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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 25/05/2017

 

Le conseguenze morali e storiche dell'incontro tra il Papa e Trump

Post n°1583 pubblicato il 25 Maggio 2017 da r.capodimonte2009
 

Se c’era un modo, anche plateale, sicuramente criminale, di dare ancora fiato al Califfato dell’Isis, proprio mentre questo soggiace alle batoste russe in Siria (a alle blande operazioni militari della Coalizione in Iraq!), era di regalare al suo massimo sponsor, l’Arabia Saudita, 100 miliardi di dollari di nuovi armamenti, come dal contratto firmato da Trump a Riad: armamenti che serviranno al “califfo” per riprendere la sua battaglia contro Iran e Siria; senza dimenticare il sangue che costerà all’Europa, ormai considerata dalla Casa Bianca un’espressione geografica scomoda e inutile.

Nella recente storia americana, visto che Trump ha messo la firma, ma l’accordo risaliva agli ultimi giorni di vita della Presidenza Obama, mai si era veduto l’imperialismo militare americano raggiungere certe vette, annullando tutto il ciarpame ipocrita che gli alleati e la Chiesa (la quale ha approvato il voto americano al tycoon!), ripetono a pappagallo, su una vana ricerca della pace nel mondo. Né, sinceramente, si poteva aspettare qualcosa di diverso, visto che buona parte del programma capitalistico trumpiano verte sul rilancio dell’industria americana, di cui quella degli armamenti è la principale.

Papa Francesco è apparso abbastanza serioso, durante l’incontro con il Presidente, ma si è trattata della solita “appariscenza” mediatica: Francesco preferisce la battaglia pro-immigrazione, piuttosto che quella contro le guerre, anche perché, attualmente la sua religione, la prima tra le monoteiste e dogmatiche, è in forte crisi, ed è in lotta perenne con l’Islam che ne sta approfittando, per la grave crisi morale che sta attraversando, travolta dalla politica, dai cedimenti dottrinari e dalla pedofilia. L’ “immigrazione dei poveri” è una battaglia che non costa nulla, perché viene propagandata mistificando il messaggio evangelico di un Cristo che, nei secoli, ha subito mille interpretazioni di teologi più o meno interessati a che, in certi momenti, ne hanno fatto l’arma, appunto, per superare certe decrescite di consenso; quella della “pace”, invece, è un paradosso, proprio perché sono le potenze cristiane, e quindi cattoliche, che da mille anni promuovono le guerre, i massacri, gli olocausti, le stragi di chi fu definito “eretico”; e alla fine dietro, c’è sempre la benedizione papale.

Anche adesso, è evidente che al Vaticano fa molto più aggio difendere la causa ebraica che quella palestinese, che confina con gli islamisti, che, non è un’opzione, conviene mettere tutti, buoni e cattivi, nello stesso calderone, e farne i reietti del terrorismo.

In realtà il risveglio dell’Islam è stato causato proprio dalla debolezza intrinseca del catto-cristianesimo, più che dalle divisioni dogmatiche tra sunniti e sciiti, dalle quali un papa intelligente dovrebbe tenersi alla larga. E non ha tutti i torti chi afferma che il terrorismo non tocca l’Italia, né la Grecia, per il fatto stesso che l’immigrazione clandestina, che favorisce la transumanza terroristica (vedi la strategia dell’attentato di Manchester!), ha il pieno appoggio dei Governi e di buona parte dell’opinione pubblica, invasata dagli appelli vaticani. Che sono appelli di natura politica e non religiosa.

E come potrebbero, questi appelli, che, quindi, aprono all’organizzazione terroristica, conciliarsi con altri eventuali appelli a favore della pace?

Per raggiungere la pace bisognerebbe terminare le guerre; e il Papa sa bene come la Chiesa fu solita concluderle, nella storia: con l’eliminazione fisica degli avversari, ma questo il cattolico ipocrita non vuole ammetterlo!

In questo caso gli avversari sono gli sciiti, perché non accettano le regole dell’Occidente, né vogliono, al contrario dei sunniti, goderne i privilegi, le ricchezze, le storture sociali, e perfino il contatto con il cattolicesimo, perché lo considerano “blasfemo”.

Ecco che il cerchio si chiude: ben vengano gli appelli alla pace, ben vengano i richiami alla giustizia sociale (che gli sceicchi non hanno mai applicato), alla pietà e dignità umana (che non trovano posto né a Teheran, né tanto meno a Riad!), ma quel che conta è che la guerra continui fino a che possa trionfare chi si è alleato con l’Occidente, che in questo momento è impersonificato da Trump, e non importa che tenga i piedi in due staffe insanguinate: alimenti il terrore atavico contro la cristianità da parte dell’Isis, e nello stesso tempo combatta contro gli ayatollah, per spartirsi poi le grandi disponibilità energetiche, come accadde in Iraq.

In questa contraddizione c’è tutta la confusione di un popolo, i cattolici, che ormai è allo sbando: ridotto ad appoggiare le peggiori politiche anti-umanitarie prospettate dal neo-liberismo delle lobby, e al tempo stesso gloriarsi di subire il mercato degli schiavi, che funziona ogni giorno, in Italia, con le masse di migranti sfruttati e ingannati; mentre assiste, impotente, al proliferare degli armamenti, che, anche se solo formalmente,  diventano materia di “dibattito consensuale”, tra il loro capo spirituale, e il capo degli armigeri.

E’ tempo che le religioni riassumano la loro veste originale, che è quella, come testimoniarono i Catari, poi sterminati in 200.000 dalla crociata occidentale ordita dalla Chiesa (*), di ricondurre l’uomo a contatto con Dio, e non fare di Dio il loro nefando condottiero... (ITALIADOC)

(*) La religione catara contestava il Dio in terra rappresentato da una Chiesa affogata nel materialismo, e che condivideva gli errori e le ingiustizie, e lo circoscriveva solo alla sfera spirituale, dove l’uomo si ricongiungeva con Lui dopo aver superato la prigione terrena. Cristo era solo un uomo che si era sacrificato in nome di questa idea. Durante la strage perpetrata dai francesi contro la roccaforte di Montsegur, presente Domenico di Guzman (futuro San Domenico), il cardinale Arnaldo di Citeaux, che li comandava, pronunciò la famosa frase: “Uccideteli tutti, Dio saprà riconoscere i suoi!”

 

 

 

 

 

 

 
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