista del “riscaldamento globale”

Post n°1589 pubblicato il 05 Giugno 2017 da r.capodimonte2009
 

Chi è Al Gore? E’ stato il voce-presidente di Bill Clinton, premiato con il Nobel per la Pace (dopo che aveva promosso la guerra del Kosovo) ma soprattutto è l’autore di tutta una serie di iniziative ambientaliste che sostengono il pericolo del “riscaldamento globale strettamente legato all’inquinamento atmosferico”, attraverso il suo network Current TV (finanziato da personaggi come Soros, Rockefeller, il NYT, Murdoch), su cui trasmise il famoso film “An Inconvenient Truth”, che ancora oggi, dopo 11 anni è ancora alla base di tutta la retorica ambientalista, speculativa ed affaristica. Una retorica che cela il più “grande misfatto mediatico” della storia, e che rappresenta il nostro pianeta, e le innegabili aggressioni umane contro di lui, in un modo diametralmente opposto alla verità.

Vedremo che, dietro tutto questo, esiste un nesso di natura finanziario-speculativa teso ad arricchire le lobby industriali e politiche che dominano il pianeta, dall’Italia fino all’ONU.

Non è un caso che Donald Trump abbia preso le distanze da Gore, dopo che neppure i Bush c’erano riusciti, mentre l’amministrazione Obama (che non ha mai simpatizzato per lui!) lo ha brutalmente adoperato per resuscitare gli equivoci della Conferenza di Kyoto, sedendosi al tavolo degli “inquinatori” con una gamba, mentre l’altra, dal 2011 è volta allo sviluppo scalare delle trivellazioni petrolifere (Alaska, Atlantico, Golfo del Messico), e a quello del “shale-gas”, cioè il gas estratto da scisti bituminosi, ancora più deleterio per l’ambiente dello stesso carbone (l’impatto del sistema “fracking”, che sgretola le montagne, ne mette in pericolo l’equilibrio statico!). Ambedue le politiche non solo cozzano con le maledizioni che oggi colpiscono, da parte dei più, il povero Trump, ma rischiano di causare danni inenarrabili, innescando un impatto deleterio con le enormi sacche di metano che giacciono nei fondali marini e, appunto, negli scisti.

Questo lo sanno tutti, ma tutti continuano a tenere, ipocritamente, i piedi in due staffe: si pensi alla Cina, che è stata l’ultima, come Paese più inquinato del mondo, ad aderire ai protocolli di Kyoto, lasciando comunque gli scienziati più accorti e meno coinvolti, scettici sulle sue vere intenzioni. Per chi non lo sapesse, la Cina è il maggior produttore mondiale di pannelli solari al cadmio, una delle più velenose ed inquinanti sostanze presenti in natura, che le grandi multinazionali occidentali importano e poi spargono per milioni di ettari di buona terra agricola, in nome di energie alternative mega-inquinanti, che forniscono elettricità a basso costo, ma poi distruggono l’ambiente. Diverso è l’utilizzo del solare edilizio, il cui finanziamento, però, è stato revocato per la crisi finanziaria, ed è ora ad esclusivo vantaggio dell’edilizia residenziale.

Ma ci sono molte altre motivazioni sul perché certi Governi, certi enti, anche di origine ambientalista, come Green Peace o Legambiente, le multinazionali e i poteri occulti che finanziano i media, continuino a sostenere le tesi di Gore.

Innanzi tutto ci sono serie motivazioni politiche, che prevedono l’ostilità preventiva verso chiunque metta bocca sul dogma del riscaldamento globale: esso è diventato come il dogma delle vaccinazioni, quello delle migrazioni, quello del terrorismo, quello della democrazia. Il “dogma ambientalista” è uno specchietto per le allodole che serve per lottare contro l’inquinamento del pianeta (che non è solo atmosferico, si badi bene!), prediligendo, ad esempio, il nucleare cosiddetto “pulito”, di cui certi tycoon come i Rockefeller sono imprenditori, o l’eolico (distruttore di paesaggi e di avifauna) o, l’abbiamo visto, il solare. Per non parlare poi dei legami politico-finanziari tra enti ed organismi che vedono le pagliuzze ecologiche ma non le travi, come accade in Italia, ad esempio, con le centrali a carbone super-inquinanti della Sorgenia e dell’Enel, delle zone a massima concentrazione di scarti oleosi, come la Basilicata, o i laghi infernali di Porto Vesme; mentre i Governi consigliano addirittura gli elettori di assentarsi dai referendum sulle trivelle!

Seguono le motivazioni economiche: abbiamo visto il “doppio binario” che oggi accende i suoi fari contro il “riscaldamento globale”, ma tralascia, ad esempio, la dicotomia di un’economia consumistica e dello spreco, a favore di un’economia in “decrescita” ma legata sul serio alle esigenze sociali, culturali e alimentari dei popoli. Dimentica, ad esempio, lo sfacelo delle foreste amazzoniche e la desertificazione dell’Africa, che portano alla distruzione di intere comunità indigene, cacciate o uccise per trasformate milioni di ettari in coltivazioni cerealicole per il bio-diesel, o alla fame e alle sete di milioni di bambini (un altro Premio Nobel, la keniana Wangari Maathay, non l’ha mandata a dire ai falsi ambientalisti, ma di lei non si parla!); in nome di teorie eugenetiche mostruose, dirette a salvaguardare esclusivamente le caste e le lobby di potere dal rischio di dover impoverirsi per rinunciare, magari, a piccole  quote della loro ricchezza!

Ci sono poi le motivazioni finanziare, che appaiono paradossali, ma in questo mondo di criminali e speculatori a tutto campo, non devono più meravigliarci. Ci riferiamo ai c.d. “crediti C02”, un’invenzione della Banca Mondiale, e quindi del FMI, e quindi delle grandi conglomerate dell’alta finanza, compresi gli “hedge fund speculativi”, che cartolarizzano l’anidride carbonica presente delle foreste terrestri in titoli di credito da negoziare a favore di quelle imprese che debbono investire, per eliminarla, invece, dal loro ciclo produttivo; il tutto gestito dal CDM, l’organismo all’uopo promosso dalla Conferenza di Kyoto, e che ha valutato in circa 100 miliardi di dollari la C02 in oggetto.  Dietro questa operazione finanziaria, che è stata chiamata “Meccanismo sullo Sviluppo Pulito o Riduzione delle emissioni da deforestazione nei paesi in via di sviluppo”, e che prevedeva, all’inizio, una valorizzazione contabile della C02 di 12,50 US$ la tonnellata, si stanno accapigliando, appunto tutti i soggetti che difendono le teorie di Al Gore, e di tutti coloro che si sono adeguati al business. La paranoia di costoro, i quali, tuttavia continuano imperterriti il taglio del legname, non vuol sentire parlare, invece, di ripensare le nostre economie distruttive: i popoli sono diventati superflui e la loro gestione assomiglia sempre più all’allevamento del bestiame. In realtà non solo la robotica, ma anche la decrescita natale, le grandi migrazioni, l’impoverimento assoluto delle classi medie, l’inquinamento delle fonti alimentari (di cui si parla troppo poco) stanno concentrando nelle mani del “governo mondiale” le peggiori  decisioni. Che poco o nulla hanno a che vedere con il salvataggio ecologico del pianeta Terra; ma esclusivamente la salvaguardia delle èlite di potere.

Nella prossima puntata vedremo il perché l’ambientalismo di regime è solo una truffa.  (R.Scagnoli)

FINE PRIMA PUNTATA

 

 
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