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Il “Senso di Smaila per la Neve”, è un famoso romanzo che, nel caso di Beppe Grillo potremmo intitolare, “Il Senso di Beppe per la Politica”. Là una giovane donna si improvvisava detective per scoprire, attraverso l’omicidio di un bambino, un complotto internazionale. Qui un personaggio, che non ha mai smentito la sua valenza rivoluzionaria, e il suo istinto pragmatico, si fa leader di un movimento, per scoprire, attraverso intrighi e macchinazioni, un complotto per abbattere la democrazia. E pur di impedirlo, si è messo a tavolino, con gli attori di questo “delitto” per evitare, fino all’ultimo, che si mettessero assieme e avessero la strada libera, per incarcerare definitivamente il popolo italiano. Non c’era altro modo, visto che questo popolo italiano preferisce, in nome della sua ignavia secolare, “astenersi” o, in molti, appoggiare il meno peggio, piuttosto di scegliere “strade sgombre, ma ignote”,  continuando a difendere il proprio orticello ipocrita, e le loro certezze nella Provvidenza!

Ma c’è chi contesta questo comportamento, perché preferisce, anche se dall’interno del movimento da lui fondato e, fortunatamente, da lui garantito, fare la stessa cosa: abbaiare alla luna, salvo ritirarsi nella sua tana “calda e accogliente” quando fa buio del tutto, deciso ad aspettare gli avvenimenti o gli errori altrui.

Come se ci fosse ancora tempo da perdere, e questo Paese non fosse alla vigilia dello sfascio economico, sociale e istituzionale, mentre si destano antichi mostri dalle tre teste, come Giorgio Napolitano e Romano Prodi, che hanno gettato l’Italia nell’abisso, eseguendo i dettami di quell’esercito di demoni che tuttora prova a governare il resto del mondo.

In questa strategia, e state ben attenti a non tradirla, rientra il ricorso a una nuova consultazione, di cui si sarebbe fatto volentieri a meno, su due appendici della legge elettorale, il voto disgiunto e le preferenze, di cui il M5S potrebbe solennemente infischiarsi, perché lui le persone le elegge dal basso, più preferenze di così! E il voto che esprime è univoco, ci mancherebbe altro! Ma c’è una fetta di screanzati, che continua a usare la testa come una palla di stracci, e che si ritengono “affabulatori ed interpreti” delle sacre tavole: essi  non si rendono neppure conto che quelle, casomai, appartengono al capo del movimento, e solo a lui, che ha il diritto di tenerle per sè, perché non le ha mai cedute, ed interpretarle come vuole. La differenza con costoro è l’ambizione e l’ipocrisia: la tentazione di mostrarsi “rivoluzionari più della rivoluzione”, per attrarre più disperazione di quanta già ce ne sia in giro: ipocrisia perché sanno bene che il M5S non potrà mai farla la rivoluzione da solo, perché essa si costruisce con popoli avvezzi al coraggio e all’abnegazione, e questo nostro proprio non lo è!

Quindi, è necessario che questa legge elettorale vada in porto, così come la strategia messa in atto da Grillo, che pure era stato molto chiaro quando offrì ai suoi la prima consultazione, e fu approvata.

Di che cosa poi si freghino gli elettori, finora offesi nel loro diritto da cinque lunghi anni di “dittatura” politica, sociale e mediatica, in cui l’unica parola d’ordine è stata “corruzione” a tutti i livelli, nessuno escluso (e quindi compresi magistratura e forze armate!), che la legge sia tedesca o francese o spagnola, poco importa: l’importante è che si vada a votare, e poi si vedrà. E non è una novità che gli sciacalli, quelli soliti, dai giornali e dalle Tv di regime, continuino a fiutare carogne, perché solo questo sanno fare, in attesa che arrivi il leone, e come minimo li cacci via o, peggio, li divori! (R.S.)