Creato da lolitatu il 11/08/2006

la maison de l'air

fogli sparsi e cucchiaini

 

 

Post N° 185

Post n°185 pubblicato il 02 Luglio 2008 da lolitatu

 la luna nella macchina di giò

lui prende con premura
una boccetta di china
dalla scatola delle chine.
la scuote
ne osserva il suono
si perde nel suo gesto.

lo guardo e gli dico
- sei bello -
e lui si gira,
come se il bello fosse un altro
o da un'altra parte.

poi mi dice
- guarda la luna,
è rossa stasera.
vorrei staccarla e portarmela a casa -

e io vedo la luna
nella macchina di giò
che esce gonfia e rossa
dai finestrini.
di mattina una ciliegia
sul suo comodino
e la luna che gocciola in giardino.

parlare con lui
è come entrare nel mare.
ti immergi e non tocchi
affondi e risali
al fondo di cose
dette o pensate
- mai ascoltate -
il suono della china
la luna di mattina.

 
 
 

Post N° 184

Post n°184 pubblicato il 22 Giugno 2008 da lolitatu


il caldo di quei giorni le ricordava il caldo dell'università. i suoi ricordi dell'università erano ricordi di notti calde e di finestre aperte, intorno a mezzanotte. erano abiti e pensieri leggeri, erano morsi allo stomaco, e primule, e sensi di colpa. erano lenzuola chiazzate di bianco, non sue.

ricordava, sempre più spesso, di un caldo senza vento e di una finestrella aperta sul fiume. si vedeva lieve. senza peso e senza scelta, le braccia bianche, tagliuzzate ai bordi. lui le soffiava sul viso, a rinfrescarla, dopo un amore caldo, di goccioline. lei si alzava, nuda e bianca, e fumava, davanti alla finestra. era quello il momento più bello, non l'amore, non i baci. lei da sola davanti alla luna, a fumare, senza peso e senza scelta, gravida di sensi di colpa.
fuori il fiume con le sue creature, e gli alberi immobili, senza vento.

un balzo e avrebbe toccato la luna.

 
 
 

Post N° 183

Post n°183 pubblicato il 14 Giugno 2008 da lolitatu

marco b. è stato la  mia sorpresa. scrive e racconta, di una cosa piccola, di tanto tempo fa. e scrive dell'ultimo giorno di scuola, del mio pensiero per loro e delle mie parole per lui. marco b. scrive, e ha un occhio solo, o forse è come se fossero tre, che l'occhio sinistro è gonfio e grandissimo.
il giorno dopo gli dico che il suo tema è scritto bene, e raccontandoglielo mi commuovo.

silvia m. scrive, chiusa in un giubbettino color oro. scrive a capofitto, a capochino. le fa male la mano, da quanto scrive. me la mostra con aria soddisfatta, calda e rossa.

nadia b. si è stirata i capelli per l'occasione. sbircio il suo scritto. nessun un altro con l'apostrofo. scrive di un orsetto impiccato e del suo solo occhio, un'orbita di plastica marrone che la fissa, e le fa ricordare.

mattia a. è in prima fila, di fronte a me. il posto che ha occupato per tre anni, su in classe. si guarda intorno, il mio fantasmino. scrive che ha imparato ad amare la poesia, ma lui le poesie non è tanto bravo a scriverle. mi fa sorridere. si guarda intorno, lo sguardo chiazzato di bianco. poi torna ad avere dodici anni.

davide m. è il primo ad arrivare. bello, con la sua bicicletta e la sua maglietta azzurra. mai arrivato puntuale una volta in tre anni, e ora è il primo. lo sguardo impaurito. poi sdrammatizza. scrive e non chiede.

raffaela m. , sua cugina, indossa una camicetta elegante e nera, da sera, di cotone leggero. gli occhiali rosa da sole in testa. mastica la gomma per quattro ore, e mostra denti bianchi. alle undici e ventitre sospira. riordina vocabolario e dizionario dei sinonimi, e lascia riposare.

vittoria v. dopo mezz'ora vuole andarsene a casa. la trattengo. leggi rileggi fai lievitare. lo sa che funziona come con le torte. fuori, sul tavolino, svetta la sua torre eifell. un solo lavoretto sul tavolo dei lavoretti. le dico che è bella. lei mi parla di onde radio, bevendosi il tè.

valeria f. è pallida, timida, frastornata. ha paura di sbagliare. si muove con cautela. come un gatto. poi interviene, per salvare qualcuno, come sempre. mi piace fino in fondo.

anita r. sorride e brilla, brilla e sorride, poi corre a casa a indossare la sua maschera brasiliana.

daniele d. è pallido e polemico. prende posto vicino al rubinetto, e ad alessandro. scrive e non chiede. dice solo che le tracce fanno schifo. la sola traccia bella è la traccia numero quattro. le tracce sono tre.

 
 
 

Post N° 182

Post n°182 pubblicato il 17 Maggio 2008 da lolitatu

tu, blu

mi piace
che mi baci
sulla fronte
e che mi dici
che l'estate
si avvicina
con le sue
scarpette blu.
e mi piaci
che mi cerchi
tra le nuvole
nel cielo
sopra il tetto
sulla luna
con le mie
scarpette blu.
il cuore
è un canarino
che va sull'altalena
delle stringhe
troppo strette
delle tue
scarpette blu.

 
 
 

Post N° 181

Post n°181 pubblicato il 28 Aprile 2008 da lolitatu

la campana

claudia m. stringe per mano i.
la stringe per mano per quattro ore al giorno
- non ha neanche più il sabato libero -
claudia m. è pagata per questo
ma le piace far credere che sia una vocazione.
claudia m.
è arrabbiata
non dorme di notte
non scopa
non è brillante
non è carina
e deve stringere per tutto il santo giorno
la mano di i.
non ne ha nessuna voglia.
a claudia m.
non resta che:
aggirarsi per i corridoi
e ficcare il naso
dire bugie
dire sempre la sua
darsi arie da gran signora
ma i.grida
- il piccolo pugno serrato -
che arriva claudia m.
a seminar zizzania
tra i corridoi.
è la sua campana.
non è un caso,
aggiunge il signore con due cuori.





 
 
 

Post N° 180

Post n°180 pubblicato il 20 Aprile 2008 da lolitatu

Stanza 123

la zia ha i capelli
come piume d'uccellino
- dice mia madre -
cadono a ciuffi e si posano sul cuscino.

la zia non vede
- dice mia madre -
non vede i capelli
sparsi sul cuscino
nere piume d'uccellino.

tua madre ogni giorno
soffia sui fiori
che nascono dal cuscino
- dice mia zia -
e loro crescono belli
fino al soffitto
della stanza 123.


è come stare in giardino
nell'amaca a contemplare
ora il cielo
ora il mare.

 
 
 

Post N° 179

Post n°179 pubblicato il 31 Marzo 2008 da lolitatu

V.Westwood

gingilli, porcellane, ceramiche e voliere, bottoni, gioielli, collane e disegni. lei si muoveva leggera in mezzo a tutta quella meraviglia. filtrava un po' di luce dalla persiana, illuminava un pappagallo, una chicchera di porcellana. luce ambrata, pastosa e impolverata, da affondarci le mani, e riposare lo sguardo. indugiava, ora qui ora là. mille e più oggetti in colonna, a capannina, fino a toccare il soffitto. accanto a lei passeggiavano gli elefanti, come nulla fosse. sfilavano pieni di grazia, tra i banchi di legno della bottega.
lei aveva i capelli lunghi e ondulati che ricadevano - e ridevano - per conto loro. tutto in lei rideva, o sorrideva. il suo era un sorriso ingenuo, o beato, spesso divertito. come se ci fosse davvero tanto di che ridere, ogni momento, per ogni cosa.
le ridevano i capelli, le mani, i piedi. occhi e bocca neanche a dirlo.
poco importa se sbagliava la strada di casa e non leggeva l'orologio e non sapeva distinguere un bidoncino blu per la spazzatura da un'automobile.
la penso leggera, la mano che sfiora una collana, che tocca la trama di una stoffa, nella piccola bottega impastata di luce. la penso silenziosamente allegra, a capo chino. gli occhi che cercano, che non si ricordano più. la penso allegra a voce alta, a bordo del suo bidoncino blu.
la penso matta e delicata, senza paura, fretta, memoria. gioia senza pelle nè pensiero. protetta da tutti i mali del mondo.


l'inchiostro rosso s'assorbe, come una ferita.
so chi sono, e ci rido su.
poi ballo per tutto il pomeriggio
protetta dai mali del mondo.


 
 
 

Post N° 178

Post n°178 pubblicato il 20 Marzo 2008 da lolitatu

la mia borsetta

briciole
polvere e luccichini
di quegli anni strambi.
calze smagliate
e vino acerbo
ogni giovedì,
al circolo operaio.

acerbo biondo asciutto.
ti ho sognato bello
(sembravi napoleone)

ti ho sognato operaio
guardiano ad ore,
ninfa
custode del bosco.
 

e ti penso stanco
bello come napoleone
una ninfa
un custode del bosco
stanco come
la polvere
di quegli anni strambi
giù
giù
in fondo
alla mia
borsetta.




 
 
 

Post N° 177

Post n°177 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da lolitatu

Ciàula scopre la luna, p.87

e piangerò anche domani
(o sarò sul punto di farlo)
perché è delicata e bella.
loro alzeranno gli occhi
proprio in quel momento
sulla mia voce
che trema
s'arrossa
assomma le parole.

nadia invece
abbasserà lo sguardo,
le dita indaffarate
in cerca di un appiglio.

qualcuno non capirà
(e in silenzio lo ringrazio
di togliermi l'impiccio).
o cadrà un astuccio,
a distogliere
l'emozione.

ma a volte tutto tace
e il mio sentire
è il loro.

allora imploro
che suoni
in fretta
la campanella
delle dieci.
 

 
 
 

Post N° 176

Post n°176 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da lolitatu

LA DURATA DELLA FESTA (e un po' di più)

si baciarono subito dopo essersi guardati.
si baciarono senza mai parlare.
si baciarono una notte e un giorno (la durata della festa, e ancora di più).

lei e lui si baceranno e si toccheranno ogni volta che ne avranno voglia, anche davanti a tutti.
e fermeranno la macchina per amarsi, subito dopo essersi guardati.
faranno insieme un viaggio, solo uno, piccolo.
poi si guarderanno allo specchio, gli occhi accesi e i visi vicini/accaldati/amati, e non avranno niente da dirsi.

 
 
 

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Colibrì          (per Tess)

Fai conto che io dica estate

scriva la parola "colibrì",

la metta in una busta,

la porti giù per la discesa

fino alla buca. Quando tu aprirai

la lettera, ti riverranno in mente

quei giorni e quanto,

ma proprio tanto, ti amo.

Raymond Carver

 
 

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