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Firenze La sinistra impari a sporcarsi le mani
PAOLO COGGIOLA
L´autore è assessore comunale al ciclo delle acque ed esponente del Pdci
La tensione che si è registrata nella maggioranza di Palazzo Vecchio sull´ipotesi di aggregazione societaria tra i gestori del servizio idrico dell´Ato 2, 3 e 6 è sintomatica sia del confronto tra Pd e Sinistra, sia delle diverse ipotesi presenti in quest´ultima. Alla Sinistra (arcobaleno o no) mi rivolgo e rivendico la responsabilità di avere perseguito questo obiettivo di concentrazione di aziende a controllo pubblico dal luglio del 1999 al luglio del 2004.
Questa vicenda è sintomatica anche da un altro punto di vista: quello della proposta di governo che l´aggregazione di sinistra deve saper sviluppare e proporre, su questo come su altri temi, in competizione e, perché no, in alternativa a quella che il Pd rappresenta e vorrà rappresentare.
Prima questione metodologica: la sinistra, comunque articolata e/o aggregata, intende svolgere un concreto ruolo di governo assumendo come discriminante gli interessi ed il soddisfacimento dei bisogni delle classi popolari oppure rifugiarsi in una pura e sterile opposizione testimoniale? Personalmente propendo per la prima risposta e questo significa doversi sporcare le mani, analizzare il reale contesto politico e normativo, delineare concrete azioni di governo, costruire alleanze e consenso per modificare i rapporti di forza, definire obiettivi e percorsi per il loro raggiungimento.
Seconda questione metodologica: si ritiene l´orizzonte di una nuova coalizione di centro sinistra (articolata su Pd e Sinistra) perseguibile ed a quali condizioni? Ritengo che sia perseguibile e nello stesso tempo non è scontato un esito positivo per due ragioni: la prima è che comunque il Pd non sia autosufficiente così come non lo e´ la Sinistra. La seconda, è il pericolo di deriva centrista del Pd e nel contempo di deriva estremista della Sinistra.
Per tornare alla vicenda dell´acqua sanno i miei amici e compagni della sinistra che all´interno del Pd sono forti e determinate le componenti che vedono nel cosiddetto mercato l´unica modalità regolatrice dei rapporti sociali? Questa tendenza nel caso dei servizi pubblici locali porterebbe alle liberalizzazioni che espungerebbero la politica dalla funzione di governo e regolazione dei rapporti sociali.
Tenuto conto di quello che si agita a livello governativo (vedi disegno di legge Lanzillotta), come si può sostenere che la costruzione di un´impresa a forte e prevalente controllo pubblico sia una privatizzazione o una liberalizzazione?
Che la sinistra rifugga da una deriva estremista per impegnarsi in una reale e concreta proposta di governo e´ il miglior contrasto ad una deriva centrista del Pd e tutto ciò, a mio giudizio, e´ essenziale a salvaguardare gli interessi ed i bisogni delle classi popolari.
Amici e compagni, se veramente vogliamo svolgere un ruolo propositivo e competitivo nei confronti del Pd bisogna affrontare le questioni per quello che sono, per quello che il contesto normativo e politico consente senza illudere ed illudersi che i proclami siano sufficienti a raggiungere gli obiettivi.
Approntiamo un programma di governo, delineiamo politiche urbanistiche, sociali, abitative, ambientali, affrontiamo il ruolo del pubblico in una economia di mercato per affermare il primato dell´uno sull´altro se vogliamo confrontarci e caratterizzarci nella competizione che, con la nascita del Pd, si è aperta nello scenario politico della nostra città. Studio, pazienza e perseveranza sono e restano virtù rivoluzionarie. (da "La Repubblica - Firenze" del 16.1.08)
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