Creato da lanevenellanima il 29/01/2015

LA NEVE NELL'ANIMA

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Il male nell'anima

Post n°2 pubblicato il 29 Gennaio 2015 da lanevenellanima

 

Spesso mi chiedo se e quando finirà. Se prima o poi questo dolore che mi sta annientando l'anima mi lascerà un po' di respiro.

Perché è una sofferenza tremenda e io non ce la faccio più. Appena mi sembra di stare un pochino meglio, basta un niente per farmi sentire di nuovo un tremendo nodo in gola, come se qualcuno mi stesse prendendo per il collo. Non riesco a deglutire nemmeno l'acqua.

Ho talmente freddo dentro che il gelo avvolge anche il mio corpo. E a nulla servono i 21 gradi in casa e il piumone doppio sul letto, che tra un po' vedrò passare i pitoni. Ho brividi terribili e la pelle costantemente contratta.

Quando finirà questo inverno? Quando arriverà un tiepido sole a riscaldarmi?

Ma soprattutto, quando finirà questa altalena continua. Mi sembra di stare sulle montagne russe. Qualche giorno decente e poi non so quanti terribili.

Mi sento come se mi avessero abbandonata in mezzo ad una strada come una scarpa vecchia, che non serve più. Credo sia una delle sensazioni più terribili che si possano provare e non la auguro davvero a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico.

Non sopporto praticamente nulla, ho una tolleranza che sostanzialmente è ridotta a zero. Ma soprattutto la mia sensibilità, che già in periodi in cui sto bene è molto spiccata, adesso è sparata ai massimi livelli. Basta una parola o un gesto fuori posto e vado in tilt a tempo zero.

Viaggio costantemente sull'orlo della depressione, sto cercando di resistere dal prendere farmaci che temo possano farmi perdere il contatto con me stessa ma è davvero durissima. La dottoressa che mi segue non mi perde d'occhio, dice sempre che sono forte e che ho i numeri per farcela, ma si vede chiaramente che è preoccupata sul serio che io possa prendere strade devianti o fare gesti sconsiderati.

Basta un niente a farmi precipitare in un baratro di tristezza, vuoto e solitudine. Anche una delusione derivante da una stupida illusione, creata peraltro dalla mia mente e dal mio cuore così bisognoso di affetto e di cure.

Mi sembra di avere in mano un'arma a doppio taglio: da un lato sento il desiderio di ricominciare a vivere pienamente, dall'altro mi rendo conto che ogni minima cosa può provocarmi una ferita terribilmente profonda e gettarmi ancora di più nel baratro. Allora cerco di tutelarmi, ma non so definire qualche sia il confine giusto per me. Ho provato a mettere il naso fuori e ho preso subito una bastonata, e nelle mie condizioni fa un male indescrivibile.

Mi sento disperata e non ho la più pallida idea di come farò ad uscire da questo terribile buco nero nel quale sono precipitata.

Tante persone intorno a me parlano, parlano. E spesso sproloquiano. "Devi reagire, vedrai che passa". Certo. Sono sempre tutti bravi a parlare quando la pelle è quella degli altri. Sempre pronti ad ergersi a maestri supremi di vita e a propinarti la soluzione a tutti i tuoi problemi. Peccato poi che loro si schiacciano un unghia e viene giù l'universo.

Che poi ... cosa significa reagire? Non è forse quello che sto facendo? Cercare di andare avanti, un passo dopo l'altro, un giorno dopo l'altro. Attraversando il mio dolore a denti stretti, anche quando fa un male che mi arriva fino alle viscere dell'anima. Accettando la mia disperazione, vivendola e sopportandola anche quando mi sembra di non farcela.  Anche quando mi sveglio in piena notte e sento il terrore arrivarmi addosso e paralizzarmi completamente. Anche quando vorrei che mi si aprisse sotto i piedi una voragine che ponesse fine a tutte le mie sofferenze.

Non so. Io mi sento davvero in preda al panico e alla disperazione, e spesso non so come farò ad arrivare a domani.

Ma onestamente, in coscienza, mi sembra di stare facendo del mio meglio per uscirne e per ricostruirmi una vita su basi solide.

Perchè è inutile ignorare il dolore e "reagire" facendo finta che tutto vada bene. Perché quello per un po' sta buono ma poi torna, e se non trova sfogo e non viene elaborato sono cavoli amari. Se il mio dolore non lo attraverso, non potrò mai arrivare alla fine di questo percorso.

Questa è la mia consapevolezza di adesso. Magari è sbagliatissima, ma qualcosa in fondo alla mia anima mi sta indicando di percorrere questa strada.

E le mie intuizioni sono una delle poche certezze che mi rimangono.

 
 
 
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