"Solo due cose contano: l'amore, in tutte le sue forme, con ragazze carine, e la musica di New Orleans o di Duke Ellington. Il resto sarebbe meglio che sparisse, perché il resto è brutto.." (Boris Vian, L'écume des jours)
« la domenica del porto (I) | rimette a due voci (con ... » |
- Buongiorno, signorina Lalice! - si sbraccia il buono e grasso signor Bruant, proprietario del cafè La Pipe in piazzetta St. Heleine.
- Buongiorno - risponde a voce bassa la succitata signorina con un cenno del braccio.
Il giovane e aitante Matteo si da una scrollata, si guarda un po' attorno e comincia ad abituarsi, molto professionalmente, all'idea del servizio mattutino. Comincia a girare per i tavoli in un sinuoso e precisissimo slalom, verificandone la pulizia, uno per uno, con sguardo attento e ormai scevro di ogni traccia di sopore.
Martha appoggia lentamente il largo cappello sul tavolo davanti a sé e, prendendo un gran respiro, gira la testa e lo sguardo alla sua sinistra, verso il mare.
Il porto si sta svegliando.
Lo sciabordio delle acque preme, teneramente, contro la sonnolenta mole delle barche ancora in dormiveglia. I rumori acqueo-legnosi si fanno, qua e là, a tratti, più incisivi e forti. Tra il molo e i pontili, le grandi sagome azzurre dei pescherecci cominciano a offrire, docilmente, i loro colori alle strisce di sole, mentre le piccole barche a remi si agitano un po', scrollandosi il freddo dell'alba di dosso e mugolando le loro fusa marine.
Le boe si beano, più avanti tra i riflessi luccicanti.
- Salve, signorina Lalice! - grida la piccola Connìe, due tavoli a destra rispetto a Martha, che riorienta il suo sguardo in direzione del La Pipe,
- Ciao, cara Connìe..! - sorride Martha. La madre sarà certamente all'interno del bar a far manbassa di pasticcini e a sparlare, leggiadramente, tutto lo sparlabile possibile, o compossibile realmente, con il caro, grasso signor Bruant.
- Il solito frappè con panna? - dice Martha osservando la sostanza arancio-biancastra che si rigira nel bicchiere la piccola Connìe.
- Si, signorina Lalice! Arancia, pesca e banana, con tanto buon latte! - fa la piccola Connìe.
Martha storce il naso e lo raddrizza; lo ristorce
- Quanti anni hai cara Connìe? Sono sedici adesso o diciassette? -
- Proprio diciassette! - risponde decisa la (non più) piccola Connìe.
- Ah! - fa Martha - Sarà ora ormai che i tuoi frappè te li faccia correggere al ruhm allora..! -
La giovane Constance abbasa gli occhi un po' irretita...non sa cosa rispondere;
- Non.. saprei, signorina Lalice – le esce fuori infine assieme ad un barcollante sorriso.
Martha sorride anche lei di rimando e torna a pensare ai fatti suoi.
Matteo è ormai in gran forma.
- Il solito per lei, signorina Martha? - chiede educatamente il cameriere.
- Matteo caro! - è la risposta - Grazie mille, il solito thè. Ti trovo in forma! Solita vita o c'è altro? -
- Ma no, ma no - risponde Matteo dal suo metro e ottanta di altezza – lei è troppo gentile signorina! Tutto normale, tutto come sempre, solita clientela, solito servizio... ci si stanca al mattino, al pomeriggio tardo si ride coi gruppetti di ragazzi che vengono per l'aperitivo, la sera si riposa... Solo... -
- Dimmi, su..! - lo incalza Martha cogliendo un barlume di novità nella sua interruzione.
- Rifletto, signorina Martha, a dire il vero, rifletto molto di questi tempi. -
Martha lo guarda con aria concentrata.
Matteo si dimentica quel che stava dicendo, si imbarazza e corre a preparare il thè per la signorina. Corretto.
(...)
Nicola Fleming
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"Noi crediamo forse di vedere come il chiaro di luna fosse già in do minore, prima che Beethoven lo scrivesse, come tutte le sinfonie europee fossero già state scritte dal vento sulle pagine degli alberi e i pentagrammi delle foglie, prima che i nostri padri le scoprissero nell’aria. Crediamo nella scoperta della bellezza.."
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