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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 09/11/2017
Ancora una storica decisione per un piccolo ma importante stato: la "Città del Vaticano" dal 2018, per espressa decisione di Papa Francesco, all'interno dei suoi confini, non venderà più sigarette e tabacco in genere. Non è una decisione popolare, non ha carattere polito e religioso, ma è solo una presa di posizione chiara e decisa, verso una delle cause di morte più ricorrenti al mondo. Così come tanti paesi e governi al mondo si stiano allineando su posizioni rigide alienando e vietando il fumo in tanti luoghi pubblici, così anche nel piccolo stato si procederà nella stessa maniera, ma con un argomentazione più diretta e coinvolgente. Sapete che il tabacco renda alla casse del Vaticano una buona entrata per i suoi "abitanti": infatti le sigarette non solo costano meno rispetto all'Italia, per accise e tasse, ma sono anche vendute con un prezzo ridotto del 20% in meno. Quindi tutti coloro che lavorano e sono impiegati nell'ambito della Santa Sede, se vorranno comprare dovranno "entrare" in Italia: "La Santa Sede non può cooperare con un esercizio che danneggia chiaramente la salute delle persone. Secondo l'organizzazione mondiale della sanità, ogni anno il fumo è la causa di più di sette milioni di morti in tutto il mondo". Una decisione che ritengo giusta socialmente e in grado di dissuadere, almeno una buona parte, i fumatori abituati all'acquisto di sigarette: non solo risparmieranno ma se vorrano continuare a fumare, sapranno che fuori i confini dello Stato del Vaticano, pagherebbero molto di più il...vizio mortale". Parola di un fumatore di sigaro molto disciplinato: due mezzi toscani al dì.
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"Ma kette ridi?". Occhio alla cassa, altrimenti oltre il pignoramento già avviato, si passa ad azioni più incisive. Che uomo il nostro paperone Silvio, dal 2008 "Forza Italia" chiude in rosso i suoi bilanci, portando i saldi da una perdita di sei milioni ai 100 milioni nel 2016! Tutti avanzano soldi, nessuno li mette, Silvio non è più disponibile a mettere ancora mano al suo gonfio portafoglio, mentre tutti i pezzi grossi, quelli che questi giorni brindano e cantano alla vittoria, non pagano le rette, non sovvenzionano il partito e tutto va in malora. Dai semplici e comuni impiegati, dalle segretarie generiche a quelle personali, tutti in fila per avere le loro spettanze. Non c'è più trippa nelle celle frigorifere e c'è chi ha iniziato a muovere i tribunali per riscuotere il dovuto: si comincia dai pignoramenti e in mancanza di riscontro, adiranno le vie di fatto più concrete. Vedremo come questi morti di fame si comporteranno. Io presumo che la "mummia" passerà con un cestino in una mano e una pistola nell'altra: sarà una "estorsione" per tutti coloro che non pagano, quindi, presi per un orecchio, dovranno mettere mano alla tasca se vogliono giungere alle...poltrone! L'importante è che non facciano piangere Silvio: non tanto per gli acciacchi e le patologie in essere, quanto per la cera del viso che potrebbe squagliarsi a causa delle lacrime.
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