Post n°185 pubblicato il 02 Luglio 2008 da lolitatu
la luna nella macchina di giò |
Post n°184 pubblicato il 22 Giugno 2008 da lolitatu
il caldo di quei giorni le ricordava il caldo dell'università. i suoi ricordi dell'università erano ricordi di notti calde e di finestre aperte, intorno a mezzanotte. erano abiti e pensieri leggeri, erano morsi allo stomaco, e primule, e sensi di colpa. erano lenzuola chiazzate di bianco, non sue. ricordava, sempre più spesso, di un caldo senza vento e di una finestrella aperta sul fiume. si vedeva lieve. senza peso e senza scelta, le braccia bianche, tagliuzzate ai bordi. lui le soffiava sul viso, a rinfrescarla, dopo un amore caldo, di goccioline. lei si alzava, nuda e bianca, e fumava, davanti alla finestra. era quello il momento più bello, non l'amore, non i baci. lei da sola davanti alla luna, a fumare, senza peso e senza scelta, gravida di sensi di colpa. fuori il fiume con le sue creature, e gli alberi immobili, senza vento. un balzo e avrebbe toccato la luna. |
Post n°183 pubblicato il 14 Giugno 2008 da lolitatu
marco b. è stato la mia sorpresa. scrive e racconta, di una cosa piccola, di tanto tempo fa. e scrive dell'ultimo giorno di scuola, del mio pensiero per loro e delle mie parole per lui. marco b. scrive, e ha un occhio solo, o forse è come se fossero tre, che l'occhio sinistro è gonfio e grandissimo. il giorno dopo gli dico che il suo tema è scritto bene, e raccontandoglielo mi commuovo. silvia m. scrive, chiusa in un giubbettino color oro. scrive a capofitto, a capochino. le fa male la mano, da quanto scrive. me la mostra con aria soddisfatta, calda e rossa. nadia b. si è stirata i capelli per l'occasione. sbircio il suo scritto. nessun un altro con l'apostrofo. scrive di un orsetto impiccato e del suo solo occhio, un'orbita di plastica marrone che la fissa, e le fa ricordare. mattia a. è in prima fila, di fronte a me. il posto che ha occupato per tre anni, su in classe. si guarda intorno, il mio fantasmino. scrive che ha imparato ad amare la poesia, ma lui le poesie non è tanto bravo a scriverle. mi fa sorridere. si guarda intorno, lo sguardo chiazzato di bianco. poi torna ad avere dodici anni. davide m. è il primo ad arrivare. bello, con la sua bicicletta e la sua maglietta azzurra. mai arrivato puntuale una volta in tre anni, e ora è il primo. lo sguardo impaurito. poi sdrammatizza. scrive e non chiede. raffaela m. , sua cugina, indossa una camicetta elegante e nera, da sera, di cotone leggero. gli occhiali rosa da sole in testa. mastica la gomma per quattro ore, e mostra denti bianchi. alle undici e ventitre sospira. riordina vocabolario e dizionario dei sinonimi, e lascia riposare. vittoria v. dopo mezz'ora vuole andarsene a casa. la trattengo. leggi rileggi fai lievitare. lo sa che funziona come con le torte. fuori, sul tavolino, svetta la sua torre eifell. un solo lavoretto sul tavolo dei lavoretti. le dico che è bella. lei mi parla di onde radio, bevendosi il tè. valeria f. è pallida, timida, frastornata. ha paura di sbagliare. si muove con cautela. come un gatto. poi interviene, per salvare qualcuno, come sempre. mi piace fino in fondo. anita r. sorride e brilla, brilla e sorride, poi corre a casa a indossare la sua maschera brasiliana. daniele d. è pallido e polemico. prende posto vicino al rubinetto, e ad alessandro. scrive e non chiede. dice solo che le tracce fanno schifo. la sola traccia bella è la traccia numero quattro. le tracce sono tre. |
Post n°182 pubblicato il 17 Maggio 2008 da lolitatu
|
Post n°181 pubblicato il 28 Aprile 2008 da lolitatu
la campana |
Post n°180 pubblicato il 20 Aprile 2008 da lolitatu
Stanza 123 |
Post n°179 pubblicato il 31 Marzo 2008 da lolitatu
V.Westwood gingilli, porcellane, ceramiche e voliere, bottoni, gioielli, collane e disegni. lei si muoveva leggera in mezzo a tutta quella meraviglia. filtrava un po' di luce dalla persiana, illuminava un pappagallo, una chicchera di porcellana. luce ambrata, pastosa e impolverata, da affondarci le mani, e riposare lo sguardo. indugiava, ora qui ora là. mille e più oggetti in colonna, a capannina, fino a toccare il soffitto. accanto a lei passeggiavano gli elefanti, come nulla fosse. sfilavano pieni di grazia, tra i banchi di legno della bottega. lei aveva i capelli lunghi e ondulati che ricadevano - e ridevano - per conto loro. tutto in lei rideva, o sorrideva. il suo era un sorriso ingenuo, o beato, spesso divertito. come se ci fosse davvero tanto di che ridere, ogni momento, per ogni cosa. le ridevano i capelli, le mani, i piedi. occhi e bocca neanche a dirlo. poco importa se sbagliava la strada di casa e non leggeva l'orologio e non sapeva distinguere un bidoncino blu per la spazzatura da un'automobile. la penso leggera, la mano che sfiora una collana, che tocca la trama di una stoffa, nella piccola bottega impastata di luce. la penso silenziosamente allegra, a capo chino. gli occhi che cercano, che non si ricordano più. la penso allegra a voce alta, a bordo del suo bidoncino blu. la penso matta e delicata, senza paura, fretta, memoria. gioia senza pelle nè pensiero. protetta da tutti i mali del mondo. l'inchiostro rosso s'assorbe, come una ferita. so chi sono, e ci rido su. poi ballo per tutto il pomeriggio protetta dai mali del mondo. |
Post n°178 pubblicato il 20 Marzo 2008 da lolitatu
la mia borsetta |
Post n°177 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da lolitatu
Ciàula scopre la luna, p.87 |
Post n°176 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da lolitatu
LA DURATA DELLA FESTA (e un po' di più) si baciarono subito dopo essersi guardati. si baciarono senza mai parlare. si baciarono una notte e un giorno (la durata della festa, e ancora di più). lei e lui si baceranno e si toccheranno ogni volta che ne avranno voglia, anche davanti a tutti. e fermeranno la macchina per amarsi, subito dopo essersi guardati. faranno insieme un viaggio, solo uno, piccolo. poi si guarderanno allo specchio, gli occhi accesi e i visi vicini/accaldati/amati, e non avranno niente da dirsi. |
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
I MIEI BLOG AMICI
Colibrì (per Tess)
Fai conto che io dica estate
scriva la parola "colibrì",
la metta in una busta,
la porti giù per la discesa
fino alla buca. Quando tu aprirai
la lettera, ti riverranno in mente
quei giorni e quanto,
ma proprio tanto, ti amo.
Raymond Carver
Inviato da: cassetta2
il 02/01/2022 alle 11:38
Inviato da: WEDDING
il 15/04/2010 alle 07:31
Inviato da: lolitatu
il 11/03/2010 alle 20:30
Inviato da: lolitatu
il 11/03/2010 alle 20:29
Inviato da: nebbia_rada
il 10/01/2010 alle 20:04