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Il Mago del mare

Post n°265 pubblicato il 08 Gennaio 2012 da patapump

Il mago del mare

 

Si narra,dasempre,che in un luogo lontano lontano,ma anche profondo profondo esistesse unmago.

Lochiamavano il mago del mare.

Di egli ,sidice avesse poteri che nessun mago neanche sulla terraferma avesse.

Nessuno loaveva mai visto da vicino ,ma dicono i più che avesse una lunga pinna che glipermetteva di nuotare in tutti i mari che la Terra aveva messo a disposizione.

Di certo eramolto conosciuto nelle profondità del mare e soprattutto tra tutti i suoabitanti  pesci.

Tutti ,grandie piccini erano a conoscenza delle sue imprese.

Alcunegrandiose, altre più quotidiane.

Si raccontadi come avesse aiutato la seppia un giorno che sbadatamente fece uscire tuttoil suo colore nerastro,andando poi a sbattere la testa contro uno scoglio. Cosache gli causò un gran mal di testa.

Di comeaiutò a liberare un gruppo di giovani polipi che stavano giocando ad abbracciarsi e dove i loro tentacoli fecero ungroviglio tale che l’impresa di scioglierli non fu semplice.

Oppure dicome fece dimagrire l’Orca Pasqualina,che lamentava di essere troppo grassa.

Le storienarrate sono tante,ma la figura di questo Mago da li a poco si sarebbeincrociata con quella del pesciolino Oscar .

Unpesciolino  che viveva nei mari freddidel Nord e che forse pochi conoscevano,ma da li a poco sarebbe stato conosciutoda tutti.

Oscar decimofiglio di una famiglia di Merlani,appena nato aveva già dato problemi al suopapà e alla sua mamma. Egli infatti era uno spirito libero e delle regoleproprio non ne voleva sapere. Spesso si allontanava dal gruppo perché la suasete di conoscenza era immensa e voleva sapere tutto di tutti. Di quello che locircondava,di chi viveva il mare in cui era nato e soprattutto era moltoattratto da chi viveva sulla terraferma.

Per lui erairresistibile affacciarsi e vedere le sagome umane che solcavano  le onde con i loro pescherecci in alto mare echi dai moli con lunghe lenze cercava del pescato quotidiano.

Le sueincursioni profonde creavano non poco scompiglio tra tutti i piccolini cheseguivano in maniera ordinata ed obbediente il gruppo familiare.

Ed infattispesso Oscar veniva sgridato dal padre che a sua volta era stato riempito dirimproveri dai vari capofamiglia.

Quella voltaOscar fu davvero punito in maniera esemplare e messo a raccogliere plancton,inmodo che non combinasse guai.

Ma ancheli,svogliato da quel lavoro noiosissimo,il piccolo pesciolino si appoggio conla pinna ad uno scoglio e si addormentò senza accorgersene.

Le ondeiniziarono a cullarlo e i primi sogni comparsero nella sua mente.

Immaginicosi belle da sentirle reali.

Le correntiiniziarono a spostarlo dal suo giaciglio,trascinandolo nel mare aperto.

Solo unpassaggio di un branco enorme di merluzzi,lo svegliò dal suo profondo sonno.

E girandosiintorno vide che l’unica luce che c’era ,non era distante da lui.

Cosi,senzaperdersi d’animo si diresse verso l’unica cosa che potesse rispondere alle suedomande.

Con forticolpi di pinna e resistendo al freddo della sera,si avvicinò sempre di più aquella luce.

Fermatosi,sgranògli occhi,si passò le pinne su di essi, non consapevole  di chi avesse davanti.

Timidamentechiese chi fosse,ma nessuna voce ebbe ritorno.

-Ciao sonoOscar. Facevo un giretto e vedendo la luce mi sono avvicinato per curiosità,tuchi sei? Ti và se ci conosciamo?-

-Ah cosifacevi un giretto! Gli rispose la luce. A quest’ora di notte. Non ti sembra unpochino troppo tardi?-

- Forse hairagione,disse Oscar infreddolito. Ti dirò la verità! Mi sono perso. Dormivo unsonno cosi profondo che  mi sonoallontanato dalla mia tana-

-I tuoigenitori saranno preoccupati allora!-

- Vediluce,ti chiamo cosi perché ancora non conosco il tuo nome,i miei genitori mihanno avuto molto giovani ed io sono sempre stato molto disobbediente,quindimagari sono contenti se starò via per un po’-

-Tupesciolino continui a dire stupidaggini,ma capisco anche che la tua sete diconoscenza e’ grande. Allora faremo cosi,adesso riposa e domani mattina tiindicherò la corrente giusta-

- Oh grazieluce!-

- Il mionome è Mago del mare-

Di primoacchito Oscar non realizzò,ma quando andò per riposare trasalì.

-Il Mago delmare ? quel Mago del mare?-

-Si risposelui,proprio quello-

Sopraffattodalla stanchezza e dal freddo Oscar dormi come non gli era mai capitato.

La mattinaseguente percorsero il mare insieme.

Da li a pocol’avventura ebbe iniziò.

Un gruppo didelfini si era spiaggiato, avendo perso l’orientamento. Il mago del mare nonperse tempo e scuotendo la pinna fortemente,fece arrivare l’acqua verso idelfini che ritrovarono appoggio per sfuggire ad una morte sicura.

Il lororingraziamento fu una dimostrazione di gioia incontenuta,con salti e piroetteche finivano con fragori nelle onde.

Iniziammo ascendere verso il mare profondo. Il mago non intendeva farsi notare.

Ma proprioin quegli abissi trovammo un nugolo di pesci lanterna che alla luce del propriocorpo si dividevano cibo con voracità. Non avevo mai visto il mare a quelleprofondità e la cosa mi spaventò,ma ero anche più sereno essendoci lui.

Le cose chevedemmo in quel mare furono davvero tante e lui, il mago del mare ,riuscivasempre a trovare soluzioni per la sua gente. Il popolo del mare lo amava e luiamava loro.

Giungemmoalla corrente giusta e li ci salutammo. Non ci furono molte parole da partesua,solo una gran pinnata sul mio dorso a mò di sgridata.

Imboccai lastrada e iniziai a riconoscere i miei luoghi natii.

Tutto eracosi familiare e protettivo,che dopo aver visto che la vita nel mare aperto eradavvero difficile,mi ripromisi di essere più buono.

Mio padrenon mi sgridò. Capì che avevo sbagliato,ma il giorno dopo mi rimise araccogliere plancton.

Ed io mioriaddormentai.

 
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