Creato da mr87 il 30/09/2008

Il Regno dei Cieli

Voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri"!

 

 

Il vero tesoro

Post n°7 pubblicato il 26 Settembre 2010 da mr87
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Il Vangelo che la chiesa cattolica ci propone oggi è molto significativo e offre alcuni interessanti spunti di riflessione.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 16,19-31.


C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. 
Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, 
bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. 
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 
Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. 
Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. 
Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. 
Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. 
E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, 
perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. 
Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. 
E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. 
Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi». 

In poche parole con questo racconto Gesù ci mette in guardia dal concentrarci soltanto sui beni terreni e sulle false gioie che il mondo ci offre, poiché sono fuochi di paglia che oggi ci sono, ma domani possono svanire lasciandoci il vuoto.
E' conveniente invece alimentare quello che Gesù chiama il vero tesoro: "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore".
Per cui fratelli, stiamo molto attenti a non finire come il ricco che ha avuto tutte le consolazioni sulla terra, per poi accorgersi di aver perso tempo e di aver ereditato solo la dannazione, ma restiamo nella grazia di Dio accumulando giorno per giorno il nostro tesoro in cielo, seguendo gli insegnamenti che Dio ci ha dato e amando il nostro prossimo come Gesù ci ha insegnato salendo sulla croce per il mio e il tuo peccato. 
Una domanda quindi mi sorge spontanea:
è meglio vivere magari 100 anni sulla terra con tutte le consolazioni per poi perdere la propria anima o vivere lodando il Signore ogni giorno e in ogni circostanza, anche davanti le dure prove che si incontrano vivendo, per poi ereditare la vita Eterna e la vera gioia? 

 
 
 

Nessuno sarebbe stato capace di convincermi che Dio esiste! Dio mi ha convinto!

Post n°6 pubblicato il 01 Maggio 2010 da mr87

La straordinaria testimonianza di Gavril Barnut, un ex-ateo convinto, che è tornato a Dio dopo uno straordinario viaggio nell'aldilà. Dichiarato morto per 13 ore si è svegliato ed ecco quello che ha visto.

Parte 1

Parte 2

Parte 3

Parte 4

Parte 5

Parte 6

Parte 7

Parte 8

Parte 9

 
 
 

Perchè credo?

Post n°5 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da mr87
Foto di mr87

Cari lettori, da un precedente discorso fra me e l'utente semprepazza, della redazione del blog "Paesaggi dell'anima", è nata quest'idea di confrontare serenamente la testimonianza di un credente e un non credente, sul tema della fede. Vorrei però riportare subito una precisazione che la Madonna fece in un messaggio dato ad uno dei veggenti di Medjugorje, sul fatto che non esistono non credenti, ma semplicemente persone che non hanno ancora conosciuto l'amore di Dio.
In accordo con semprepazza abbiamo pubblicato i post simultaneamente, in modo da raccogliere pareri su una e sull'altra posizione, buona lettura!

Perchè credo?

Io credo in Gesù Cristo perchè si è manifestato concretamente nella mia vita, in un momento buio e nel posto più impensabile. Lui stesso dice: "Io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nelle tenebre". Mi ha dato un amore immenso e gratuito e, ogni volta che ho riposto le mie speranze in Lui, non mi ha mai deluso, perchè lo può fare un amico, un parente, un genitore, la moglie, il marito...in quanto uomini, e quindi deludenti di natura, ma Lui no.
Mi ha distolto dalla catechesi del mondo, falsa ed ingannevole, perchè è Lui stesso la Verità. Quella catechesi che osanna l'apparenza, il potere, i beni materiali, gli adulteri e il sesso sfrenato, le truffe e chi più ne ha più ne metta e ci da l'illusione più grande, cioè quella che noi siamo liberi, quando in realtà siamo schiavi del peccato e della morte.
Gesù mi ha mostrato inoltre quella che è la via della vita e cioè prendere la mia croce e accettarla qualsiasi sia il suo peso, seguire i suoi insegnamenti e intraprendere questo pellegrinaggio verso il Regno dei Cieli, perchè là è la mia ricompensa, la gioia reale e la vita eterna! Gesù lo dice chiaramente: "Chi crede in me anche se è morto vivrà, e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno". Non ho davvero bisogno di sentire altro!

Collegamento al blog Paesaggi dell'anima.

 
 
 

Occultismo..."dai loro frutti li riconoscerete"

Post n°4 pubblicato il 09 Ottobre 2008 da mr87
 

Cari amici è importantissimo conoscere le azioni straordinarie del demonio, per prevenirle e, se malauguratamente ne siamo vittime, sapere come liberarcene.
Soprattutto non dobbiamo aver paura del demonio, sarebbe un grave errore. Lui ci tiene a spaventarci perchè vorrebbe dimostrare di essere più forte di Dio.
Ma, ancora, non dobbiamo spaventarci perchè Gesù Cristo lo ha sconfitto e ci dice chiaramente che noi, muniti della sua forza e nel suo Santo nome, siamo in grado di vincere satana, in noi e negli altri. Naturalmente non dobbiamo sfidarlo e neanche esporci ai suoi attacchi.

Parliamo di occultismo

L'occultismo al giorndo d'oggi è in grande aumento, Don Garbiele Amorth, sacerdote ed esorcista della diocesi di Roma, indicato come il più grande ed esperto esorcista al mondo, con più di 70.000 esorcismi all'attivo, spiega per la mancanza di fede, che di conseguenza lascia spazio alla superstizione.
Le tre forme più seguite sono la magia, il satanismo e le sedute spiritiche.

La magia

Le pratiche magiche rovinano tante famiglie e contrastano con i principi della fede. Padre Amorth ricorda che non si può essere cattolici e credere alla magia, perchè si compie il peccato di superstizione, ossia si va contro il primo comandamento. Anziché rivolgersi a Dio, si ricorre a qualcuno che non è Dio e che molte volte è satana.
Dieci milioni di persone in Italia, secondo l'Eurispes, si rivolgono ogni anno a maghi, astrologi e occultisti. Gli italiani affollano le anticamere delle cartomanti, s'incollano davanti alla tv in cerca di consigli da ciarlatani che fanno pubblicità sul piccolo schermo, e corrono ad acquistare libri e opuscoli su oroscopi, magia e cartomanzia. Un giro d'affari valutato in oltre mille miliardi di lire. E intanto vengono arrestate Vanna Marchi, la figlia e la guaritrice mamma Ebe. Intanto si scopre che una maga trasformista pubblicizzava le sue arti con una ventina di nomi diversi, raggirando migliaia di persone per decine e decine di miliardi di lire. Ma questi arresti sono solo la punta di un iceberg. Il fenomeno è trasversale e coinvolge persone d'ogni estrazione e anche tanti cattolici che non avvertono l'enormità di avere più fede nell'occulto che in Dio. A proposito Padre Amorth dice: «Questo accade perché si vive un cattolicesimo di forma e fasullo. Non si può essere cattolici senza essere praticanti. Il credo degli italiani è: credo in Dio, ma non sono praticante. Al che io rispondo: non ho mai incontrato un diavolo che sia ateo perché tutti i diavoli credono in Dio e non sono praticanti, cioè non osservano le leggi del Signore. Faccio qualche esempio. Gli italiani non vanno mai a messa. Oppure basta pensare a cos'è ridotto il sesto comandamento. E poi c'è lo sfascio delle famiglie. I ragazzi convivono, come se fossero sposati, e dopo dieci anni di fidanzamento o si separano o si sposano e dopo due mesi sono già separati. Direbbe il mio vecchio parroco di Modena, Don Barbolini: arrivano al matrimonio come limoni spremuti. Quindi c'è questa perdita della pratica e della vita cristiana. Credere in Dio e non essere praticanti non serve a niente e crea le condizioni per praticare la superstizione».
Credere nella magia significa anche vivere male e, spesso, rovinare economicamente la propria famiglia. Un problema sociale enorme. Eppure non c'è nessuna pratica magica, occultistica, astrologica o alchemica che si salvi sul piano della logica intellettuale e di una seria sperimentazione scientifica.
Intanto è bene ricordare come, tempo fa, il Papa abbia detto che la risposta ai problemi esistenziali non arriva né dagli oroscopi né dalle previsioni magiche, ma dalla preghiera, accompagnata da una vita conforme alla legge di Dio.
A padre Amorth è stato anche chiesto quale sia la prova che l'operato di questi maghi è una fandonia, ed egli ha risposto: «Ricevo spesso persone che sono state dai maghi. Noi esorcisti in genere accogliamo persone che prima sono state dai medici, poi dai maghi ed infine arrivano da noi. E ci dicono che non hanno ottenuto nulla. Spendono decine di milioni. Uno mi ha raccontato di aver speso due miliardi senza cavarci nulla. Da questo si capisce che i maghi sono semplicemente dei truffatori. C'è però una conseguenza grave perché, rivolgendosi ai maghi, si apre la porta all'azione straordinaria del demonio. Ricordo che l'azione ordinaria del demonio, a cui tutti siamo sottoposti, è quella di farci cadere nel peccato. L'azione straordinaria del demonio è, invece, di dare mali particolari di salute, degli affetti, impossibilità del lavoro, fallimenti continui. Il culmine di tutto questo è la possessione diabolica. Quando uno si accorge che dopo che è stato da un mago ottiene questi svantaggi, vuol dire che è stato da una mago satanista. Ma la maggior parte dei maghi non sono satanisti, sono semplicemente imbroglioni con un po' di intuito».

I malefici

Un altro importante aspetto della magia sono i malefici, ovvero fare del male per mezzo del demonio. Vediamo i più diffusi:

Secondo lo scopo

Amatorio: per favorire o distruggere un rapporto d'amore con una persona. Venefico: per procurare del male fisico, psichico, economico, familiare. Legamento: per creare impedimenti ai movimenti, alle relazioni. Transfert: per trasferire ad una persona i tormenti fatti a un pupazzo o a una foto della persona che si vuole colpire. Putrefazione: per procurare un male mortale, facendo putrefare un materiale soggetto alla putrefazione. "Possessione" per introdurre una presenza diabolica nella vittima e causarle una vera e propria possessione.

Secondo il modo

Diretto: mediante un contatto della vittima con l'oggetto portatore del male (ad esempio, quando si fa bere o mangiare alla vittima qualcosa di "maleficiato" o "fatturato"). Indiretto: attraverso l'azione malefica compiuta su un oggetto che rappresenta la vittima .

Secondo l'operazione

Per infissione o inchiodamento: con spilli, chiodi, martello, punte, fuoco, ghiaccio.
Per annodamento o legatura: con lacci, nodi, briglie, nastri, fasce, cerchi.
Per putrefazione: sotterrando l'oggetto o l'animale-simbolo dopo averlo "fatturato"
Per maledizione: direttamente sulla persona o su foto, o su un simbolo di essa.
Per distruzione con il fuoco: si pratica bruciando più volte l'oggetto sul quale si è trasferita idealmente la persona della vittima, per ottenere, in questa, una forma di consunzione più o meno analoga a quella della "putrefazione".
Per rito satanico: ad esempio, un culto satanico o messa nera, fatta allo scopo di nuocere a qualcuno.

Secondo il mezzo

Con fatture: pupazzi o carne, con spilli, ossa di morti, sangue, sangue mestruale, rospi, polli.Con oggetti maleficiati: regali, piante, cuscini, bambole, orologi, talismani, (qualsiesi altro oggetto).

Localizzazione dei sintomi:

la testa (dolore strano, botte, confusione, stanchezza mentale e fisica: male agli occhi, disturbi del sonno, della personalità, del comportamento. Lo stomaco (difficoltà digestive, dolori, anoressia, uno strano, intenso e diffuso malessere che dallo sterno o bocca dello stomaco sale alla gola e alla testa, bulimia, anoressia, vomito)

"Piccate" nella parte del cuore.

Avversione al sacro (Distacco dalla preghiera, dalla fede, dalla vita spirituale cristiana, allontanamento dai sacramenti e dalla Chiesa, distrazioni, sbadigli-sonnolenza nella preghiera, disagio a stare in chiesa, nausea fino allo svenimento. Disturbi alla salute (senza spiegazione adeguata e senza cure efficaci); Disturbi psichici (Confusione, ossessioni, amnesie, ansia, paura, abulia, incapacità di concentrazione a studiare, a lavorare. Disturbi nell'affetto e nell'umore : nervosismo, litigi continui, freddezza o passionalità immotivata, tendenza alla depressione, allo scoraggiamento, alla disperazione. Impedimenti (nel matrimonio, nel fidanzamento, nello studio, nella carriera, negli affari; fallimenti, errori impensabili, strani incidenti. Spinta alla morte. Segni strani: sentire addosso spilli, chiodi, trafitture, fuoco, ghiaccio, serpi, lacci. Rumori strani e fenomeni in casa o nei luoghi di lavoro (passi, scricchiolii, colpi, ombre, "presenze", animaletti, lampade che scoppiano, elettrodomestici che si bloccano, porte, finestre che si aprono o chiudono, invasione di insetti.

Naturalmente da tutti questi malefici ci si può difendere conducendo una normale vita cristiana, preghiera ed i sacramenti.

Sedute spiritiche

Sono molto pericolose e da esse derivano molte possessioni. In queste sedute si crede di poter interagire con entità spirituali "buone" o con persone defunte, ma malauguratamente si entra in contatto con il demonio. Molte volte il demonio fa credere che un edificio sia infestato dagli spiriti per spingere le persone a mettersi in contatto con esse. Nel corso di esse si registrano fenomeni paranormali, come la levitazione di oggetti. Una forma simile è il tabellone.

Chi è il diavolo.

Il nome "Diavolo" deriva dal greco diabolos, che significa letteralmente "diffamatore" o "accusatore".
E' una precisa entità spirituale, in particolare è un angelo che si è ribellato al volere del Signore, diventando così demonio e per odio a Dio tenta l'uomo al male e cerca di trascinarlo dove si trova lui, ossia all'inferno.
Questa entità è comunemente chiamata con vari nomi come Satana, Abaddon, Angra Mainyu, Belzebù, Asmodai, Lucifero, Belial e Iblis.
In particolare nel Cristianesimo egli viene indicato con i nomi di Satana, che significa avversario o Lucifero, che significa portatore di luce, infatti si dice che egli fosse l'angelo più bello.
Un fatto allarmante è che molti sacerdoti non credono alla sua esistenza, lo stesso padre Amorth lo riferì a papa Giovanni Paolo II che gli diede una risposta secca che vale per tutti, sacerdoti e laici: "chi non crede nel demonio, non crede nel Vangelo".

Le Attività di Satana 

Il demonio infesta l'uomo per puro odio; è in se stesso odio rivolto al Cielo e alla Terra, e nella sua furia distruttiva fa quanto Dio gli concede per l'avanzamento del bene. Io dividerei l'opera infestatrice del demonio nelle seguenti gradazioni, in ordine crescente:

Tentazione 

E' la suggestione operata dal maligno sulla memoria e l'immaginazione umane, al fine di far preferire all'uomo il male piuttosto che il bene, o un male maggiore di contro a uno minore, o un bene minore di contro a uno maggiore. La tentazione è l'attività ordinaria del demonio, nel senso che colpisce tutti gli uomini in ogni momento (il diavolo non dorme!) e mira all'allontanamento dell'uomo da Dio mediante il peccato, che lo porti alla dannazione eterna. 

Oppressione 

Con l'oppressione entriamo nell'area delle attività straordinarie del demonio, cioè quelle azioni sporadiche che Dio talvolta permette a Satana per vagliare l'uomo, per rafforzarlo nella fede, per glorificare la Sua Chiesa, o per motivi a noi sconosciuti. L'oppressione colpisce i sensi della persona, mediante allucinazioni orrende, fetori, gelo improvviso, e l'ambiente circostante: rumori, scricchiolii, lampade che esplodono, levitazione di oggetti, ecc 

Vessazione 

Fenomeno grazie al Cielo rarissimo, di portata spirituale comunque minore a quanto seguirà. La vessazione è la vera e propria aggressione fisica da parte dei demoni. Molti Santi ne sono oggetto (pensiamo a Padre Pio): il diavolo, incapace di tentare efficacemente l'uomo di Dio, lo solleva da terra, lo sfregia, lo malmena, lo sbatte contro le pareti, finchè Dio non interrompe la sua opera distruente, perchè Dio vince sempre!

Ossessione

Qui l'azione di Satana si fa più vicina all'unità psicosomatica umana: il demonio introduce nella mente colpita pensieri di disperazione e odio, muovedall'esterno la vittima ad azioni involontarie e autodistruttive (come il suicidio) , sacrileghe e innaturali, la tormenta con visioni spaventose e fenomeni preternaturali raccapriccianti. E' tuttavia un'azione intermittente, cioè la persona ha momenti di tregua. 

Possessione di primo grado 

Talvolta, misteriosamente, il demonio può invadere la psiche di un essere umano, prendendo il controllo del suo corpo e della sua intenzionalità. Il fenomeno dura finchè non è annullato dall'esorcismo, o per periodi stabiliti a priori. In questo grado di possessione il demonio è latente, si limita ad alterare gli atteggiamenti del posseduto, le sue reazioni al sacro, gli istilla sentimenti di disperazione e depressione. 

Possessione di secondo grado 

Questa possessione è più evidente: si manifestano cambi di voce, fenomeni preternaturali quali la glossolalia, la levitazione, la pirocinesi (potere di incendiare gli oggetti a distanza), l'acqua santa produce piaghe nel corpo del posseduto, che di per sè manifesta chiaramente di avere un'altra personalità. In genere per possessione diabolica si intende questa situazione intermedia. 

Possessione di terzo grado 

A questo grado, lo spirito maligno (o più spiriti) hanno preso un dominio tale della persona, da alterare orribilmente persino i suoi tratti somatici (che divengono veramente raccapriccianti), il suo odore, la temperatura. Questo è il caso più arduo, e occorrono di solito numerosi esorcismi per la liberazione definitiva. In effetti, la differenza tra le ultime tre gradazioni è solo una sottigliezza, perchè molte volte la persona passa da una fase all'altra con mutamenti quasi impercettibili.

Infestazione

Il diavolo può impossessarsi anche di animali e oggetti inanimati, come gli edifici. E' vero che alle volte, quando in una casa si sono registrate morti tragiche come il suicidio, questa sia bersaglio di disturbi diabolici di varia natura. Molte volte questi disturbi sono erroneamente attribuiti a fantasmi o anime vaganti di defunti e sottolineo che è molto pericoloso tentare di mettersi in contatto con queste entità, che si crede siano buone. Per le case e comuqnue per gli oggetti esiste la benedizione e in casi più gravi anche l'esorcismo.

Satanismo e sette

Il satanismo è un culto che nella sua versione teistica prevede l'adorazione di Satana (o di qualche altra entità superiore considerata negativamente dalle religioni tradizionali in quanto abiurante tutto ciò che queste ultime pregano e in cui credono ) o il ricorrere all'archetipo di Satana quale fonte di ispirazione per la vita dell'individuo. Comunemente viene associato a simboli come il pentacolo rovesciato, il caprone e il numero 666 e ne esistono diversi movimenti e interpretazioni. Il suo motto in sostanza è: "Io sono dio di me stesso e posso fare quello che voglio".
Il satanismo si è anche organizzato in una chiesa, con addirittura dei sacerdoti, uno dei più famosi il cantante Marilyn Manson.
Le sette sataniche sono appunto gruppi di satanisti, che si ritrovano per compiere rituali come messe nere, che sono degli sbeffeggiamenti della Santa Messa, nelle quali si registrano atti come la distruzione dell'ostia, la recitazione delle preghiere cristiane al contrario, consumo di droga, sesso di gruppo, sacrifici e molto altro ancora. E' stato osservato che moltissime possesioni provengono dalla partecipazione a messe nere. Le sette sono molto pericolose ed è difficilissimo uscirne, perchè, anche un'alta carica all'interno della setta, sa che se proverà ad uscire gli altri componenti della setta tenteranno di ucciderlo. Per cui bisogna stare molto in guardia da chi ci propone questo tipo di esperienze e soprattutto in posti di aggregamento di massa, come discoteche, concerti di rock satanico ecc.

Falsi allarmismi

E' anche vero che una delle azioni del diavolo è quella di far credere alle persone che il male sia ovunque, in modo da ossessionarlo. Quindi, stiamo bene in guardia!

Chi sono gli esorcisti

Un esorcista è un sacerdote, nominato tale dal vescovo, che rispettando un preciso sacramentale, segue le linee del Vangelo, il quale ci dice: "predicate, cacciate i demoni, guarite i malati".
Dobbiamo dire che tutti hanno la facoltà, nel nome di Gesù Cristo e nella fede, di cacciare Satana, come si fa tante volte nelle preghiere di liberazione, però non tutti hanno la facoltà di pronunciare gli esorcismi ufficiali della Chiesa.

Preghiere di liberazione

http://esorcismo.altervista.org/preghiere_liberazione.htm . In questo sito sono elencate tantissime preghiere di liberazione per ogni evenienza. Fatene tesoro e pregate con fede.

Fonti

http://it.youtube.com/ , http://www.medjugorje.altervista.org/ , http://www.aiutonline.org/azioni-malefiche.htm .

Vi lascio con una bellissima preghiera di liberazione che mi piace molto e che recito spesso:

La Santissima Vergine Immacolata , San Michele Arcangelo e San Benedetto siano il nostro rifugio e la nostra difesa dagli attacchi del maligno! Amen!

 
 
 

Il cammino neocatecumenale

Post n°3 pubblicato il 30 Settembre 2008 da mr87
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Nell'intervento precedente ho parlato del "Cammino Neocatecumenale", l'itinerario di fede che io seguo ormai da un anno, cerchiamo di capire cos'è e lo faremo leggendo la testimonianza di Kiko Arguello, uno degli iniziatori, insieme a Carmen Hernandez e Padre Mario Pezzi, del cammino neocatecumenale e poi leggendo una nota storica a cura di Ezechiele Pasotti.

Testimonianza di kiko Arguello

...Avevo uno studio di pittore vicino a Plaza de España a Madrid, ed ero solito passare le feste natalizie con i miei genitori. Un anno andai a casa per celebrare il Natale, entrai in cucina e vidi la cuoca che stava piangendo. Io le domando: "Berta - così si chiamava - che le succede?" E Lei mi dice che il marito è un ubriacone, che vuole uccidere il figlio, che il figlio gli si è ribellato contro... Mi raccontò una storia che mi lasciò allibito. E sentii da Dio di aiutarla.

Andai a vedere dove viveva: una baracca orribile, in mezzo a tante altre. La povera donna si alzava prestissimo, per andare a lavorare; aveva nove figli, ed era sposata con un uomo zoppo e strabico, sempre ubriaco. Picchiava i figli con un bastone, gridando loro: "Difendi tuo padre" e, a volte ubriaco fradicio, urinava sopra le figlie. Questa donna, abbastanza bella benché in età, mi raccontò cose allucinanti.

Presi quell'uomo e lo portai a fare un "Cursillo de Cristiandad". Rimase impressionatissimo nell'ascoltarmi parlare. Per alcuni mesi smise di bere, ma poi ricominciò e furono di nuovo macelli. La moglie mi chiamava: "Signor Kiko, venga per favore, perché mio marito vuole uccidere tutti. Chiami la polizia!". Non mi lasciavano vivere. Alla fine pensai: "E se Dio mi stesse dicendo di lasciare tutto e di andare a vivere lì per aiutarli?". Lasciai tutto e andai a vivere con quella famiglia. Dormivo in una piccolissima cucina, che era piena di gatti.

Ho vissuto lì e sono rimasto molto impressionato, vi dico la verità, di tutto l'ambiente. C'era moltissima gente che stava vivendo in situazioni terribili. Non so se conoscete il libro di Camus, "La peste", che affronta il problema della sofferenza degli innocenti. Quella donna, Berta, mi raccontò che suo marito, zoppo, per vendicarsi delle tante umiliazioni ricevute, aveva detto a tutti che si sarebbe sposato con lei, che era la ragazza più bella del quartiere. Tutti ridevano di lui. Ma sapete come lui se l'era sposata? Puntandole un coltello al collo e dicendole: "Se non ti sposi con me, taglio la gola a tuo padre". E lo avrebbe fatto. Suo padre era vedovo e lei era sola e terribilmente timida e paurosa.

Mi chiesi: che peccati ha commesso questa povera donna per meritare una vita cosi? Perché non io? E non c'era solo lei. C'era un'altra donna vicino che aveva il morbo di Parkinson, il marito l'aveva abbandonata e viveva chiedendo l'elemosina. E un altro. E un altro ancora.

Davanti a tutto questo ci sono solo due risposte. Conoscete la frase famosa di Nietzsche: "O Dio è buono e non può far nulla per aiutare questa povera gente, o Dio può aiutarli e non lo fa, e allora è cattivo". Questa frase è velenosa. Può Dio aiutare questa donna, oppure no? Perché non lo fa?

In questa situazione ebbi una sorpresa. Sapete cosa vidi lì? Non quello che dice Nietzsche, se Dio può o non può, ma vidi Cristo crocifisso. Ho visto Cristo in Berta, in quella donna con il Parkinson, in quell'altro. Vidi un mistero. Il mistero della croce di Cristo. Restai enormemente sorpreso, lo dico sinceramente.

Poi mi chiamarono per il servizio militare e mi mandarono in Africa. Quando tornai dissi a me stesso: se domani torna Cristo sulla terra nella sua seconda venuta, io non so che cosa succederà in questo mondo, ma sapete dove desidero che Gesù Cristo mi trovi? Ai piedi di Cristo crocifisso. E dov'è Cristo crocifisso? In coloro che stanno portando la sofferenza più grande, le conseguenze del peccato di tutti. Dice Sartre: "Guai all'uomo che il dito di Dio schiacci contro il muro". Io ho visto lì gente schiacciata contro il muro, tanti deboli schiacciati dalle conseguenze del peccato, deboli, anonimi cirenei.

Quando uno va a vivere tra i poveri, o perde la fede e diventa guerrigliero alla "Che Guevara" o si mette in silenzio davanti a Cristo e si santifica. Io sono grato al Signore per aver avuto pietà di me: io vidi lì Cristo crocifisso e così quando tornai dall'Africa, e conobbi la sorella di Carmen, pensai che era necessario scendere nelle catacombe sociali e lì predicare il Vangelo a questa gente, aiutarli, dare loro una parola di consolazione. E così formammo un gruppo che si dedicava agli omosessuali, alle prostitute e agli altri emarginati.

La sorella di Carmen faceva parte di una associazione, chiamata "Villa Teresita", che si dedicava al recupero delle prostitute. Andavano per le case delle prostitute e offrivano, a quelle che lo volevano, un lavoro. Un'opera molto buona. Alla fine io mi resi conto che in quel gruppo facevamo tutto un po' per "hobby". Io dissi a quel gruppo e alla sorella di Carmen: "Io me ne vado a vivere tra i poveri".

Charles de Foucauld mi diede la formula: vivere in silenzio, come Gesù a Nazareth, ai piedi di Gesù Cristo in mezzo a quella gente. Conobbi un assistente sociale che mi indicò una zona di Palomeras Altas dove c'era una baracca di tavole di legno, rifugio di cani. Mi disse "Mettiti lì e non ti preoccupare". E lì ha avuto inizio un po' tutto. Nelle baracche io volevo vivere come Charles de Foucauld, in contemplazione: così come uno sta davanti all'Eucaristia, ai piedi della presenza reale, unica di Cristo; io volevo stare ai piedi di Cristo crocifisso, nella gente più povera, miserabile.

Il Signore mi portò lì con questo spirito: io ero l'ultimo. Loro erano Cristo. Forse uno avrebbe potuto dirmi: "Kiko! Aiutali". Qui c'è un punto molto importante per coloro che sanno andare al fondo delle cose. "Ma come? Ti metti in adorazione, quando questa gente è morta di fame? Dà loro da mangiare". Io non avevo nulla, non avevo portato altro che una Bibbia e una chitarra, dormivo su un materasso messo sulla nuda terra. Non avevo altro.

Avevo letto in un libro qualcosa che mi aveva colpito molto del tempo dei nazisti. Si raccontava un fatto storico avvenuto nel campo di concentramento di Auschwitz. Un capo della Gestapo si era reso conto delle atrocità che si stavano commettendo nel genocidio degli ebrei. Un giorno, durante un'ispezione in un campo, vide passare una colonna di uomini e donne diretta alle camere a gas, tutti nudi. Sentì nel suo cuore un grande dolore. Si domandò: "Che devo fare io adesso per aiutarli, per avere pace con me stesso?". sapete la risposta che ricevette dal di dentro? (I Padri della Chiesa parlano del Cristo parlante, dentro di te. È qualcosa di molto profondo). Il libro raccontava che quello che sentì che avrebbe dovuto fare era di denudarsi anche lui e mettersi in fila con loro.

Possiamo domandarci: questa voce che sentì dentro da dove veniva? Era una suggestione? Era reale? Era di Dio? Non era meglio fermare la comitiva e liberare quelle persone? Forse non lo poteva fare. Perché invece la verità era quella di denudarsi e di mettersi in fila? Ecco una possibile risposta: una persona che sta in quella fila sta di fronte al dramma che forse non c'è nessun Dio, che non c'è amore nel mondo e se non c'è amore nel mondo Dio non esiste, la vita è una mostruosità, moriamo nell'assurdo. Ma se uno viene con te, Cristo stesso si fa uomo e si mette con te nella fila per amore. Allora l'amore esiste. Esiste Dio. Si può vivere. Si può morire. La verità e la morte hanno un senso.

Questo ha valore? Ciò che si deve fare è solo l'aiuto sociale? Forse l'uomo è solo mangiare? O l'uomo ha bisogno di sapere se Dio esiste o non esiste, se l'amore esiste oppure no? Io non andai nelle baracche per dare da mangiare, né per insegnare a leggere. (Erano tutti analfabeti, ad eccezione di uno o due: José Agudo, che era stato in un istituto di correzione sapeva leggere, ma sua moglie no. Zingari, "quinquis", ragazzi del carcere sapevano leggere a malapena). Me ne andai lì e, se volete sapere, neanche pensavo di predicare, sapete infatti che i Piccoli Fratelli di Foucauld stanno "in silenzio". Volevo dare testimonianza vivendo in mezzo ad essi come Gesù a Nazareth.

E che successe? Quello che sempre succede. Il vicino, un giorno che faceva un freddo cane, perché era inverno e nevicava - io mi scaldavo con dei cani randagi che vivevano con me - entrò all'improvviso e mi disse: "Ti ho portato un braciere perché stai morendo di freddo!".

Poco a poco si avvicinavano e domandavano: "Chi è costui che sta qui, con barba e chitarra?". Per alcuni ero uno che aveva fatto un voto, per altri un protestante, perché portavo sempre la Bibbia. Gli zingari venivano per la chitarra... Non sapevano chi ero. José Agudo, che allora era in lite con un altro clan di "quinquis", mi si avvicinò per domandarmi cosa diceva il Vangelo sul fatto di picchiarsi. Io gli lessi il Discorso della Montagna che dice di non resistere al male e restò a bocca aperta: "Come? Ma se non mi difendo mi ammazza! Che devo fare?". Gli diedi da leggere i "Fioretti" di San Francesco che lo impressionarono molto e non mi lasciò più.

Nota storica

Nel 1964, Francisco (Kiko) Argüello, un pittore nato a León (Spagna), e Carmen Hernández, laureata in chimica e formatasi nell’Istituto Misioneras de Cristo Jesús, si incontrano tra i baraccati di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid. Dopo tre anni, in questo ambiente composto soprattutto da poveri, si forma una sintesi kerigmatico-catechetica che, sostenuta dalla Parola di Dio, dalla Liturgia e dall’esperienza comunitaria, e sulla scia del Concilio Vaticano II, diventerà la base di ciò che il Cammino Neocatecumenale porterà in tutto il mondo.

Dalle baracche l’esperienza passa presto ad alcune parrocchie di Madrid e di Zamora. Nel confronto, al quale fu sottomessa la sintesi kerigmatico-catechetica formatasi tra i baraccati di Palomeras Altas, presto si vide come nelle parrocchie soprattutto benestanti le catechesi erano usate per "sopravvestirsi", come conferenze, non come un cammino di conversione e di "kenosis", dove far morire a poco a poco l'uomo vecchio, per poter essere rivestiti della nuova creazione nello Spirito Santo.

Così gradualmente venne apparendo il Battesimo, come cammino da percorrere per arrivare a una fede adulta, capace di rispondere ai cambiamenti sociali che si stavano verificando.

Ben presto apparve la necessità di fare una prima riflessione sull’esperienza di ciò che stava accadendo, di ciò che il Signore stava compiendo in quelle comunità. Nell’aprile del 1970, a Majadahonda, nei pressi di Madrid, gli iniziatori del Cammino, Kiko e Carmen, insieme ai responsabili, presbiteri e qualche parroco delle prime comunità esistenti, si riunirono per fare una prima riflessione su ciò che lo Spirito Santo stava attuando in mezzo a loro. Si preparò un questionario con una domanda base: Che cosa sono queste comunità che stanno sorgendo nelle parrocchie?

Dopo tre giorni di preghiera e di lavoro si giunse, all’unanimità, a questa riposta:

Che cos'è la Comunità

- La comunità è la Chiesa: che è il Corpo visibile del Cristo risorto. Nasce dall'annuncio della "Buona Novella" che è Cristo, vincitore in noi di tutto quello che ci uccide e distrugge.

- Questo annuncio è apostolico: unità e dipendenza dal Vescovo, garanzia della verità e della universalità.

- Siamo chiamati da Dio a essere sacramento di salvezza all'interno dell'attuale struttura parrocchiale; inizia un cammino verso la fede adulta, attraverso un Catecumenato vissuto mediante il tripode: Parola di Dio, Liturgia e Comunità.

Missione di queste comunità nell'attuale struttura delle Chiese

- Rendere visibile un nuovo modo di vivere oggi il Vangelo, tenendo presente le profonde esigenze dell'uomo e il momento storico della Chiesa.

- Aprire un cammino. Chiamare a conversione.

- Non si impongono. Sentono il dovere di non distruggere niente, di rispettare tutto, presentando il frutto di una Chiesa che si rinnova e che dice ai suoi Padri che sono stati fecondi, perché da essi sono nate.

Come si realizza questa missione

- Queste comunità sono nate e desiderano rimanere dentro la Parrocchia, con il Parroco, per dare i segni della fede: l'amore e l'unità. "Amatevi l'un l'altro come io ho amato voi. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli" (Gv 13,34-35). "Padre, io in essi e tu in me; affinché siano perfettamente uno e il mondo sappia che tu mi hai mandato" (Gv 17,23). L'amore nella dimensione della Croce e l'unità sono i segni che creano gli interrogativi necessari perché si possa annunciare Gesù Cristo (…).

Al termine della convivenza venne l’allora Arcivescovo di Madrid, che già aveva conosciuto l’esperienza delle baracche e aveva invitato a portarla nelle parrocchie. Gli venne letta la riflessione maturata durante l’incontro. L’Arcivescovo, dopo averla ascoltata, esordì dicendo: "Se l’avessi scritta io, sarebbe la pagina più bella della mia vita".

Alcuni anni più tardi, quando il Cammino era già diffuso in molte parrocchie di Roma e in varie diocesi d’Italia, gli iniziatori furono chiamati dalla Congregazione del Culto divino, perché volevano sapere in che cosa consisteva quell’itinerario di riscoperta del Battesimo e i riti che facevamo. L’allora Segretario della Congregazione, Mons. Annibale Bugnini, e il gruppo di esperti che erano con lui, rimasero enormemente impressionati nel vedere che ciò che stavano elaborando da alcuni anni sul catecumenato per gli adulti – e che presto sarebbe stato pubblicato come "Ordo Initiationis Christianae Adultorum" (OICA) –, lo Spirito Santo, partendo dai poveri, lo stava già mettendo in opera. Dopo due anni di studio di ciò che le comunità facevano, pubblicarono nella rivista ufficiale della Congregazione (Notitiae), in latino, per tutta la Chiesa, una nota laudatoria: "Praeclarum exemplar" dell’opera che stava svolgendo il Cammino neocatecumenale . Con loro si concordò il nome da dare al Cammino: "Neocatecumenato", come itinerario di formazione cristiana post-battesimale che segue le indicazioni proposte nel Capitolo IV dello stesso Ordo. In esso si dice infatti che alcuni riti per i non battezzati, proposti dall’OICA possano essere adattati anche a coloro che sono già battezzati, ma non sufficientemente catechizzati.

Insieme a questi momenti salienti della storia del Cammino, va ricordata la caratteristica di fondo che lo costituisce e che lo Statuto riconosce: la possibilità di vivere la vita cristiana in comunità, recuperando il modello ecclesiale dei primi secoli.

Il Cammino neocatecumenale si è proposto, sin dal suo sorgere, come un cammino di iniziazione alla fede: non è una spiritualità particolare, ma un cammino di gestazione, "un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni" (Giovanni Paolo II, Lettera "Ogniqualvolta").

È un processo di maturazione alla fede che ricostruisce la comunità cristiana: e questa diventa segno per il mondo, resiste al processo di secolarizzazione. In questo cammino di fede verso la radicalità del proprio Battesimo diventa centrale la comunità cristiana e, come nucleo fondamentale di essa, la famiglia. È in seno ad una comunità cristiana concreta che si fa, in prima persona, un’esperienza viva e diretta della vita cristiana. Si riceve una parola, che si fa liturgia, che cresce, poco a poco, in koinonia, in comunità. Dio stesso è comunità di persone.

Molti sono stati i doni dello Spirito che hanno caratterizzato lo sviluppo del Cammino, in particolare i Catechisti itineranti, le Famiglie in missione, i Seminari "Redemptoris Mater".

Vari Vescovi, preoccupati per la situazione di secolarizzazione presente in tante parrocchie, vedendo che in quelle parrocchie dove era nato il Cammino Neocatecumenale si costituivano delle piccole comunità vive, piene di lontani, hanno sollecitato di poter aprire lo stesso percorso di iniziazione cristiana, chiedendo catechisti da altre città e nazioni. Ciò ha dato luogo alla nascita dei Catechisti itineranti. Negli incontri dei catechisti si espongono queste richieste dei Vescovi e si invitano liberamente coloro che si sentono chiamati partire per annunziare il Vangelo a rendersi disponibili a tale missione, in base al mandato del proprio battesimo. Appare così di nuovo un modello di Chiesa primitiva evangelizzata da apostoli e catechisti itineranti, senza che questi formino nessun gruppo particolare. Essi restano inseriti nelle proprie comunità e parrocchie, dalle quali partono e alle quali ritornano periodicamente.

Così, a poco a poco, attraverso l'esperienza e in tante convivenze di formazione, si sono costituite équipes itineranti di evangelizzazione, formate da donne e uomini celibi, o da coppie, e da un sacerdote che ottiene il permesso dal proprio Vescovo o dal proprio Superiore religioso. Esse vanno durante un tempo in un'altra diocesi, d'accordo con il Vescovo che li chiama, ad aprire il Cammino Neocatecumenale nelle parrocchie. Detta struttura di evangelizzazione, come un'impalcatura, è coordinata dall'Équipe responsabile del Cammino Neocatecumenale, composta dagli iniziatori, Kiko e Carmen, e da un presbitero, Padre Mario Pezzi. Così, nell'arco di questi anni, il Cammino si è esteso nei 5 continenti.

Di fronte alla situazione del Nord Europa, dove la secolarizzazione dura ormai da molti anni, la Chiesa si va riducendo e si trova in una situazione di debolezza estrema – soprattutto è distrutta la famiglia –, ispirati dalle parola del Santo Padre, Kiko e Carmen hanno visto la necessità di inviare famiglie in missione, sia per fondare la chiesa in alcune zone di "terra nullius", come una "implantatio Ecclesiae", sia per aiutare a rafforzare le comunità esistenti con famiglie che mostrino il volto di una "famiglia cristiana".

Anche nell’America del Sud, a causa dell'enorme emigrazione dalle campagne verso le periferie delle grandi città e della scarsità del clero per aprire nuove parrocchie, questi enormi agglomerati urbani sono preda delle sette. I vescovi, vista la forza di evangelizzazione che ha il Cammino, hanno chiesto l’invio di famiglie in questi centri periferici, spesso baraccopoli immense, per formare nuclei di evangelizzazione che possano contenere le sette, formando piccole comunità, nell’attesa di poter inviare un presbitero e fondare nuove parrocchie.

Tutto ciò ha fatto sì che il Santo Padre Giovanni Paolo II nell’anno 1988 inviasse le prime cento famiglie in molte Diocesi, i cui Vescovi ne avevano fatto richiesta.

Queste famiglie, che restano unite alla propria comunità neocatecumenale, inserita nella parrocchia, sono sostenute dalla stessa comunità e dalla parrocchia per ciò che si riferisce a spese di viaggi, affitto delle case, costruzione di nuove chiese, sostegno morale, lettere, preghiere, ecc. Nasce così una proficua collaborazione fra comunità, parrocchia e missione.

Dall’opera di evangelizzazione, iniziata dalle famiglie in diverse zone, è apparsa ben presto la necessità di presbiteri che sostenessero le nuove comunità appena formate e con cui si potessero costituire eventuali nuove parrocchie.

In questo contesto sono nati i Seminari "Redemptoris Mater": grazie alla visione profetica degli iniziatori del Cammino, al coraggio del Papa Giovanni Paolo II e allo slancio missionario delle famiglie in missione, quasi tutte con molti figli. Fondamentale per la rievangelizzazione e formazione di nuove parrocchie è stata proprio la testimonianza di fede dei figli di queste famiglie.

Questi Seminari sono diocesani, eretti dai Vescovi, in accordo con l'Équipe Responsabile internazionale del Cammino, e si reggono secondo le norme vigenti per la formazione e l’incardinazione dei chierici diocesani; sono missionari: i presbiteri che in essi vengono formati, sono disponibili ad essere inviati dal Vescovo in ogni parte del mondo; sono internazionali: i seminaristi provengono da paesi e continenti diversi, sia come segno concreto della cattolicità, sia come segno di disponibilità ad essere mandati ovunque.

Ma il dato più significativo di questi Seminari è che essi, da un parte, sono un dono che aiuta le Diocesi ad aprirsi alla missionarietà, ad andare in tutto il mondo e, dall’altra, trovano nel Cammino Neocatecumenale, un sostegno che accompagna i seminaristi durante il tempo della loro preparazione e, divenuti presbiteri, continua a sostenerli nella formazione permanente.

Approvazione degli statuti

Lo Statuto del Cammino Neocatecumenale viene approvato in forma definitiva l'11 maggio 2008, giorno di Pentecoste. Il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, cardinale Stanislaw Rylko, consegna il nuovo testo agli iniziatori del Cammino Neocatecumenale, Kiko Arguello e Carmen Hernandez, il 13 giugno 2008, giorno di Sant'Antonio da Padova, francescano portoghese, Dottore della Chiesa.

Queste le parole del Cardinal Rylko, alla domanda su quale significato abbia questa approvazione, per la Chiesa e per il Cammino stesso: «Significa la conferma da parte della Chiesa dell’autenticità, della genuinità del carisma che sta alla loro origine nella vita e nella missione della Chiesa. In modo particolare, questo riguarda il Cammino che ha ormai lunga storia nella Chiesa, più di 40 anni, e porta nella vita della Chiesa tanti frutti, tante vite cambiate in profondità, tante famiglie ricostruite, tante vocazioni religiose, sacerdotali e tanto impegno a favore della nuova evangelizzazione. Quindi, è un momento di grande gioia per la Chiesa, un momento di grande gioia per la realtà ecclesiale che riceve questo riconoscimento»

Lo statuto del cammino neocatecumenale e molte altre informazioni si possono trovare sul sito http://www.camminoneocatecumenale.it .

 
 
 
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