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Messaggi del 07/05/2014

 

ANCHE LE NON VIE SONO LE VIE IN CUI SI PUO' INCONTRARE LA VITA VERA

Post n°796 pubblicato il 07 Maggio 2014 da sebregon

 

III SETTIMANA TEMPO DI PASQUA – GIOVEDÌ

 

 

 

 


 


At 8, 26-40

 

Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etìope, eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme,stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita. Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa.

 

A vedere questo brano salta subito agli occhi un fatto che con la nostra mentalità utilitaristica potremmo giudicare inutile. Perché andare in una strada deserta dove non passa quasi nessuno? Non sarebbe meglio predicare a folle oceaniche radunate in luoghi di divertimento o simili? Non si attirerebbero più discepoli sulle piazze?

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Ma lo Spirito, come per Gesù nell’episodio delle tentazioni spinge la Chiesa nel deserto. E in questo deserto avviene un incontro diverso da quello di Gesù. Gesù aveva incontrato il male in persona, mentre Filippo incontra un uomo che cammina nel deserto, che è diventato in fecondo (sebbene gli Eunuchi all’epoca avessero comunemente posti di riguardo nelle corti, questo fatto è un simbolo) un uomo diventato infecondo e si poneva interrogativi sulla scrittura che, pure, scrutava e venerava. Filippo rappresentante della Chiesa si fa accanto a questo uomo e lo porta a una fecondità nuova dandogli la chiave non soltanto delle scritture ma della sua stessa esistenza.

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Una chiave che è racchiusa in un nome, quello di Gesù. Credo che oggi anche noi veniamo sollecitati a metterci a fianco degli uomini che camminano nel deserto per fornire anche noi la chiave dell’esistenza, perché gli uomini del nostro tempo arrivino a una fecondità che possa far generare uomini nuovi per tempi nuovi. Lo scenario attorno a noi cambia in continuazione, ma mai come in questi tempi l’uomo si sente vuoto e sterile.

 

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Faccio sempre riferimento alle mie passeggiate in metropolitana a Milano: si scoprono giorno per giorno migliaia di solitudini ed ho in mente la solitudine di Janis Joplin: “tutte le sere faccio l’amore con 25000 persone, eppure tutte le sere torno a casa da sola.” Janis Joplin, come sappiamo morì di overdose il 4 ottobre 1970 ma aveva anticipato con la sua voce, con le sue canzoni, il “blues” fondamentale che accompagna le nostre esistenze, in una società resa infeconda dall’egocentrismo che ognuno di noi vive in profondità.

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Affiancarsi oggi ad ogni uomo solo è proprio la missione che Dio affida alla sua chiesa. Il deserto, come dice Isaia può anche fiorire, e nel deserto Dio può aprire una via che sarà chiamata via santa. E questa via non possiamo pensare di percorrerla da soli, chiusi nel nostro egoismo, ma affiancandoci ad ogni uomo che passa su una strada di solitudine, così come Dio si è affiancato a noi lungo le nostre strade e ci ha fornito, come all’eunuco la chiave per capire il mistero della vita che non muore

 

La nostra vita e la Parola

 

Passa oggi Signore lungo le nostre vie, tu che non sei rimasto chiuso nelle tue solitudini, ma ti sei affiancato ad ogni uomo solo per colmare la solitudine che non ci fa comprendere una parola che non è detta per se’ ma per gli altri. Fa che anche noi sappiamo affiancarci ad ogni uomop che vive il deserto e far fiorire quel deserto con i frutti del tuo Amore. Amen

 

P. Elia Spezzano, Ocist.

 

 
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