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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi di Giugno 2017

 

La solidarietà europea e il bluff di Gentiloni

Post n°1608 pubblicato il 30 Giugno 2017 da r.capodimonte2009
 

Il bluff che si sta evidenziando in tema di immigrazione, tra il Governo Gentiloni, ormai dilaniato dal renzismo, che tenta di sottrarsi dall’abbraccio mortale dei suoi nemici, fitti come funghi, e l’Unione Europea, questa “associazione di stampo mafioso” che non solo obbliga l’Italia a spogliarsi delle sue risorse per consegnarle ai banchieri massoni e corrotti, ma pretende di dettarci le mosse economiche letali che ci stanno spingendo nell’abisso (e la disintegrazione del risparmio delle famiglie, unica muraglia all’incremento costante del debito pubblico, che si sta progressivamente consumando con il fallimento delle banche!), è ormai del tutto scoperto. Lo si capisce anche dalle subitanee menzogne della stampa  di regime, la quale sta fingendo di appoggiare le parole dei valvassori renziani, uno dei quali, Minniti, è autore nel più cocente fallimento strategico di tutta questa vicenda, ma poi inserisce e dà spazio ai “soloni dell’accoglienza a gogò”, che continuano a giocare la propria squallida partita sulla pelle del popolo italiano. In pochi giorni, oltre 20.000 persone, la maggioranza assoluta delle quali non ha nulla a che vedere con la regola del “rifugiato da situazioni a rischio vitale”, è stata sbarcata dalle “navi negriere” che, sarà strano, ma non hanno scaricato neppure un bambino sul altri porti che non siano italiani, sotto lo sguardo compiacente e a volte “ridicolo” della nostra Marina Militare. La quale, addirittura, assiste imperterrita allo scontro tra le ONG di provenienza oscura, come quelle finanziate dal magnate Soros, e le motovedette libiche, incaricate, proprio da Minniti, di bloccare l’esodo!

SI TRATTA DI UNA SITUAZIONE INSOSTENIBILE E PARADOSSALE, che Governo e maggioranza, invece, tengono in piedi perché siano alimentate, più tempo possibile, le cooperative “criminali” annidate nei vari CARA, e che, sottobanco, incassano miliardi, sfruttando scandalosamente gli stessi migranti. Dietro questa tattica nefasta, si celano  gli interessi del Vaticano, ormai in balia di se stesso, dopo gli scandali a catena che lo sta travolgendo, sotto l’egida del Papa gesuita, e quelli della mafia, ormai del tutto prona ai poteri massonici che gestiscono il businness.

L’Unione Europea, che tra i suoi fallimenti enumera il peggiore, quello della chiusura blindata dei confini, contro questa immigrazione ricolma di rischi (terroristici, sanitari, finanziari), da parte soprattutto di francesi ed inglesi, mentre i tedeschi hanno scelto la strada del “razzismo migratorio” accettando solo profughi siriani, perché forza lavoro più esperta; si permette di fare marameo ai Gentiloni, ai Minniti, perfino ai Mattarella, che ormai conosce come le proprie tasche, cioè al maggior grado di inaffidabilità e codardia: perfino l’alcoolista Junker (a proposito non era dimissionario?) si permette di prendere per i fondelli questa specie di Governo italico, che si meriterebbe di lavorare nel baraccone di un circo da quattro soldi.

Se poniamo, uno di fronte all’altro, gli ultimi due drammatici eventi, partoriti dalla “sinistra” accoppiata con la “destra”, e cioè il “salvataggio” delle banche venete, e l’inflazione migratoria (cui è stata aggiunta l’idiozia dello “ius soli”!), abbiamo la sommatoria della caduta verticale di Matteo Renzi e di Paolo Gentiloni: perfino l’ormai triste ricorso delle sghignazzate scomposte della coppia Sarkozy-Merkel verso Berlusconi, si affievolisce, di fronte al grado di “raggiro” che la commissione europea sta postando sull’Italia. Il Paese più debole di tutta l’area euro, ma anche, e gli stranieri lo sanno perché si informano, il più incapace e corrotto d’Europa.

Ormai la valanga antagonista, staccatasi dalla montagna, prende forza. Il M5S, dopo l’umiliazione di una Lega che continua a balbettare nei confronti del satrapo di Arcore, per l’umiliazione subita dal “modello leghista del Nord-Est” che lascerà sul lastrico oltre 100.000 risparmiatori e 5.000 bancari disoccupati ma a carico dell’INPS, perché continua a reggerle il verso a livello locale (assieme, paradossalmente, all’ex-NCD!), è diventata la forza traente contro questa drammatica contingenza: dopo che la stessa Confindustria è stata costretta ad ammettere che, accanto alle legioni di poveri d’Africa, noi deteniamo una legione di 7,7 milioni di disoccupati e 4.8 milioni di incapienti: cioè sarebbe a dire 12,5 milioni di persone senza un futuro, che, presto saranno una forza d’urto non indifferente (prima o poi smetteranno di suicidarsi, Matteo Renzi, e ti tireranno giù dalla finestra del tuo castello di sabbia!); e che si contenderanno, pagnotta per pagnotta, con migliaia di migranti nullafacenti, quel che resta del Paese.

L’Unione Europea sa tutto, ma conta sull’astensionismo per cercare consolazione alla situazione politica italiana, esattamente come già accaduto in Olanda, Austria, Francia, e come accadrà a settembre in Germania. Consapevole che questa è l’arma stolida di chi, o si suicida fisicamente o elettoralmente, lasciando in mano la democrazia a queste organizzazioni criminali. (ST.JUST)

 
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Destra e sinistra: due dicotomie da fondere nel concetto di partecipazione del popolo alla politica e all’economia

Post n°1607 pubblicato il 29 Giugno 2017 da r.capodimonte2009
 

SECONDA PUNTATA

Certo se ci aspettiamo di leggere questi programmi, coesi alla partecipazione del cittadino-lavoratore alla gestione dell’impresa, con tutti gli altri corollari relativi alla trasformazione dell’economia, con uno Stato rappresentativo degli interessi, non più solo della politica in sé, almeno per quanto riguarda una delle due Camere; e il mutamento profondo del sistema bancario, con la fondazione di una banca pubblica erogatrice del welfare ed esclusivamente espressione commerciale della piccola e media impresa, quindi disposta ad agevolarla in termini sociali e contributivi (banca sociale); e che emetta “moneta fiscale”, cioè “parallela”, fuori dal circuito di quella a debito del cittadino, ed emessa dalle banche private (in attesa di ri-nazionalizzare Bankitalia), destinata a coprire il pagamento delle pensioni, e di tutti gli altri servizi relativi al rapporto Stato assistenziale-cittadino (cig, mobilità, pre-pensionamenti e reddito di cittadinanza); certo se ci aspettiamo che siano la “destra” e la “sinistra” a recepire queste aspettative rivoluzionarie, che cozzano in modo netto con la plaga neo-liberista che ha infettato allo stesso modo queste due posizioni ideologiche, aspetteremmo a babbo morto!

Per scendere nel particolare, oseremmo dire che entrambe le parti che oggi “siedono” in Parlamento, in settori opposti, si sono praticamente fuse, aldilà dei chiacchiericci etici, che in una crisi mastodontica, contano zero (immigrazione, omofobia, accanimento terapeutico, ecc. relativi sì e no a trecentomila persone!), nel condannare il Paese ad un destino segnato, soprattutto a livello riformista: oggi, sia il PD che FdI-Lega-F.I. (centro-destra), oltre ad aver governato il Paese fino al 2013, con la realizzazione di leggi catastrofiche e concessioni europeiste da tregenda, oggi si sono imbarcati in un qualunquismo degenere, che ambedue i gruppi, vantando posizioni ideologiche scomparse da decenni (socialismo e fascismo), prima le hanno tradite, poi hanno abbracciato un capitalismo degenere. Un qualunquismo uniforme, che non si fa fatica a dipingere come “centro-destra-sinistra”, un amalgama nefasto che nulla ha a che vedere con quanto sopra. La voragine così apertasi a “sinistra”, fa entrare di diritto, quella programmazione sociale ed economica innovativa (nel senso che si sottace da 60 anni!), in una dialettica che ha perduto del tutto i connotati marxisti, ma diviene “rivoluzionaria” in sé. A scapito di quella “destra” che è capace solo di morire di nostalgismo, ma di non proporre altro che gagliardetti ammuffiti.

Il paradosso è che questa “nuova sinistra”, che filosofi della grandezza di Ugo Spirito e di Giacinto Auriti, e costituzionalisti come Ruini, Mortati, Ridola, hanno fondato, pur in modo “difforme”, si va riappropriando della parte più indifesa del Paese, quella operaia, quella dei pensionati e dei disoccupati, dei giovani che non cercano più lavoro, e dei precari, delle famiglie distrutte dalle banche e da Equitalia, mentre il vecchio blocco “destra-sinistra” da tempo si è schierato con la parte più ricca, chi gode dei vitaliazi, i pensionati d’oro, le lobby e le caste di potere, la grande-impresa, la massoneria, anche se poi, ipocritamente, li contestano!

Ed ecco perché è restato solo un gruppo politico, che fortunatamente copre ancora 1/3 dell’elettorato attivo (e il “centro-destra-sinistra” neppure si è reso conto di aver cacciato via dai seggi il 50% dei cittadini!), e che si chiama M5S, ad avere in mano il pallino: se saprà giocarselo bene, con un gruppo di bocce di così nobile portata, potrà vincere la partita, e salvare il Paese.

Non è un caso che esso rifiuti sdegnosamente un qualsiasi apparentamento con le forze, ormai ibride e geneticamente modificate, colpevoli di aver consentito la distruzione dell’Italia, da una parte in nome di un’eguaglianza piramidale, e quindi in contraddizione di termini;  dall’altra sventolando bandiere e slogan nazionalistici, stracciati dall’ipocrisia e dal cinismo. (ITALIADOC)

 

 
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La situazione esplosiva nelle nostre FF.AA. e dell'Ordine

Post n°1606 pubblicato il 28 Giugno 2017 da r.capodimonte2009

Non è la prima volta che mi capita di leggere notizie relativeal malanimo e alle contestazioni che Forze dell’Ordine e Forza Armate italiane promuovono nei confronti dei loro alti gradi e del Governo.  Grazie alla vecchia amicizia con un ex-ufficiale del Military Committee (NMC) della Nato, introdotto, ovviamente sulla “condizione tecnica e operativa” dei vari contingenti nazionali, ho potuto scoprire che i rapporti sullo “stato di degrado, scarsa affidabilità, ma, soprattutto, di corruzione” delle nostre forze militari”, da tempo riempie gli schedari e gli archivi elettronici del NNC (Nato Defense College), e, di rimando, anche le intelligence militari degli altri Paesi associati, compresi gli Stati Uniti.

Recentemente, proprio dal Defence Security Service, il servizio segreto americano delle FF.AA., sono stati elaborati una serie di dati relativi anche ad intercettazioni ambientali intercorse tra ufficiali italiani, in merito “allo scontento assoluto che è diffuso, per quanto riguarda i trattamenti salariali, comprese le trasferte, le dotazioni militari e i mezzi di combattimento, nonché sulla grave interferenza di poteri, non meglio identificati, ma attivi, nell’ambito delle promozioni.”

In realtà si desume che le forze militari italiane sono considerate una specie di “ventre molle dell’Alleanza Atlantica”, che,tuttavia, va tenuto d’occhio e agevolato in ogni senso (anche con l’attivazione di determinate agevolazioni e privilegi, sempre a favore degli alti gradi),vista la portanza strategica della penisola, e vista la presenza molteplice di basi Nato e Usa.

Questo “stato di crisi”, recentemente, è stato rinfocolato da altre vicende, che, agli occhi di chi segue la situazione italiana, rincara la dose di preoccupazione: il coinvolgimento dei massimi vertici dell’Arma nello scandalo Consip (dopo innumerevoli coinvolgimenti di alti ufficiali della GdF in altrettante inchieste!); e la scoperta, che non è certo una novità, della corruzione in atto al Viminale, relativa alle gare d’appalto per la fornitura di mezzi e dotazioni personali delle Forze dell’Ordine (giubbotti antiproiettile scaduti, pistole arrugginite, vestiario fallato, caschi marci per l’umidità); e che il Viminale non solo ha tentato di nascondere, ma poi ha perseguito tramite la Digos (guerra tra poveri)!

Nel frattempo una fuga di notizie apparsa su alcuni quotidiani, riportava lo stato di profondo scoramento delle nostre truppe impiegate in Iraq, le quali lamentano una situazione di “sottomissione e umiliazione” rispetto ad altri contingenti; e di quelle, invece, impiegate in Afghanistan, “abbandonate a se stesse su teatri molto rischiosi, mentre “alle legioni di “contractors” al soldo dell’amministrazione americana, "vengono assegnate missioni di tutta tranquillità.”

Secondo fonti fornitemi dal mio amico, risulta che alcuni incidenti, anche mortali, accaduti in questi ambiti siano stati celati all’opinione pubblica, mentre le famiglie sono state tacitate dal rivelarlo con minacce o denaro, da parte del servizio segreto; la recente morte del caporale dei ranger Attianese, ucciso, dopo 13 anni di agonia, dall’uranio impoverito  presente in Afghanistan, poi, con il rifiuto plateale della vedova della corona di fiori inviata al funerale dall’Esercito, che, secondo lei, “ha abbandonato la sua famiglia in tutti questi anni di dolore”, ha segnato il culmine di questa tragica vicenda: che, partita dalle missioni in Jugoslavia, via via aggravatasi con le missioni in Medio ed Estremo Oriente, ha visto oltre 1.000 soldati italiani vittime del cancro da radiazioni (ce ne sono 300.000 solo negli Usa!).

E’ evidente che qualcosa non va. Il silenzio tombale che circonda, al contrario, i rari singulti sindacali del SAP (le altre sigle sono tutte congeniali al governo), e le fantasmatiche assise del COCER, sono sospette: i vertici militari, derivati dalla burocratizzazione delle FF.AA. e di quelle dell’Ordine, coprono assiduamente lo stato di “sconcerto” diffuso ormai come una tigna tra ufficiali di grado intermedio e sottufficiali, e non transigono, se non con l’arresto e la degradazione, chiunque osi pronunciare sillaba.

Ma, come abbiamo visto sopra, l’allarme ci viene dai nostri stessi alleati, che non hanno peli sulla lingua, e cominciano a temere, sul serio, implicazioni anche politiche.

Da un sondaggio segreto diffuso dall'intelligence tra i vertici militari, risulterebbe che 1/3 degli ufficiali di grado intermedio sostengono la destra, 1/3 il M5S, 1/3 l‘estrema sinistra; tra i sottufficiali, 2/3 sostengono la destra e 1/3 il M5S; nell’ambito delle stesse forze, la Marina è la più filo-governativa, ma recentemente, dopo la vicenda delle ONG in Libia, ha visto triplicare le adesioni al M5S; l’Esercito lo è per il 50%; l’Aviazione lo è solo per il 25. Tra le Forze dell’Ordine lo scontento è di molto superiore: qui si registra lo sbando dei veterani, che costituiscono l’asse portante della contestazione. Il 40% aderisce al M5S, il 30% alla destra: i giovani poliziotti, al contrario, si accontentano per la maggioranza, della loro busta paga e delle loro dotazioni letali. Nei CC la situazione è preoccupante: una vera e propria levata di scudi contro i vertici dell’Arma e contro i gradi superiori, che, almeno è quello che mi è stato riportato, ha dato origine a vere e proprie rivolte interne, in reggimenti specializzati, come il Tuscania, poi soffocate duramente e segretamente. Mentre continuano le contestazioni sugli avanzamenti di carriera all’interno degli stessi comandi regionali.

Il mio confidente è convinto che né il Ministero né il Governo siano a conoscenza di questi fatti. Mentre la magistratura sa, ma ovviamente tace.

Interessante è anche in costante incremento, a livello di simpatia, nei confronti della Russia: è paradossale, ma all’interno del personale della Nato, a Bruxelles, risulta un 40% di sostenitori di Putin, e addirittura un 50% di contrari alle sanzioni contro la Russia. In Italia la situazione si ripete, specie a livello degli ufficiali intermedi, ammiratori incontrastati delle forze armate russe!

Un’ultima annotazione: la consapevolezza che la situazione del nostro Paese vada nettamente peggiorando è al centro delle attenzioni della Nato, la quale ha già studiato un piano di emergenza, nel caso qualche settore militare italiano dovesse debordare, o addirittura politicizzarsi. Si tratta di un vero e proprio “piano d’invasione” che procederebbe, aldilà di ogni più scontato avallo governativo (delle forze politiche di maggioranza attuali!), con l’intento di “disarmare” questi “ribelli” e ristabilire l’ “ordine europeo”. In perfetto stile “Eugendfor”, insomma, la milizia continentale studiata a tavolino dai tedeschi, che oggi già è presente in Grecia, Portogallo, e presto sarà piazzata nelle nostre caserme, per supportare i militari e i poliziotti italiani, così scarsamente affidabili, e che, ad un certo punto, potrebbero fare causa comune con i cittadini esasperati. (R.S.)

 

 
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Destra e sinistra: due dicotomie da fondere nel concetto di partecipazione del popolo alla politica e all’economia

Post n°1605 pubblicato il 27 Giugno 2017 da r.capodimonte2009
 

I termini “destra” e “sinistra” hanno assunto connotazioni, in politica, apartire dalla metà dell’Ottocento.

La loro larvale individuazione nasce nel parlamento francese,poco prima della Rivoluzione, quando i conservatori si sedettero alla destradel presidente ed i radicali di Mirabeau a sinistra. Ma la dicotomiaconcettuale appartiene al secolo successivo.

La destra iniziò a coincidere con il pensiero liberale maintriso di connotati di conservatorismo, la sinistra con il pensiero socialista.

La prima coincideva con gli interessi della borghesia,incarnandone i valori, la seconda si faceva interprete dei bisogni delle masse,che dal mondo rurale approdavano all’organizzazione scaturita dalla rivoluzioneindustriale.

Nel Novecento, lo stemperamento o la scomparsa delle monarchie,favorirono la maggiore strutturazione dei parlamenti, ma nel contempo sirafforzava la coscienza nazionale che sfociò poi nei nazionalismi.

Il fascismo crea, così, in Europa i “fascismi”, cioè dittature osemi-dittature nate dall’incapacità della politica liberale di governare lenazioni con concetti di democrazia obsoleta e corrotta, al servizio delcapitale anonimo. Inoltre mettono freno alle paure create dal massimalismo socialista,che innesca rivolte nelle fabbriche.

In tale periodo i concetti di destra e sinistra, mutano la loroconnotazione, assumendo sembianze distorsive. La prima viene individuata con ledittature, la seconda con il comunismo.

Tuttavia, all’interno stesso di queste ideologie totalitarie,sbocciano vere e proprie antinomie sociali ed economiche.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale si assiste ad una sorta diricerca “illusoria” di una terza via, che facesse incrociare i principi didestra e sinistra, la strada della socialdemocrazia.

Comunque destra e sinistra riprendono la strada dell’evoluzioneculturale con la guerra fredda tra StatiUniti e Russia, purnon essendo  ideologica, ma soprattuttomilitare. Forse il punto più interessante di sviluppo è stato il parlamentoinglese. Il pensiero liberale e quello socialista, si sono confrontaticostantemente con un’alternanza di governo. E il pensiero laico, ha facilitatola dialettica in quelle nazioni non influenzate dalla presenza di una chiesa forte,che, approfittando delle copiose contraddizioni del neo-liberismo, ne indossòle vesti temporali, per motivazioni di mero potere.

Alla fine del ‘900 arriva la crisi delle ideologie, che porta aduna riorganizzazione delle aeree geografiche sancite a Yalta.

Dopo le ideologie entrano in crisi i partiti. La societàoccidentale va verso l’unificazione del pensiero, infatti l’urbanizzazioneporta alla scomparsa delle masse rurali e la rivoluzione tecnologia etelematica crea un linguaggio comune tra media e piccola borghesia.

Quindi “destra” e “sinistra” possono oggi attendere ad unadiversa visione del mondo, perché gli interessi ed il destino del pianetaappaiono ormai  legati strettamente allasopravvivenza stessa dell’uomo.

I principi di fondo sono ormai sovrapposti. L’individualismovirtuoso, uno stato che protegga e tuteli il cittadino nella sicurezza, lacultura come mezzo di accesso alla libertà ed alla capacità di scegliere, sonoi desideri fondanti.

Ma tali concetti sono poi modulati dalle diverse caratteristichedei popoli ed assumono diversi incipit dettati dalla storia di ognuno di essi.La personalizzazione della politica è dovuta alle ragioni di una mancanza nettadi diversificazione, se non per tematiche singole create da contingenze.

Dire di essere di destra o di sinistra appare sempre più difficile,anzi a volte diviene una forzatura, per non dire uno stolido rito di fanaticinostalgici, col braccio teso o col pugno chiuso. E siccome chi assistette, senon altro, alla fine del fascismo oggi è scomparso, sono i giovani e menogiovani, per sentito dire, a sostenere questa assurda pantomima: salvo poiquando se ne commisura l’informazione o la preparazione su quel delicatoperiodo storico, e allora ci si rende conto della loro pochezza intellettuale!Chi ha almeno cinquant’anni e ricorda la caduta del “Muro”, poi, e fa finta discimmiottare i soviet, magari in completo nero (ma qui l’anarchismo non c’entranulla, perché lo si confonde ignominiosamente con il marxismo!), èperfettamente consapevole che lo stalinismo ha fatto peggio perfino del nazismo,compresi i progrom antisemiti e le migliaia stragi di “nemici del popolo”!

Eppure ci sono dei vuoti storico-politici, ancora oggi, cheservono ai regimi “democratici” (che hanno usurpato questa parola da tempo!)per sbugiardare le giovani generazioni alla ricerca spasmodica della verità,quasi ignorati o addirittura messi all’indice, perché rappresentano, senzaombra di dubbio, quell’esperimento sociale che avrebbe dovuto portare proprioalla sintesi destra-sinistra; verso una “democrazia organica”, cioè basata suuno Stato equilibratore tra pubblico e privato, e strutturato su una serie diistituzioni, ben più “organicamente compatibili” con la partecipazione attivadel popolo alla vita politica ed economica.

Il motivo di così feroce dissacrazione è che questi modellifurono partoriti proprio dal fascismo e dal comunismo, quando entrambe questedottrine, come era naturale che accadesse, dopo una evoluzione filosofica esociale, compatibile con quella stessa del liberismo, ne intrapresero dapprimauna critica basata essenzialmente sul termine dicotomico “democrazia liberale”(visto che si era utilizzata la parola “liberale” per contrabbandarne un’altra,fondamentale, ma insussistente, “libertà”!), poi l’abbatterono sostanzialmente:ma mentre per il fascismo il tentativo restò praticamente sulla carta, perchéindotto dalla situazione bellica ormai disperata e volta alla sconfitta, per ilcomunismo essa generò, per quanto limitatamente alla Jugoslavia, un modellorivoluzionario destinato a cambiare radicalmente il rapporto tra uomo e lavoro.Stiamo parlando di SOCIALIZZAZIONE e AUTOGESTIONE. Due definizioni“innovative”, “concrete”, “alternative” di ambedue i modelli capitalistici (capitalismoprivato e capitalismo di Stato), le cui tracce, per quanto riguarda la prima,sono addirittura immesse nella Costituzione antifascista italiana (pervalidità, non certo per imitazione!), e vigono in parte nella Costituzionetedesca; e, per quanto riguarda la seconda, sono sopravvissute perquarant’anni, fino a quando il capitalismo dell’alta finanza internazionale sirese conto che avrebbero potuto portare ad una contestazione e, quindi, ad unasostituzione, del neo-liberismo di scuola americana, importato a forzanell’Europa dei vinti.

Accadde perciò che, allora, forse per la prima volta, accadesseuna specie di “modifica genetica” dei concetti di destra e sinistra, tanto chein Jugoslavia si parlò di “deriva di destra”, mentre in Italia si definì lamateria, come “sinistra fascista”. In realtà non si trattava di nessuna delledue, ma di modelli “rivoluzionari”, entrambi, a loro volta opportunamente fusi,atti a mutare profondamente gli intenti “schiavisti” del neo-liberismo, teso aprodurre profitto inserendo l’uomo in un “mercato del lavoro” parallelo al“mercato delle merci e della finanza”!

Entrambi i modelli prevedevano, partendo da presupposti diversi,la PARTECIPAZIONE DIRETTA DEL LAVORATORE ALLA GESTIONE DELL’IMPRESA, e quindiuno Stato “organico” che supportasse questo meccanismo, con tutta una serie diaccessori di tipo sociale (il riconoscimento dell’impresa socializzata oautogestita quale modello preferenziale), giuridico (una camera rappresentativadel lavoro e dell’impresa), finanziario (una banca o più banche con lo scopoprecipuo di sostenerle), ed economico (l’allargamento delle due modalità a ognitipo di impresa, non solo quella manifatturiera, ma anche commerciale, agricolae bancaria).

E’ ovvio che questa trasformazione avrebbe, in breve tempo,decretato la fine della speculazione sul lavoro, e sulle risorse pubbliche eprivate, controllate, da quel momento in poi, dai veri interpretidell’economia: Stato, imprese e lavoratori, rappresentati pariteticamente inorgani di carattere politico e legislativo.

C’è, oggi, in Italia chi ha nei propri programmi governativi,almeno proposte su questi temi così’ fondamentali? E se sì, come ha intenzionedi applicarli? E non sarebbe, forse, giunto il momento che fossero mostratialla gente, specie quella che vive nella pena del degrado, della disoccupazione,della truffa e del furto bancario, in modo che possa correre ad approvarli,anche alle urne?  (ITALIADOC)

FINE PRIMA PUNTATA

 
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Il risultato elettorale: i sogni muoiono all'alba!

Post n°1604 pubblicato il 26 Giugno 2017 da r.capodimonte2009
 

I giornali di stamane sono unanimi nel dare la vittoria elettorale (una vittoria senza se e senza ma!), al c.d. “centro destra”, anche se per lo più mascherato da un fottìo di “liste civiche” entro cui si sono celati per la vergogna tutti i “minipartiti”, dall’Udc alle varie escrescenze “azzurre”, perfino FdI: ci dispiace per Berlusconi, ma la vittoria è stata solo della Lega, e questo, per i commentatori di regime, apre ad una speranza inconfessabile: che Salvini riesca a convincere Berlusconi ad appoggiare una legge elettorale in qualche modo “maggioritaria”, che possa spazzare via l’incubo Cinquestelle. Un’operazione che taglierebbe via, inoltre, ogni opzione “nazareniana”, di cui, pare, l’ex-cavaliere voglia fare il suo obiettivo primario.C’è però un’altra cosa inequivocabile da dire: che il nostro Paese, esattamente come la Francia (anche se là è stato il lepenismo a fungere da vittima!), è governato ormai da maggioranze “effettive” del 25-30% dei cittadini votanti, perché il resto si astiene, e mentre ciò accade, la democrazia s’invola: i popoli bastonati, svaligiati e angariati dalle caste, un tempo, si sollevavano in armi contro queste; oggi preferiscono consolarsi con il motto “io non voto, tanto a cosa serve!”, si chiudono in casa o in Chiesa, e pregano! E’ chiaro che la gente non crede neppure più all’anti-politica, la quale, come volevasi dimostrare, era l’unico appiglio contro un ritorno disordinato al “voto di pancia”, che sa soprattutto di tematiche nazionaliste e revansciste, ma è desolatamente vuoto di programmi. Alla fine, come in Francia, sarà la prova elettorale politica, a spazzare via i sogni di questa “destra” che fa del voto di protesta (appunto il 25% di tutto l’elettorato!) il suo scudo, ma che non potrà mai convincere il centro-sud del Paese, quella parte del popolo “piagnone e codardo” che premia le lobby, anche corrotte, perché gli danno molto più affidamento della democrazia (basti guardare al voto di Taranto, Trapani, Palermo e l’Aquila), oppure se ne va al mare. E’ qui che Berlusconi aspetta Salvini, come la serpe aspetta il ranocchio: ad Arcore si sa molto bene che il tradizionale “patto sociale”, tra malavita organizzata e politica risale al 1994, nel momento stesso che Forza Italia nacque, e travasò i suoi intendimenti “reazionari” dalla P2 alla mafia, e da allora non è mai stato sciolto: esso copre, come un’ombra maligna, metà del Paese, e non ama di certo la Lega, né Salvini oggi può pretendere di farsi amare dai masanielli e ciceruacchi che infestano la politica meridionalista; esattamente come quest’ultima teme il M5S, perché semplicemente, è inossidabile.La leggenda che il centro-destra unito possa conquistare il Paese, perciò, è legata ad un sogno, ma un sogno maggioritario: allora ad A.N. fu demandata la conquista del Sud, e a F.I.-Lega quella del Nord, e funzionò per quindici anni: ma oggi c’è di mezzo un PD diventato la fotocopia di F.I., una sua “schermatura” che si ritrova puntuale in Parlamento, dove fa da predellino ai Governi più letali della storia (basti pensare alla vicenda dei fallimenti bancari!), e Berlusconi sa bene che la Lega non conquisterà mai il potere in Italia: lui con il PD a braccetto, invece, potrà farlo, e re-impiantare la mala pianta della grande coalizione (legale o trasformista) che governa il nostro Paese dal 2012.D’altra parte i cinquestelle escono da questa prova con le ossa ammaccate: fortuna vuole che otto dei dieci ballottaggi siano stati vinti (ad Asti ci sono quasi riusciti, ma li ha sconfitti l’astensionismo!), ma la vittoria di Pizzarotti è una medicina molto amara, che merita qualche minuto ulteriore di ripensamento. Le elezioni amministrative si vincono con il trucco, cioè con le liste civetta, che, o convincono l’elettore a starsene a casa, o lo confondono; e questa strategia da “repubblichetta delle banane” il movimento non la condividerà mai: e quindi deve accontentarsi di vincere nelle città minori, ormai una cinquantina. Ma deve stare attento, perché molti suoi elettori non l’hanno votato, o hanno votato Lega, per rinfocolare il voto di protesta, che Grillo ha saggiamente abbandonato, per costruire una piattaforma programmatica rivoluzionaria, in grado di portare il Paese verso la salvezza. E di questo approfitterà Berlusconi, dipingendosi la faccia degli stessi colori del 1994, quelli di “salvatore della patria”, continuando a dare ai grillini “sprezzanti appellativi”. E il popolo, abbagliato dai propri drammi quotidiani, già non ricorda più come andò a finire questo satrapo!La battaglia è solo all’inizio, ma il tempo stringe: dopo i 20-25 miliardi di mero spreco che il Governo ha dedicato al salvataggio dei cadaveri bancari (IIa puntata!), l’Italia non solo è fuori dai parametri di Maastricht, ma è presa irrimediabilmente nella tenaglia della Troika. E’ solo questione di tempo, la primavera del 2018, con un nuovo esecutivo, quando essa s’imporrò agli italiani: allora il nostro Paese assomiglierà maledettamente alla Grecia di Tsipras e del referendum anti-euro, quando molti sperarono inutilmente in un cambiamento radicale dell’Europa.Se il popolo italiano continuerà, purtroppo, a fidarsi di Berlusconi e di Renzi, andrà a finire ancora peggio di quello greco! (R.S.)

 
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