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GRAZIE STELLA!
Post n°248 pubblicato il 29 Marzo 2009 da cinemagora
Piccolo film, grande sorpresa! La prova è che non è un racconto di poco conto, in cui l'emozione è spontanea e non viene dettata da nessuno. Stella sfida e supera quei film definiti più "importanti". Terzo film della regista francese Sylvie Verheyde (dopo Son frère, 1997, e Princesses, 2000) è questa rarità: un film ad altezza di adolescente, che sconvolge senza alcun adescamento e passa attraverso una sincerità che evidenzia il suo impulso autobiografico e il miracoloso equilibrio della sua scrittura, una riproduzione di ricordi che potremmo credere e definire reali. 1977- Parigi. Sballottata dai suoi genitori, proprietari di un bar -hotel (stelle zero), la piccola Stella frequenta la sesta classe in un liceo facoltoso dove non conosce nessuno. Tutto le appare estraneo: i muri imponenti, gli altri ragazzi (del genere "protetti"), l'ortografia e la matematica. Così si fa tutta piccola. E dato che i suoi genitori non sono del genere di quelli che la obbligano a stare a capo fitto sui compiti da fare, Stella passa il suo tempo al bar, tra i clienti che bevono, fumano, giocano, danzano o litigano. Fortunatamente, riesce a farsi un'amichetta, Gladys, una ragazzina di origine ebrea e proveniente dall'Argentina, figlia di uno psicologo e prima della classe. E visto che i genitori stanno per separarsi, bisogna trovare qualcosa a cui attaccarsi... Tra una mamma dal carattere piuttosto fermo che mente a suo marito, un uomo debole che si annega dolcemente nel pastis, e dei clienti più o meno mal ridotti, (l'unico re di cuori è Guillaume Depardieu), questa ragazzina di 10 anni vede e indovina tutto . La durezza del mondo, l'ingiustizia delle origini, ma anche altri orizzonti possibili, grazie alla scuola. Senza sdolcinatezze nè nostalgie facili, in linea con Cassavetes e Pialat, Sylvie Verheyde ci porta nel suo mondo. E per la durata del film, ridiventiamo questa adolescente che non siamo mai stati, come la stessa Stella diventerà l'eroina di una Diga contro il Pacifico di Marguerite Duras. Magia dell'arte vera, più preziosa di tutti gli intrattenimenti vuoti che incombono sui nostri schermi. Con Stella, la regista Sylvie Verheyde si ispira alla sua infanzia per consegnarci un film a volte pungente, a volte dolce. Senza riprese a tutto campo, il film è simile a una polaroïd patinata, spettinando, con tatto d'epoca ,gli anni 70, visivamente ma anche musicalmente, con un gruppo che fa comunque la sua bella figura con le Hit-parades di Eddy Mitchell e di Sheila. Il personaggio centrale è interpretato con grande fascino dalla giovane Léora Barbara, molto convincente nel suo ruolo delicato.Da notare, l'ultima apparizione di Guillaume Depardieu che recita con un certo brio un personnaggio discreto, ma essenziale per la giovane Stella, come un angelo custode. Insomma, un bel film, di cui potremmo forse tralasciare qualche leggera superficialità della messa in scena, in particolare per il super sfruttamento della musica da Hit-Parades prima menzionata, ma questa leggerezza sarà presto dimenticata, tanto la coerenza del film è forte nel suo insieme. STELLA-Francia-2008 nb: "4 dicembre 2008, la terza sessione della Commissione per la Censura, presieduta da Maria Pia Baccari, ha vietato ai minori di 14 anni STELLA, il film capolavoro di Sylvie Verheyde, distribuito da Sacher di Nanni Moretti. Si sono dissociati dalla decisione della stessa Commissione di cui fanno parte, Bruno Zambardino e Carlo Silvestrin. Morena Mancinelli |
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