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Voci
Voci che corrono lungo strade e che si scontrano tra di loro, cozzando. rimbalzando
Voci che emettono grida disperate o sussurrano ad orecchie in attesa
Voci lanciate in corsa da precipizi dove poter volare o subiciclette in discese senza fine
Voci spente dalla dittatura e dalla violenza di chisopraffae
Voci che narrano agiovani bambini o ad adulti col cuore da bambino
Voci nei mercati che raccontano il quotidiano
Voci nei teatri che urlano il loro diritto di avere spazidove esprimersi
Voci presenti,voci lontane
Voci che dicono di esserci. Voci che dicono che hanno smessodi esserci
Voci che raccontano verita’ , ma anche tante menzogne
Voci di soppiatto e voci spontanee
Voci che raccontano di chi siamo o saremo
Voci che aprono la mente e voci che la rendono opaca
Fermati
Ascolta la tua di voce
Soffermati
Senti cosa potra’ regalare
Senti cosa potra’ insegnare
Ma soprattutto senti cosa potra’ dire di te
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E’ ancora tempo
E’ ancora tempo di potersi raccontare
E’ tempo di riprendere il cammino verso la serenita’
E’ ora di far poggiare una farfalla sulla mano,ammirandola
E’ ancora tempo di incrociare sguardi profondi edemozionanti
E’ tempo diridere,giocare
E’ ora che un brivido percorra la schiena
E’ ancora tempo di ammirare un tramonto estivo
E’ tempo di camminare a piedi ,su sabbia bagnata dal mare
E’ ora di poter danzare,abbandonandosi
E’ ancora tempo diparlare,confidarsi
E’ tempo di essere se stessi,senza segreti
E’ ora di conoscere altro
E’ ancora tempo
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Il segreto della fontana
I tempi erano bui.
La guerra nel paeseera incalzante e la popolazione stremata dalla fame e dal freddo.
Anche al paesino diKainuu, era toccata la stessa sorte.
Un paese di un centinaio di anime,che vivevano cacciandoquel poco che era rimasto nei boschi.
Qui ha inizio la storia della piccola Hengel, orfana digenitori ed adottata da uno zio che l’amava come fosse la propria figlia.
Qui ,poco più che dodicenne,la ragazza badava alla casa ealla nonna,non mancando di frequentare la scuola più vicina,che distava un’ora apiedi da casa sua.
Capitava spesso che arrivarci divenisse un’impresa, ma allapiccola piaceva studiare, e quel peso diveniva meno grave.
Le strade come dicevo erano però sempre pericolosissime,inquanto la guerra che imperversava tra due famiglie rivali, aveva ridotto ilpaese,in un paese povero e sofferente.
La guerra durava ormai da anni, e alcuna soluzione sembravasi vedesse all’orizzonte. Era nata peruno screzio e per l’appartenenza di un piccolo lembo di terra, a cui nessunadelle due parti voleva rinunciare.
Come dicevo poco innanzi,la piccola Hengel, percorreva giornalmenteuna strada irta di pericoli, ma la natura compensava quella paure che sarebberopotute sorgere.
La neve copriva tutti i campi e i filari di alberi correvanolungo il ciglio della strada.
Alberi imponenti che sembrava abbracciassero il viandante eche proteggevano dal forte vento che in quella zona soffiava sempre moltoforte.
Nel percorso ,un particolare aveva attirato l’attenzione della piccola.
Una piccola fontana dipietra fredda e grigia.
Un compagno di viaggio, le raccontò un giorno che essendo assetato si fermò per bere, ma che neanche una goccia di acquasgorgò da essa.
In seguito anche domandando agli anziani del paese, glistessi non ricordavano che fosse mai uscita nulla da quella fontana.
Quella notte Hengel, fantasticò per ore,domandosi come e chi avesse potutocostruire una fontana che non dava acqua.
Forse un guasto o ancora di più un sortilegio. Le storienarravano ,che nelle serate buie e fredde,se tendevi bene l’orecchio da casa potevisentire le voci.
Voci che si infilavano tra gli alberi e in giri vorticosi silanciavano verso il cielo,disperdendosi tra le nubi bianche che coprivano laluna invernale.
Hengel, si coprìinteramente la testa,sparendo sotto le coperte,come potessero le stessedifenderla da quello che c’era fuori.
Il giorno dopo,il sole era spuntato e sembrava volesseessere protagonista.
Hengel, quel giorno si sentiva diversa dal solito. Neanche leisapeva cosa gli prendesse.
Avvertiva un misto di gioia,preoccupazione ed un peso allabocca dello stomaco.
Cercò di tranquillizzarsi e si avviò per andare a scuola.
Quando arrivò davanti alla locanda,solo il solco delle ruotedella carrozza trascinata dai vecchi finnici.
I disturbi delmattino,l’avevano fatta ritardare.
Pur conoscendo la distanza, si incamminò lentamente.
Quasi fosse attratta da una forza sconosciuta,dopo averpercorso qualche chilometro,le gambe stanche la fecero appoggiare ad una lastrache rimaneva sul ciglio della strada.
Prese fiato,ma quando stava per alzarsi,girandosi notò cheil basamento era parte di quella fontana,di cui tanto aveva sentito parlare.
Ebbe un sussulto. Un brivido gli percorse la schiena.Allungò la mano per poter toccare labocca fatta a forma di leone.
E in quell’istante una piccola lacrima di acqua,si poggiòsul dorso della sua mano.
Una lacrima fredda,ben allungata,decisa nel percorso nel suocammino.
Non ne ebbe paura e di nuovo allungò la mano.
Quasi a volerla rassicurare Hengel, la circondò con lebraccia,non solo per sentirne la grandezza.
C’era nell’intimo qualcosa di più grande in quel gesto.
Una sorta di apertura,una curiosità giovanile,un senso discoprire il perché.
Lentamente la fontana reagì a quel gesto e a breviintervalli ,spruzzi di acqua caddero in terra.
Hengel avvertì ,pur nella sua incomprensione,che un dialogotra loro due sarebbe potuto avvenire,non si sarebbe ancora saputo come,masarebbe successo.
La ragazza iniziò a porgli delle domande e le rispostearrivarono dicendo si con uno spruzzo e dicendo no con due spruzzi.
Questa cosa andò avanti per un po’ quel giorno,ma proseguìanche nei giorni che seguirono.
Sempre più intensamente,sempre in maniera più dettagliata.
Alla domanda,più ovvia si giunse. Perché la fontana avevasmesso di mostrare l’acqua.
Per qualche minuto non ci fu risposta.
L’unico spruzzo che emise,che equivaleva ad un si. Fu quellodi una storia che era avvenuta anni addietro e che Hengel aveva appreso daglianziani del villaggio.
Come oggi,anche anni prima,c’era stata una guerra per leterre. E per via di queste , un assassinio fu compiuto davanti a quellafontana.
Un sconosciuto pugnalò a sangue un altro uomo,e come unicotestimone silenzioso, la fontana.
L’assassino non fu mai trovato e probabilmente neanchecercato, e da allora la fontana smise di sgorgare acqua.
Questa fontana,con una sensibilità umana,ebbe spezzato ilcuore di vedere morire una giovane vitadavanti ad i suoi occhi,ma non potendo urlarlo,ebbe la unica reazione a leiconsona.
Hengel capì a fondo,pur non potendo dialogare con lei,e nerimase sconvolta.
Il segreto della fontana era stato finalmente svelato ad unagiovane ragazza.
Quel terribile segreto non poteva essere più nascosto.
Forse le guerre sarebbero potute terminare,oppure no.
Ma la scelta di rivelarsi fu fatta.
Hengel corse in lacrima a casa,ma confortata dallo zio,capiche rivelare l’dentità dell’assassinio era l’unica cosa da fare.
Qualche giorno innanzi,una figura di anziano all’interno diun carro con gendarmi,percorse le stradine del paese.
La gente ne riconobbe il viso,che apparteneva ad un riccoproprietario terriero.
Anche la guerra smise,dopo che furono chiarite le cause delsuo inizio.
Hengel ritornò alla fontana. L’ accarezzò un ultima voltacome per salutarla ed uno spruzzo deciso di acqua venne fuori.Copioso,determinato,liberatorio.
Da allora non smise più di farlo,dando sollievo ai viandantie ai bambini che perdevano carrozze per la scuola.
Ma anche disperdonsi nell’aria ,in momenti in cui i colpi divento erano più decisi o sentendone lafragorosa cascata.
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Il mago del mare
Si narra,dasempre,che in un luogo lontano lontano,ma anche profondo profondo esistesse unmago.
Lochiamavano il mago del mare.
Di egli ,sidice avesse poteri che nessun mago neanche sulla terraferma avesse.
Nessuno loaveva mai visto da vicino ,ma dicono i più che avesse una lunga pinna che glipermetteva di nuotare in tutti i mari che la Terra aveva messo a disposizione.
Di certo eramolto conosciuto nelle profondità del mare e soprattutto tra tutti i suoabitanti pesci.
Tutti ,grandie piccini erano a conoscenza delle sue imprese.
Alcunegrandiose, altre più quotidiane.
Si raccontadi come avesse aiutato la seppia un giorno che sbadatamente fece uscire tuttoil suo colore nerastro,andando poi a sbattere la testa contro uno scoglio. Cosache gli causò un gran mal di testa.
Di comeaiutò a liberare un gruppo di giovani polipi che stavano giocando ad abbracciarsi e dove i loro tentacoli fecero ungroviglio tale che l’impresa di scioglierli non fu semplice.
Oppure dicome fece dimagrire l’Orca Pasqualina,che lamentava di essere troppo grassa.
Le storienarrate sono tante,ma la figura di questo Mago da li a poco si sarebbeincrociata con quella del pesciolino Oscar .
Unpesciolino che viveva nei mari freddidel Nord e che forse pochi conoscevano,ma da li a poco sarebbe stato conosciutoda tutti.
Oscar decimofiglio di una famiglia di Merlani,appena nato aveva già dato problemi al suopapà e alla sua mamma. Egli infatti era uno spirito libero e delle regoleproprio non ne voleva sapere. Spesso si allontanava dal gruppo perché la suasete di conoscenza era immensa e voleva sapere tutto di tutti. Di quello che locircondava,di chi viveva il mare in cui era nato e soprattutto era moltoattratto da chi viveva sulla terraferma.
Per lui erairresistibile affacciarsi e vedere le sagome umane che solcavano le onde con i loro pescherecci in alto mare echi dai moli con lunghe lenze cercava del pescato quotidiano.
Le sueincursioni profonde creavano non poco scompiglio tra tutti i piccolini cheseguivano in maniera ordinata ed obbediente il gruppo familiare.
Ed infattispesso Oscar veniva sgridato dal padre che a sua volta era stato riempito dirimproveri dai vari capofamiglia.
Quella voltaOscar fu davvero punito in maniera esemplare e messo a raccogliere plancton,inmodo che non combinasse guai.
Ma ancheli,svogliato da quel lavoro noiosissimo,il piccolo pesciolino si appoggio conla pinna ad uno scoglio e si addormentò senza accorgersene.
Le ondeiniziarono a cullarlo e i primi sogni comparsero nella sua mente.
Immaginicosi belle da sentirle reali.
Le correntiiniziarono a spostarlo dal suo giaciglio,trascinandolo nel mare aperto.
Solo unpassaggio di un branco enorme di merluzzi,lo svegliò dal suo profondo sonno.
E girandosiintorno vide che l’unica luce che c’era ,non era distante da lui.
Cosi,senzaperdersi d’animo si diresse verso l’unica cosa che potesse rispondere alle suedomande.
Con forticolpi di pinna e resistendo al freddo della sera,si avvicinò sempre di più aquella luce.
Fermatosi,sgranògli occhi,si passò le pinne su di essi, non consapevole di chi avesse davanti.
Timidamentechiese chi fosse,ma nessuna voce ebbe ritorno.
-Ciao sonoOscar. Facevo un giretto e vedendo la luce mi sono avvicinato per curiosità,tuchi sei? Ti và se ci conosciamo?-
-Ah cosifacevi un giretto! Gli rispose la luce. A quest’ora di notte. Non ti sembra unpochino troppo tardi?-
- Forse hairagione,disse Oscar infreddolito. Ti dirò la verità! Mi sono perso. Dormivo unsonno cosi profondo che mi sonoallontanato dalla mia tana-
-I tuoigenitori saranno preoccupati allora!-
- Vediluce,ti chiamo cosi perché ancora non conosco il tuo nome,i miei genitori mihanno avuto molto giovani ed io sono sempre stato molto disobbediente,quindimagari sono contenti se starò via per un po’-
-Tupesciolino continui a dire stupidaggini,ma capisco anche che la tua sete diconoscenza e’ grande. Allora faremo cosi,adesso riposa e domani mattina tiindicherò la corrente giusta-
- Oh grazieluce!-
- Il mionome è Mago del mare-
Di primoacchito Oscar non realizzò,ma quando andò per riposare trasalì.
-Il Mago delmare ? quel Mago del mare?-
-Si risposelui,proprio quello-
Sopraffattodalla stanchezza e dal freddo Oscar dormi come non gli era mai capitato.
La mattinaseguente percorsero il mare insieme.
Da li a pocol’avventura ebbe iniziò.
Un gruppo didelfini si era spiaggiato, avendo perso l’orientamento. Il mago del mare nonperse tempo e scuotendo la pinna fortemente,fece arrivare l’acqua verso idelfini che ritrovarono appoggio per sfuggire ad una morte sicura.
Il lororingraziamento fu una dimostrazione di gioia incontenuta,con salti e piroetteche finivano con fragori nelle onde.
Iniziammo ascendere verso il mare profondo. Il mago non intendeva farsi notare.
Ma proprioin quegli abissi trovammo un nugolo di pesci lanterna che alla luce del propriocorpo si dividevano cibo con voracità. Non avevo mai visto il mare a quelleprofondità e la cosa mi spaventò,ma ero anche più sereno essendoci lui.
Le cose chevedemmo in quel mare furono davvero tante e lui, il mago del mare ,riuscivasempre a trovare soluzioni per la sua gente. Il popolo del mare lo amava e luiamava loro.
Giungemmoalla corrente giusta e li ci salutammo. Non ci furono molte parole da partesua,solo una gran pinnata sul mio dorso a mò di sgridata.
Imboccai lastrada e iniziai a riconoscere i miei luoghi natii.
Tutto eracosi familiare e protettivo,che dopo aver visto che la vita nel mare aperto eradavvero difficile,mi ripromisi di essere più buono.
Mio padrenon mi sgridò. Capì che avevo sbagliato,ma il giorno dopo mi rimise araccogliere plancton.
Ed io mioriaddormentai.
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Poesia di Natale
Anche quest’anno il giornoe’ arrivato
Forse più dimesso ma non altrettanto sentito
Giorni doveaccantonare notizie gravose e renderesereni cuori tormentati
Dove lo spread si voglia immaginare sia un dolce farcito
Dove l’ Eurobond si voglia immaginare sia un immenso parco di divertimenti
Che la Francia e la Germania pensino che non si possa esserei classici italiani faciloni
Che i Bot,Btp possano essere solo rumori pirotecnici
Dove i cassaintegrati possano ritrovare un lavoro
Che i giovani possano non dover scappare dal nostro paese
Dove il posto di lavoro sia per tutti non un ritrovogeriatrico,a causa degli allungamenti
Di non dover girare angoli della strada e vedere pensionatiche rovistano nei cassonetti dell’immondizia
La lettera a Babbo Natale non l’ho scritta ma se cio’accadesse gli direi di correre piu’ veloce che puo’
Di portare tanto carbone a chi a causato tutto cio’
E di poter regalare un sorriso a chi e’ nella speranza diriceverlo
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Volare
Allargare le braccia come ali di rondine
Chiudere gli occhi e liberare la mente
Staccare lentamentei talloni dal suolo temendo si possa cadere
Sentire sospingere il vento alle spalle
Da mezz’ora mi ripasso cosa fare
Vedo solo davanti a me quella grande valle verde con alberi e fattorie
Mi lascioandare
In unistante abbandono terra e le cose ai miei occhi diventano piccole piccole
Le persone diventano formichine affannate che si dirigono ovunque e le case solo tetti e tegole marroni
Nessuno davanti a me
Mi sento sereno
Non temo divolare ed incontrare cose nuove
Questa cosal’ho gia’ provata ma in forme diverse
Le sensazioni erano timorose,alcune incerte ed altre dubbiose
Qui nelcielo sono solo e i venti mi sospingono
Il respirare in maniera controllata mi da’ maggior sicurezza
Mi azzardo a virare e volo giu’ spedito per poi riprendere la rotta
Desidero abbracciare il vento,il sole e la natura stessa
Non riesco
Ma questo lirende unici
Belli,affascinanti,imprendibilie misteriosi
Misteriosi come l’amore,che da’ e toglie
Belli, come lo sono i suoi colori
Affascinanti,perche’ sono unici nell’esserci ,nel raccontarsi senza dire una parola
Ed imprendibili, come le cose piu’ desiderate nella vita,ma che a volte non si prendono mai
Le sfiori,leidealizzi,ma corrono piu’ veloci di te
E’ la loronatura,alcun cruccio al riguardo
Volare
Volare conil corpo come tuffatori da scogliere
Volare conla mente mentre si scrive buffe storie inventate
Volare con l’animache fa battere il cuore e generare unsorriso
Volare nellaproprio vita,abbandonandosi
Volare evivere
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Piedi
Oggi osservo in basso
Non guardo dritto oal cielo, gli occhi ben fissati a terra
Un mondo variegato dipiedi
Piedi che camminano sulla 5 Avenue,che saltano di corsa sumetro’,che inciampano su marciapiedi sconnessi,che ritmano a tempo di Hip Hop
Piedi veloci,lenti,affaticati,sinuosi,con piante stretteoppure larghe
In fila davanti a mense,a sportelli di ufficio,o che pigiano su acceleratori
Alcuni sono lunghi,altri cortissimi,alcuni scalzi,altri concalzini o collant di varie fogge
Calzano scarpe di generi diverso: lucide,consumate,alte comestivali o basse come mocassini
Chi li porta con eleganza,chi farebbe meglio a non indossarle
Vanno ovunque
In ogni direzione
Salgono scale,scendono in metropolitane,prendonoascensori,salgono in macchina,corrono su campi di erba,saltano pozzanghere
Il loro movimento affascina per certi versi
Movimento leggiadro di un ballerino classico,o rude di un cowboyche danza a ritmi country
Piedi che fanno esplorare,piedi che fanno soffrire,che danno spinta in acqua
Rivolgo lo sguardo ai miei piedi
Li ringrazio con un sorriso e riprendo a guardar dritto
Chissà dove andrò,ma non importa
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1) La vera felicità sta nelle piccole cose: una piccola villa, un piccolo yacht, un piccola fortuna.
2) Se cerchi una mano disposta ad aiutarti, la trovi alla fine del tuo braccio.
3) C'é un mondo migliore... però minchia... é carissimo!
4) L'importante non é vincere. L'importante é competere, senza perdere né pareggiare.
5) Avere la coscienza pulita é segno di cattiva memoria.
6) Colui che é capace di sorridere quando tutto va male, é perché già ha pensato a chi dare la colpa.
7) Chi ride ultimo, pensa più lentamente.
8) Alcune persone sono vive solo perché l'assassinio é illegale.
9) Se non puoi convincerli, confondili.
10) Il denaro non fa la felicità... figurati la miseria!
11) L'amore eterno dura tre mesi.
12) Chi nasce povero e brutto ha buone possibilità che, crescendo, si sviluppino entrambe le condizioni.
13) Pesce che lotta contro la corrente muore fulminato.
14) Quando il sole si alza iniziano i problemi.
15) Chi se la tira troppo, rischia di strapparsela tutta.
16) Uomo molto saggio é colui che non gioca mai a saltacavallo con unicorno.
17) Non é la misura del trattore che conta, ma quanto tempo trascorri ad arare il campo.
18) Uomo che va a dormire con problemi sessuali si risveglia con la soluzione in mano.
19) Uomo che va a dormire con prurito al culo si sveglia con dito puzzolente.
20) La fine del giorno é vicina quando uomini bassi fanno lunghe ombre.
21) Se la montagna viene verso di te... cooorrriiiii !!! E' una franaaaa !!!
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Il tempo
Mi capita ancora
Come quando ero bambino
Avvertivo nell’aria lo scorrere del tempo
Da piccolo non percepivo bene l’essenza della cosa
Ora la vedo e la sento in altra maniera
Più adulta, consapevole, percepibile
Il fiume scorre, maha variato il suo corso, gli argini sono stati erosi
Il vecchio orologio del campanile è stato sostituito con unopiù moderno
IL calzolaio all’angolo della strada non c’è più e vi ha trovato posto un moderno negozio
Quell’angolo dove un anziano signore coltivava rose adessoospita un parcheggio
Quando mi fermo per strada all’improvviso inizio a sentirequello scorrere
Entra quasi nelle vene in maniera dirompente che stenti acapire
Un attimo dopo ti da sollievo essendo lieve il suo fluire
M giro e vedo quelbambino che corre con la sua biciclettina
Mi saluta e mi lascia proseguire , ed io riprendo il cammino
Mia madre ha più rughe e fatica a camminare
Il bacio di rincuoro di giorni fa mi ha fatto piacere
La giovinezza e la vecchiaia,due stati paralleli seppurelontani
La mia macchina sbotta e arranca, ma mi piace il suo coloree non la cambio
I tuffi dal molo acapofitto sono stati sostituiti da più morigerati balzi
La mia donna e’ ogni giorno più bella
Il tempo non è tiranno
E ’solo uno stato che deve farsi apprezzare per quello che è
Se lo si asseconda, lo si comprende, lui mostrerà ’ i suoilati buoni
E uomo o donna cheesso sia, accompagni quello scorrere con le sue mani
Spingendolo in avanti, supportandolo e ammirandone lapotenza
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Profondità
Dall’alto della roccia mi lanciosenza pensare
Apro le braccia come ali di uccello
Avverto già l’acqua che sta’ peravvolgermi
Mi darà conforto
Avrò la serenità che mi spetta
Ecco
Sono immerso in essa
Vado verso la profondità e girandomivedo allontanare la luce del sole
Scendo ed il panorama cambia ad ognimetro
Sento il freddo pungente ma ilvortice dei pesci mi rassicura
Sembrano impazziti ma san benissimocosa fanno
E’ la loro natura
Il fondo si vede a malapena ma non spaventa
La sabbia si solleva quando lasfioro con la mano
Coppie di delfini mi girano intornoincuriositi
Ogni tanto corrono verso il luce espiccano enormi salti
E’ come avere degli amici quaggiù
E’ un mondo questo dove non si puòmentire
Vago alla ricerca ma esattamente dicosa non so
Ma la profondità di queste acque ècome la mia anima
Cosi liquida,che non si puòtrattenere
Cosi variegata di chiari e scuri cheti scuotono
Cosa desideroso di sapere se c’e’altro sul tuo percorso
Profondità di corpi,di cuori chebattono all’unisono
Gli occhi a volte devono mettere afuoco le cose
Ma una volta avvicinatomi non nerimango deluso
Le braccia continuano a far forzacontro l’acqua
Avanzano
Con desiderio,curiosità e nessunapaura
Ricerco me stesso ma anche lei
Profondità di sentimenti,sguardi ecarezze
Risalgo e ho il cuore a mille
Un volto rassicurato
E la certezza che tornerò ad esplorareciò che c’e’ di bello
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In ascolto
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Appunti…
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Armonia (e 13 ragioni)
Dita veloci che scorrono sui tasti di un pianoforte
Petali di rosa che si aprono ai primi raggi di sole
Ruscelli d’acqua che precipitano a valle con rumorosa bellezza
Foglie che danzano nell’aria all’arrivo del vento del nord
La corsa di quel bambino sulla spiaggia, che vuole abbracciarti
Cavalli in corsa che comunicano libertà
Il sole che cede alla Luna il passo
Gli occhi della donna che amo
Io che imito un pinguino ,divertendo bambini di una corsia
Canti diurni di uccellini e cicalii al tramonto
Guardare il cielo e farlo tuo
Ruotare su se stessi respirando forte il profumo della vita
Amare il bello
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Inviato da: Arcobaleno1961
il 10/01/2013 alle 21:09
Inviato da: patapump
il 11/11/2012 alle 12:57
Inviato da: Arcobaleno1961
il 10/11/2012 alle 13:16
Inviato da: Arcobaleno1961
il 09/10/2012 alle 20:24
Inviato da: patapump
il 23/09/2012 alle 20:22