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Post n°68 pubblicato il 25 Ottobre 2014 da umbredemuri

C'era una volta.. (trattandosi di favola tradizionale occorre un inizio travolgente), in un paese molto lontano (notiamo, vi prego, l'originalità inquietante),  una monella prosperosa che faceva parlare di sé i giorni dispari, mentre in quelli pari vendeva lupini e semi di zucca afrodisiaci. Si chiamava MariaElena Odd. In uno di questi suoi giorni particolarmente accesi, diede fuori di matto. Uscì strillando come se avesse ingerito un vermifugo e con le braccia disarticolate, saltando come un okapy,  pareva voler strappare il cielo e farne stracci. Ovviamente intervenne il sindaco che preoccupato di quella nuova teatralità, tentò di riportare la calma. Il vicinato era in rivolta, la situazione frizzante. La avvicinò con cautela (e pochi altri volontari) chiedendole pacatamente se potesse aiutarla. Lei, paonazza e indiavolata saltellava impietosamente facendo volare le prosperosità come se vivessero di vita propria (serve a rendere piccante la storia). Dopo istanti di tensione, forse esausta, si diede pace anche perchè era finita nella fontana della piazza principale e i salti risultavano decisamente impediti. Così, mentre il capannello di maschietti osservava con vivo interesse, la pazza infradiciata, il sindaco riuscì ad avvicinarla. MEO (il quel paese gli acronimi erano un obbligo) ansimando confesso con voce rauca (non possedendone altra) che aveva trovato un fungo nella marmellata di ciliege, che detestava i funghi e le muffe e non avrebbe potuto cucinare la sua meravigliosa crostata di albicocche. Il pover'uomo (su sindicu, per i meno attenti) le fece notare l'incongruità marmellatesca, per tutta risposta (notare l'uso di questa deliziosa onomatopeica accoppiata) ricevette nuove urla e salti (infiammando gli astanti) che la trasferirono direttamente (i salti) sotto il monumento di un Mazzini apparentemente indifferente impegnato in riflessioni intransigenti. Passarono minuti carichi di tensione (l'ho sentito dire dal contatore enel) quindi tornò il silenzio inframezzato dai respiri di MEO rauchi come un un tuono asmatico. Il sindaco ebbe un'idea folgorante, si rivolse ad un astante chiedendo di portare un barattolo di miele di castagno e piume di cacatua cacamia abbondanti in quell'angolo di mondo. Nel tempo che impieghereste a trovare una scusa alla moglie per il paciulli sulla camicia, arrivò ogni cosa. Uno shampo di miele tiepido allagò MEO e tutti contribuirono a impiumarla variopintamente, così, presa alla sprovvista la povera ragazza cerco uno specchio dimenticando la crostata e rinnovata nello spirito tornò a casa.

La morale? Nessuna. Le favole con la morale sono ansiogene e diseducative. 

 
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