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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 06/06/2017

 

NON ESISTE UN ACCORDO ELETTORALE, TRA I PARTITI E IL M5S

Post n°1590 pubblicato il 06 Giugno 2017 da r.capodimonte2009
 

Facciamo il punto sul “miracolo” di una legge elettorale che, improvvisamente, trova l’accordo di tutti, e con opportuni e non sempre facili aggiustamenti (che stavolta non abbisognano né di tagliole né di voti a fiducia), va avanti come una vaporiera verso il traguardo.

In realtà, sembra un miracolo, ma non lo è! Dietro ci sono delle precise strategie politiche ed economiche, a cui ci spingono pressioni esterne, ma anche interne, ormai incontrovertibili.

La prima è la grande paura dell’Unione Europea, che i grillini possano impadronirsi del potere, e, a differenza di Spagna, Austria, Olanda e Francia, dove le forze anti-sistema non avevano certo raggiunto il 30%, e se lo avevano fatto, come Podemos, erano dichiaratamente filo-europeiste, possano promuovere il famoso referendum per l’Italexit. Referendum che non ha alternative, checchè ne dicano la Meloni, Salvini, Casa Pound, o l’economista Bagnai, o l’avvocato Mori, ecc., e quindi potrà essere indetto solo quando si potrà essere nella stanza dei bottoni. Quindi Bruxelles e la BCE puntano, al solito, su una coalizione “moderata”, tra Renzi e Berlusconi, cui aderirà la Lega, nolente o volente per motivi di alleanze amministrative. E questa coalizione le garantirà non solo la sopravvivenza dello “zombie” italiano, ma la possibilità di iniettargli, nel 2018, una bella dose di Troika, cioè di FMI, accompagnata da tutta una serie di trattati commerciali che hanno lo scopo di ucciderlo definitivamente. E quindi aspettiamoci una campagna elettorale velenosa, contro il M5S soprattutto, e magari con qualche “scandaletto teleguidato da qualche procura ammaestrata” (il caso di Torino, in cui si tende già a colpevolizzare la povera Appendino, rea solo di aver confermato le disposizioni comunali “farlocche” di Fassino, e di avere accanto un prefetto, che le taglia l’erba sotto i piedi, invece di collaborare!), con punte di freccia che potrebbero arrivare, da capo, fino alla Raggi. Purtroppo il M5S, domenica, non andrà bene come è accaduto alle ultime amministrative, salvo un altro “miracolo” in Sicilia, e le iene ne approfitteranno!

La seconda strategia, comune, è quella di liberarsi dei partitini nati dal trasformismo in cui è precipitato il modello elettorale maggioritario, e che hanno distrutto la democrazia. Questi partitini hanno avuto ben quattro anni per racimolare quel 5% che seve loro per continuare a vivere: in particolare ci riferiamo al NCD, che ha dato la peggiore prova di corruzione mai vista (con l’80% dei parlamentari indagati!), o a FdI che, qualcuno si era illuso, sarebbe riuscito, con le retoriche da mezza calzetta della Meloni, vuote penosamente di programmi di “destra”, a portarsi, almeno, al 6-7%, invece fagocitato dal più furbo Salvini!

La terza, ed ultima, è il tempo: prendersi la briga di Governare un paese come l’Italia ad un passo dal default globale, è la stessa scommessa che ha fatto la Raggi a Roma, multiplicata per cento, specie se andiamo a leggerci il programma elettorale “rivoluzionario” di Beppe Grillo, gestibile solo con una maggioranza bulgara, e per una decina d’anni di potere! Questo sarebbe impossibile per chiunque, almeno adesso, Per cui ben venga, purtroppo, l’ansia di tornare al Governo di Matteo Renzi, a misurarsi non solo con le ire della Sinistra (che però non siederà più in Parlamento!), ma anche con le trappole berlusconiane, che si rovesceranno come un torrente di lava bollente, su una Lega che dovrà accettare il nuovo “Nazareno”. Grillo, questa volta, aspetterà, come fa il gatto col topo, davanti alla sua tana: in ogni caso la “grosse koalition” italiana non avrà nulla a che vedere con quella tedesca, nonostante le legge sia similare, perché sarà molto meno tranquilla di quella passata, perché l’ex-cavaliere non è Alfano. Sarà una lotta continua, senza esclusione di colpi, e alla fine chi ci guadagnerà sarà Grillo. Con ogni probabilità, addirittura, potrebbe verificarsi il fatto che dalle urne non esca neppure una maggioranza, e si rivada ad elezioni dopo un altro anno o ancora meno.

E qui la strategia di Grillo si evidenzia in tutta la sua logica: è l’unico che non ha nulla da perdere, ed è l’unico che, visti i presupposti, non chiede “coalizioni”, ma “convergenze” su un programma di due-tre punti. Se la convergenza non ci dovesse essere, allora la coppia del nazareno avrà via libera, e lui gongolerà!

Ha ragione Massimo Cacciari, quando afferma che l’accordo tra M5S e gli altri partiti che residueranno dal nuovo sistema elettorale, è molto sospetto: tanto sospetto che ha visto i soliti “talebani e jihadisti pentastellati” ribellarsi, perché lo ritengono un inciucio. In realtà si tratta di una trappola a due entrate: la prima entrata prevede che il M5S vinca alla grande, con maggioranza assoluta, e allora i giochi sono conclusi, e la patata bollente se la dovrà gestire a mani nude il movimento, coi rischi che ciò comporta, ma con la possibilità di aprire una fase del tutto antagonista con l’UE (cui si unirebbero, immediatamente, la Grecia, il Portogallo, l’Austria, la stessa Spagna e altri piccoli Paesi), introducendo il reddito di cittadinanza, abbassando i privilegi delle lobby e delle caste, e dando via, finalmente, ad una patrimoniale. La seconda entrata, lo vedrà all’opposizione, questa volta in solitario (sic!), perché la Lega convergerà sulla coalizione (avendo dentro i voti del ciarpame ex-A.N.), e comincerà a lavorare per il prossimo appuntamento elettorale, quando toccherà a lui, sul serio!

Tutte queste strategie sono legate alla sopravvivenza dell’Italia come nazione libera, almeno per un altro anno, anno e mezza. Perché, in caso contrario, la parola spetterà la popolo, come in Grecia, ma, ci auguriamo, in modo molto, molto più “incisivo”! (ST. JUST)

 

 

 
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