Sorridere è Amare

...Crederci e mettersi in gioco sempre...

 

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Messaggi di Novembre 2017

Luce

Post n°248 pubblicato il 27 Novembre 2017 da pazza105

Rimango colpita dalla vicenda successa qualche giorno fa nel quartiere di Barriera.

Rimango colpita perché si tratta di una bimba.
Rimango colpita perché, chissà, sarà una di quelle bimbe che vedo settimanalmente?
Rimango colpita perché è una violenza.
Rimango colpita perché alla fine, per chi la subisce, pare sempre possa essere una cosa normale.

Proprio in questi giorni, che si è manifestato contro la violenza sulle donne.

Penso a quei lividi.
Sento la pressione di quelle dita e sulla mia pelle conto i segni.
Li vedo ancora nitidi, rossi, poi violacei, blu e infine verdognoli prima di sparire. Prima di sparire dalla pelle, che dalla mente e dal cuore è stata necessaria più di qualche settimana.

Eppure stai, immaginando che sia amore, non senti pensando che sia far piacere, eppure ogni gesto aggressivo alla fine è violento e non c'è né scusa né giustificazione.

Poi, d'un tratto, è arrivata Luce. 
E quei lividi curati, e quelle piaghe coccolate, e quei seni amati davvero.
Percorsi, sfiorati, abbracciati, desiderati e ho capito che il piacere aveva un altro volto, un altro modo, e l'Amore un altro senso. 

Questa storia ti segnerà la vita, sia che tu abortirai sia che tu partorirai; sarà comunque un trauma ora oltre a quello che hai già subito.

Ti auguro di trovare un giorno la Luce,
quella che ti farà capire che al mondo
potrai incontrare anime meravigliose
che riusciranno a ricucire i tuoi squarci
.
In bocca al lupo piccola donna

 

 

 
 
 

Amore

Post n°247 pubblicato il 26 Novembre 2017 da pazza105

Non ho ben chiaro quello che vorrei scrivere.

Ci sono tante forme di volontariato, stamattina ero in ospiteria e ho pulito, lavato, riordinato e risistemato il dopo colazione. Ho imparato ad utilizzare le lavastoviglie industriali e come ogni volta che pulisco provo alla fine un grande senso di soddisfazione.

Poi riporto il pane avanzato in cucina con l'intenzione di fermarmi a dare una mano anche lì, ma per oggi non c'è più bisogno. 

Tergiverso un po' ma non troppo, e decido di infilarmi a messa. 
Da fuori si sente la musica, i canti, l'energia.
Entro, mi faccio largo e trovo un posto sulla panca. 
Sono frontale all'altare. 
La chiesa è immensa ed essenziale.
L'altare, il tabernacolo, una croce bianca gigante nel muro dietro l'altare e al soffitto le costellazioni.

Oggi si chiude l'anno liturgico ed è San Matteo a chiuderlo.
Si parla di Amore. Dell'Amore di Dio.
Si parla di guardare al bisogno dell'altro e in quella strada Amare. 
Si parla di mettere al primo posto l'altro e non se stessi, il bisogno dell'altro e non il proprio. Di non essere egoisti.. oppure si, consapevoli che non è quello l'Amore che ci vuole insegnare Dio.

Suonano, pianoforte e violoncello, ogni volta che accenna la prima nota sono un fiume... e se il tema è l'amore anche ogni testo cantato è dedicato. 
Non mi trattengo, non mi va, lascio fluire via, mi sento bene, mi sento.. è "straziante" e commovente, è liberatorio.

la strada verso l'Amore non è mai finita..

 

...

 

Esco, e oggi è una splendida giornata di sole
mi avvio al parco, ritrovo i miei angoli
Prima sotto un cerchio di alberi,
nell'unica panchina illuminata calpestando foglie crocchianti,
poi
mi siedo ai piedi dell'albero più esposto
e chiudendo gli occhi sento il calore dei raggi
ascolto musica sottovoce
distendo i muscoli acido latticosi, post yoga,

respirando, Amore.

 

 

 
 
 

Yoga

Post n°246 pubblicato il 25 Novembre 2017 da pazza105

Me lo hanno consigliato più volte, ultimamente sempre più spesso incontro chi me ne parla, chi ne trova beneficio, chi lo sente rigenerante.

Ho provato Hata Yoga.

Inizia con un rilassamento, 5 minuti e sono in lacrime.
Lacrime che scorrono via, che non si fermano, che rigano il viso e aprono i polmoni.

Poi una respirazione che riempie la pancia di fumo nero e svuotandola riempie i polmoni di un fumo bianco.

Mi sono sentita legata e per niente fluida, sono grande, lunga e per nulla snodata. Nella lezione di oggi però le asana mi sono famigliari. Tra le altre c'è la candela: mi riporta bambina, paffuta, riocciolosa, sorridente, felice, viaggio e volo in quel lettone. 
Quante volte abbiamo giocato la sera prima di andare a dormire, quante volte quel momento era il nostro momento. 

Ci ritrovavamo lì, tutti e 4, solo noi 4.

Giocavamo al circo, arrampicandoci alle gambe dei nostri genitori. Quante volte abbiamo spinto papà giù da quel letto, e pensarci ora, grande, mi fa comprendere che quell'uomo si lasciava buttar giù, che così bambini non avevamo sicuramente la forza di spingerlo.
Più di tutto mi ricordo delle risate che ci facevamo, risate quasi fino a piangere.

Chissà come stavano loro, chissà se il loro amore era ancora forte, vero, sincero. 
Chissà come vivevano e chissà come stavano loro insieme a noi quelle sere.

Poi arrivava la canzone...

Quando è l’ora di fare la nanna
sai che fanno i bravi bambini
lasciano i giochi e corron da mamma
che li accompagna a lavare i dentini.

E tu bambino mio, 
che non vuoi fare la nanna
non fare più capricci
se no saran pasticci;
alla tua mamma dai già tante pene
potrebbe credere che non le vuoi bene!

 

e tra uno sbuffo e un lamento finivamo ognuno nel proprio letto.

 

...

 

Oggi guardando voi 3 in quel lettone, mi piacerebbe riusciste a ritrovare la stessa sintonia, lo stesso feeling e il sostegno reciproco per realizzare e lungimirantemente scrivere il vostro futuro. 

 
 
 

Categorizzazioni

Post n°245 pubblicato il 22 Novembre 2017 da pazza105

Chiamano in ufficio e rispondo al telefono.
L'interlocutore vuole inserire un ragazzo nei nostri laboratori.
"E' autistico, potrebbe esserci il suo affidatario...blabla"
Si prende nota del giorno e dell'orario... chiude la telefonata.

 

penso..

 

L'autistico è abbastanza funzionante.
L'autistico ha poche compromissioni comportamentali.
L'autistico ha 11 anni.
L'autistico potrebbe fare una prova.

L'autistico non ha nome!

 

In 10 minuti di telefonata non è uscito il nome, so tutto di lui, che scuola fa, dove abita, come si comporta, cos'ha fatto, chi è il suo affidatario, ma non conosco il suo nome.

Per quanto si tenti di fare integrazione, la segregazione nelle categorie fa quasi paura, perchè chi chiama, tra l'altro, è un assistente sociale.

C'è il desiderare di stare in una categoria o l'essere etichettato in un categoria. 

Le categorie, sono spesso protezione, talvolta inclusione, sostegno, forza e supporto. Diventano identitarie, quasi che utilizzare la categorizzazione permetta di sentirsi più riconosciuti. 

Io penso limitino, dividano, escudano, sia che tu lo scelga, sia che tu ne diventi vittima.
In ogni caso si prevede un dentro e un fuori, che comporta un'accettazione o un rifiuto.

L'integrazione ancora prima dell'inclusione dovrebbe partire dall'accoglienza, dal riconoscimento dell'essere, dal suo nome, dalla sua identità. 

 
 
 

Gesti

Post n°244 pubblicato il 15 Novembre 2017 da pazza105

sempre più spesso siamo numeri, 

siamo numeri al supermercato, all'asl, al pronto soccorso, in fila per una visita programmata, al cinema, sul treno, ovunque siamo identificati con numeri e codici a barre.

.. ma c'è l'umanità, 
mi guardo intorno e sono circondata di persone anziane, chi col catetere e la borsina, chi in carrozzina, chi in visita da un altro ospedale, chi con un'occhiata capisce che passerà dopo due ore, chi si lamenta per l'attesa, chi ad ogni numero chiamato finge di giocare a tombola, chi fa gli auguri agli ultimi arrivati, chi attende in silenzio contemplativo.

Mi passano per la mente mille cose, di fronte a me un signore con la badante straniera, forse tunisina o marocchina, lo vedo prima della visita, lo ritrovo dopo la sua visita, aspetta che l'ambulanza lo riporti in ospedale. 
Ha lo sguardo vuoto, perso, quasi opaco, fissa per lo più un punto fermo, poi mi guarda, mi tiene lo sguardo fisso addosso e non esprime nulla, il suo viso è apatico. La badante comincia una lunga telefonata in lingua, lui rimane immobile. Le sue mani rugose appoggiate a quel pigiama rosso a righe verticali, una fede al dito, il simbolo del per sempre. 

Non so perchè ma penso a "ausmerzen-vite indegne di essere vissute", non al massacro ovviamente e non alla macchina da guerra, ma a quelle vite, sfinite, sospese dalla loro realtà, che aspettano.
Rimangono in perenne attesa là dentro, della visita, dell'ambulanza, della terapia, del pranzo, dei parenti, della cena, della notte, e via come una ruotine infinita, sempre uguale a se stessa, dove perdi l'essenza e non sai più quando e come ritroverai te stesso, il tuo mondo, il tuo senso.

..

è il mio turno..

i gesti dicevo, la complicità che solo le donne riescono a darsi, lui visita, lei mi tiene il fianco, si assicura di pulirmi, appoggia la mano al tronco per sostenermi, mi tiene le gambe e mi sfiora la coscia con una pacca delicata; mi trasmette serenità, tranquillità e infine sollievo. 

Lei non ha avuto bisogno di parlarmi e in quegli istanti non ho sentito di essere il numero 47. 

 

 

 
 
 

Legami Preziosi

Post n°243 pubblicato il 15 Novembre 2017 da pazza105
Foto di pazza105

...che ancora faccio fatica a mettere in fila le emozioni di quelle ore insieme a Te.

Quel che più di tutto mi ha "destabilizzata" è stata la ricerca continua di avermi attaccata, di tenermi la mano, le tue così calde, le mie così fredde, di stringerti al mio braccio, avvolta con una e con due mani e la tua testa appoggiata alla mia spalla e via, sempre appiccicata per tutto il tempo che ti è stato utile, in tutti i momenti possibili. 

e ancora, anche in chiesa, nuovamente..

Con le zie poi si fa quel che di solito "non si può fare", si mangia la pizza con le mani, in macchina si sta seduti davanti, ci si coccola con un gelato e si parla o si sta in silenzio ad ascoltare la musica in quello stato di inspiegabile benessere.
Che alla fine un po' come succede a me, non è importante dove si è e cosa si fa, l'importante è lo stare insieme.

Come mi accogli tu, nessuno.
Come mi voli addosso tu, nessuno.
Come mi guardi e come ti emozioni quando mi vedi, nessuno.

Ogni volta non ci bastiamo mai e questa volta lo hai accusato anche di più, perchè lo sai, lo senti. 

Sei diventata grande pulcina, ti trasformi ogni volta, sei meravigliosa,
porta nel mondo lo stupore dei tuoi occhioni e la verità del tuo sorriso

 

Ti voglio bene, tanto

 

 
 
 

Cordis Gaudia!

Post n°242 pubblicato il 13 Novembre 2017 da pazza105

.. con la gioia del cuore, mi riavvicino, desiderandolo.

chiudere gli occhi e ascoltare i cuori, le vibrazioni, le parole, mescolarsi e amalgamarsi in quei chiari scuri magicamente disegnati nell'aria.

Percepire quanta intensità ci sia dentro ogni brano e leggere l'emozione negli occhi di tutti, chi la dichiara, chi sdrammatizza, chi filosofeggia, chi fa spallucce sempre sorridente, chi segue il suo capitano fissandolo, chi non si stacca da quei leggii... uniti in un sospiro finale di soddisfazione, perchè cantata bene o male alla fine chissà perchè si è sempre soddisfatti.

Io gongolo e ti guardo, che le tue mani sono solo il culmine di quel che arriva dal tuo corpo, che li tiri, li allunghi, li sospendi, li vuoi forti, li freni, li addolcisci, li insegui, li rallenti, così, secondo quel che arriva dalla tua linfa ed è incredibile per come tu ci riesca ogni volta.

Abbracciarli, infine, uno ad uno, con la stessa grande emozione e con la gioia nel cuore! 

 

 

 
 
 

Malattia

Post n°241 pubblicato il 11 Novembre 2017 da pazza105

Stanotte mi sono svegliata pensando a quello che mi è successo..

 

Forse nella malattia è più chiaro, è più immediato pensarlo, è più semplice vederlo.
Nella malattia e nella vita si è soli, soli con se stessi nel bene e nel male. 

Soli nel senso che solo tu, puoi, devi, fai, per te stesso, di te stesso. Solo nel senso che sei solo tu a decidere della tua vita, e solo tu puoi scegliere come starci, dove e quando ma di per sé sei indipendente dal resto del mondo.

In quei momenti c'è la ricerca dell'altro da te, come un richiamo affettivo, con un desiderio di "attenzione" che risponde alla paura del non potercela fare e alla fragilità di non sapere cosa fare in una situazione improvvisa e nuova.
Sono rimasta ad ascoltare me stessa e a provare ad agire da sola per 6/7 ore, nulla di che s'intende, poi è subentrata la paura di non sapere, di non riuscire a comandare il mio corpo, di non avere nessuna tregua e di non comprendere cosa stesse succedendo in quegli 8 cm2 interni alla mia pancia, lato destro, basso ventre.

 

...

 

Poi, poi c'è la ripresa e il ritorno alla normale quotidianità.
E poi c'è una nuova consapevolezza che si affaccia, stare male ed essere soli, stare bene ed essere soli.
Quei momenti di lucidità in cui basti a te stesso, in cui non ti senti fagocitato nei pensieri e in cui ti avvicini al te stesso che sei oggi. 

 

     Movimenti dell'anima.

Movimenti del mare.        

 


Il mare è movimento, cambiamento, spazio, respiro, vento, burrasca, che ci allontanta e ci unisce continuamente.

 

Anima e Mare.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: pazza105
Data di creazione: 21/11/2005
 
 

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