Creato da hesse8 il 04/02/2007
Federazione della sinistra di Lentini
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: hesse8
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 63
Prov: SR
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 

Federaz.giovani comunisti italiani

 

Ultime visite al Blog

urlodifarfallaalterogalasso_raffaelezoppeangeloideaculturaleTomassiniPieroabagnalevincenzo1983alessandro.de.angeliunafatastregamax_6_66elomanlubopomesdiaiellovivianagreta.rossogeraniosilviomassari
 

Archivio messaggi

 
 << Agosto 2008 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Peacereporter

 
 

Un quadro

                                                                                                                                   

Stefano Lattanzio

Tel.095.7835328(Lentini)


Investimenti nell'arte

 

Non-violenza

L'immagine “http://nonviolenti.org/images/bandiera.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.
 

San Precario

San Precario



 
 

Tag

 

La piazzarossa-video




 
 
blog di spazioblog

Blog di libero
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Web tv interessante

Welcome to Arcoiris Web TV
 

rosso vivo

immagine
 

settimanale del pdci


 

Ultimi commenti

Contro la pena di morte nel mondo

Fdca federazione dei comunisti anarchici

 

Messaggi di Agosto 2008

Il film "Pa-Ra-Da" di Marco Pontecorvo  applauditissimo a Venezia

Post n°733 pubblicato il 29 Agosto 2008 da hesse8

Oggi di scena il primo film italiano della Mostra: Pa-Ra-Da (sezione Orizzonti), esordio
alla regia di un figlio d'arte. Che si schiera contro le impronte prese ai piccoli rom
Bimbi romeni all'inferno (e ritorno)
Piace il film di Marco Pontecorvo

L'infanzia violata di Bucarest, tra vita nelle fogne, droga e pedofilia
salvata da un clown di strada: "L'importante è capire chi è diverso da te"
dal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE



bBimbi romeni all'inferno (e ritorno)br/Piace il film di Marco Pontecorvo/b
Marco Pontecorvo










VENEZIA -
Commuove per la storia che racconta e strappa applausi, il primo film
di casa nostra che passa qui al Lido. In una Mostra accusata da più
parti (vedi giornali tedeschi e inglesi) di essere eccessivamente
patriottica. Ma Pa-Ra-Da di Marco Pontecorvo - in cartellone
nella sezione nella sezione Orizzonti, e quindi al di fuori della ressa
per il Leone d'oro - si lascia queste polemiche festivaliere dietro le
spalle. E fa parlare soprattutto per la vicenda (vera) che porta sullo
schermo: quella di un giovane clown di strada franco-algerino, Miloud
Oukili, che per ben quindici anni è sceso letteralmente all'inferno.
Nei tombini e nelle fogne di Bucarest, dove migliaia di bambini vivono
una vita allucinante. Fatta di droga, stupri, pedofilia, prostituzione.
Degrado assoluto.





Un'avventura positiva, la sua: immergendosi in quel mondo senza né
giudicare né risparmiarsi, Miloud è riuscito a salvare oltre mille
giovani orfani. Coinvolgendoli nella sua attività di artista di strada
- la sua associazione si chiama, appunto, Parada - e avviandoli allo
studio o al lavoro. E' questa la storia che il regista, già apprezzato
direttore della fotografia nonché figlio d'arte (suo padre era Gillo
Pontecorvo), ha voluto portare sullo schermo: lieto fine insomma, anche
se con la consapevolezza che c'è ancora tanto da fare. E che di ragazzi
abbandonati a se stessi il mondo è pieno: "E' un tema universale -
spiega il regista - cose del genere accadono in Brasile, a Parigi,
quasi ovunque. Solo che qui, grazie al cielo, in tanti ce l'hanno
fatta".






Ma la vera star, questa mattina al Lido, è il protagonista reale della
vicenda: lui, Oukili (nel film è interpretato dall'attore francese
Jalil Lespert), che incontra i cronisti col costume di scena da clown,
spargendo bolle di sapone nell'austera sala del Casinò dove si svolge
l'incontro. "Ho accettato il progetto cinematografico - racconta -
perché nessuno può farcela a combattere battaglie come questa da solo.
Sono convinto che questo film si doveva fare, per accendere i
riflettori sul disagio di strada. Sapevo che sarebbe stata un'opera
difficile. E bella. E importante". Quanto al suo atteggiamento sul
campo, in quei quindici anni trascorsi tra i cunicoli di Bucarest,
Miloud spiega che il segreto del suo atteggiamento è racchiuso nelle
sue origini: "Sono franco-algerino - sottolinea - le differenze
culturali che c'erano tra mio padre e mia madre mi hanno formato. Non
bisogna temere il diverso, non bisosgna giudicare. Abbiamo tutti un
lavoro da compiere: accettare l'altro".






Parole che non possono non far pensare all'attualità italiana degli
ultimi mesi. E ad alcuni provvedimenti del nostro governo molto
discussi, come le impronte da prendere ai bimbi rom, fortemente volute
dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. Su questo Pontecorvo (che
quando si accalora ha lo stesso sgiuardo profondo e appassionato del
padre) è categorico: "O le prendono a tutti o a nessuno", attacca.
Mentre l'attore principale del suo film, Jalil Lespert, usa parole
ancora più forti: "Sono cose scioccanti - dichiara - ricordano un
capitolo della nostra storia che speravamo fosse definitivamente
chiuso".








Questo il coté politico. Ma, al di là della carica umanitaria che
contiene, Pa-Ra-Da,
come ogni opera festivaliera che si rispetti, va giudicata anche con
criteri cinematografici. E allora ecco come Lespert difende il film di
cui è protagonista dal sospetto di un eccessivo buonismo: "Se è
possibile anche per un minuto far riflettere le persone su temi come
questo, allora va bene anche il buonismo". L'ultima parola, però,
spetta al regista: "L'idea di Pa-Ra-Da mi è venuta leggendo un
articolo di giornale. Ho fatto tante ricerche, poi per dieci giorni
sono stato a Bucarest immergendomi nella realtà che fu di Miloud: e
sono tornato convinto di voler girare questo film". Come a dire: buoni
sentimenti o meno, racconto la pura verità. Il giudizio del pubblico a
partire dal 19 settembre, quando la pellicola arriva nelle sale grazie
alla 01 Distribution.

 
 
 

La cordata italiana(esuberi+debiti)

Post n°732 pubblicato il 27 Agosto 2008 da hesse8






Nasce la nuova Alitalia della “cordata patriottica”. Rispunta Air France













Tutti i debiti e 7 mila esuberi allo Stato, insorgono i sindacati 

Image

Nuova catena di incidenti aerei. Riguardano non solo compagnie low cost 

 



A Palazzo Chigi ieri si è tenuto il vertice ministeriale ristretto
che dovrà ridisegnare la legge Marzano, passo fondamentale che gli
imprenditori della cordata patriottica hanno imposto al Governo per la
realizzazione del piano Fenice. Il piano elaborato da Banca Intesa che
dovrebbe far risorgere dalle ceneri di Alitalia una newco, formata
dalla compagni di bendiera e da AirOne, con il nome di Compagnia aerea
italiana. Insomma una good company che nasce dalla divisione di
Alitalia in due tronconi, uno che mantiene appunto le attività
reditizie, e l'altro, la bad company che si accollerà debiti ed esuberi.
Alla
cordata patriottica andrà così una nuova compagnia “ripulita”, a spese
dello Stato che si accollerà i costi degli esuberi e degli
ammortizzatori sociali. Mentre la newco diventerà in questi giorni una
spa a cui per ora partecipano 16 soci guidati da Roberto Colaninno,
futuro presidente della compagnia.

Intanto in tutto questo
bailamme di imprenditori, leggi da riscrivere, società nuove e vecchie,
domani Corrado Passera, a.d. di Banca Intesa, volerà a Parigi per
incontrare Jean-Cyril Spinetta e illustrargli il piano Fenice. Insomma
rispunta Air France, dopo che Berlusconi si è eretto cavaliere
dell'Italianità facendo scappare i francesi e affidando Alitalia a una
cordata di imprenditori nostrani chiamati in causa ora, come in un
gioco di prestigio, si torna a guardare oltralpe. Sembra più che
possibile infatti l'ipotesi di una vendita ad Air France, ma si parla
anche di Lufthansa, di una compagnia ormai senza più debiti e sulla
quale, nel frattempo, avranno lucrato anche un po' di imprenditori
italiani. Finora si parla solo di un "profit sharing" in base al quale
il colosso francese potrebbe partecipare agli utili senza un ingresso
diretto nel capitale, o comunque senza avere la maggioranza delle
azioni. Certo è che un solo azionista forte davanti un gruppo di 16
soci che si dividono il resto delle azioni avrebbe un certo peso, per
usare un eufemismo.

Di fronte a tutto ciò, e soprattutto di
fronte alle migliaia di esuberi (fra i 5 mila e i 7 mila più i
dipendenti AirOne) e alla possibilità di “ritocchi”contrattuali i
sindacati non sono neanche stati chiamati in causa. «Non c'è stato
nessun contatto con il Governo negli ultimi tempi», riporta il
segretario generale della Filt-Cgil, Fabrizio Solari, e la segreteria
del Sdl attacca: «Progetti a scatola chiusa che non tengano conto delle
rivendicazioni sindacali inerenti alla flotta, al perimetro
dell'azienda, ad un'alleanza internazionale e allo sviluppo
dell'azienda, non solo saranno rispedite al mittente, ma rischiano di
generare un conflitto durissimo senza precedenti».
I piloti hanno
mostrato una certa disponibilità a rivedere il contratto di lavoro ma
nessun adeguamento al ribasso, «riteniamo - spiega Berti, presidente
dell'Anpac - che il contratto di Air One sia uno dei peggiori del mondo
e il peggiore d'Europa e non può essere il nostro riferimento».

Ma
il settore aereo in questi giorni non è interessato solo da operazioni
di mercato, torna con prepotenza la questione della sicurezza nei
cieli, dopo una serie di incidenti che hanno colpito aerei di compagnie
low cost. Dopo il drammatico incendio dell'aereo Spanair a Madrid,
costato la vita a più di 150 persone, domenica socra un altro aereo
della stessa compagnia ha effettuato un atterraggio precauzionale,
nello stesso giorno a Monaco di Baviera un veivolo Air Dolomiti ha
preso fuoco prima del decollo, ieri ieri un volo Ryanair diretto a
Barcellona è dovuto atterrare a Limoges per un guasto.
Sembra che le
compagnie low cost che hanno aperto i viaggi aerei anche ai non ricchi
e che per anni hanno dimostrato che “più economico” non significava
“meno sicuro” ora siano in piena crisi. Forse perché gli aerei stanno
invecchiando, forse perché veivoli datati vengono riverniciati e
rimessi in volo, forse perché non è proprio vero che i controlli
vengono effettuati da tutte le compagnie allo stesso modo, forse perché
da qualche parte i costi si devono pur tagliare, fatto è che volare
quest'estate è  quantomeno preoccupante. Anche perché gli incidenti non
riguardano solo le low cost ma anche grandi compagnie di bandiera come
Air France che ha visto un suo boeing 747 uscire fuori pista durante
una atterraggio Montreal.

Tratto da rinascita on line

 
 
 

Le regole sono regole

Post n°731 pubblicato il 25 Agosto 2008 da hesse8


Termoli, ambulante picchiato dai Vigili urbani


Ambulante pestato a Termoli - foto Primonumero - 180*250-  25-08-08
L'ambulante appoggiato alla macchina dei vigili
Un
venditore ambulante di collanine, probabilmente di origine indiana, è
stato preso e trascinato sull'asfalto con la forza da tre agenti della
polizia municipale, uno dei quali lo teneva per il collo fino a
portarlo nell'auto di servizio e chiuderlo nel portabagagli. I vigili
tentavano di stappargli di mano una cassetta di legno che all'interno
conteneva qualche braccialetto. I passanti hanno seguito stupiti
l'episodio: «Poveraccio, e lasciatelo stare», «pensate invece ai
problemi seri», inveiva la gente contro i vigili.

È successo la
sera del 23 agosto scorso a Termoli, città costiera del Molise, in
provincia di Campobasso: secondo quanto riferisce oggi il sito internet
dell'associazione cittadina "Primonumero - Città in Rete" infatti - che
ha anche pubblicato on-line le foto dell'accaduto - stando al racconto
dei presenti lo straniero vendeva merce lungo il corso e quando ha
visto i vigili ha raccolto tutto per andare via, ma uno degli agenti è
riuscito ad afferrargli la valigetta.

Ne è nata una
colluttazione perché lo straniero non voleva lasciare la sua merce ed è
finito a terra: il venditore ambulante urlava e piangendo chiedeva
aiuto, aveva gli occhi terrorizzati. Un ragazzo che passava di lì si è
avvicinato agli agenti dicendogli che era un avvocato e che la loro
reazione era stata eccessiva e che «non potevano permettersi di
comportarsi in quel modo».

Gli agenti però, sordi alle
richieste dei passanti, hanno trascinato il venditore, assieme alla sua
cassetta di legno, fino alla vettura parcheggiata di fronte all'entrata
posteriore del Municipio. L'intenzione - continua Primonumero - era
quella di infilarlo nel bagagliaio e così i vigili hanno cercato di
alzare di peso il venditore, mentre continuavano a tenergli la testa
con forza dentro il cofano.

Il responsabile della polizia
municipale di Termoli Rocco Giacintucci ha sostenuto di non sapere
nulla dell'accaduto: «Una cosa però è certa: se i vigili hanno agito in
quel modo è perché evidentemente c'è stata una reazione spropositata
del venditore ambulante. Le regole in qualche modo le dobbiamo fare
rispettare. Capisco che certe scene possono apparire più o meno
cruente, ma dipende dalla reazione del soggetto».

Sul caso che
sta sollevando non poche polemiche in città, il sindaco di Termoli,
Vincenzo Greco, ha chiesto una relazione dettagliata dell'accaduto al
responsabile della Polizia municipale. Secondo le prime verifiche
risulta che il venditore ambulante «non è mai stato picchiato - si
legge in una nota del Comune - nè trascinato o chiuso nel bagagliaio
dell'automobile di servizio della Polizia Municipale.

 
 
 

Roma: olandesi aggrediti. Alemanno "colpa loro"

Post n°730 pubblicato il 24 Agosto 2008 da hesse8

Criticato a proposito del dramma dei due olandesi aggrediti, il sindaco di Roma
replica in un'intervista a Repubblica: "Colpa loro". E la polemica si surriscalda
Alemanno sempre più nella bufera
Il Pd: "Si vergogni e chieda scusa"





Alemanno sempre più nella bufera Il Pd:

Il luogo dell'aggressione dei turisti olandesi









ROMA
- "Non stavano uscendo da una stazione della ferroviaria né andavano
sulla ciclabile. Si sono andati ad accampare in un posto abbandonato da
Dio e dagli uomini dopo aver chiesto consiglio su dove mettere la tenda
a un branco di pastori immigrati. La loro è stata una grave
imprudenza". Con queste parole inizia l'intervista a Repubblica di Gianni Alemanno, sindaco di Roma, sulla vicenda dei due olandesi aggrediti. Parole che riaccendono la polemica tra il Pd e il primo cittadino della capitale.







"Alemanno si vergogni e chieda scusa - parte all'attacco Paola Picierno,
ministro ombra delle Politiche givanili -. Lasciano sconcertati le
dichiarazioni del sindaco, che con una faccia tosta incredibile quasi
scarica sui due poveri turisti olandesi, a cui rinnoviamo la nostra
solidarietà, la responsabilità dell'aggressione subita. E' la stessa
mentalità assurda di coloro che arrivano a rinfacciare alle donne
stuprate di aver in qualche modo provocato i loro aguzzini".






Poi c'è l'affondo, altrettanto forte, del senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo:
"Non si deve fare demagogia sull'insicurezza dando la colpa ai
cittadini o ai turisti. Non si può istillare l'idea che se si mette una
tenda a piazza Venezia si ha diritto alla protezione, magari alla
presenza dei militari, mentre Ponte Galeria è terra di nessuno. Questo
contraddice la asserita e mai dimostrata attenzione della destra alle
periferie romane. O Alemanno pensa di difendere solo i Parioli e il
centro della città?".






Concetto analogo a quello espresso da un'altra esponente del partito, Paola Concia:
"Gli italiani e i romani sono stati presi in giro dal sindaco che non
sa neanche assumersi le responsabilità del caso. E' grave che oggi
Alemanno finisca con l'attribuire parte della colpa di quanto accaduto
ai due turisti olandesi".










In questo coro di accuse, a difendere Alemanno, per ora, c'è solo il
leader della Destra, Francesco Storace:
"Non siamo stati d'accordo con molte delle azioni del comune di Roma,
ma è indecente l'attacco della sinistra al sindaco su quanto accaduto
ai due olandesi aggrediti. Quanti criticano andrebbero all'estero a
campeggiare in un posto isolato e privo di controlli? Ci vuole più
serietà anche quando si contesta".



 
 
 

Sensi di sport(colpa).Grande la Granbassi

Post n°729 pubblicato il 22 Agosto 2008 da hesse8

La fiorettista azzurra aveva confessato il suo pentimento per non aver manifestato
"Mi sono sentita in colpa per aver gioito delle medaglie, mentre degli innocenti soffrono"
Granbassi: "Il mio gesto pro Tibet
donerò la maschera al Dalai Lama"

dal nostro inviato MATTIA CHIUSANO


Granbassi:

Margherita Granbassi





PECHINO -
Come fare, cosa fare in questo momento? Come agire se si è un campione,
si è contribuito alla riuscita dello spettacolo olimpico, per poi
scoprire che nello stesso momento, nello stesso paese, si reprimevano
le manifestazioni del popolo tibetano? Dopo un periodo di riflessione
Margherita Granbassi, due bronzi alle Olimpiadi di Pechino, ha preso
una decisione. Durante un intervento a Sky, seguito ad un'intervista
su Repubblica. it, la fiorettista ha annunciato che donerà la sua
maschera al Dalai Lama. La stessa maschera indossata durante i tornei
olimpici a Pechino. Un regalo simbolico, che nel linguaggio di una
schermitrice significa difesa e protezione da un avversario che ti
attacca. "La stessa maschera che mi ha protetto a Pechino, vorrei che
potesse servire a lui per proteggere il suo popolo". La Granbassi vive
da tempo il dilemma di un'atleta che ha partecipato ai Giochi di
Pechino pur sapendo che la perfetta organizzazione nascondeva ombre nel
delicato campo dei diritti umani.



"Invito gli atleti
che sono ancora in Cina a fare la loro gara e dopo, soltanto dopo,
manifestare a favore del popolo tibetano" ha spiegato a Repubblica. it.
"Questa vicenda, questa notizia - le morti nell'est del Tibet, n.d.r. -
diffusa senza la conferma del Dalai Lama, mi lascia stordita. Con un
senso di amarezza dopo le intense giornate olimpiche. Mi sono sentita
quasi in colpa. Per aver gioito per le mie due medaglie, mentre nello
stesso paese si reprimono le manifestazioni di gente innocente. Siamo
stati protagonisti di un simpatico teatrino. A questo punto credo che
le Olimpiadi siano state inutili. Il boicottaggio cambia poco, la
storia lo dimostra. Il problema è a monte, risale al momento in cui è
stata scelta Pechino come sede olimpica".

 
 
 

Cavolo!!!!! Ma sentite questaaaa

Post n°728 pubblicato il 20 Agosto 2008 da hesse8

Parla il sedicenne che i giudici hanno affidato al padre anche con motivazioni politiche
"Ho fatto il drug test, ma per lui era falso e ha continuato a dire che mi drogo"

Tolto alla madre perché comunista
"Papà vuol fare guerra a mamma"


Bertinotti: "Ho inviato un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo"
Diliberto: "Ci vogliono fuorilegge?". L'avvocato della donna: "Montato un caso sul nulla"




Tolto alla madre perché comunista









CATANIA
- "Mio padre ha preso spunto dalla mia tessera di giovane comunista per
sostenere che mia madre non è in grado di badare a me, perché i
comunisti sono persone che portano i figli su una brutta strada". Rompe
il silenzio e difende la madre, il sedicenne che i giudici di Catania
hanno affidato al padre con un provvedimento che nelle motivazioni cita
l'iscrizione del minore al circolo Tienanmen dei Giovani comunisti. E
sulla vicenda fanno sentire la loro voce anche l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e il segretario del Pdci Oliviero Diliberto.






Il ragazzo, che stamattina ha tagliato i lunghi capelli, ha rivelato
alcuni particolari della sua storia. "Dovrei stare con mio padre, ma
dopo un'aggressione che ho subito, ho deciso di andare da mia madre",
afferma, e del genitore dice: "Lui non fa altro che associare i
comunisti, detto in tono dispregiativo, sempre con droga, spinelli,
alcol, insomma una vita sbandata, sregolata, da non seguire, mentre
invece io mi trovo bene con il mio gruppo. Le nostre idee da quando io
sono cresciuto sono cambiate: io frequento un liceo che ha idee di
sinistra invece lui detesta i comunisti".





Alla domanda se avesse fatto mai uso di droga, il sedicenne rivela: "A
seguito di queste continue insinuazioni mia madre mi ha portato in un
centro medico dove sono stato sottoposto al drug test. Ho fatto il test
per dimostrare che non facevo uso di droghe. Con il risultato davanti,
mio padre ha continuato a dire che io mi drogo e che il test era stato
falsificato. Questo purtroppo è un punto fermo sul quale lui crede di
potersi appoggiare per vincere a modo suo questa guerra".





Il sedicenne per ora è molto impegnato: "Adesso sto studiando - dice -
perché devo recuperare i debiti formativi. Sino ad ora sono stato al
mare mi sono abbastanza divertito negli spiragli di tempo che ho
trascorso al di fuori da questa brutta storia".









La notizia, come è ovvio, ha destato sgomento e preoccupazione tra gli
esponenti della sinistra comunista. "Ho deciso di inviare un telegramma
di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo", ha detto l'ex
presidente della Camera Fausto Bertinotti.





"I comunisti sono un'organizzazione estremista solo perché fuori dal
Parlamento? Ci vogliono fuori legge?", si chiede il segretario del
Pdci, Oliviero Diliberto. "Appartenere a un partito comunista -
aggiunge - è motivo così disdicevole per un ragazzo tanto da accusare
la madre e non fargli avere l'affidamento del figlio?". Diliberto
chiede al ministro delle Politiche giovanili Giorgia Meloni e a quello
delle politiche sociali Maurizio Sacconi "se credano possa essere
consentito a un servizio sociale dello Stato sindacare sulle idee
politiche di un giovane e farne oggetto di valutazione".





Cerca invece di smorzare i toni della polemica l'avvocato Mario
Giarrusso, legale della madre: "Non capiamo i motivi che hanno spinto
il tribunale a prendere questa decisione - dice l'avvocato - Il ragazzo
non si droga, non ha commesso reati. La cosa che ci ha colpiti è che
viene citato come appartenente a un gruppo estremista". "Secondo noi -
conclude - è stato montato un caso sul nulla".

 
 
 

Il muro italiano

Post n°727 pubblicato il 18 Agosto 2008 da hesse8






Italia, cresce il divario tra Nord e Sud













Dalle dichiarazioni dei redditi emerge un'Italia spaccata in due

Image Un abisso fra il gruppo delle Regioni del Nord e il Mezzogiorno che sprofonda in un progressivo impoverimento



A cui si aggiunge la scarsa crescita del reddito del contribuente
medio italiano salito in nove anni solo del 2 per cento. Questi i dati
delle dichiarazioni dei redditi 2006, raggruppati per territorio e
attualizzati al 2007 con gli indici Istat dal Centro Studi Sintesi.
Netti i confini:povero il Sud, ricco il Nord. Milano consolida il
proprio primato (23.183 euro a contribuente) con una crescita del
10,6%. Seguono Bologna, con 20.890 euro a dichiarazione (+6,8% rispetto
al 1999) e Roma (20.193, +4,6%). Le uniche realtà del Centro-Nord con
un segno meno sono Prato (-0,3%) e Macerata (-0,4%).


E
proprio in tema di federalismo fiscale importanti e preoccupanti sono i
dati del Mezzogiorno, 13.650 euro registrati dal contribuente medio
napoletano, con una perdita del 6,6% in otto anni, 13.472 euro dei
palermitani (-5,2%). Fino ai 9.356 (-18,7%) dei crotonesi.

Ho scelto questa canzone di barbarossa contro i tanti muri clicca

 
 
 

Treniitalia(FFSS) chiede + sicurezza sui treni e viene licenziato

Post n°726 pubblicato il 17 Agosto 2008 da hesse8


Un macchinista chiede treni sicuri: licenziato Giuseppe Vespo

Dante
De Angelis, macchinista delle Fs e rappresentante per la sicurezza, è
stato licenziato da Trenitalia «per avere reso dichiarazioni contrarie
alla verità» su uno dei due Eurostar spezzatisi il 14 e 22 luglio in
fase di manovra a Milano. Due incidenti sui quali sta indagando la
Procura del capoluogo lombardo, che ha aperto un fascicolo contro
ignoti sull'ipotesi di disastro colposo. In quelle occasioni, come
rappresentante per la sicurezza, oltre a denunciare i fatti De Angelis
fece riferimento alle carenze di manutenzione e allo stato di usura dei
convogli, lanciando - a giudizio del gruppo Ferrovie - «un
ingiustificato allarme sulla sicurezza dei treni di Trenitalia».

Per
questo l'azienda ha fatto partire il 25 luglio il procedimento per il
licenziamento, che si è concluso il 13 agosto. Il macchinista però ne è
venuto a conoscenza solo a Ferragosto, quando dopo due giorni di riposo
trascorsi in villeggiatura si è ripresentato al deposito locomotive di
San Lorenzo, a Roma, dove lavora. E dove è stato accolto da un
funzionario dello scalo che gli ha comunicato la notizia. Tornato a
casa ha trovato la notifica dell'ufficiale giudiziario con su scritto
"Lettera di Licenziamento". «Non l'ho ancora letta - racconta - potrò
ritirarla solo domani, quando riapriranno gli uffici». Intanto pensa
già al ricorso in Tribunale, e ribadisce convinto: «Ho solo fatto il
mio dovere di delegato rappresentante per la sicurezza».

Non per
il gruppo Fs, secondo cui le dichiarazioni del macchinista romano
«hanno creato un grave danno all'azienda gettando discredito e
generando nella clientela una percezione negativa proprio nel periodo
feriale, quando il traffico passeggeri registra le punte più elevate
dell'intero anno. Le affermazioni infondate del De Angelis - continua
Fs - costituiscono una palese violazione dei suoi doveri di dipendente,
del corretto modo di svolgere gli specifici compiti attribuitigli sulla
sicurezza».

Il macchinista ha già incassato la solidarietà del
mondo politico, sindacale e ferroviario: il primo a farsi sentire è
stato il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro (pdl),
secondo cui «occorre fare chiarezza» sulla vicenda. Parla invece di una
«persecuzione» il responsabile Lavoro del Pdci, Dino Tibaldi. Mentre
Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil boccia il
licenziamento come «atto di autentico fascismo aziendale» e Franco
Barbato dell'Italia dei Valori chiede che Trenitalia «ritiri il
provvedimento». Medesimo auspicio per Ezio Gallori ex ferroviere,
medaglia d'oro Cgil nel ‘64 oggi curatore di "Ancora in marcia",
centenaria rivista dei ferrovieri che per prima ha segnalato il
licenziamento di De Angelis. Con lui, anche i l'Assemblea nazionale dei
Ferrovieri.

La storia di questo macchinista romano fa sempre lo
stesso giro: già nel 2006, infatti, venne licenziato da Trenitalia per
essersi rifiutato di condurre un Eurostar che utilizzava un particolare
sistema di sicurezza contestato da molti macchinisti. La vicenda si
concluse con il reintegro del dipendente delle Fs, anche a seguito di
numerosi scioperi e interventi del mondo politico. E nella sua
battaglia contro i giganti, il rappresentante per la sicurezza dei
macchinisti si è trovato anche fra quelli che si sono opposti
all'archiviazione della posizione dell'ad delle Ferrovie, Mauro
Moretti, rispetto alla strage di Crevalcore che nel 2005 costò la vita
a 17 persone. Tutto questo dopo la bufera sui licenziamenti degli otto
meccanici Fs di Genova, allontanati perché uno ha timbrato il
cartellino per i colleghi a fine lavoro. E mentre negli ultimi tre
giorni, a dirlo è il sindacato autonomo Fast, altri incidenti non gravi
avrebbero causato ancora disservizi e ritardi.
Anche Beppe Grillo se ne occupa e lo fa in maniera seria, voglio il rienserimento del macchinista clicca

 
 
 

Bossi:l'Ici deve essere rientrodotta(della serie "la sai l'ultima?)

Post n°725 pubblicato il 16 Agosto 2008 da hesse8

Nel tradizionale comizio di Ferragosto il leader della Lega parla anche
della legge elettorale per le europee ("quasi pronta") e di immigrazione
Bossi a Ponte di Legno
"L'Ici va reintrodotta"

Calderoli: "Proporrò un tributo unico a vantaggio dei Comuni"




Bossi a Ponte di Legno
PONTE DI LEGNO (Brescia) - Torna a parlare del gestaccio in riferimento all'inno di Mameli, annuncia che reintrodurrà l'Ici, si compiace della linea del governo in materia di immigrazione. Nel tradizionale comizio di Ferragosto, tenuto a notte fonda a Ponte di Legno, Umberto Bossi spazia dall'economia alle riforme, dalla sicurezza alla politica estera.






L'Ici.
Il ministro delle Riforme è intenzionato a reintrodurre l'Ici. "La
rimettero" dice spiegando che bisogna passare da un sistema di finanza
derivata, in cui è lo Stato a dare i fondi agli enti locali, a una
forma di autonomia finanziaria, in cui loro stessi prendono
direttamente le tasse. "I cittadini - aggiunge il leader del Carroccio
- sono disposti a dare, se le tasse vanno ai loro Comuni, perché vedono
i risultati: strade, aiuole".





Dell'ipotesi di reintrodurre l'Ici Bossi non ha ancora parlato né con
il ministro dell'Economia Giulio Tremonti né con il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi, ma della sua idea è assolutamente sicuro.
"Bisogna dare a ciascuna istituzione l'autonomia finanziaria", ripete.
Visto che le Regioni si occupano dell'industria il ministro pensa a una
tassa che riguardi la produzione (ma non l'Irap che "è brutta") per poi
investire ad esempio "nelle fiere", cioè per aiutare le stesse imprese
ad essere competitive.





Bossi non vuole però sentir dire che la Lega aumenterà le tasse. "Il
federalismo - prosegue - è la riduzione delle tasse". Il fatto che i
finanziamenti alle Regioni, spiega, per quello che fanno non sarà più
basato sulla spesa storica (cioè su quello che ciascuna paga i vari
servizi) ma sul costo standard (cioè sulla media di quanto una
prestazione costa nelle diverse regioni) permetterà di risparmiare. In
pratica, il progetto del leader leghista per il federalismo fiscale è
che "se un ragazzo a scuola costa 10 lire in media si danno a tutte le
regioni 10 lire: non ci possono essere Regioni che pigliano di più e
Regioni che pigliano di meno".











Previsto a breve un confronto Bossi-Tremonti sul tema, forse già oggi.






La proposta di Calderoli.
Il ministro per la Semplificazione normativa ed esponente della Lega
Roberto Calderoli propone la sua formula che si sposa con quella del
segretario del suo partito: "Non una semplice reintroduzione dell'Ici,
ma la soppressione delle oltre dieci tasse relative alla casa (Stato,
Regione, Comune) e la loro sostituzione con un tributo unico, proprio a
vantaggio dei Comuni - e conclude - In questi giorni sottoporrò questa
mia proposta ai ministri Bossi e Tremonti".






Il dito medio.
"Non è un insulto ma una memoria storica", dice Bossi del gesto a dito
medio alzato fatto durante un comizio a Padova a luglio in riferimento
all'inno di Mameli."Ma l'inno nazionale - ha tenuto a sottolineare -
non c'entrava niente".

 
 
 

Effetto Brunetta(sperando che anche Lui non sia un lavoratore un giorno)

Post n°724 pubblicato il 12 Agosto 2008 da hesse8




Trenitalia licenzia 8 lavoratori a Genova-effetto Brunetta








autore:
precari nati

solidarietà dei colleghi: misura sproporzionata rispetto all'infrazione, è effetto brunetta


Trenitalia licenzia 8 dipendenti:

uno timbrava per tutti. È polemica

Uno dei lavoratori sorpreso da un superiore nell'officina di piazza Giusti, nel quartiere genovese di San Fruttuoso


GENOVA - Otto dipendenti di Trenitalia sono stati licenziati in
tronco: uno di loro è stata sorpreso da un superiore mentre timbrava i
cartellini degli altri sette colleghi, che in quel momento erano in
quel momento in procinto di salire su un treno per tornare a casa in
anticipo. È accaduto nell'officina di piazza Giusti, nel quartiere
genovese di San Fruttuoso. Il capoufficio, sequestrati i cartellini,
aveva riferito l'episodio alla direzione dell'azienda. Dopo circa un
mese dalla denuncia, per gli otto lavoratori, cinque operai esperti e
tre apprendisti assunti a tempo determinato, è scattato il
licenziamento senza preavviso.


POLEMICHE ANTI-BRUNETTA - Il caso ha sollevato polemiche a Genova
tra i colleghi degli otto licenziati, che, pur riconoscendo la gravità
dell'illecito, ritengono l'interruzione del rapporto di lavoro una
misura non proporzionata all'infrazione commessa e accusano il ministro
Brunetta: le sue campagne contro i fannulloni avrebbero influenzato la
decisione di Trenitalia nei confronti degli otto dipendenti.


 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963