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Il segreto della fontana

Post n°266 pubblicato il 07 Aprile 2012 da patapump

Il segreto della fontana

 

I tempi  erano bui.

La guerra  nel paeseera incalzante  e la popolazione  stremata dalla fame e dal freddo.

Anche al  paesino diKainuu, era toccata la stessa sorte.

Un paese di un centinaio di anime,che vivevano cacciandoquel poco che era rimasto nei boschi.

Qui ha inizio la storia della piccola Hengel, orfana digenitori ed adottata da uno zio che l’amava come fosse la propria figlia.

Qui ,poco più che dodicenne,la ragazza badava alla casa ealla nonna,non mancando di frequentare la scuola più vicina,che distava un’ora apiedi da casa sua.

Capitava spesso che arrivarci divenisse un’impresa, ma allapiccola piaceva studiare, e quel peso diveniva meno grave.

Le strade come dicevo erano però sempre pericolosissime,inquanto la guerra che imperversava tra due famiglie rivali, aveva ridotto ilpaese,in un paese povero e sofferente.

La guerra durava ormai da anni, e alcuna soluzione sembravasi vedesse all’orizzonte. Era  nata peruno screzio e per l’appartenenza di un piccolo lembo di terra, a cui nessunadelle due parti voleva rinunciare.

Come dicevo poco innanzi,la piccola Hengel, percorreva giornalmenteuna strada irta di pericoli, ma la natura compensava quella paure che sarebberopotute sorgere.

La neve copriva tutti i campi e i filari di alberi correvanolungo il ciglio della strada.

Alberi imponenti che sembrava abbracciassero il viandante eche proteggevano dal forte vento che in quella zona soffiava sempre moltoforte.

Nel percorso ,un particolare  aveva attirato l’attenzione della piccola.

Una piccola fontana  dipietra fredda e grigia.

Un compagno di viaggio, le raccontò un giorno che  essendo assetato si fermò per  bere, ma che neanche una goccia di acquasgorgò  da essa.

In seguito anche domandando agli anziani del paese, glistessi non ricordavano che fosse mai uscita nulla da  quella fontana.

Quella notte Hengel, fantasticò  per ore,domandosi come e chi avesse potutocostruire una fontana che non dava acqua.

Forse un guasto o ancora di più un sortilegio. Le storienarravano ,che nelle serate buie e fredde,se tendevi bene l’orecchio da casa potevisentire le voci.

Voci che si infilavano tra gli alberi e in giri vorticosi silanciavano verso il cielo,disperdendosi tra le nubi bianche che coprivano laluna invernale.

Hengel,  si coprìinteramente la testa,sparendo sotto le coperte,come potessero le stessedifenderla da quello che c’era fuori.

Il giorno dopo,il sole era spuntato e sembrava volesseessere protagonista.

Hengel, quel giorno si sentiva diversa dal solito. Neanche leisapeva cosa gli prendesse.

Avvertiva un misto di gioia,preoccupazione ed un peso allabocca dello stomaco.

Cercò di tranquillizzarsi  e si avviò per andare a scuola.

Quando arrivò davanti alla locanda,solo il solco delle ruotedella carrozza trascinata dai vecchi finnici.

I  disturbi delmattino,l’avevano fatta ritardare.

Pur conoscendo la distanza, si incamminò lentamente.

Quasi fosse attratta da una forza sconosciuta,dopo averpercorso qualche chilometro,le gambe stanche la fecero appoggiare ad una lastrache rimaneva sul ciglio della strada.

Prese fiato,ma quando stava per alzarsi,girandosi notò cheil basamento era parte di quella fontana,di cui tanto aveva sentito parlare.

Ebbe un sussulto. Un brivido gli percorse la schiena.Allungò la mano per poter  toccare labocca fatta a forma di leone.

E in quell’istante una piccola lacrima di acqua,si poggiòsul dorso della sua mano.

Una lacrima fredda,ben allungata,decisa nel percorso nel suocammino.

Non ne ebbe paura e di nuovo allungò la mano.

Quasi a volerla rassicurare Hengel, la circondò con lebraccia,non solo per sentirne la grandezza.

C’era nell’intimo qualcosa di più grande in quel gesto.

Una sorta di apertura,una curiosità giovanile,un senso discoprire il perché.

Lentamente la fontana reagì a quel gesto e a breviintervalli ,spruzzi di acqua caddero in terra.

Hengel avvertì ,pur nella sua incomprensione,che un dialogotra loro due sarebbe potuto avvenire,non si sarebbe ancora saputo come,masarebbe successo.

La ragazza iniziò a porgli delle domande e le rispostearrivarono dicendo si con uno spruzzo e dicendo no con due spruzzi.

Questa cosa andò avanti per un po’ quel giorno,ma proseguìanche nei giorni che seguirono.

Sempre più intensamente,sempre in maniera più dettagliata.

Alla domanda,più ovvia si giunse. Perché la fontana avevasmesso di mostrare l’acqua.

Per qualche minuto non ci fu risposta.

L’unico spruzzo che emise,che equivaleva ad un si. Fu quellodi una storia che era avvenuta anni addietro e che Hengel aveva appreso daglianziani del villaggio.

Come oggi,anche anni prima,c’era stata una guerra per leterre. E per via di queste , un assassinio fu compiuto davanti a quellafontana.

Un sconosciuto pugnalò a sangue un altro uomo,e come unicotestimone silenzioso, la fontana.

L’assassino non fu mai trovato e probabilmente neanchecercato, e da allora la fontana smise di sgorgare acqua.

Questa fontana,con una sensibilità umana,ebbe spezzato ilcuore di  vedere morire una giovane vitadavanti ad i suoi occhi,ma non potendo urlarlo,ebbe la unica reazione a leiconsona.

Hengel capì a fondo,pur non potendo dialogare con lei,e nerimase sconvolta.

Il segreto della fontana era stato finalmente svelato ad unagiovane ragazza.

Quel terribile segreto non poteva essere più nascosto.

Forse le guerre sarebbero potute terminare,oppure no.

Ma la scelta di rivelarsi fu fatta.

Hengel corse in lacrima a casa,ma confortata dallo zio,capiche rivelare l’dentità dell’assassinio era l’unica cosa da fare.

Qualche giorno innanzi,una figura di anziano all’interno diun carro con gendarmi,percorse le stradine del paese.

La gente ne riconobbe il viso,che apparteneva ad un riccoproprietario terriero.

Anche la guerra smise,dopo che furono chiarite le cause delsuo inizio.

Hengel ritornò alla fontana. L’ accarezzò un ultima voltacome per salutarla ed uno spruzzo deciso di acqua venne fuori.Copioso,determinato,liberatorio.

Da allora non smise più di farlo,dando sollievo ai viandantie ai bambini che perdevano carrozze per la scuola.

Ma anche disperdonsi nell’aria ,in momenti in cui i colpi divento erano più decisi o sentendone  lafragorosa cascata.

 
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