Sorridere è Amare...Crederci e mettersi in gioco sempre... |
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Messaggi di Novembre 2017
Post n°248 pubblicato il 27 Novembre 2017 da pazza105
Rimango colpita dalla vicenda successa qualche giorno fa nel quartiere di Barriera. Rimango colpita perché si tratta di una bimba. Proprio in questi giorni, che si è manifestato contro la violenza sulle donne. Penso a quei lividi. Eppure stai, immaginando che sia amore, non senti pensando che sia far piacere, eppure ogni gesto aggressivo alla fine è violento e non c'è né scusa né giustificazione. Poi, d'un tratto, è arrivata Luce. Questa storia ti segnerà la vita, sia che tu abortirai sia che tu partorirai; sarà comunque un trauma ora oltre a quello che hai già subito. Ti auguro di trovare un giorno la Luce,
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Post n°247 pubblicato il 26 Novembre 2017 da pazza105
Non ho ben chiaro quello che vorrei scrivere. Ci sono tante forme di volontariato, stamattina ero in ospiteria e ho pulito, lavato, riordinato e risistemato il dopo colazione. Ho imparato ad utilizzare le lavastoviglie industriali e come ogni volta che pulisco provo alla fine un grande senso di soddisfazione. Poi riporto il pane avanzato in cucina con l'intenzione di fermarmi a dare una mano anche lì, ma per oggi non c'è più bisogno. Tergiverso un po' ma non troppo, e decido di infilarmi a messa. Oggi si chiude l'anno liturgico ed è San Matteo a chiuderlo. Suonano, pianoforte e violoncello, ogni volta che accenna la prima nota sono un fiume... e se il tema è l'amore anche ogni testo cantato è dedicato. la strada verso l'Amore non è mai finita..
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Esco, e oggi è una splendida giornata di sole respirando, Amore.
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Post n°246 pubblicato il 25 Novembre 2017 da pazza105
Me lo hanno consigliato più volte, ultimamente sempre più spesso incontro chi me ne parla, chi ne trova beneficio, chi lo sente rigenerante. Ho provato Hata Yoga. Inizia con un rilassamento, 5 minuti e sono in lacrime. Poi una respirazione che riempie la pancia di fumo nero e svuotandola riempie i polmoni di un fumo bianco. Mi sono sentita legata e per niente fluida, sono grande, lunga e per nulla snodata. Nella lezione di oggi però le asana mi sono famigliari. Tra le altre c'è la candela: mi riporta bambina, paffuta, riocciolosa, sorridente, felice, viaggio e volo in quel lettone. Ci ritrovavamo lì, tutti e 4, solo noi 4. Giocavamo al circo, arrampicandoci alle gambe dei nostri genitori. Quante volte abbiamo spinto papà giù da quel letto, e pensarci ora, grande, mi fa comprendere che quell'uomo si lasciava buttar giù, che così bambini non avevamo sicuramente la forza di spingerlo. Chissà come stavano loro, chissà se il loro amore era ancora forte, vero, sincero. Poi arrivava la canzone... Quando è l’ora di fare la nanna E tu bambino mio,
e tra uno sbuffo e un lamento finivamo ognuno nel proprio letto.
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Oggi guardando voi 3 in quel lettone, mi piacerebbe riusciste a ritrovare la stessa sintonia, lo stesso feeling e il sostegno reciproco per realizzare e lungimirantemente scrivere il vostro futuro. |
Post n°245 pubblicato il 22 Novembre 2017 da pazza105
Chiamano in ufficio e rispondo al telefono.
penso..
L'autistico è abbastanza funzionante. L'autistico non ha nome!
In 10 minuti di telefonata non è uscito il nome, so tutto di lui, che scuola fa, dove abita, come si comporta, cos'ha fatto, chi è il suo affidatario, ma non conosco il suo nome. Per quanto si tenti di fare integrazione, la segregazione nelle categorie fa quasi paura, perchè chi chiama, tra l'altro, è un assistente sociale. C'è il desiderare di stare in una categoria o l'essere etichettato in un categoria. Le categorie, sono spesso protezione, talvolta inclusione, sostegno, forza e supporto. Diventano identitarie, quasi che utilizzare la categorizzazione permetta di sentirsi più riconosciuti. Io penso limitino, dividano, escudano, sia che tu lo scelga, sia che tu ne diventi vittima. L'integrazione ancora prima dell'inclusione dovrebbe partire dall'accoglienza, dal riconoscimento dell'essere, dal suo nome, dalla sua identità. |
Post n°244 pubblicato il 15 Novembre 2017 da pazza105
sempre più spesso siamo numeri, siamo numeri al supermercato, all'asl, al pronto soccorso, in fila per una visita programmata, al cinema, sul treno, ovunque siamo identificati con numeri e codici a barre. .. ma c'è l'umanità, Mi passano per la mente mille cose, di fronte a me un signore con la badante straniera, forse tunisina o marocchina, lo vedo prima della visita, lo ritrovo dopo la sua visita, aspetta che l'ambulanza lo riporti in ospedale. Non so perchè ma penso a "ausmerzen-vite indegne di essere vissute", non al massacro ovviamente e non alla macchina da guerra, ma a quelle vite, sfinite, sospese dalla loro realtà, che aspettano. .. è il mio turno.. i gesti dicevo, la complicità che solo le donne riescono a darsi, lui visita, lei mi tiene il fianco, si assicura di pulirmi, appoggia la mano al tronco per sostenermi, mi tiene le gambe e mi sfiora la coscia con una pacca delicata; mi trasmette serenità, tranquillità e infine sollievo. Lei non ha avuto bisogno di parlarmi e in quegli istanti non ho sentito di essere il numero 47.
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Post n°243 pubblicato il 15 Novembre 2017 da pazza105
...che ancora faccio fatica a mettere in fila le emozioni di quelle ore insieme a Te. Quel che più di tutto mi ha "destabilizzata" è stata la ricerca continua di avermi attaccata, di tenermi la mano, le tue così calde, le mie così fredde, di stringerti al mio braccio, avvolta con una e con due mani e la tua testa appoggiata alla mia spalla e via, sempre appiccicata per tutto il tempo che ti è stato utile, in tutti i momenti possibili. e ancora, anche in chiesa, nuovamente.. Con le zie poi si fa quel che di solito "non si può fare", si mangia la pizza con le mani, in macchina si sta seduti davanti, ci si coccola con un gelato e si parla o si sta in silenzio ad ascoltare la musica in quello stato di inspiegabile benessere. Come mi accogli tu, nessuno. Ogni volta non ci bastiamo mai e questa volta lo hai accusato anche di più, perchè lo sai, lo senti. Sei diventata grande pulcina, ti trasformi ogni volta, sei meravigliosa,
Ti voglio bene, tanto
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Post n°242 pubblicato il 13 Novembre 2017 da pazza105
.. con la gioia del cuore, mi riavvicino, desiderandolo. chiudere gli occhi e ascoltare i cuori, le vibrazioni, le parole, mescolarsi e amalgamarsi in quei chiari scuri magicamente disegnati nell'aria. Percepire quanta intensità ci sia dentro ogni brano e leggere l'emozione negli occhi di tutti, chi la dichiara, chi sdrammatizza, chi filosofeggia, chi fa spallucce sempre sorridente, chi segue il suo capitano fissandolo, chi non si stacca da quei leggii... uniti in un sospiro finale di soddisfazione, perchè cantata bene o male alla fine chissà perchè si è sempre soddisfatti. Io gongolo e ti guardo, che le tue mani sono solo il culmine di quel che arriva dal tuo corpo, che li tiri, li allunghi, li sospendi, li vuoi forti, li freni, li addolcisci, li insegui, li rallenti, così, secondo quel che arriva dalla tua linfa ed è incredibile per come tu ci riesca ogni volta. Abbracciarli, infine, uno ad uno, con la stessa grande emozione e con la gioia nel cuore!
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Post n°241 pubblicato il 11 Novembre 2017 da pazza105
Stanotte mi sono svegliata pensando a quello che mi è successo..
Forse nella malattia è più chiaro, è più immediato pensarlo, è più semplice vederlo. Soli nel senso che solo tu, puoi, devi, fai, per te stesso, di te stesso. Solo nel senso che sei solo tu a decidere della tua vita, e solo tu puoi scegliere come starci, dove e quando ma di per sé sei indipendente dal resto del mondo. In quei momenti c'è la ricerca dell'altro da te, come un richiamo affettivo, con un desiderio di "attenzione" che risponde alla paura del non potercela fare e alla fragilità di non sapere cosa fare in una situazione improvvisa e nuova.
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Poi, poi c'è la ripresa e il ritorno alla normale quotidianità.
Movimenti dell'anima. Movimenti del mare.
Anima e Mare. |
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